settimo capitolo
Taemin e Hoseok erano appena entrati nella camera, l'atmosfera rilassata dopo una lunga giornata. Hoseok si stiracchiò, togliendosi la giacca e lanciandola sul letto, mentre Taemin si avvicinava allo specchio, osservandosi distrattamente prima di prendere un asciugamano per la doccia.
Hoseok: "Finalmente un po' di pace. È stata una giornata infinita, non trovi?"
Taemin: "Già... ma è bello essere tutti insieme. Anche se, un po' di tempo da soli non guasta."
Hoseok sorrise leggermente, avvicinandosi a Taemin. Si guardarono per un attimo, quell'intimità crescente tra loro che sembrava sempre più palpabile. Ma proprio quando Taemin stava per dire qualcosa, la porta della stanza si aprì all'improvviso.
Era Kihyun.
Kihyun: "Ehi, ragazzi... posso unirmi a voi? Sembrava che fossi rimasto fuori dai giochi, e non mi andava di stare da solo."
Taemin e Hoseok si scambiarono uno sguardo, leggermente sorpresi. Non avevano pensato che Kihyun sarebbe venuto da loro, ma non volevano essere scortesi.
Hoseok: "Oh, certo, entra pure." Disse, anche se con un tono che nascondeva una piccola punta di delusione.
Kihyun entrò con un sorriso un po' forzato, cercando di nascondere il suo nervosismo. Si sedette sul bordo del letto, osservando Hoseok e Taemin mentre continuavano a prepararsi per la doccia.
Kihyun: "Quindi, come va? Sembra che vi stiate divertendo molto insieme ultimamente..."
Taemin si fermò un momento, percependo una certa tensione nelle parole di Kihyun, ma decise di ignorarla per mantenere l'atmosfera leggera.
Taemin: "Sì, ci troviamo bene, è bello stare tutti insieme dopo tanto tempo."
Poi..
Jisoo e Yoongi si sedettero sul divano della terrazza. La luce della luna illuminava dolcemente il loro viso, e l'aria fresca della sera portava un senso di tranquillità. Yoongi accese la sigaretta, aspirando profondamente prima di rivolgersi a Jisoo.
"Allora... che pensi di noi?" chiese, lasciando andare il fumo in un lento sospiro.
Jisoo abbassò lo sguardo per un momento, riflettendo. "Penso che siamo diversi... ma forse è proprio questo che mi piace. Tu sei tranquillo, riservato. Io sono più impulsiva. Ma funziona, no?"
Yoongi sorrise leggermente, guardando lontano verso l'orizzonte. "Sì, è vero. Ma sai... a volte mi chiedo se riesco a darti abbastanza. Non sono bravo a esprimere quello che provo, e tu meriti qualcuno che sappia farlo."
Jisoo lo guardò negli occhi, avvicinandosi un po'. "Io non ti ho mai chiesto di cambiare, Yoongi. Mi piaci così come sei. Non ho bisogno di parole, le tue azioni parlano per te."
Lui annuì, prendendo un'altra boccata dalla sigaretta prima di spegnerla. "E tu, Jisoo? Cosa desideri da noi?"
Jisoo sorrise, appoggiando la testa sulla sua spalla. "Solo che restiamo così, sinceri l'uno con l'altra. Non voglio nient'altro che te, così come sei."
Yoongi la guardò per un attimo, e poi, senza dire nulla, la strinse in un abbraccio. Non c'era bisogno di parole in quel momento.
Poi ..
Jin e Eunmi erano comodamente seduti sul divano, le risate leggere riempivano la stanza mentre scorrevano insieme le foto sul telefono di lui. Si erano conosciuti da poco, ma tra loro si era creata subito una sintonia naturale. Ogni foto che passava suscitava un piccolo commento, una battuta o un sorriso.
"Ehi, guarda questa! Il tuo sorriso è perfetto qui," disse Jin, mostrando una foto scattata durante il loro primo appuntamento al parco.
Eunmi rise dolcemente, scrollando la testa. "Ma che dici? In quella foto stavo ridendo troppo forte, si vede anche la mia gengiva!" scherzò, coprendosi il viso per un istante.
Jin rise di gusto. "Ma è proprio quello che mi piace. Sei autentica, non ti preoccupi di sembrare perfetta."
Eunmi lo guardò con un sorriso timido, sentendosi più a suo agio. "Non pensavo che fossi così bravo a fare complimenti."
"Beh, forse hai un effetto su di me," rispose Jin con un tono leggero, ma con un sorriso genuino.
Lei arrossì leggermente, poi cambiò argomento per nascondere l'imbarazzo. "Oh, guarda questa! Quando abbiamo mangiato il gelato... credo di averti messo un po' di panna sul naso!"
Jin guardò la foto e scoppiò a ridere. "Non me n'ero nemmeno accorto quel giorno! Se me lo dicevi, avrei ricambiato l'attacco!"
"Ero troppo impegnata a ridere! Ma sai, mi è piaciuta molto quella giornata... mi sono sentita a mio agio con te."
Lui annuì, più serio. "Anche io. Sei diversa dalle persone che incontro di solito. Mi piace stare con te, è tutto... naturale."
Eunmi lo guardò negli occhi, sentendo un calore familiare crescere tra loro. "Allora forse dovremmo continuare a fare cose insieme," disse con un sorriso complice.
Jin ricambiò lo sguardo, accennando un sorriso tranquillo. "Sì, direi che altri appuntamenti ci stanno bene."
Continuando
Yeji e San erano finalmente soli nella loro camera, lontani dal caos della villa e dagli altri. La stanza era avvolta da una luce soffusa, creando un'atmosfera intima e rilassante. San era disteso accanto a Yeji, le loro dita intrecciate, mentre ogni tanto la baciava dolcemente sul collo, facendola sorridere. Si scambiavano carezze, piccole attenzioni che sembravano parlare da sole, ma presto il silenzio si riempì di domande non dette.
San guardò Yeji negli occhi, accarezzandole il viso con delicatezza. "Yeji... pensi davvero che possiamo funzionare come coppia?"
Lei lo osservò per un momento, cercando le parole giuste. "Non lo so, San... a volte penso di sì, altre volte mi chiedo se siamo troppo diversi."
San si girò su un fianco, avvicinandosi di più, le sue labbra quasi sfioravano l'orecchio di Yeji. "Diversi... sì. Ma forse è proprio questo che ci rende interessanti, no?" sussurrò, le sue dita disegnando delicati cerchi sulla schiena di lei.
Yeji sorrise, chiudendo gli occhi per un momento, lasciandosi trasportare dalle sue carezze. "Forse hai ragione. Quando stiamo così, da soli, tutto sembra così... naturale. Ma poi, quando siamo con gli altri, mi chiedo se siamo davvero fatti l'uno per l'altra. Se riusciamo a capire cosa vogliamo veramente."
San si sollevò leggermente, appoggiando la fronte sulla sua. "Yeji, non dobbiamo avere tutte le risposte ora. Non dobbiamo essere perfetti. Voglio solo sapere se ci proviamo... se vale la pena."
Yeji aprì gli occhi, guardandolo intensamente. "Io voglio provarci, San. Voglio vedere dove possiamo arrivare, ma ho bisogno che tu sia con me in questo. Non voglio fare tutto da sola."
San sorrise dolcemente e le diede un bacio leggero sulle labbra. "Sono con te. Sempre. Non ci sono dubbi."
Yeji ricambiò il bacio, sentendo una calma rassicurante crescere tra di loro. "Allora proviamoci davvero. Vediamo cosa possiamo essere insieme."
Il giorno dopo sarebbe stata una giornata un po' complicata perché non solo ci sarebbero state sfide tra di loro ma anche grande decisioni
La mattina seguente, la casa era avvolta da un'atmosfera strana, quasi palpabile. Ognuno si svegliava a ritmi diversi, con pensieri che correvano veloci, consapevoli che quella giornata avrebbe richiesto molto più che semplice energia fisica.
Jungkook fu il primo a svegliarsi. Il sole appena spuntato entrava attraverso le tende semichiuse della sua stanza, tingendo tutto di un caldo colore dorato. Si stiracchiò pigramente, grattandosi la nuca con una mano e dirigendosi in cucina. Caffè. Aveva assolutamente bisogno di caffè per affrontare quello che sapeva sarebbe stata una lunga giornata.
Jimin, invece, rimase per qualche istante sotto le coperte, fissando il soffitto. Sapeva che c'erano decisioni importanti da prendere, ma il pensiero delle sfide lo rendeva inquieto. Sospirando, si alzò e raggiunse Jungkook in cucina. "Buongiorno," mormorò, osservando l'amico che stava già versando il caffè. Jimin optò per un bicchiere di succo d'arancia, cercando di scrollarsi di dosso la stanchezza.
Taehyung, con il suo solito sorriso sornione, fu uno degli ultimi a scendere. "Qualcuno ha detto sfide?" chiese scherzando, anche se sotto sotto sentiva il peso della giornata come tutti gli altri. Prese un muffin dalla dispensa, lanciando uno sguardo complice a Jin che, nel frattempo, stava preparando delle uova strapazzate.
Jin, sempre attento e premuroso, si stava già muovendo con destrezza tra i fornelli, preparando la colazione per tutti. "Ragazzi, oggi sarà dura. Ma almeno facciamolo con lo stomaco pieno," disse con un sorriso, anche se sapeva che il cibo sarebbe stato l'ultima preoccupazione di molti di loro.
