Cupido
È il tuo amore quello che spero.
È il mio amore dal quale fuggi.
Bob Marley
Le frecce di Cupido
È dura la vita del Cupido, molto dura: incocca, scocca, guarda cosa succede, segui i tuoi protetti, e poi riprova, se le cose dovessero andare male. Non che il dio dell'amore sia sempre infallibile, certo; a volte le vittime prescelte non rispondono come vorrebbe, ma le soddisfazioni sono comunque tante.
Giorgia, ad esempio. Nonostante i problemi con Claudio, col quale è sposata da tempo - e ci ha fatto pure un paio di marmocchi - sta ancora insieme al marito e sono più uniti che mai. Soprattutto sotto le lenzuola. Sul divano. Sopra la lavatrice. Nella doccia.
O Alessandra, che ha incontrato la sua meravigliosa compagna dopo un lungo periodo di ricerca di sé e un coming out a seguito di una colossale sbronza.
E Fabiana? Lei forse è più complicata, al di là di regole prestabilite ed etichette preconfezionate, fluida, ma non perde mai occasione di mettersi in discussione, provare nuove relazioni, nuovi sapori... e nuove posizioni.
Loro sì che sono la soddisfazione di Cupido! Loro. Non Eva. Lei è il suo dilemma. Una spina nel fianco. La sfida perenne che deve cercare di vincere. In fin dei conti è Lui che governa Amore... come potrebbe perdere?
Eppure le vecchie frecce con lei non hanno funzionato. Forse la mira non è stata delle migliori, forse non ci ha messo la giusta forza o il seno straripante di Eva lo ha distratto così tanto da offuscargli la ragione. Eros non è poi così super partes e l'esperienza lavorativa della sua protetta ha su di lui un effetto a dir poco... languido ed eccitante. L'uccellone è sempre teso, mai soddisfatto come vorrebbe e deve fare forza sulla sua divina disciplina per non far visita a qualche fanciulla sola che attende solo uno come lui, il dio potente dell'amore. I tempi sono cambiati e non ha più l'aspetto di un putto paffuto e alato, a cui tutto è permesso, no... pure Cupido cresce e ha responsabilità e bisogni. Tanti bisogni. Impellenti.
A volte Amore si siede sulla poltrona libera nello studio di Eva e ascolta le confessioni e i problemi erotico-sentimentali dei suoi pazienti. La faretra a terra e una freccia a grattarsi il pacco - sarebbe una bella visuale, se solo potessero vederlo - per soddisfare quel non so che di pruriginoso che di tanto in tanto... sale.
Eva è senza possibilità di recupero, a differenza dei suoi pazienti e delle sue migliori amiche. Sola da tempo, non disdegna notti di passioni sfrenate, ma scarica le sue conquiste la mattina dopo, senza che il suo cuore ne sia minimamente intaccato. No, no, signorina, Cupido non può accettare un comportamento simile e ha deciso di provare il tutto per tutto affinché l'Amore, quello vero, finalmente bussi alla sua porta.
Il Dio sta tendendo l'arco e segue con attenzione la sua vittima. Deve solo aspettare il momento giusto. Ha ritoccato le frecce, rinforzandole con un Grande Amore, di quelli potenti, che fanno offuscare il cervello e salire le farfalle nello stomaco a sciami, da impedirle di fuggire.
La donna sta correndo su una splendida spiaggia caraibica, Spotify nelle orecchie, la forma perfetta di una che in palestra ci va più spesso del dovuto, perché la gravità è una brutta bestia e a una certa età butta tutto giù; quindi bisogna premunirsi, restare al top, toniche.
L'idea di spedirla, assieme alle sue amiche, in Giamaica è stato un colpo di genio. Non è stato così difficile convincerla: qualche flash apparso nei suoi sogni notturni, sussurri all'orecchio durante la giornata - a gustare il profumo delicato della sua protetta e immaginare gambe intrecciate mentre le dona un divino orgasmo - e il gioco è fatto.
