78 - Please, help me -

Swami's POV

"Grazie G." Le dissi ridendo

"Te l'avevamo detto tutti, ma vabbè.
Che fai adesso?"

"Torno a casa, prendo le tre pesti e gli faccio fare un giro." Le risposi

"Chiamami se hai bisogno eh!
E mi raccomando, ricordati di restare tranquilla.
Sono più che sicura che sta andando tutto bene." Esclamò la mia migliore amica

"Tranquilla, un bacio."
"Ciao S."

Quando chiusi la chiamata con lei, misi in moto la macchina e mi diressi a casa.

Avevo appena dato quei due benedettissimi esami e li avevo superati, perciò una cosa era andata.

Mancava la più importante.
L'operazione di Federico.

Lo juventino era in quell'esatto momento in Austria, sotto le mani del chirurgo da un po' di tempo.

Non saprei dire come riuscì a superare gli esami, visto il senso di nausea e la mente fissa sul mio bel genovese.

Quando parcheggiai trovando miracolosamente un posto libero esattamente sotto casa, presi la mia borsa e chiusi la macchina.

Una volta dentro casa, Mela e Marlon mi corsero in contro mentre Mora dormiva sul divano.

Avevo portato con me le cagnoline di Federico, così sarebbero state con Marlon.

Per la gioia di Camilla, che amava giocare con loro.

Lasciata una carezza ai due, bevvi un bicchiere d'acqua e gli misi il guinzaglio indecisa se svegliare Mora o meno.

Ma era tanto serena, che decisi di lasciarla riposare ed uscì.

Mela iniziò a tirare il guinzaglio perché voleva correre e mi fece ridere.
Marlon era decisamente più tranquillo.

Camminai un po' con i due arrivando ad un parco quasi sotto casa.

Sciolsi i guinzagli e tirai loro una pallina dando il via ad una corsa tra i due.

Marlon fu più veloce e prese la pallina portandomela.

Abbassai lo sguardo su di lui prendendo la pallina e lo rialzai immediatamente quando sentì Mela avvicinarsi a me e poi iniziare ad abbaiare.

Sentì l'aria mancarmi quando i miei occhi si posarono su colei che avevo sempre creduto una delle mie più care amiche.

Melissa era poso distante da me e mi guardava.

Accennò un sorriso ed io subito legai nuovamente Mela e Marlon al guinzaglio, con l'intenzione di andarmene immediatamente.

"Eii, che bello rivederti." Disse Melissa avvicinandosi

Mela non aveva smesso di abbaiare e a lei si era unito anche Marlon.

Mentre io avevo il cuore che batteva a mille.

"Come stai?" Mi domandò ed io mi morsi l'interno della guancia

Con quale faccia tosta mi parlava?

Non le risposi e portai lo sguardo sui due cuccioli cercando di farli calmare.

Melissa sospirò e mi posò la mano sulla spalla.

Istintivamente mi trassi indietro e tornai a guardarla.

"Swami, so che ti ha distratta ciò che ti ho detto l'ultima volta che ci siamo viste.
Ma non avrei potuto nascondertelo ancora.
Mi stava uccidendo." Disse

"Ho visto la foto di Federico che hai messo nella tua storia e quella di Marlon a Torino.
Sono felice che ci sia pace tra voi." Aggiunse mettendo su un sorriso tirato

Non riuscì a trattenere una lieve risata e lei si accigliò.

"Cosa ho detto di così divertente?" Domandò alzando un sopracciglio

"Credevi davvero che Federico non mi avrebbe detto la verità?" Le dissi parlando per la prima volta

"Credevi davvero che non avrei saputo che è stato Nicolò a vedervi?" Domandai retoricamente subito dopo

Al sentire il nome del centrocampista dell'Inter, Melissa si irrigidì.

"In realtà ci avrei scommesso, che ti avrebbe detto di Nicolò.
Come avrei scommesso che ti avrebbe detto che non c'è stato niente.
Immaginavo che ti avrebbe mentito." Mi rispose abbassando lo sguardo

Risi nervosamente e lei mi guardò nuovamente.

"Non mi credi." Sussurrò
"Neanche un po'." Le risposi sentendo i due cuccioli tirare al guinzaglio

Melissa mise su un sorriso triste.

"Vorrei solo sapere perché.
Non sei mai stata brava con le bugie, però hai imparato.
E l'hai fatto per ferirmi.
Cosa ti ho fatto per meritarmi questo?" Le dissi sentendo le lacrime venire ai miei occhi

Il cuore mi battè all'impazzata e vidi la ragazza di fronte a me diventare seria.

Melissa scoppiò a ridere ed io feci un passo indietro.

"Tu hai sempre avuto tutto.
Sei sempre stata tu." Disse e sentì l'aria iniziare a mancarmi

L'agitazione e il nervosismo si erano ormai impossessati di me.

E la nausea che avvertivo, di certo non mi stava aiutando.

Non tolsi gli occhi dalla sua figura, ma lei ridacchiò al vedere la mia espressione confusa.