Hoseok, energico come sempre, entrò nella stanza quasi danzando. "Forza ragazzi, oggi spacchiamo!" esclamò, cercando di mantenere alta la motivazione. Si preparò un frullato veloce, aggiungendo della frutta fresca e latte di mandorla, mentre Yoongi lo guardava con aria assonnata, appoggiato alla porta della cucina.
Yoongi non aveva nessuna intenzione di iniziare la giornata senza il suo amato caffè. "Troppa energia a quest'ora, Hoseok," mormorò con un mezzo sorriso, sorseggiando lentamente la sua tazza. Il pensiero delle decisioni che avrebbero dovuto prendere gli pesava, ma cercava di nasconderlo dietro la sua solita aria distaccata.
Namjoon, sempre concentrato, era già seduto al tavolo, leggendo alcune note sul suo telefono. "Dobbiamo essere pronti a tutto," disse con tono serio, sollevando lo sguardo sugli altri che iniziavano a raccogliersi attorno a lui. Aveva pensato a ogni possibile scenario per le sfide e sapeva che la pianificazione sarebbe stata fondamentale.
Nel frattempo, Taemin e San erano in giardino, approfittando della tranquillità del mattino per allenarsi. "Oggi ci giochiamo tutto," disse San, mentre Taemin annuiva silenziosamente, concentrato sui suoi movimenti. Entrambi sapevano che non avrebbero dovuto sottovalutare nessuno dei loro avversari.
Le ragazze non erano da meno. Jennie, perfetta come sempre, sorseggiava un caffè nero mentre osservava il cielo dalla finestra della cucina. "Siamo pronte," disse con sicurezza a Lisa, che annuì, addentando una fetta di pane tostato.
Rose era già al tavolo con un piatto di frutta, mentre Jisoo la raggiungeva con un sorriso. "Qualsiasi cosa accada oggi, faremo del nostro meglio," disse, stringendo leggermente la mano di Rose.
Yeji era una delle ultime a entrare in cucina, cercando di scrollarsi di dosso il sonno con una tazza di caffè. Sapeva che la giornata sarebbe stata lunga, ma era pronta a dare il massimo. Eunmi, accanto a lei, era silenziosa, ma la determinazione brillava nei suoi occhi. Avevano tutte un ruolo da giocare, e nessuna di loro si sarebbe tirata indietro.
La colazione fu consumata tra chiacchiere leggere, ma l'aria era densa di aspettative. La sfida era imminente e le decisioni che li attendevano avrebbero cambiato molte cose.
Lo schermo al centro della stanza si accese all'improvviso, illuminando l'ambiente con una luce fredda e bianca. Prima ancora che qualcuno potesse reagire, il campanello d'allarme rosso iniziò a suonare, riempiendo l'aria con il suo suono acuto e penetrante. Il battito cardiaco di tutti accelerò all'istante, e in quel momento ogni pensiero di colazione o di tranquillità sparì, sostituito dall'adrenalina.
Una voce monotona e fredda risuonò dagli altoparlanti:
"Attenzione, attenzione. Unitevi tutti quanti nella sala principale."
Gli sguardi si incrociarono immediatamente, tutti cercando una risposta negli occhi degli altri, ma nessuno sapeva cosa stesse succedendo. Jungkook fu il primo a muoversi, con la mascella tesa e il cuore in gola. "Cosa diavolo succede?" mormorò a bassa voce, anche se sapeva che nessuno avrebbe potuto rispondere.
Namjoon si alzò rapidamente, cercando di mantenere il sangue freddo. "Andiamo, non abbiamo scelta. Dobbiamo capire cosa sta succedendo." Con la calma che lo caratterizzava, fece segno agli altri di seguirlo.
Jimin, con lo sguardo preoccupato, si avvicinò a Taehyung, mettendogli una mano sulla spalla. "Andrà tutto bene. L'importante è restare uniti." Taehyung annuì, anche se una sottile preoccupazione brillava nei suoi occhi scuri.
Nella cucina, Jennie lanciò un'occhiata decisa alle altre ragazze. "Non possiamo farci trovare impreparate. Qualunque cosa sia, affrontiamola insieme." Le ragazze si scambiarono un cenno d'intesa, tutte pronte a muoversi rapidamente verso la sala principale.
Uno a uno, i ragazzi e le ragazze si radunarono nel grande salone, le pareti bianche quasi opprimenti sotto la luce intensa che proveniva dallo schermo gigante. Si misero in cerchio, ognuno cercando di mantenere la calma, ma il nervosismo era evidente.
"Che cosa succederà?" chiese Hoseok, rompendo il silenzio, mentre i suoi occhi si spostavano da uno all'altro, cercando di captare qualche indizio.
Yoongi sospirò, incrociando le braccia al petto. "Non lo so, ma qualunque cosa sia, non mi piace."
All'improvviso, lo schermo emise un forte ronzio e apparve una figura misteriosa, avvolta in un'ombra che ne nascondeva i tratti. Una voce metallica riempì la stanza:
"Oggi comincia la vera sfida."
La figura rimase immobile, mentre tutti trattenevano il respiro, in attesa di maggiori spiegazioni.
"Le decisioni che prenderete oggi determineranno il vostro futuro. Non solo come individui, ma come squadra."
La voce era fredda, priva di emozioni, come se non ci fosse una persona reale dietro quelle parole. Le sagome sullo schermo non fornivano alcun indizio su cosa stava per accadere.
"Ci saranno prove di forza, di intelligenza e di lealtà. Alcuni di voi potrebbero non farcela."
A quelle parole, un fremito di paura si diffuse tra il gruppo. Jennie strinse i pugni, il cuore che le batteva nel petto. "Non farcela?" sussurrò, lanciando uno sguardo preoccupato verso Lisa, che la guardava con altrettanta preoccupazione.
San, dall'altra parte del cerchio, serrò la mascella, cercando di mantenere la calma. "Qualsiasi cosa sia, la supereremo," disse, con una voce più sicura di quanto in realtà si sentisse.
La figura sullo schermo continuò:
"La prima sfida si svolgerà tra pochi minuti. Siate pronti."
Poi lo schermo si spense, lasciandoli soli nel silenzio pesante della stanza.
Lo schermo si riaccese, illuminando di nuovo la stanza con un bagliore rosso intenso. La figura robotica che avevano già visto fu presto seguita da un uomo serio e freddo, il conduttore del gioco. L'atmosfera si fece ancora più tesa.
"Hoseok, Taemin e Kihyun, venite avanti. Gli altri, seduti." La voce del conduttore risuonò autoritaria, senza lasciare spazio a esitazioni.
Hoseok si alzò, con il cuore che batteva forte, cercando di mantenere il controllo. Si avvicinò al centro della stanza, dove Taemin e Kihyun lo stavano già aspettando. Gli altri rimasero seduti sui divani, osservando la scena con evidente preoccupazione. Nessuno osava parlare.
Il conduttore guardò direttamente Hoseok. "Devi prendere immediatamente una decisione."
Hoseok deglutì, mentre le parole del conduttore continuavano a rimbombargli nelle orecchie. "Puoi decidere se restare nella casa con Taemin e Kihyun, oppure solo con uno di loro. Oppure, se pensi che il poco tempo che hai trascorso con Kihyun o Taemin non possa funzionare come coppia, puoi scegliere di mandare uno di loro a casa... o entrambi. Decidi subito."
La tensione nella stanza era palpabile. Gli sguardi preoccupati di tutti erano puntati su Hoseok, che si trovava al centro di una decisione difficilissima. Taemin e Kihyun lo fissavano, entrambi con una speranza mista a incertezza nei loro occhi.
Hoseok chiuse gli occhi per un momento, cercando di riflettere in quei pochi secondi. Le voci degli altri si facevano sempre più lontane mentre cercava di ascoltare solo se stesso.
Aveva trascorso del tempo sia con Taemin che con Kihyun. Con Taemin c'era una connessione naturale, forte, quasi istintiva. Era come se si capissero senza bisogno di parlare troppo. Kihyun, d'altra parte, era entrato da poco nella sua vita, ma c'era qualcosa in lui che lo intrigava profondamente. Erano diversi, ma forse proprio quella differenza li rendeva interessanti come coppia. Eppure, ora doveva scegliere: continuare questa relazione a tre o decidere di spezzare qualcosa che forse non avrebbe mai avuto una vera possibilità di funzionare.
Alla fine, Hoseok aprì gli occhi e guardò prima Taemin, poi Kihyun, con un'espressione seria ma sincera.
"So che potrebbe sembrare la scelta più difficile, ma... credo che sia giusto prendere una decisione che porti chiarezza a tutti noi." Fece una pausa, cercando le parole giuste. "Non penso che questa relazione a tre possa funzionare a lungo termine. Non perché non ci sia affetto o interesse, ma perché ci sono dinamiche diverse tra di noi. Voglio essere onesto con voi e con me stesso."
Gli occhi di Taemin e Kihyun si spalancarono leggermente, mentre aspettavano la sua prossima mossa.
"Taemin," disse Hoseok, con il cuore pesante, "sento che con te ho costruito qualcosa di speciale. La connessione che abbiamo... è reale e non voglio perderla."