Ma i giorni sono passati e le prime frecce lanciate non hanno sortito l'effetto desiderato. Le farfalle allo stomaco forse sono state troppe e, neanche una compressa di dissenten, di quelle che si porta sempre dietro quando viaggia per paesi esotici, ha potuto salvare Eva da un secondo giorno di vacanza in bagno, con Fabiana a passarle un panno fresco sulla fronte e il viso, mentre Ale e Giorgia, ormai abituate ai mal di stomaco della loro amica, a prendere il sole e godersi lo spettacolo di corpi nudi e abbronzati esposti in spiaggia. Che culetti passano davanti ai loro occhi!
Cupido ha girato e rigirato le sue fidate armi per cercare di capire l'errore, ma con Eva, per chissà quale misterioso arcano, i tentativi riescono sempre male.
Eppure si è assicurato che ogni freccia avesse la giusta dose. Beh, forse ha esagerato col Grande Amore, intingendo le punte un pochino più del necessario. Solo un pochino in più. In fondo, meglio abbondare. Non ci sono controindicazioni. A parte per Eva.
Le due frecce sono pronte, l'arco bello teso, tanto quanto i muscoli del dio. Prende la mira. La vede, sta passando al momento giusto e nel posto giusto. La scelta è il miliardario americano arrivato solo il giorno prima. Cupido si è informato sui gusti e gli itinerari dell'uomo, scoprendo che quel giorno sarebbe stato in spiaggia molto presto, a correre, proprio come Eva. Due anime affini, non ci si può sbagliare.
Ancora un altro passo. Un respiro. Una falcata in corsa. Uno che arriva dalla parte opposta all'altra. Cupido sorride. Scocca. Le frecce saettano.
E una folata di vento le sposta. Imprevisto! Come cazzo ha fatto a sbagliare ancora? Lo licenzieranno, andrà in esilio dal monte Olimpo e dalle terre romane. Lo butteranno nel deserto.
Eva è trafitta, in pieno centro. Il miliardario la sorpassa senza degnarla di uno sguardo.
Cupido cerca l'altra freccia. Dove cazzo si è ficcata?
Un piede affonda nelle acque cristalline, un uomo smonta da quella che sembra una scialuppa di chissà quale nave lasciata poco più in là, al largo. La pelle abbronzata di un creolo, i muscoli del polpaccio ben torniti. E una freccia conficcata proprio nella caviglia. Un paio di occhi verdi a scrutare la figura piccola e sottile di Eva, fino a che non incontrano quelli scuri di lei e in loro annega.
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Occhi Verdi e gli spiriti dimenticati
«Dov'è Occhi Verdi?» Fabiana è nascosta dietro la folta vegetazione al limitare della spiaggia. È una stanga di femmina, lei, troppo alta, eppure affascinante, anche per questo. Dietro, Giorgia e Alessandra, protette dalla sua mole, spiano, eccitate dalla novità: un uomo ha davvero fatto breccia nel cuore di Eva? L'ha davvero zittita? Fatta inciampare nella sabbia e fatta scappare via dalla vergogna?
Occhi verdi, l'ha chiamato. L'ha strillato al vento mentre fuggiva e Cupido si è dovuto tappare le orecchie, maledicendo la folata che ha impedito al suo piano di andare a segno. Eolo - non potrebbe essere stato che lui - ci ha messo lo zampino. Questi dannati colleghi divini che non si fanno mai gli affaracci loro! Considerando anche che con Eva non si riesce mai a farne una giusta.
Nessuna delle sue amiche ha visto, però, il fantomatico maschio che, a detta di Eva, le ha grugnito addosso, chiedendole cosa avesse da guardare.
«Se l'è inventato!» mormora Giorgia, si aggrappa alle braccia di Fabiana per avere più visuale.
