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Uscii da scuola e notai un gruppo di ragazzi nel cortile, urla e un diabolico casino li accompagnava.

Mi domandai cosa stesse succedendo... pensai tra me e me che sarei dovuta restare fuori dai guai, che sarebbe stato meglio andarmene dritta a casa (dato che, purtroppo, dovevo tornare a piedi), ma la mia curiosità mi spinse ad avvicinarmi.

Vidi, senza un minimo di sbalordimento, che c'entrava quel David Harper. Nome da idiota, pensai.

"Non ti conviene, David..."

"Cosa spaccarti la faccia di nuovo? Guarda che mi diverte molto!"

Mi avvicinai e notai il ragazzo con cui stava discutendo, sembrava un angelo... un angelo finito all'inferno per sbaglio, pensai.

Aveva capelli biondi cortissimi, occhi blu penetranti come l'oceano notturno ,nascosti in parte da occhiali trasparenti, e un viso liscio e limpido. Capì dagli schiamazzi attorno che si chiamasse Evan.

"Io me ne vado, non starò qui a farti fare la solita figura dello stronzo sbruffone"

Harper non rispose, lo centrò solo in viso con un pugno violento e velocissimo, quasi impercettibile, che fece sanguinare il naso dell'altro ragazzo e lo fece cadere sul prato.

Da fuori, sembrava di assistere ad una lotta tra bene e male, tra angeli e demoni.

Non capii nemmeno io perchè, ma prima che Harper potesse continuare a colpirlo, mi parai davanti ad Evan... col mio scarso metro e sessanta.

"Ora la smetti, giri i tacchi e te ne vai." intimai, tremando. Meravigliandomi delle mie stesse parole.

Harper mi guardò sbalordito, gli occhi verdi come una foresta in fiamme, la mascella definita serrata.

"Chi abbiamo qui? La paladina della giustizia? " disse avvicinandosi a me con lo sguardo scuro, sentii il mio cuore accelerare per la paura.

Cosa cazzo mi è saltato in mente. Morirò a soli diciassette anni, perfetto.

"Sai almeno chi dei due ha fatto qualcosa all'altro? Sai chi è dalla parte del torto, tappa?"

Pronunciò queste parole a pochi centimetri dal mio orecchio, sentii un brivido lungo la schiena.

Poi con sorpresa di tutti, mia compresa non mi sfiorò neanche, sputò per terra a pochi centimetri da Evan e se ne andò tra le gride del "pubblico di idioti".

Tesi una mano al ragazzo per rialzarsi.  Questo si sistemò gli occhiali e mi afferrò la mano con decisione.  Si rialzò.

Era alto circa un metro e ottanta, come il ragazzo che lo aveva ridotto in quello stato.

Il naso ancora colante sembrava un fiume in piena.

Chiesi se avesse bisogno di qualcosa, ma Evan mi disse che era tutto apposto, che forse se lo meritava, si girò e se ne andò anche lui.

Rimasi come una sciocca, immobile sul prato, come se avessi appena fatto una cosa stupida.

Vidi poi che Harper era ancora nel giardino, un pò distante, che chiacchierava animatamente con una ragazza mora, con i capelli lunghi. Dopo poco, la ragazza iniziò ad urlargli contro, poi se ne andò, con quella che credo fosse una sua amica dai capelli riccissimi color rame.

Così mi avvicinai ad Harper. Quel giorno non riuscivo proprio a farmi gli affari miei, forse come sempre. Non appena David mi vide, corrugò la fronte e assottigliò gli occhi, puntandoli verso di me come due fari accesi e fastidiosamente luminosi.

"Ancora tu! Cosa accidenti sei, Sherlock Holmes?"

"Volevo solo... capire cosa stesse succedendo, ma ho sbagliato a non farmi gli affari miei..."

Mi girai e presi a camminare velocemente, ma qualcosa mi fermò.

La mano di Harper afferrò il mio polso costringendomi a voltarmi. I miei occhi ambrati incontrarono i suoi verdi, fu come una foresta verde che si arrendeva all'autunno.

"Ti do un consiglio, signorina, stai alla larga da me." disse con un ghigno.

Sembrava uno Stregatto, ma cattivo e assolutamente non viola.

"Ma se sei stato tu a farmi cadere qualche ora fa!"

"Ne sei proprio sicura?" rispose, mettendosi il casco nero che non avevo notato precedentemente.

In effetti non avevo visto nulla, pensai.

"Io..io non.." non riuscii neanche a finire la frase che Harper era già salito sulla sua  moto da cross rossa e nera e sfrecciò via sorridendomi. Sta volta il suo sorriso mi era sembrato più puro, più vero, quasi angelico.


















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