Poi, rivolgendosi a Kihyun, disse: "Kihyun, sei una persona incredibile e mi dispiace per il poco tempo che abbiamo avuto insieme. Non è abbastanza per capire se potremmo essere una coppia forte, e forse sarebbe ingiusto nei confronti di entrambi continuare in questa incertezza. Ma apprezzo davvero quello che abbiamo condiviso finora."
Hoseok abbassò lo sguardo per un momento, poi aggiunse con voce ferma: "Quindi, Kihyun, penso che la cosa migliore sia che tu lasci la casa."
Un silenzio gelido calò nella stanza. Kihyun abbassò lo sguardo, visibilmente deluso, ma annuì lentamente, accettando la decisione di Hoseok. Taemin, seppur sollevato, rimase in silenzio, consapevole della delicatezza del momento.
Il conduttore, osservando la scena senza alcuna emozione, annunciò con voce monotona: "Decisione presa. Kihyun, preparati a lasciare la villa e aspetta di fuori .
Gli altri ragazzi e ragazze, ancora seduti sul divano, osservarono tutto con un misto di sollievo e tensione. Ognuno di loro sapeva che anche il proprio turno sarebbe arrivato, e che decisioni altrettanto difficili sarebbero state prese nelle prossime ore.
Kihyun si voltò verso Hoseok e Taemin, abbozzando un sorriso triste. "Non porto rancore. È stata una decisione difficile, ma va bene così." Poi, senza dire altro, si allontanò lentamente, uscendo dalla stanza.
----
Il conduttore, con lo sguardo implacabile, si voltò subito verso San e Yeji, pronunciando i loro nomi in modo freddo e deciso. "San e Yeji, alzatevi."
L'aria nella stanza si fece ancora più pesante, e un silenzio di attesa avvolse tutti. Gli occhi di San e Yeji si incrociarono per un istante, ma non ci fu tempo per scambiarsi parole o sguardi di conforto. Il suono del campanello rosso riempì la stanza ancora una volta, mentre il robot parlava con la sua voce meccanica e monotona:
"San e Yeji, dovete decidere se volete restare insieme, basandovi sulla forte connessione che avete creato: i vostri baci, gli abbracci, le dichiarazioni di affetto. Ora dovete affrontare la realtà. San, inizia tu a parlare. Poi sarà il turno di Yeji. Alla fine, dovrete prendere una decisione insieme. Se non riuscite a decidere, uno dei due dovrà abbandonare la casa."
La tensione tra i due era evidente, ma non era la paura che li immobilizzava. C'era qualcosa di più profondo, una comprensione reciproca, un legame che avevano costruito lentamente, ma che ora doveva essere messo alla prova. San si prese un momento, inspirando profondamente prima di parlare.
"Yeji..." iniziò San, con la voce calma ma intrisa di emozione. "Non è stato facile arrivare a questo punto. Quando ci siamo conosciuti, non sapevo cosa aspettarmi. Ma, col passare del tempo, ho sentito crescere qualcosa di forte tra di noi. I nostri momenti insieme, i nostri discorsi, i baci... tutto ha avuto un significato per me. Non sono solo gesti o parole, c'è una connessione reale, qualcosa che non posso ignorare."
San fece una pausa, cercando di mantenere la calma mentre sentiva il peso di ciò che stava dicendo. "Siamo diversi, ma è proprio questo che mi ha attratto di te. Sei forte, determinata, e sai sempre cosa vuoi. Mi fai sentire al sicuro e mi sfidi a essere una versione migliore di me stesso. Non so cosa succederà dopo, ma so che voglio continuare a esplorare ciò che stiamo costruendo. Non voglio che finisca qui."
I suoi occhi erano fissi su Yeji, che ascoltava attentamente ogni sua parola, senza mai distogliere lo sguardo. Poi, toccò a lei. Yeji respirò profondamente, cercando le parole giuste, consapevole del peso della situazione.
"San..." iniziò Yeji, la sua voce leggermente tremante ma decisa. "Quando siamo entrati in questa casa, non pensavo che sarebbe successo qualcosa di così intenso. Ma ogni volta che abbiamo parlato, ogni volta che ci siamo avvicinati, ho capito che c'era qualcosa di più di una semplice attrazione fisica. Mi fai sentire compresa, come se potessi essere me stessa senza dovermi nascondere dietro una maschera. E per me, questo significa molto."
Yeji abbassò lo sguardo per un attimo, riflettendo su quello che avrebbe detto dopo. "Non è stato facile, lo so. Ci sono stati momenti in cui ho avuto paura di avvicinarmi troppo, perché so quanto può essere difficile quando ci si lega così tanto a qualcuno. Ma con te... è diverso. Non sono pronta a rinunciare a ciò che abbiamo."
Ci fu un lungo silenzio nella stanza, interrotto solo dal battito dei cuori accelerati. San e Yeji si scambiarono uno sguardo carico di emozione, consapevoli che quel momento avrebbe determinato il loro futuro nella casa.
Il conduttore rimase in silenzio, osservando la scena, mentre tutti gli altri erano seduti in attesa, trattenendo il respiro. L'atmosfera era tesa, ma carica di un'emozione palpabile.
San fece un passo avanti, guardando Yeji con occhi sinceri. "Yeji, io non voglio che tu te ne vada. Non voglio lasciare la casa senza di te. Voglio restare e vedere dove ci porterà questa connessione. Se tu sei d'accordo, voglio che restiamo insieme."
Yeji, senza esitazione, annuì lentamente, con un sorriso che iniziava a farsi strada sul suo volto. "Anche io voglio restare. Non voglio che finisca qui."
Il conduttore, con la sua voce fredda e distaccata, concluse: "Decisione presa. San e Yeji resteranno nella casa insieme. La vostra scelta è stata accettata."
Il campanello rosso si spense, e con esso l'aria sembrò alleggerirsi. Gli altri ragazzi sul divano finalmente respirarono, sollevati per il fatto che, almeno questa volta, nessuno sarebbe stato eliminato.
------
Lo schermo rosso si riaccese, illuminando ancora una volta la stanza e riportando con sé una tensione palpabile. Il robot parlò con la sua voce metallica, fredda e priva di emozioni:
"Eunmi e Jin, alzatevi e venite avanti. Stessa cosa degli altri. Dovete decidere se restare nella casa insieme o se uno di voi dovrà andarsene. Esprimete i vostri sentimenti e prendete una decisione."
Gli altri nel salone si guardarono tra loro, in silenzio. Le decisioni precedenti avevano creato un clima carico di emozioni, e ora toccava a Jin ed Eunmi affrontare la stessa situazione.
"Jin, vuoi che Eunmi abbandoni la casa o provi qualcosa per lei?" continuò il robot, mentre Jin faceva un respiro profondo, cercando di riordinare i suoi pensieri.
"Eunmi, provi qualcosa per Jin o deve abbandonare la casa?"
Jin si fece avanti, sentendo il peso dello sguardo di tutti addosso, ma soprattutto quello di Eunmi. Era una situazione delicata, e sapeva che doveva essere onesto, non solo con se stesso, ma anche con lei.
"Eunmi..." iniziò Jin, cercando le parole giuste, "In questo breve periodo che abbiamo passato insieme, ho imparato a conoscerti. Sei una persona gentile, dolce, e mi sono sentito a mio agio con te fin da subito. Ma..." fece una pausa, il suo sguardo si abbassò per un attimo, come se cercasse di trovare il coraggio per continuare, "Non so se ciò che provo sia abbastanza per dire che possiamo costruire qualcosa di più. Non voglio farti del male, ma non posso mentire nemmeno a me stesso. C'è stato un legame, ma... non sono sicuro che sia quello che ci serve per restare qui insieme."
Jin sollevò lo sguardo verso Eunmi, cercando una reazione nei suoi occhi. La verità era che, anche se le voleva bene, non era certo di poter costruire una vera relazione con lei. Sapeva che doveva essere sincero, per quanto difficile fosse.
Eunmi ascoltava attentamente, il suo cuore accelerato, ma cercava di mantenere la calma. Quando Jin terminò, prese un respiro profondo e si fece avanti per parlare. Le sue parole avrebbero deciso il loro futuro.
"Jin..." iniziò Eunmi, con la voce più calma possibile. "Apprezzo davvero quello che abbiamo condiviso. Sei stato un punto di riferimento per me in questa casa, e mi sono sentita vicina a te in modi che non mi aspettavo. Ma capisco anche quello che stai dicendo. Non posso ignorare il fatto che, anche se c'è stato affetto, forse non è abbastanza per costruire qualcosa di solido e duraturo."
Le sue parole erano dolci, ma intrise di una profonda consapevolezza. "Non voglio restare qui se significa forzare qualcosa che non è destinato a essere. Voglio che entrambi facciamo la scelta giusta, e se per te questo significa che dovrei lasciare la casa... lo accetto."
Un silenzio gelido calò nella stanza, mentre Jin e Eunmi si scambiavano uno sguardo che era un misto di comprensione e tristezza. Entrambi sapevano che era la decisione giusta, anche se non era facile.
Jin annuì lentamente. "Sì... penso che sia meglio così. Non voglio che tu te ne vada con rancore, ma credo che sia giusto che tu lasci la casa."
