98 - that little girl -

Swami's POV

"Non ce la faccio." Dissi in un lamento con le lacrime agli occhi

Le contrazioni erano sempre più forti, ma non c'era sufficiente dilatazione.

"Sei fortissima bubi." Mi sussurrò Federico

Non aveva esitato mezzo secondo ed era nella stanza con me.

Mi teneva la mano stretta tra le sue e cercava di darmi coraggio.

"Finirò per rompertela." Gli dissi e lui rise leggermente

"Fallo pure, non mi interessa.
Anzi, per quanto mi riguarda puoi rompere tutto quello che vuoi." Disse per poi baciarmi la mano

Chiusi gli occhi all'ennesima contrazione e in un sussurro gli chiesi da quanto tempo fossimo lì.

"Si può dire tre ore.
È questione di una manciata di minuti." Mi rispose dopo aver guardato l'orologio

"Non ci hanno mentito vero?" Domandai a voce bassa

Federico si accigliò.

"Chi?"
"I dottori."
"Perché avrebbero dovuto?"
"Non lo so."

"Bubi, guardami." Disse Federico dolcemente

Portai gli occhi su di lui che mi sorrise.

"Sta bene.
Ha solo deciso di nascere prima.
Evidentemente settembre non gli piaceva come mese." Mi disse per poi sporgersi e darmi un bacio sulla fronte

***
Nicolò's POV

I miei occhi erano fissi sul tetto bianco della sala d'attesa dell'ospedale di Torino.

Dal passare per salutare e prendere un caffè, al ritrovarsi in attesa di diventare zio.

Che giornata Nicolò.

Erano più di tre ore che stavo su quella dannata sedia in attesa di notizie.

Quanto diamine poteva durare?

Mi ero fatto questa domanda circa duecentocinquanta volte.
E la risposta era sempre, la stessa.

Quanto sono forti le donne.

Mi lasciai scappare un sospiro, per poi scuotere la testa allo squillare di un cellulare.

Federico mi aveva lasciato il suo e quello di Swami, chiedendomi di fare il giro delle chiamate.

Così avevo fatto.
Subito.

Le due famiglie erano per strada verso Torino e visto il tempo passato in un paio d'ore dovevano arrivare.

Con me in quel momento c'era Leonardo, il fratello di Swami.

Vivendo a Milano che era più vicina, e citando le sue parole "rischiando la patente in autostrada." , era arrivato da circa un'ora.

"Pronto?" Risposi alla chiamata di Lorenzo

"Nico, ancora niente?" Domandò
"No, niente di niente.
Non ci hanno neanche fatto sapere qualcosa." Risposi e lo sentì sospirare

"Noi siamo abbastanza vicini.
Papà sta andando come un pazzo." Disse strappandomi una leggera risata

"State attenti."
"Tranquillo, è impazzito ma è sempre prudente.
Anche se è strano da sentire nella stesa frase."

Risi all'ascoltare Lorenzo.

"Tu facci sapere anche la minima notizia."
"Certo."

***

Dodici dannatissime ore d'attesa.

Credevo che da lì a poco sarei uscito pazzo.

Erano tutti lì in sala, uno più impazzito dell'altro.

"Mi sembra di essere tornata indietro nel tempo." Disse sospirando la madre di Swami

Vidi Leonardo e Ginevra guardarsi e trattenere una risata.

Si riferiva alla nascita di Camilla?

"Oh ti prego Monica.
Queste due palesemente vogliono ucciderci nell'attesa.
Non c'è riuscita Ginevra e adesso ci sta provando Swami." Borbottò Enea facendo ridere Ginevra

Mi voltai verso di lei che era seduta quasi di fronte a me, con Camilla addormentata in braccio.

"Tu credevi di morire nell'attesa, io nel travaglio." Disse al fratello

"Quasi ventiquattro ore." Aggiunse borbottando

Sgranai gli occhi.

Decisamente non ce l'avrei fatta.

Sarei in galera a quest'ora.

"Mamma"

L'attenzione di tutti fu attirata da Camilla che svegliandosi aveva chiamato Ginevra.

"Amore mio." Le disse accarezzandole i capelli

"Sono diventata la cuginetta grande?" Domandò ed io sorrisi alla sua tenerezza

Ginevra scosse la testa in negazione e Camilla si imbronciò.

Poi scese dalle sue gambe e andò dal padre.

Ed io per l'ennesima volta da quando era arrivata mi ritrovai ad osservare Ginevra cercando di non essere beccato.