«No, no. Sono sicura... non l'ho mai vista così» ribatte l'altra, il timbro baritonale sussurrato viaggia su toni più alti, si spezza, sorpresa. «Quando aveva quindici anni, forse... te lo ricordi Matteo? Quel gran fig...»
«Non me lo sono inventato» la timida voce di Eva arriva da lontano per interrompere i pettegolezzi delle amiche che non si fanno gli affari loro.
«Un marinaio? Un pirata? Come lo hai descritto?» Ale si avvicina, cauta. Allunga la mano, in modo che l'amica la stringa, invece di allontanarsi ancora, col viso in fiamme. È scappata. Come ha potuto farlo? Lei non scappa mai di fronte a nessuno!
«Era vicino a una barca...»
«Eccolo, eccolo!» Fabiana si accende di eccitazione, alza le mani e le sventola in aria, per farsi notare. Eva caccia un urlo e Cupido si passa una mano sulla faccia. Con l'altra crea un diversivo che permetta alle quattro donne di allontanarsi senza farsi vedere e non peggiorare una situazione già imbarazzante. Tanto è lui che sconterà la pena!
L'uomo dagli occhi verdi segue il trambusto, ma la visione è offuscata, la mente confusa.
Prima che Giove si accorga dell'ennesimo danno, forse è meglio contattare qualche spirito del luogo e chiedere aiuto. Chi vive in Giamaica? Chi la domina? Il dio dei cristiani? O quella strana forma religiosa chiamata rastafari? Non ha pensato di entrare in contatto con gli abitanti della dimensione altra: e se ci fossero state leggi diverse che avrebbe dovuto conoscere? Tipo... la folata di vento in un determinato momento. Avrebbe chiesto in giro, nelle trame sottili delle energie dell'isola, perché è necessario rimettere tutto a posto.
L'uomo, colpito per puro sbaglio dalla freccia dopata di Cupido, cerca la ragazza bianca scappata via con la coda tra le gambe. Gli sembra di averla intravista tra la vegetazione che porta verso l'albergo. Non da sola.
Quando se l'è trovata davanti, pochi minuti prima, ha avvertito l'improvviso scorrere lungo la gamba di una sensazione di calore e serenità, un'eccitazione che veniva da dentro, dal profondo, nel sangue bollente di una caviglia che andava a fuoco e saliva a poco a poco, con tutta calma.
Non è sfuggito a Cupido, ma gli effetti sono meno dirompenti. Colpire una parte così lontana dal cuore fa ritardare la sensazione dell'innamoramento. Nonostante la forte dose di Grande Amore, la magia non ha attecchito come avrebbe dovuto e sta ritardando il processo. Il dio deve sistemare la faccenda o non potrà più essere annoverato tra le divinità più antiche del mondo. E l'Amore, senza di lui, potrebbe non essere più lo stesso.
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Una festa divina
Una festa è l'occasione ideale per mettere in pratica il nuovo piano, sempre che Eva non ci metta lo zampino. Cupido deve ritirare la magia e lasciare che il processo di innamoramento scemi da solo e con dolore. Perché l'amore fa male, gli umani lo sanno, e il dio potente dell'amore, questo, non può impedirlo, sia che il colpo vada a segno, sia che non succeda.
Spinto dai pettegolezzi e indiscrezioni sul mondo religioso dell'isola, Cupido si è mosso, trascindandosi sulle sponde del mare più trasparente del mondo, ormai a sera inoltrata. C'è così tanto di diverso da lui, in quella terra, che trovare fonti certe non è semplice e entrare in contatto con un'energia differente lo è ancora meno.
Le dicerie hanno accennato a Obeah e Myal, Male e Bene, che permeano le terre giamaicane, ma nulla di più. Amore è bene, su questo Cupido non ha dubbi. Non c'è altro per definirlo e non merita di essere cacciato, né ostacolato. Aiutato sì, e a loro si rivolge perché gli eventi tornino sul giusto binario.