Eunmi sorrise debolmente, cercando di mascherare la tristezza dietro quella decisione. "Non c'è rancore, Jin. Sono felice per i momenti che abbiamo condiviso, ma ora è il momento di andare avanti."
Il robot, con la sua voce fredda e distaccata, concluse: "Decisione presa. Eunmi lascerà la casa."
Gli altri osservarono in silenzio mentre Eunmi si avviava verso l'uscita. Non c'era dramma, non c'era rancore, solo una decisione presa con maturità e rispetto reciproco.
-----
Lo schermo rosso si accese di nuovo, proiettando una luce inquietante nella stanza. Il robot parlò con la solita voce metallica e distaccata:
"Jennie e Jungkook, vi siete conosciuti attraverso molti appuntamenti, non solo qui nella casa, ma anche all'esterno. Avete creato un legame così forte che sembrate già fidanzati. Ora, dovete prendere una decisione: volete andare avanti e ufficializzare la vostra relazione, oppure andare nella villa Inferno, con la possibilità che uno dei due abbandoni la casa?"
Il silenzio calò immediatamente nella stanza, mentre tutti gli altri osservavano con attenzione Jennie e Jungkook. Le parole del robot erano pesanti e mettevano entrambi di fronte a una scelta cruciale. Jennie guardò Jungkook negli occhi, cercando di interpretare i suoi sentimenti. Era il momento di mettere a nudo ciò che provavano l'uno per l'altra.
Jungkook fu il primo a parlare. Si voltò verso Jennie con uno sguardo serio ma pieno di dolcezza. "Jennie, sai quanto tempo abbiamo passato insieme qui. Abbiamo costruito qualcosa di speciale, e ogni momento che abbiamo condiviso è stato importante per me. Ogni risata, ogni conversazione, ogni sguardo... mi hai fatto sentire vivo in un modo che non provavo da tempo. Il nostro legame è reale, lo sento."
Fece una breve pausa, cercando di trovare le parole giuste. "Non voglio perderti. Non voglio lasciare che la paura o le incertezze rovinino quello che abbiamo. Voglio continuare a stare con te, qui, fuori da qui, ovunque ci porti il destino. Per me, non è solo un gioco, non è solo una decisione per restare o andare... Voglio mettermi con te. Ufficialmente."
Jennie lo ascoltava con attenzione, il cuore che le batteva forte. Aveva sempre saputo che Jungkook era speciale per lei, ma sentirlo esprimere quei sentimenti così apertamente la colpì profondamente.
Quando toccò a lei parlare, prese un respiro profondo, cercando di calmare le sue emozioni. "Jungkook, sono d'accordo con te. Ogni momento che abbiamo passato insieme è stato meraviglioso. Mi hai fatto sentire a casa, mi hai fatto ridere e mi hai dato sicurezza. Ogni volta che ci guardiamo, sento qualcosa di profondo, qualcosa che non ho provato da molto tempo."
Jennie fece una pausa, il suo sguardo dritto negli occhi di Jungkook. "Non voglio andare nella villa Inferno, non voglio allontanarmi da te. Voglio restare qui, con te, e vedere dove ci porterà questa connessione. Anche per me non è solo un gioco. Se tu vuoi metterti con me, io sono pronta. Anch'io voglio stare con te, ufficialmente."
Le parole di Jennie furono chiare e sincere. Non c'era esitazione, non c'era dubbio. Il loro legame era forte, reale, e nessuno dei due voleva abbandonare ciò che avevano costruito.
Il robot, dopo qualche istante di silenzio, parlò nuovamente. "Decisione presa. Jennie e Jungkook hanno deciso di restare insieme e di ufficializzare la loro relazione. La vostra scelta è stata accettata."
Il campanello rosso si spense, e con esso la tensione nella stanza sembrò dissolversi. Gli altri concorrenti sul divano sorrisero e sospirarono di sollievo, felici per la decisione presa da Jennie e Jungkook. Loro, invece, si scambiarono uno sguardo pieno di complicità, sapendo che, qualunque cosa accadesse dopo, l'avrebbero affrontata insieme.
----
Il robot riprese a parlare, con la sua voce fredda e metallica che risuonava nella stanza:
"Taehyung e Rose, venite avanti."
Lo schermo rosso si accese nuovamente, accompagnato dal suono del campanello d'allarme, creando un'atmosfera di tensione palpabile. Tutti gli occhi si spostarono su Taehyung e Rose, che si alzarono lentamente, scambiandosi sguardi pieni di incertezze. Il robot proseguì:
"Dovete decidere se continuare il vostro rapporto oltre la conoscenza e la connessione che avete creato. Taehyung, di' cosa pensi e dichiarati se necessario. Rose, anche tu. Prendete una decisione: restare e stare insieme o abbandonare la casa. Se uno di voi non è pronto, può abbandonare."
Taehyung si voltò verso Rose, il suo sguardo profondo e riflessivo. Si prese un attimo per raccogliere i pensieri, poi parlò con voce calma, ma carica di emozione.
"Rose, fin dal primo momento in cui abbiamo iniziato a parlare, ho sentito che tra di noi c'era qualcosa di speciale. Ogni giorno passato insieme ha solo rafforzato questa sensazione. Sei una persona incredibile, e il nostro legame è cresciuto naturalmente, senza forzature. Mi hai fatto ridere, mi hai fatto riflettere e, soprattutto, mi hai fatto sentire me stesso."
Fece una breve pausa, cercando di contenere l'emozione che montava dentro di lui. "Non posso negare che ho sviluppato dei sentimenti per te, e non voglio lasciare che questi rimangano non detti. Voglio continuare questo percorso con te, voglio scoprire dove può portarci. Non so cosa accadrà fuori da qui, ma so che non sono pronto a lasciarti andare."
Rose lo ascoltava con il cuore in gola. Le sue parole la colpirono profondamente, sapendo che tra loro c'era sempre stata una connessione speciale, ma questo momento le fece realizzare quanto fosse reale e significativo.
Quando fu il suo turno di parlare, Rose prese un respiro profondo, cercando di mettere in ordine le sue emozioni.
"Taehyung, tutto quello che hai detto lo sento anch'io. Sin dall'inizio, tra di noi c'è stata una chimica naturale, e con il tempo ho iniziato a vedere in te qualcosa di più. Sei una persona che sa come prendermi, con cui posso essere me stessa senza preoccupazioni. Mi fai sentire a mio agio e, al tempo stesso, mi sfidi a essere migliore."
Rose fece una breve pausa, il suo sguardo fermo su Taehyung. "Non posso ignorare quello che provo. Anch'io ho dei sentimenti per te, e non voglio abbandonare ciò che abbiamo costruito. Voglio restare qui con te e vedere dove ci porterà questa connessione."
Il silenzio calò nella stanza, mentre tutti trattenevano il fiato in attesa della decisione finale. Taehyung e Rose si guardarono intensamente, consapevoli che quello era un momento decisivo per il loro futuro.
Il robot riprese a parlare, rompendo il silenzio:
"Decisione presa. Taehyung e Rose hanno scelto di continuare la loro connessione e restare insieme nella casa."
Il campanello rosso si spense, e l'atmosfera nella stanza si rilassò leggermente. Gli altri ragazzi, seduti sul divano, osservarono con un sorriso di sollievo, felici per la scelta fatta da Taehyung e Rose. I due si guardarono ancora una volta, con un misto di sollievo e gratitudine, sapendo che avevano fatto la scelta giusta.
Il robot aveva parlato con una voce metallica, tagliente come una lama, e il rumore dell'allarme rosso rendeva tutto più surreale, quasi soffocante. Nam e Lisa si guardarono intensamente, cercando di leggere l'uno negli occhi dell'altra. L'aria era carica di tensione e aspettativa, come se tutto il mondo stesse trattenendo il fiato in attesa della loro decisione.
Nam si sentiva disorientato. Il ritmo martellante del suo cuore era in contrasto con il freddo calcolo del robot. Si era affezionato profondamente a Lisa, ma era pronto davvero a fare questo passo? "Sono innamorato di lei... lo so. Ma essere ufficialmente fidanzati... è una scelta che cambia tutto, per sempre. Cosa succede se sbagliamo? Se non siamo pronti? E se lei non è sicura? Non posso costringerla... ma posso immaginare la mia vita senza di lei?"
Si voltò verso Lisa, cercando conforto, ma trovò nei suoi occhi uno sguardo altrettanto confuso. "Se dico sì, cosa ne sarà di noi? Siamo pronti a costruire qualcosa insieme o sto solo cedendo alla pressione di questo gioco assurdo?"
Lisa, dal canto suo, si sentiva sopraffatta. La proposta del robot le pesava addosso come un macigno. Sapeva che Nam provava qualcosa per lei, e lei stessa non poteva negare i sentimenti che erano cresciuti tra loro. Ma ufficializzare tutto significava dichiararsi vulnerabile, aprirsi completamente. "Cosa succederà se poi ci accorgiamo di aver sbagliato? Se non siamo fatti per stare insieme? Lo voglio davvero o sono spinta dal momento?"
Le passava per la mente il pensiero di andarsene. Forse sarebbe stato più facile. Uscire da quella situazione prima che diventasse più complessa. Ma allo stesso tempo, l'idea di separarsi da Nam le faceva male, come un taglio profondo nel cuore. "E se dicessi di sì? Se accettassi di provare davvero? Mi sono sentita capita da lui, protetta, amata... Ma sono pronta a dirlo a me stessa, a lui, al mondo?"
