Prologo
Allacciatevi le cinture...
siete pronti per questo
nuovo viaggio?.
Il rumore di un vaso rotto, di passi pesanti e urla d'istinto mi fanno nascondere sotto lenzuola del mio letto.
Tiro un respiro. Un altro tonfo potente mi fa tappare le orecchie e lasciar cadere il cellulare con cui stavo giocando a Subway Surf sul materasso.
Non è la prima volta che i miei genitori litigano ma in questo periodo è sempre più frequente sentirli litigare. Il gioco mi aiuta a distrarmi e a non far caso a loro due, In questi ultimi mesi in classifica sono quasi la prima.
Oggetti che cadono e rumori di forti colpi sul tavolo.
Basta!.
Mi tiro fuori dal letto e appoggio l'orecchio destro sul pavimento per riuscire ad ascoltare meglio.
<<Fai schifo!>>. Urla mia madre dando un forte colpo sul pavimento che mi porta ad indietreggiare.
<<Perchè cazzo ti ho sposato!>>. Replica mio padre dando un colpo a sua volta.
Quel tavolo si romperà un giorno.
<<Io ti.....>>. Non riesco a sentire bene essendo che sono al piano di sopra.
Coraggio scendi e ascolta.
Apro la porta di camera mia , scendo le scale e mi appoggio dietro la porta della cucina per non farmi beccare.
Più mi avvicino, più sento rumori forti e tutto questo mi mette ansia e paura.
<<Non riesco più a vivere in questa casa con te!. Sappi che sono rimasto per tutto questo tempo solo per Elizabeth, di te non mi è mai importato nulla!>>. Urla mio padre con tono disprezzoso e arrabbiato verso mia madre.
Lui non ama più mamma?.
<<Sei uno stronzo e deficente. Non mi ami più perché so che a te piace spassartela con le prime prostitute che trovi per strad->>. Mia madre non finisce di parlare perché un sonoro schiaffo gli arriva dritto sulla guancia destra.
<<Prova a parlare di nuovo così è la prossima volta ti sparo quella cazzo di bocca che ti ritrovi!>>. Sbotta mio padre afferandola per il collo.
Le mie gambe si muovono da sole mentre dagli occhi escono varie lacrime.
Entrambi mi vedono entrare in cucina con il volto rosso e triste.
<<La smettete!>>. Inizio ad urlare.
<<Elizabeth va di sopra>>. Dice severo mio padre lasciando la presa sul collo di mamma.
No, non posso. Non voglio fare finta di nulla come tutte le altre volte.
<<No>>. Gli rispondo a tono.
<<Dai tesoro, va a giocare con le bambole. la mamma e il papà stanno discutendo>>.
Ho 6 anni ma riesco a vedere i suoi occhi pieni di dolore e il viso arrossato.
<<Non vado da nessuna parte>>. Replico con l'intenzione di non spostarmi.
<<Ti ho detto di andare!>>. Papà urla così forte che sobbalzo all'indietro.
Afferro il piatto che c'è sul tavolo e lo scaravento a terra spezzandolo in mille pezzi.
Vedo la rabbia accecata negli occhi di mio padre.
<<Cosa cazzo hai fatto!?>>. Mio padre si avvicina a me ma mamma mi si para davanti.
<<Non toccarla. È piccola>>. Mia madre mi difende ma lui gli riserva un occhiata torva.
Papà ci sorpassa e va dritto in camera da letto afferrando la valigia che c'è in corridoio.
<<Papà dove va?>>. Chiedo a mia madre.
<<Da nessuna parte>>. mormora dandomi un bacio sulla fronte.
Vado in camera da letto dove lo trovo intento a mettere dei vestiti in valigia.
<<Dove vai?>>. Chiedo. Le lacrime scendono più prepotenti.
Si volta verso di me e mi fulmina con lo sguardo.
<<Via da te e quella troia di tua madre>>. Sbotta arrabbiato.
Sta andando via?.
<<Ma via dove?. Poi ritorni vero?>>. Ho gli occhi lucidi.
<<Non torno più Elizabeth. Mi faccio una nuova vita>>. Il mondo mi crolla addosso.
Le lacrime prendono possesso delle mie guance.
<<No!>>. Urlo cercando di fermarlo mentre chiude la valigia.
Mamma prova a richiamarmi ma non le rispondo.
<<Non puoi farlo!>>.
<<Levati dai coglioni>>. Prova a spingermi per passare ma mi aggancio alla sua giacca.
<<Lasciami!>>. Sbotta.
Prova a muoversi per andarsene ma non gli è lo permetto.
<<Tu ami mamma!>>. Urlo per convincerlo.
<<Il mio sbaglio più grande>>. Replica.
I singhiozzi riempiono la stanza mentre anche mamma piange e lui senza nessun emozione in viso prova farmi staccare dandomi colpetti sulle braccia.
<<Ma io ti voglio bene!>>. Provo a convincerlo e mostrare l'affetto nei suoi confronti.
<<Io no!>>. Urla con la poca voce che gli è rimasta.
Con una spinta brusca finisco dritta a terra colpendo un vaso di vetro che si sfracella in mille pezzi su di me tagliandomi il palmo della mano.
Il sangue prende a gocciolare ma non me ne curo molto.
Lo vedo li con la valigia, uscire e chiudersi la porta alle spalle.
Il sogno della famiglia unita a natale, pasqua, capodanno, estate, epifania e per tutta la vita è stato distrutto.
La famiglia Hall da oggi è solo un brutto ricordo che mi ha rovinato la vita.
Spazio autrice
Mi è venuta l'ispirazione e ho scritto il prologo.
Ogni volta che scrivo un prologo e sempre molto più corto rispetto ai capitoli ma spero che la storia possa entrarvi nel cuore come kill me.
Questo qui non è un mistery\fantasy romance ma genere normale con la trope enemies to lovers.
Ci vediamo alla prossima con il capitolo 1.
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