Sulla riva non è solo. Poco lontano, il creolo dagli occhi verdi tira la barca sull'asciutto, con la forza e la naturalezza di chi è abituato a farlo da sempre.
Per quale motivo Eolo avrebbe deviato il colpo? Non potrebbe esserci altra spiegazione. Cupido è tornato indietro con la memoria, per cercare l'errore ma, ne è sicuro, non ha sbagliato nulla. Nulla. Ma si sa, con Eva niente va mai come dovrebbe.
Una festa. Il capitano di mare pare accorgersi della musica, è talmente alta da non poter essere ignorata, mentre le vene sulla gamba brillano sotto pelle e la magia sale, fino ai lombi, prima di riversarsi sull'altro lato. Il cuore però no, ancora non è contemplato. È ancora troppo lontano, perché la freccia ad alto contenuto di Grande Amore faccia davvero il suo dovere.
L'uomo si muove, scalzo sulla sabbia, in direzione dell'albergo, spinto da una strana passione per il chiasso che lui non ha mai sopportato. Cupido lo segue, tenendo stretto il suo arco e a posto le frecce. Nessun danno, quella sera, solo sistemare quello che ha già provocato.
Nella pista da ballo le quattro amiche osservano gli invitati danzare, la voglia di imitare i provetti ballerini e buttarsi nella mischia. Non ci sono solo gli ospiti dell'albergo, ma anche molti abitanti della zona, attirati dal clamore e dalla serata aperta a tutti. C'è reggae e sensualità, voglia di amare, in una maniera talmente ampia che Eva quasi si stupisce. Una rete energetica che pulsa in ogni parte del suo corpo, fino al basso ventre e un po' più giù. Si bagna. Le basta solo la musica, i bassi che le arrivano addosso, per eccitarsi.
In tutta la sua vita e nel suo lavoro, non ha mai visto - e non ha mai avuto modo di poterlo raccontare - un'energia sessuale così alta da stordirla.
E per deformazione professionale, oltre che per puro interesse, non può fare a meno di osservare meglio gli ospiti che si dimenano languidi uno contro l'altro... o di cercare l'uomo di mare, Occhi Verdi, incontrato quella mattina e col quale ha già fatto una grande figura di merda, per poter condividere quel momento, qualunque esso sia.
E neanche l'avesse richiamato, lo sconosciuto appare, sulla soglia della pista da ballo, nascosto da chi ancora non ha avuto il coraggio di buttarsi nel mezzo della baraonda o sta iniziando solo in quel momento a strusciare voluttuoso, la pelle contro quella dell'altro, in una danza estatica e senza vergogna.
«Belle, eh? Sono tutte belle, ma io preferisco le donne ispaniche, no? Quelle alla Salma Hayek. Che sesso che mi fanno.» Alessandra sussurra a Giorgia, la quale annuisce, posando lo sguardo sui bei sederi rotondi che le passano davanti. Ce lo vedrebbe Claudio, lì, sensuale e impedito a ballare, ma comunque eccitante.
«Solo che la Hayek è messicana e qui di certo non trovi gente come lei.»
«Ah, sì... è messicana» sospira la donna, delusa.
Fabiana, che spicca per la sua altezza e l'abbigliamento succinto da mostrare i capezzoli turgidi con orgoglio, indica a una Eva già consapevole la presenza del marinaio.
«Meno male che non ti sei messa quei mutandoni orribili per incontrare il tuo bel capitano» le borbotta all'orecchio.
«Non è il mio capitano» arrossisce, Eva, e distoglie lo sguardo dall'uomo. L'ha notata e, spinto dal desiderio di raggiungerla, si trova a dover frenare l'impulso, infastidito per essere stato ignorato. «E sono dei bellissimi pantaloni larghi di seta; mi sono costati un rene, oltretutto.»
«Mutandoni. Da vecchia. Non ti meriteresti la fica, che spreco. Meno male che c'è qui la tua Fabiana a ricordarti che sei una donna, non solo una terapista del sesso che deve analizzare chiunque incontri.»