Entrambi sapevano che la risposta che avrebbero dato avrebbe cambiato il corso delle loro vite.
Nam fece un respiro profondo. "Non voglio lasciarla andare. Ma se non lo vuole, devo rispettarlo. Non posso costringerla a qualcosa di cui non è sicura."
Lisa, allo stesso tempo, pensava: "Mi sento confusa, ma una parte di me sa che non voglio perdere Nam. Ho paura, ma forse vale la pena rischiare."
La pressione era alle stelle.
Il robot parlò di nuovo, la sua voce metallica riecheggiava nella stanza:
Robot: "La decisione decisiva, ragazzi. Qual è?"
Nam si sentì stringere lo stomaco. Sapeva che il momento era arrivato, non potevano più rimandare. Guardò Lisa negli occhi, cercando in lei un segnale, un indizio su cosa stesse pensando. Con il cuore che batteva forte, fece un passo avanti.
Nam: "Lisa..." la sua voce era bassa, quasi incerta. "So che questa situazione è... assurda, ma io non voglio perderti. Abbiamo vissuto tanto insieme in questo breve tempo, e per me è diventato chiaro quanto sei importante. Non so cosa ci riserverà il futuro, ma se lo vuoi, io sono pronto a fare questo passo. Voglio essere ufficialmente fidanzato con te. Però, solo se lo vuoi anche tu."
Lisa lo fissava, il cuore che batteva all'impazzata. Sentiva il peso di ogni parola che Nam aveva detto, e non poteva negare l'emozione che provava. Era arrivato il suo momento di parlare.
Lisa: "Nam..." cominciò, la sua voce tremante. "Anch'io provo lo stesso. Quello che abbiamo vissuto finora è stato... intenso, e mi ha fatto capire molte cose. Ho paura, è vero, ma non voglio che questa paura ci allontani. Non voglio lasciarti andare. Sì... voglio essere ufficialmente fidanzata con te."
Si fermò per un momento, prendendo un respiro profondo, poi aggiunse con più determinazione: "Non so cosa succederà dopo, ma so che voglio scoprirlo con te."
Il silenzio calò nella stanza. Il robot sembrava quasi trattenere la sua risposta, come se valutasse le parole pronunciate da Nam e Lisa.
Poi, finalmente, il robot parlò di nuovo.
Robot: "Decisione accettata. Congratulazioni, siete ufficialmente fidanzati."
Il robot si accese di nuovo, questa volta rivolgendosi a Jisoo e Yoongi.
Robot: "Jisoo e Yoongi, venite avanti. È il vostro turno. Dovete decidere: stare insieme o lasciare la casa. Uno di voi due dovrà andare via se non prendete la decisione. Esprimetevi, dichiaratevi, o abbandonate."
Jisoo e Yoongi si guardarono per un attimo, il peso della situazione improvvisamente chiaro. La tensione tra loro era diversa da quella di Nam e Lisa. Il loro legame era stato più sottile, meno ovvio agli occhi degli altri, ma c'era stato qualcosa, anche se non facile da definire.
Jisoo si sentiva confusa. Aveva sempre visto in Yoongi qualcuno con cui poteva parlare apertamente, qualcuno che capiva i suoi silenzi e i suoi sorrisi. Eppure, qualcosa la tratteneva. "Mi piace, ma non so se siamo davvero pronti per qualcosa di più. È così calmo, così misterioso. Forse non lo conosco davvero come credo... o forse ho paura di ciò che potremmo scoprire se andiamo avanti."
Yoongi era altrettanto pensieroso. Non era mai stato uno che si esprimeva facilmente sui suoi sentimenti, ma con Jisoo c'era stata una connessione naturale. Le piaceva il suo modo di essere, il suo spirito libero. "Mi sento a mio agio con lei, c'è un'intesa che non provo spesso... ma siamo pronti a trasformarlo in qualcosa di serio? E se finisse male, se ci facessimo del male?"
Il silenzio tra di loro era denso di non detti. Yoongi decise di parlare per primo.
Yoongi: "Jisoo, tu sai che io non sono uno di molte parole, ma ho sempre apprezzato il tempo che abbiamo passato insieme. Non so se siamo pronti per diventare ufficialmente una coppia. C'è ancora molto che non sappiamo l'uno dell'altro, e... non sono sicuro di voler prendere questa decisione in questo momento."
Jisoo annuì, il cuore le batteva forte. C'era del sollievo nelle parole di Yoongi, perché rispecchiavano i suoi stessi dubbi. Ma al tempo stesso, sentiva una fitta di tristezza.
Jisoo: "Capisco cosa vuoi dire, Yoongi. Anch'io ho provato qualcosa di speciale con te, ma forse non siamo pronti a fare questo passo. Non voglio costringerci a qualcosa solo perché ci viene chiesto ora. Preferisco scoprire dove ci porterà il tempo... fuori da qui. Forse possiamo continuare a conoscerci, senza questa pressione."
Entrambi si guardarono con un misto di tristezza e sollievo. Sapevano che stavano facendo la scelta giusta, ma la consapevolezza che uno dei due avrebbe dovuto lasciare la casa li colpì ugualmente.
Yoongi fece un respiro profondo e, guardando Jisoo negli occhi, disse: "Se qualcuno deve andare, andrò io. Voglio che tu resti e continui il tuo percorso qui. Io capisco che questa non è la nostra strada, almeno non in questo momento."
Jisoo sentì una stretta al cuore, ma non cercò di fermarlo. "Grazie, Yoongi. Apprezzo la tua sincerità... e spero che ci sarà un modo di ritrovarci fuori di qui."
Robot: "Decisione accettata. Yoongi, lascia la casa. Jisoo, puoi restare."
Yoongi si avvicinò a Jisoo per un ultimo abbraccio, e poi, senza guardarsi indietro, lasciò la casa.
Il momento in cui Yoongi si avviò verso la porta sembrava irreale. Il silenzio nella stanza era assordante, come se il mondo avesse smesso di respirare insieme a loro. Nessuno si aspettava che sarebbe stato proprio Yoongi a lasciare la casa. Era stato sempre così tranquillo, ma presente, una figura stabile per tutti. Ora, con il suo addio imminente, la realtà colpiva duramente.
Jisoo rimase ferma, lo sguardo fisso a terra, cercando di trattenere le lacrime che minacciavano di scendere. Le sue mani tremavano leggermente mentre si mordeva il labbro inferiore, cercando di mantenere la calma.
Nam fu il primo a rompere il silenzio, incredulo: "Yoongi... davvero te ne vai? Non riesco a crederci." Il tono della sua voce era più basso del solito, come se non riuscisse ad accettare ciò che stava accadendo.
Yoongi si fermò per un attimo, guardando indietro, con un sorriso triste ma risoluto. "Sì, Nam. Qualcuno doveva farlo. Credo che questa sia la cosa giusta per ora." La sua voce era calma, ma c'era una pesantezza che nessuno poteva ignorare.
Lisa, che fino a quel momento era rimasta in silenzio, scoppiò improvvisamente in lacrime. Era una delle poche persone che aveva instaurato una connessione profonda con Yoongi. "Non può essere vero... Yoongi, non possiamo perderti così," disse con la voce rotta dall'emozione. Si voltò verso Jisoo, i suoi occhi gonfi di lacrime, cercando risposte. "Perché? Perché hai lasciato che fosse lui ad andare via?"
Jisoo, ormai in lacrime anche lei, si strinse le braccia intorno al corpo come a proteggersi dal dolore. "Non volevo che andasse... ma sapevo che non eravamo pronti. Io... io ho pensato che fosse giusto così. Non potevo costringerlo a restare se non se la sentiva."
Minho, uno dei compagni più silenziosi della casa, guardava la scena con occhi lucidi. Anche se non parlava molto, sentiva il peso dell'addio di Yoongi. "Non sarà lo stesso senza di te, Yoongi. Hai sempre portato calma qui dentro, ci hai dato equilibrio. Sarà dura andare avanti senza di te."
Yoongi, visibilmente commosso dalle parole dei suoi compagni, si voltò di nuovo verso la porta. Si avvicinò a Lisa e la abbracciò dolcemente, cercando di rassicurarla. "Starò bene, Lisa. E voi lo farete anche. Questa esperienza... è stata importante, ma a volte bisogna saper quando andarsene."
Jisoo, con il cuore spezzato, lo guardava andarsene con le lacrime che finalmente scendevano liberamente. "Spero che tu possa trovare la tua strada, Yoongi. Forse... ci rivedremo fuori da qui, in un mondo diverso."
Yoongi annuì, senza dire nulla. Il suo passo era sicuro, ma il peso emotivo del momento era palpabile.
Mentre la porta si chiudeva dietro di lui, l'atmosfera nella casa cambiò. Il gruppo si trovò improvvisamente a dover fare i conti con la perdita di una parte importante del loro equilibrio. Le emozioni erano scoperte, i cuori fragili. Quell'addio lasciava tutti con una profonda sensazione di vuoto.
______
Il conduttore apparve di nuovo sul grande schermo, con il suo tono distaccato e formale che rendeva la situazione ancora più tesa.
Conduttore: "Oggi lasciano la casa: Kihyun, Eunmi e Yoongi. Purtroppo, le decisioni che avete preso sono queste."