"Eri tu quella col fratello bello e premuroso.
Io ero la povera figlia unica." Disse

"Non è mica colpa mia se sei figlia unica." Le dissi

Melissa mi guardò seria e poi riprese a parlare.

"Immagino ti ricordi quando anni fa mi ero innamorata di Luca."

Certo che me lo ricordavo.

L'aveva confidato solo a me e a Ginevra.

Era distrutta dal rifiuto del ragazzo.

"Quando mi rifiutò, dopo qualche giorno ho scoperto che era innamorato di te." Disse ed io spalancai gli occhi

"Era pazzo di te, che lo ignoravi ed ignorava me che ero pazza di lui.
Si può benissimo dire che me l'hai portato via." Disse

"Ho voluto farti sentire a pezzi come sono stata io.
Ho voluto farti soffrire come avevo sofferto io.
Volevo farti passare ciò che avevo passato io.
Volevo che provassi e capissi come ci si sente quando ti viene portato via chi ami." Disse ed io sentì una morsa alla bocca dello stomaco

Fu come ricevere un pugnale nel petto, ascoltarla.

"Ho provato a sedurre Federico al compleanno di Camilla." Continuò e sentì la terra mancarmi sotto i piedi

"Poi a capodanno, appena ho potuto nuovamente.
Ma mi ha respinta entrambe le volte." Aggiunse

E mi si scaldò quel povero e dolorante cuore al sentire che Federico non aveva ceduto.

"L'unico modo per farti soffrire era usare Federico.
Lui era ed è la strada diretta per il tuo cuore." Disse

Sentì gli occhi diventare lucidi e un conato sul punto di salire.

Deglutì e chiusi gli occhi per cacciare le lacrime.

Quando li riaprì la trovai ancora intenta ad osservarmi e deglutì nuovamente.

"Non ti ho mai fatto nulla.
Ti ho sempre voluto bene." Riuscì a sussurrare

Ma lei rise.

"Hai sempre avuto ciò che volevo io e neanche l'hai apprezzato.
E continua ad essere così anche adesso." Disse gelida

Fece per fare un passo verso di me, ma il ringhiare di Marlon la trattenne.

"Non mi stupirò affatto quando farai come Ginevra." Disse accennando un ghigno

"Non osare parlare di lei." Le dissi e Melissa mi guardò divertita

"Siete fatte della stessa pasta.
Non crederai davvero alla storia della gravidanza inaspettata." Disse ed io mi irrigidì

"Ginevra ha cercato in tutti i modi di rimanere incinta di tuo fratello quando ha capito che l'avrebbe lasciata.
Voleva legarlo a se per sempre e ci è riuscita.
Non mi stupirei neanche se Camilla non fosse figlia di Leo." Disse poi

"Non osare mai più pronunciare il nome di mio fratello e di mia nipote.
Non osare mai più anche solo pensare di dire il loro nome o di permetterti di parlare di Ginevra.
Mai." Tuonai seria come non mai

Ghignò e mi guardò dall'alto al basso.

"Aspetto di vedere foto col pancione." Disse ed io gelai

L'ultima cosa che mi serviva in quel momento era farle capire che ero incinta.

Il cuore ormai andava a trecento all'ora.

"Sempre se Federico non si stufa prima e ti lasci prima che tu possa farlo.
Dopotutto è Federico Chiesa, può avere chiunque.
Quanto tempo pensi che perderà ancora con te?" Disse

Sentì due pugnalate.
Una al cuore e una allo stomaco.

"Buon tentativo Swami, mi divertirò molto a vederti fallire." Disse per poi andarsene

Quando rimasi da sola a stento mi sedetti sulla panchina e scoppiai a piangere.

Mi si appannò la vista e aumentò il battito cardiaco.

Sentì l'aria mancarmi ed iniziai a tremare.

Sentivo Marlon e Mela abbaiare e poggiare le loro zampe sulle mie ginocchia, ma non riuscì a guardarli.

Cercai solo di fare dei respiri ma ogni volta che cercavo di prendere aria, sentivo solo aumentare l'assenza dell'ossigeno nei miei polmoni.

Ma fu quando avvertì una fitta all'addome che istintivamente portai una mano lì e andai definitivamente nel panico.

No no no no no.

Non lui/lei.

Riuscì solo a pensare alla creatura innocente che aspettavo a quanto male gli o le facesse tutto questo mio stress e il nervosismo

Cercai di calmarmi mentre sentivo le lacrime scorrere sul mio volto.

"O mio Dio, Swami!" Sentì esclamare

"Cosa è successo?" Mi domandarono
"Shhh, ei.
Tranquilla.
Cerca di calmarti."

Riconobbi la voce di Enea che cercava di aiutarmi.

E non so quanto passò ma riuscì a farmi fare dei piccoli respiri.

"Ho chiamato Ginevra.
Sta arrivando.
Ed ho chiamato l'ambulanza perché mi stai facendo terrorizzare." Disse stringendomi una mano tra le sue

Quando notai che nonostante le lacrime, la vista era un po' più chiara abbassai lo sguardo su di lui e subito Enea mi sorrise

"Ti prego aiutami."

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