Terapista. Sì. Lei è una delle migliori, in Italia. Dà consigli ottimi a tutti e come Giorgia ha ripreso a scopare col marito tutte le volte che possono - dopo aver parlato con lei - Alessandra ha trovato la pace dei sensi nella sua omosessualità e in una relazione stabile e Fabiana nel suo diventare donna a tutti gli effetti, anche lei può trovare giovamento dai suoi stessi insegnamenti.
Si fa coraggio, indossa il suo sorriso più seducente e alza lo sguardo sullo sconosciuto, pronto a stenderlo, colpirlo, affondarlo, magari nel proprio letto. Un guizzo le fa stringere le cosce.
Scomparso.
Eva occhieggia ovunque - dove si sarà nascosto? - poi si muove veloce sulla pista, in mezzo ai corpi sudati e accaldati, per cercarlo. Vede un'ombra scura sparire verso la spiaggia.
Ora o mai più, pensa, con la tensione che le esplode nel petto.
Va a sbattere contro gli ultimi ballerini che la separano dalla frescura della notte, i piedi affondano nella sabbia e cerca di fare in fretta, di raggiungerlo, prima di perderlo di vista.
Cupido li segue. Nella faretra appoggiata sulla schiena spuntano un paio di frecce diverse, scure, mentre gli spiriti della terra aleggiano intorno a lui, intorno a Eva. È un'ossessione: bisogna sistemare le cose.
Eva sta inseguendo un uomo; lei mai consiglierebbe una tattica del genere, a nessuna delle sue pazienti. Eppure lo sta inseguendo.
La musica è sempre più lontana, la riva è più vicina. Ha quasi raggiunto Occhi verdi e l'unica cosa alla quale riesce a pensare è che non deve inseguire un uomo, non si deve fare. È controproducente. Lui è veloce, è sempre più distante; poi si ferma e si volta.
Eva distoglie lo sguardo, guarda il cielo, fischietta senza riuscirci e indietreggia, mette male il piede e cade nella sabbia che le sfiora le natiche lasciate nude dal tanga appena coperto da un corto vestito largo e fresco. Un'idea di Fabiana.
Cupido sfila le due frecce nere e le incocca. Alza l'arco e tende il corpo e la corda.
Occhi Verdi allunga la mano verso Eva, ancora a terra. Lei guarda il gesto, poi l'uomo. Il viso scuro, gli occhi più chiari che abbia mai visto brillare al buio, neanche un sorriso che sfiora le labbra carnose e morbide. Cosa darebbe per baciarlo! Buttarglisi addosso e venir stretta dalle sue forti braccia da uomo di mare. Apre le labbra e l'unica cosa che le esce fuori è un lamento. Un gemito. Vergogna! Potrebbe essere scambiato per qualsiasi cosa e arrossisce talmente forte da sentirsi quasi la febbre. Alza la mano per prendere la sua, lui la tira su come fosse un fuscello leggero.
L'arco di Cupido è pronto. Basta lasciare andare le dita e tutto tornerebbe come prima.
Eppure qualcosa lo blocca. È un respiro, un gesto spontaneo, la risacca delle onde e il silenzio spezzato dalla festa che continua anche senza di loro. È Eva e quel modo così goffo di gestire una situazione a lei usuale, la mancanza di coraggio, il non riuscire a parlare. Parole che, in fin dei conti, non servono. Sono quegli sguardi... lui diffidente, nonostante la magia cominci a salire, in un lento movimento e, forse, a fare effetto; lei come se si fosse svegliata solo in quel momento, ricordandosi che la vita va vissuta, qualsiasi cosa accada.
Occhi Verdi le indica la barca, con un cenno del capo e Eva lo segue. Cupido abbassa l'arco, gli spiriti del luogo ridono. Forse niente accade per caso. Forse è già tutto perfetto così.
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