Le parole si abbatterono come un colpo per tutti i presenti. Kihyun, Eunmi e Yoongi erano stati parte integrante della casa, delle dinamiche che si erano create. E ora, uno dopo l'altro, stavano per andarsene.
Jisoo si sentì improvvisamente vuota. Sapeva che Yoongi sarebbe uscito, ma sentire il suo nome insieme a Kihyun ed Eunmi la fece sprofondare in un abisso di tristezza. Le lacrime le rigavano il viso, ma cercò di rimanere forte, di non crollare del tutto.
Jin, dall'altra parte della stanza, guardava il vuoto con una faccia incredula. Nonostante la sua compostezza abituale, il peso dell'uscita di Eunmi si fece sentire. Si voltò verso Jisoo, cercando conforto o almeno un senso di comprensione, ma sapeva che anche lei era persa nei suoi pensieri.
Il conduttore proseguì, come se nulla fosse: "In questo momento, Jisoo e Jin, siete senza partner. Prendete le vostre valigie e andate alla Villa Inferno."
Quelle parole rimbombavano nella mente di Jisoo. La Villa Inferno, un luogo di isolamento e riflessione, simbolo di esclusione temporanea. Non sapeva cosa aspettarsi lì, ma l'idea di affrontare quel momento insieme a Jin le dava almeno un po' di conforto. Mentre si asciugava le lacrime, cercò di riprendere il controllo.
Jisoo: "Non pensavo che sarebbe andata così, Jin... Yoongi, Kihyun, Eunmi... è tutto così improvviso. È come se avessimo perso una parte di noi."
Jin annuì, lasciando uscire un lungo sospiro. "Sì... non me lo aspettavo nemmeno io. Pensavo che io ed Eunmi avremmo trovato un modo per restare insieme, ma a quanto pare non era destino. Non so nemmeno cosa pensare in questo momento."
Il silenzio tra loro era pesante, interrotto solo dalle voci basse dei compagni che salutavano con affetto Kihyun, Eunmi e Yoongi. Tutti e tre si diressero verso le macchine nere parcheggiate fuori, pronte a riportarli a casa, lontano da quel capitolo della loro vita.
Yoongi, con uno sguardo distante, fece un cenno veloce a tutti, senza aggiungere altre parole. Era il suo modo di affrontare l'addio, cercando di nascondere il dolore che sentiva dentro. Eunmi abbracciò calorosamente i compagni, lasciando lacrime scivolare lungo le guance. Kihyun, invece, tentava di mantenere un sorriso malinconico, cercando di rassicurare gli altri che stava bene.
Mentre le tre figure si avvicinavano alle auto, Jisoo si voltò verso Jin, cercando di trovare un briciolo di positività. "Almeno... andremo alla Villa Inferno insieme, giusto? Non saremo soli."
Jin le fece un sorriso stanco, un tentativo di mostrare ottimismo anche se dentro di sé sentiva solo vuoto. "Già. Non è certo quello che mi aspettavo, ma sì, almeno ci saremo l'uno per l'altra. Chissà, magari la Villa Inferno non sarà così male... o forse ci darà il tempo di riflettere su tutto."
Jisoo annuì, ma il pensiero di Yoongi la tormentava ancora. "Spero solo che questo non sia davvero un addio. Vorrei potergli dire ancora tante cose..."
Robot: "Avviso importante: domani entreranno nuovi concorrenti, che si spera portino buone notizie per voi. Buona fortuna."
Le luci dello schermo si spensero, lasciando la stanza in una calma inquietante.
Jin si alzò e cominciò a radunare le sue cose, rivolgendosi a Jisoo. "Prepariamo le valigie e vediamo cosa ci aspetta. Magari, domani, la situazione migliorerà."
Jisoo lo seguì, ancora incerta su cosa le riservasse il futuro, ma cercando di trovare una scintilla di speranza nelle parole di Jin. Sapeva che quel capitolo non era ancora finito, e che la loro avventura alla Villa Inferno avrebbe potuto portare nuove opportunità, o forse nuove sfide.
La mattina seguente :
Ore 10:00. La cucina della casa era immersa in una luce tenue, filtrata dalle tende semiaperte. Jisoo si aggirava piano, cercando di non fare troppo rumore per non svegliare gli altri. I suoi movimenti erano lenti, stanchi. Gli occhi ancora gonfi dal pianto della notte precedente, si posavano meccanicamente sugli ingredienti disposti sul tavolo. Pancake, uova, bacon... voleva preparare qualcosa di speciale, una colazione che potesse in qualche modo risollevare il morale a tutti.
Il silenzio nella casa era assordante, rotto solo dal rumore del burro che sfrigolava in padella. Ogni tanto Jisoo si passava una mano sul viso, cercando di scacciare via il peso dei pensieri. L'abbandono di Yoongi era stato un duro colpo per tutti, ma in particolare per lei. Si sentiva impotente di fronte a quelle scelte obbligate, e la tensione all'interno della casa si faceva ogni giorno più palpabile
Mentre Jisoo preparava la colazione, Jin si alzò dal letto. Anche lui aveva dormito male, tormentato da un misto di tristezza e frustrazione. Entrò in cucina senza fare troppo rumore, osservando Jisoo che lavorava concentrata. Si avvicinò senza parlare, le posò una mano sulla spalla e le sorrise debolmente.
"Grazie per la colazione, Jisoo", mormorò con voce bassa.
Jisoo si girò appena, abbozzando un sorriso stanco. "Figurati... qualcuno doveva farlo", rispose, cercando di non far trapelare il dolore che ancora sentiva.
Jimin, ancora mezzo addormentato, li raggiunse poco dopo. I suoi capelli erano arruffati e il viso segnato dal cuscino. "Buongiorno..." disse con voce rauca, mentre si lasciava cadere su una delle sedie.
L'atmosfera rimaneva tesa, ma la colazione preparata da Jisoo sembrava almeno un piccolo tentativo di normalità. I tre si sedettero intorno al tavolo, ma nessuno aveva veramente fame. Le parole erano poche, ognuno perso nei propri pensieri. Mentre Jisoo versava il caffè nelle tazze, Jin tentò di rompere il silenzio.
"Dobbiamo cercare di andare avanti, per quanto sia difficile", disse, guardando prima Jisoo e poi Jimin. "Non è quello che avrebbe voluto Yoongi?"
Jisoo abbassò lo sguardo, mescolando distrattamente il suo caffè. "Lo so... ma è tutto così ingiusto", rispose a bassa voce. "Non doveva finire così."
Jimin annuì, ma non disse nulla. Dentro di sé sapeva che Jin aveva ragione, ma il vuoto lasciato da Yoongi era difficile da ignorare.
La giornata proseguiva lenta, e il peso dell'abbandono sembrava gravare su tutti loro. Tuttavia, c'era una consapevolezza che iniziava a farsi strada: dovevano trovare un modo per restare uniti, nonostante tutto.
Jisoo uscì dalla cucina con la tazza di caffè ancora calda in mano. Si diresse verso la terrazza, dove il rumore della pioggia leggera che batteva sul tetto e sui vetri le dava un senso di malinconica serenità. Non poteva andare in giardino a causa del tempo, ma la terrazza offriva comunque uno spazio dove rifugiarsi dai pensieri opprimenti.
Una volta fuori, si sedette su una delle sedie e fissò il cielo grigio. La sua mente cominciò subito a vagare, tornando a quei momenti passati con Yoongi. Le conversazioni tranquille, le risate silenziose, gli sguardi che parlavano più delle parole. Era sempre stata incerta su quello che provava per lui, ma ora, con lui fuori dalla casa, il suo cuore sembrava urlare ciò che la mente non aveva ancora elaborato del tutto.
"Era più di semplice amicizia?", si chiese. Forse il suo sentimento per lui stava crescendo, diventando più forte di quanto avesse mai immaginato. Quando Yoongi aveva annunciato la sua decisione di andarsene, lei era rimasta paralizzata dalla paura, dall'agitazione. Forse quello che aveva detto era stato influenzato dalla confusione del momento. Se solo avesse avuto più tempo...
Nel frattempo, dentro la casa, Jimin e Jin erano ancora seduti al tavolo della colazione, con il suono della pioggia che riempiva l'aria.
"Jin," disse Jimin, rompendo il silenzio mentre fissava il fondo della sua tazza di caffè, "forse Jisoo ripenserà a tutto. Chissà, magari succederà un miracolo... Tu che dici?"
Jin sospirò, guardando fuori dalla finestra verso la terrazza dove Jisoo si era rifugiata. Era evidente che lei stava lottando con i suoi sentimenti. "Non lo so, Jimin. Jisoo è confusa. E anche Yoongi... ho visto come l'ha guardata prima di andarsene, come se ci fosse qualcosa che voleva dire, ma che non ha mai avuto il coraggio di esprimere."
"Credi che Yoongi tornerà?" chiese Jimin, con un filo di speranza nella voce.
Jin scosse la testa lentamente. "Non lo so. Yoongi è uno di quelli che, una volta presa una decisione, la mantiene. Ma allo stesso tempo... non credo che abbia davvero voluto andarsene. Qualcosa lo ha spinto a farlo, forse proprio per via di Jisoo."