Lei non aveva il coraggio di voltarsi a guardarmi.

Era ancora scossa da quello che era successo a capodanno?

Probabilmente si, perché proprio non mi guardava e l'avevo vista irrigidirsi più volte quando mi domandavano qualcosa.

Se voleva far finta che non fosse successo, basta dirlo.

Ci eravamo visto un paio di volte quando Federico si era operato e andavamo a trovarlo appena possibile.

Ma non avevamo mai parlato.

E per quanto cercava di scappare, sapevo che anche lei in fondo sapeva che dovevamo.

Più che per noi, che alla fine eravamo conoscenti, per Federico e Swami.

Eravamo i loro migliori amici e per loro ci saremmo visti tante volte.

Credevo davvero di doverlo fare, così loro potevano stare tranquilli e lei avrebbe fatto andar via l'imbarazzo che provava appena entravo nella stanza.

Che poi, in tutta onestà poteva stare tranquilla fin da subito.
Da parte mia era già dimenticato.

"Fede!" Esclamò Adriana alzandosi e correndo
e risvegliandomi

La seguimmo a ruota e trovammo un Federico sorridente come non mai.

"È nata." Disse il mio amico ritrovandosi tutti addosso a stritolarlo

Era una bambina.

"Stanno bene entrambe." Disse poi

Sorrisi.

Quello era l'importante.
Che madre e figlia stessero bene.

"Quando possiamo vederle?" Sentì domandare ma non riconobbi la voce

Ero troppo impegnato nel realizzare che ero diventato zio.

E si sarà anche figlia del mio migliore amico, ma è mia nipote.

Benvenuto zio Bare.

Risi tra me e me e riportai l'attenzione su Federico che stava dicendo gli orari.

"Nelle visite del pomeriggio.
Così da dare a Swami il tempo di riposare almeno un po'." Disse ed annuimmo tutti

"Andate a casa, mangiate.
Riposatevi anche voi.
E poi tornate." Disse per poi voltarsi verso di me

"Hai le chiavi di casa, andate tranquilli." Aggiunse ed io annuì

"Auguri fratello." Dissi tirandolo in un abbraccio

Federico ricambiò la stretta e mi sussurrò un grazie all'orecchio.

"Vi serve qualcosa da casa?" Domandò Francesca al figlio appena interrompemmo l'abbraccio

Federico scosse la testa in negazione.

"Abbiamo tutto."

***
Swami's POV

Credevo fermamente che qualcuno cercasse di farmi fuori.

Troppe emozioni per il mio povero cuore.

Federico che mi chiede di diventare sua moglie.

La nostra bambina che decide di anticipare la sua nascita.

Quel dannato genovese mi aveva completamente stravolto la vita rendendola meravigliosamente piena d'amore.

L'amore che in quel momento io provavo mentre lo guardavo seduto accanto a me nel letto d'ospedale.

Aveva la nostra principessa tra le braccia e le sussurrava parole dolci mentre la cullava.

Lei era già cotta del papà.

E a me, sembrava di vedere Federico in versione bimba appena nata.

Lo stesso taglio e colore degli occhi.

Lo stesso colore dei capelli.

Le stesse labbra.

"Avanti." Disse Federico all'udire il suono del pugnetto alla porta

Portai i miei occhi su di essa che subito si spalancò e quella banda di matti di famiglia che avevamo entrò nella stanza.

"Dov'è la mia cuginetta?" Domandò subito Camilla correndo

Risi al vedere i suoi occhi brillare e quel sorriso sul suo viso.

"Congratulazioni!" Esclamarono tutti

"Come stanno le principesse?" Domandò mio fratello

"Bene, stiamo bene." Risposi sorridendo per poi portare gli occhi sulla piccola ormai addormentata tra le braccia del suo papà

"Ci fate vedere la pupetta?" Domandò Enea

Federico si voltò verso di loro cercando di non svegliarla.

Vidi ogni singolo paio di occhi inumidirsi, e ogni singolo viso con un bel sorriso.

"È bellissima." Sussurrò Lorenzo

Non potei non sorridere concordante.

Sarò di parte forse.

Ma quella piccoletta era ciò che di più bello io avessi mai visto.

Alzai gli occhi ed incrociai quelli di Federico.

Annuì, capendo ciò che voleva fare e lui sorrise.

"Famiglia" Disse attirando l'attenzione dei presenti, che però ovviamente non staccarono lo sguardo dalla piccola

"Vi presentiamo Sole Chiesa."

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