Jimin annuì, pensieroso. "È strano... È come se avessero lasciato qualcosa di incompleto. E questo mi fa pensare che potrebbero ancora avere una possibilità, che le cose tra loro non siano finite."
Jin fece una pausa prima di rispondere. "Forse. Ma sarà difficile. Non so se Jisoo riuscirà a fare chiarezza nei suoi sentimenti abbastanza in fretta, e Yoongi... beh, se è già troppo lontano, potrebbe essere troppo tardi."
Nel frattempo, sulla terrazza, Jisoo chiuse gli occhi, lasciando che il rumore della pioggia la avvolgesse. Il cuore le batteva forte, pieno di rimpianti e dubbi. E se avesse fatto un errore? Se avesse detto cose che non intendeva davvero, spinta solo dalla paura di perderlo?
"Yoongi..." mormorò piano, come se sperasse che il vento potesse portare via il suo sussurro, forse fino a lui. Il desiderio di vederlo tornare, di parlargli di nuovo, cresceva dentro di lei.
Ma, mentre lei lottava con i suoi sentimenti, Yoongi non era così lontano come pensava. Nella sua stanza d'albergo, era rimasto sveglio quasi tutta la notte, combattuto tra il senso di colpa e i pensieri su Jisoo e il resto del gruppo. Forse aveva agito troppo in fretta, rifletteva, fissando il soffitto buio. E Jisoo... c'era qualcosa tra loro, qualcosa di indefinibile, ma ora si chiedeva se l'avrebbe mai scoperto veramente.
Le ore scorrevano lente, per entrambi.
Yoongi era seduto sul bordo del letto, fissando lo schermo con un misto di sorpresa e confusione. Non capiva cosa stesse succedendo, ma quando il robot con il campanello rosso aveva detto che c'era un video per lui, il suo cuore aveva iniziato a battere più forte.
Sul display apparvero Jisoo, Jin e Jimin. Sembrava una ripresa dal vivo, un frammento della loro quotidianità nella casa che Yoongi aveva abbandonato. Il cuore gli si strinse nel petto mentre ascoltava le parole di Jimin.
"Sono sicuro che Jisoo farà pace con i suoi sentimenti," diceva Jimin, con un tono fiducioso ma preoccupato.
"Probabilmente," rispose Jin. "Io voglio solo che Yoongi tornasse. Fa parte del gruppo e della famiglia, capisci?"
Yoongi deglutì, sentendo la sincerità nelle parole di Jin. Aveva sempre considerato quei legami come qualcosa di sacro, ma nel caos degli ultimi giorni, aveva perso di vista quanto fossero importanti. Si era allontanato pensando che fosse la cosa giusta da fare, per non complicare ulteriormente le cose. Ma ora, vedendoli lì, sentiva una fitta di rimpianto.
Improvvisamente, il suono del pianto di Jisoo lo fece trasalire. Lei era fuori, in terrazza, da sola con i suoi pensieri, e le sue lacrime erano come pugnali al cuore di Yoongi. Vedere Jimin correre da lei e abbracciarla lo fece sentire ancora più colpevole.
"Va tutto bene... Jisoo, va tutto bene," la confortava Jimin. "Yoongi non è arrabbiato con te. Non è colpa di nessuno, le decisioni di abbandonare la casa non sono nostre, ma sono le regole."
Jin si unì a loro poco dopo, cercando di offrire la sua saggezza. "Pensaci bene, Jisoo. Decidi se raggiungerlo o parlare con lo staff."
Mentre Jisoo singhiozzava tra le braccia di Jimin, le sue parole lo colpirono come un fulmine. "Io amo... io amo Yoongi. Non ci posso fare nulla. Ma sembrava come se fossimo così distanti... non so se è colpa mia o della sua freddezza, non capisco nulla... Solo... solo lo voglio accanto a me ora. E per sempre."
In quel momento, Yoongi sentì il mondo crollargli addosso. Le sue mani tremavano mentre le lacrime iniziavano a scendere lungo le sue guance. Non riusciva a credere a quello che stava sentendo. Jisoo... lo amava davvero. Non era solo una sua fantasia, non era una speranza vuota. Lei provava per lui esattamente quello che lui aveva sempre temuto di ammettere a se stesso.
Dentro di sé, Yoongi iniziò a riflettere su tutto. Cosa ho fatto? pensava. Si era allontanato per paura di rovinare tutto, di non essere capace di gestire quei sentimenti. Credeva che la sua freddezza fosse un modo per proteggere entrambi, ma ora si rendeva conto che quella stessa freddezza aveva creato una distanza che non voleva.
Jin e Jimin avevano sempre visto le cose con chiarezza. Loro non avevano mai messo in dubbio il loro legame di gruppo, la famiglia che avevano costruito insieme. E ora, stavano cercando di tenere tutto insieme mentre lui se n'era andato, lasciando Jisoo in preda alla confusione e al dolore. Ho ferito le persone a cui tengo di più, pensò amaramente.
Mentre le lacrime continuavano a scorrere, Yoongi capì una cosa: non poteva restare in quell'albergo, lontano da tutto. Non poteva lasciare che la paura o la confusione lo tenessero distante dalle persone che amava. Doveva tornare. Doveva parlare con Jisoo, chiarire tutto. Anche se il confronto sarebbe stato difficile, era l'unico modo per guarire quella ferita che aveva contribuito a creare.
"Devo tornare." Questa consapevolezza lo attraversò con una chiarezza travolgente. Non importava quanto fosse stato difficile o spaventoso, non poteva lasciare che le cose rimanessero incompiute. Doveva a Jisoo, a Jin, a Jimin e soprattutto a se stesso un confronto onesto.
Si alzò di scatto, asciugandosi le lacrime con il dorso della mano. Raccolse in fretta le sue cose, pronto a lasciare l'albergo e a tornare in quella casa che, in fondo, era sempre stata il suo rifugio.
Yoongi, dopo aver preso le sue cose, si diresse verso il corridoio che portava alla sala dove si trovavano i giudici e lo staff. Ogni passo era accompagnato da un misto di ansia e determinazione. Non sapeva quale sarebbe stata la loro risposta, ma sapeva di doverci provare. Quando arrivò alla porta, si fermò un attimo, prendendo un respiro profondo prima di entrare.
Dentro la stanza, i giudici e i membri dello staff lo accolsero con sguardi curiosi, consapevoli della sua situazione. Yoongi, con il cuore che batteva forte, espose la sua richiesta. Voleva tornare nella villa per chiarire definitivamente con Jisoo, e, se possibile, riprendere il suo posto nella competizione. Aveva bisogno di affrontare ciò che aveva lasciato in sospeso.
Dopo aver ascoltato attentamente, i giudici e lo staff si ritirarono in una stanza separata per discutere la questione. Yoongi restò fuori, aspettando con le valigie accanto a sé. Ogni secondo sembrava un'eternità. Il cielo era ancora grigio, la pioggia scendeva sottile, e l'aria era intrisa di un misto di attesa e nervosismo. Cosa avrebbero deciso? Pensava a Jisoo, a Jin e a Jimin, a quanto li aveva lasciati soli nel momento in cui avevano più bisogno di lui.
Mentre aspettava, il suo pensiero tornava sempre a Jisoo. L'aveva sentita dichiarare i suoi sentimenti con così tanta onestà. "Io amo Yoongi...". Quelle parole continuavano a rimbombare nella sua mente, un balsamo dolce e doloroso allo stesso tempo. Non poteva lasciarla così. Doveva guardarla negli occhi e dirle quello che provava, per quanto difficile fosse.
Finalmente, la porta si aprì, interrompendo i suoi pensieri. Uno dei membri dello staff si fece avanti con espressione seria, ma non ostile.
"Yoongi," iniziò il giudice principale, "abbiamo discusso a lungo la tua richiesta. Sappiamo che la tua partenza ha avuto un impatto importante sulla dinamica della casa e, in particolar modo, su Jisoo. Tuttavia, questa è una competizione con delle regole, e il ritorno di un concorrente eliminato non è una decisione che prendiamo alla leggera."
Yoongi trattenne il respiro, ascoltando attentamente.
"Capendo l'importanza di chiarire i tuoi sentimenti e risolvere le questioni rimaste aperte con Jisoo e gli altri, abbiamo deciso che ti daremo una possibilità di tornare nella villa, ma a una condizione."
Yoongi annuì, pronto ad accettare qualunque cosa.
"Avrai una sola giornata per chiarire le cose con Jisoo e con gli altri. Dopo, sarà Jisoo a decidere se vuoi restare nella villa o meno. Il tuo destino, da questo momento in poi, è nelle sue mani."
Le parole lo colpirono con una forza inaspettata. Sarebbe stato Jisoo, la persona a cui aveva causato più dolore, a decidere se lui poteva restare o no. Un misto di sollievo e preoccupazione lo invase, ma sapeva che era giusto così.
"Capisco," disse Yoongi, annuendo lentamente. "Grazie per questa opportunità."
Con quella decisione, Yoongi raccolse le sue valigie e si preparò per tornare nella villa. Il cuore batteva forte, ma ora sapeva che, qualunque fosse l'esito, avrebbe finalmente affrontato quello che lo tormentava.
Ora restava solo una cosa: parlare con Jisoo.
-------
Yoongi, con il cuore che batteva all'impazzata, afferrò le sue valigie e si mise a correre lungo la strada che lo avrebbe riportato alla villa inferno. Non poteva permettere che l'altra villa, quella paradiso, se ne accorgesse, dove i ragazzi e le ragazze ancora dormivano, esausti dall'abbandono improvviso di Yoongi. Nessuno, tranne San e Yeji, si era ancora alzato. I due erano già seduti a fare colazione, sorseggiando caffè e gustando brioche.
San, con lo sguardo perso nel vuoto, sembrava riflettere profondamente. "Questa casa è così strana senza di lui," disse, posando la tazza di caffè sul tavolo. "Yoongi ha lasciato un vuoto enorme. Non è lo stesso."
Yeji annuì, portandosi una brioche alla bocca. "Hai ragione. Non si può negare che la sua presenza era fondamentale per l'equilibrio del gruppo. E lo vedo anche negli altri... nessuno è più lo stesso da quando se n'è andato."
San guardò fuori dalla finestra, perdendosi nei pensieri. "Sai, ho una strana sensazione che non sia finita qui. Forse... forse Yoongi non ha ancora chiuso del tutto."
Yeji lo fissò, incuriosita. "Dici? Pensavo che, una volta fuori, fosse finita davvero."
San scosse la testa. "Non lo so. Ma qualcosa mi dice che non abbiamo ancora visto tutto. C'è ancora qualcosa che lega Yoongi a quella casa, a quelle persone."
Nel frattempo, Yoongi arrivò davanti alla villa inferno, il cuore che batteva sempre più forte. Le mani gli tremavano mentre suonava il campanello. L'attesa durò solo pochi istanti, ma sembrarono infiniti. Finalmente, la porta si aprì, e Jimin apparve sulla soglia. Il suo viso si congelò in un'espressione di puro stupore.
"Yo... Yoongi?" balbettò Jimin, sentendosi mancare l'aria. "Sei... tu davvero?"
Prima che Yoongi potesse rispondere, un suono di passi rapidi interruppe la scena. Jisoo, che aveva sentito il nome di Yoongi da lontano, corse verso di lui, le lacrime già agli occhi. Senza pensarci due volte, gli saltò addosso in un abbraccio così forte da farlo quasi cadere.
"Yoongi!" gridò tra i singhiozzi, stringendolo come se non volesse mai più lasciarlo andare.
Yoongi la abbracciò istintivamente, chiudendo gli occhi per un istante, lasciandosi avvolgere dall'emozione del momento. Sentiva il calore del suo corpo e il tremore del suo pianto. "Sono tornato..." sussurrò, la voce spezzata dalla commozione.
Jin, che aveva osservato tutta la scena da dietro, fece un sorriso trionfante. "Lo sapevo. IO LO SAPEVO che lui sarebbe tornato!" esclamò, con una scintilla di orgoglio negli occhi. "Vieni, entra velocemente, non stiamo qui fuori!"
Yoongi, felice ma ancora con il peso della situazione addosso, lasciò che gli altri lo tirassero dentro. Una volta entrato, venne circondato dagli abbracci calorosi di Jin, Jisoo e Jimin. Il sollievo era palpabile, ma c'era ancora tanto da dire, tanto da chiarire. Dopo quel momento di gioia, si sedettero tutti insieme sul divano.
Il silenzio riempì la stanza per qualche secondo. Yoongi guardò uno ad uno i volti familiari di quelli che considerava la sua famiglia, sentendo un misto di felicità e tristezza. "Sono tornato per voi," disse alla fine, la voce bassa ma ferma. "Ma soprattutto per chiarire tutto con te, Jisoo."
Yoongi si voltò verso Jisoo, il cuore ancora pesante, ma sapeva che era arrivato il momento di affrontare la situazione. Aveva aspettato troppo a lungo e non poteva più fuggire dai suoi sentimenti. Respirò profondamente, cercando di trovare le parole giuste, mentre Jisoo lo osservava con una lieve ansia nei suoi occhi.
"Jisoo," iniziò Yoongi, con la voce più calma possibile, anche se dentro di sé sentiva l'agitazione montare. "Mi hanno fatto vedere il video di ieri sera. Ho visto come hai passato la notte senza di me... e come vi siete svegliati questa mattina. Il mio cuore è a pezzi per quello che ho visto."
Jisoo sgranò gli occhi, sorpresa. Non aveva idea che Yoongi avesse visto il video, e l'imbarazzo la invase immediatamente. Le guance le si colorarono di un rosa intenso mentre si mordeva nervosamente il labbro inferiore.
"Le parole che hai detto," continuò Yoongi, fissandola negli occhi. "Non riesco a toglierle dalla testa. Mi rimbombano nella mente, continuamente. Hai detto... 'Io lo amo'." Fece una pausa, il suo sguardo serio e intenso. "Ricordi questa frase, Jisoo?"
Jisoo abbassò lo sguardo, stringendosi nelle spalle. Le mani tremavano leggermente mentre cercava di raccogliere il coraggio per rispondere. Non si aspettava che Yoongi avesse sentito la sua confessione, e ora tutto le sembrava così irreale. Finalmente, con una voce quasi soffocata, mormorò: "Sì... ricordo."
Yoongi si avvicinò un po' di più, la sua voce si fece più dolce, ma altrettanto ferma. "Jisoo, io... io non sapevo come gestire tutto questo. Pensavo che allontanarmi fosse la cosa giusta da fare. Pensavo che, rimanendo distante, avrei protetto entrambi. Ma sono stato uno stupido. Il tuo amore, i tuoi sentimenti... mi hanno fatto capire che ho sbagliato tutto."
Jisoo lo guardò negli occhi, con una scintilla di speranza che iniziava a farsi strada attraverso l'ansia. "Yoongi..." sussurrò, cercando di leggere nei suoi occhi.
Yoongi, con il cuore in mano, fece finalmente il passo che aveva sempre temuto. "Anch'io ti amo, Jisoo," dichiarò, con una fermezza che non aveva mai sentito prima. "Ho cercato di nasconderlo, di ignorarlo, pensando che fosse più facile così. Ma la verità è che ho sempre voluto starti accanto. Non sono freddo perché non mi importa... sono freddo perché ho paura. Paura di perderti, paura di non essere all'altezza di ciò che meriti."
Le lacrime riempirono gli occhi di Jisoo mentre sentiva quelle parole uscire dalla bocca di Yoongi. Le sue mani tremavano mentre cercava di asciugarsi il viso. "Yoongi..." sussurrò di nuovo, ma questa volta la voce era piena di emozione. "Io... ti amo da così tanto tempo. Ero confusa, spaventata, e quando te ne sei andato ho pensato che fosse colpa mia, che fossimo troppo distanti... ma la verità è che volevo solo te. Volevo averti accanto, nonostante tutto."
Yoongi la guardava con dolcezza, la tensione finalmente iniziava a sciogliersi. "Non siamo mai stati distanti, Jisoo. E ora che ho capito cosa provo per te, non voglio più scappare. Sono qui. Sono tornato per restare... se tu lo vuoi."
Jisoo, incapace di trattenere le lacrime, si avvicinò di nuovo a lui, stringendolo forte in un abbraccio. "Voglio solo te, Yoongi," disse con una voce spezzata, ma piena di sincerità. "Non mi interessa nient'altro. Voglio che resti, per sempre."
Yoongi la strinse forte, le lacrime che gli scendevano silenziose lungo le guance. "Resterò," sussurrò, appoggiando il mento sulla sua testa. "Non ti lascerò mai più."
In quel momento, tutto sembrò fermarsi. Il tempo, il dolore, la confusione... tutto si dissolse in quell'abbraccio. Jin e Jimin, che avevano assistito alla scena in silenzio, si scambiarono uno sguardo di complicità, felici che finalmente le cose si fossero sistemate.
Yoongi e Jisoo rimasero abbracciati a lungo, sapendo che, qualunque cosa fosse successa prima, avevano finalmente trovato il coraggio di amarsi davvero.
---
Jennie si alzò lentamente dal letto, guardando Jungkook con un sorriso dolce. Dopo essersi stiracchiata un po', si diresse verso il bagno per sistemarsi. Scelse un look semplice ma raffinato: un paio di jeans a vita alta e una maglia bianca con un taglio leggermente oversize, che le cadeva perfettamente sulle spalle. Completò il look con delle sneakers bianche e una borsa a tracolla piccola e minimalista. Si truccò leggermente, giusto un tocco di mascara e un po' di blush sulle guance per dare luce al viso, mentre i suoi capelli cadevano morbidi e naturali sulle spalle.
Jungkook, nel frattempo, si mise davanti allo specchio. Indossò un paio di pantaloni neri slim fit e una camicia bianca con le maniche arrotolate fino ai gomiti. Ai piedi portava un paio di scarpe eleganti nere, mentre una collana sottile d'argento brillava leggermente al collo. L'aspetto era casual ma elegante, proprio come piaceva a lui.
Una volta pronti, si guardarono allo specchio insieme. Jennie, con uno sguardo divertito, lo prese per mano. "Sei sempre così perfetto," disse ridendo.
Jungkook sorrise e rispose con un bacio leggero sulla fronte. "Anche tu sei bellissima, come sempre. Ora andiamo a fare colazione, ho fame."
Uscirono dalla stanza, scambiandosi sguardi complici, pronti per una nuova giornata insieme.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top