Capitolo 12

Fu come se un pugnale si piantasse dritto nel suo petto. Anzi, peggio, fu come essere pugnalata alle spalle, così, all'improvviso. Non hai nemmeno il tempo di accorgertene, e sei già a terra. Si sentì schiacciata da mille emozioni negative, la testa cominciò a girarle, fu un colpo talmente forte che le sue gambe non ressero, e cadde in ginocchio scoppiando in lacrime. Elsa sentiva il suo mondo scomparire, crollare, tutto addosso a lei. La rabbia, il senso di colpa enorme, l'odio e la disperazione facevano a gara per chi volesse distruggerla di più. Non vedeva più via di fuga, non vedeva una luce di riferimento. E fu come ritrovarsi, ancora una volta, chiusi in una stanza a piangere. Questa volta l'oblio era inevitabile.

"Ti avevo detto..." Non riusciva nemmeno a parlare: "Ti avevo detto di non fargli del male!" Urlò, con tutta la forza che aveva, ma non era sufficiente per esprimere tutta la sua rabbia.

"È vero, l'ho fatto." Disse Pitch con estrema indifferenza.

"TU LO AVEVI PROMESSO!" Questa volta l'urlo fu così forte da rimbombare in tutte le pareti.

"Da quando sei così attaccata alle promesse, Elsa? Sai già che non sono bravo a mantenerle, non ci posso fare nulla."

"Tu me lo avevi promesso!" Ormai non riusciva a dire altro. Provò a rimettersi in piedi e scagliarsi contro Pitch, ma andò solo a sbattere contro un vetro. Elsa si rese conto che era intrappolata all'interno di una grande ampolla. Comincio a sbattere pugni al suo interno e ad urlare, ma nessuno al di fuori dell'ampolla poteva sentirla. Si potevano vedere solo le sue labbra muoversi.

"Bugiardo! Bugiardo! Sei un bugiardo..." Continuava a ripetere.

"Ti ho messo dentro quell'ampolla per darti tutto il tempo che vuoi per riflettere se unirti a me o no nella distruzione del mondo. E, per aiutarti a decidere..." Si spostò di lato, e dietro di lui apparve Anna. I suoi capelli erano ormai tutti bianchi, così come la sua pelle, tremava come una foglia e faceva fatica a reggersi in piedi. Stava morendo congelata. Anche lei era all'interno di un'ampolla, solo più piccola. Nel suo labiale si poteva leggere benissimo "Elsa".

"Ti spiego come funziona." Continuò Pitch: "Puoi uscire da questa ampolla una sola volta. Accanto alla tua amata sorellina, c'è il filtro che le salverà la vita. Una volta che l'avrai salvata, dovrai unirti a me e alle Forze Oscure. Per facilitarti la cosa, una volta che avrai deciso di passare dalla mia parte, ti farò un incantesimo che ti farà dimenticare ogni cosa. Ogni cosa. Compreso il tuo amato Jack, Anna, e tutto ciò che ti è successo in tutta la tua vita. Non avrai nessun rimorso del passato, l'unico tuo pensiero sarò io. Allora, che ne dici, vuoi essere la responsabile di un'altra morte, oppure no?"

Elsa guardò negli occhi di sua sorella. Quest'ultima faceva di tutto per dirle di rifiutare, continuava a battere nel vetro scuotendo la testa e urlandole "No". Ma a quel punto, Elsa non sapeva più cosa fare. Se avrebbe anteposto la vita della sorella alla sua? Assolutamente. Ma continuava a pensare a Jack. Come poteva allearsi per sempre con l'uomo che lo aveva ucciso? Era questa, la cosa che la bloccava. E se invece avesse deciso di uscire dall'ampolla e salvare Anna, e il filtro non avesse funzionato? Dopo tutto, Pitch era capace di organizzare un inganno simile, lo aveva già fatto una volta. Ma la visione della sorella in quelle condizioni, per colpa sua, le fece venire in mente un solo pensiero: "Devo salvarla." Non le importava nient'altro. Non poteva lasciarla morire davanti ai suoi occhi. Poggiò la mano sull'ampolla di vetro, che si infranse in mille pezzi, e corse dalla sorella, che continuava a implorarla di non farlo. Prese il filtro, ma mentre lo versava, Anna si era già scongelata, e l'ampolla scomparsa.

"Anna, ma...Il filtro?" Elsa la guardò con aria interrogativa.

"Solo un atto di vero amore può scongelare un cuore di ghiaccio. E tu l'hai compiuto. Elsa, perché lo hai fatto?"

"Non potevo lasciarti morire. Io ti voglio bene! Ciò che conta è che sei salva, adesso." Anna la abbracciò con le lacrime agli occhi.

"Ma che commovente quadretto, mi dispiace davvero tanto romperlo. Elsa, abbiamo un patto." Le interruppe Pitch.

"Mi dispiace." Sussurrò Elsa ad Anna. Poi si diresse verso Pitch.

Quest'ultimo scoppiò in una malefica risata: "Quanto è bello incontrare persone ragionevoli! Adesso, Elsa, tu sei membro delle forze dell'Oscurità! Non ricorderai niente, ma proprio niente, del tuo passato, come promesso."

"Pitch!" Una voce lo interruppe. Pitch alzò lo sguardo, e vide lo suo sciame dei suoi amati demoni-cavalli venire verso di lui, capeggiati dal più grosso di tutti. Ma c'era qualcuno che lo cavalcava. Pitch pensò di avere le allucinazioni; sbattè le palpebre più volte, ma si rese conto che ci vedeva proprio giusto: era Jack. "Sei vivo?" Mormorò incredulo tra sè e sè.

"Avanti, Pitch. Finiamola una volta per tutte." Disse Jack avvicinandosi a lui minaccioso.

"Quindi i miei amati demoni hanno deciso di unirsi a te..." Disse Pitch amareggiato.

"Forse perché hanno capito dalla parte di chi conviene stare."

"Non provocarmi, Jack Frost!"

"Sei solo un fallito, Pitch. Hai bisogno dell'inganno e dei ricatti per ottenere quello che vuoi. Sei debole!"

"Oh, credimi, sto strisciando per la vergogna." Rispose sarcastico.

"Dammi una sola ragione per cui non dovrei ucciderti!"

"Non ne hai il coraggio."

"Vogliamo vedere?"

"Mostrami ciò di cui sei capace."

"Oh, non fartela sotto però. Loro fiutano la paura!" Disse, liberando i demoni contro Pitch. Questi ne respinse alcuni con il ghiaccio, ma non bastò. Le due forze, demoni e ghiaccio, si scontrarono, senza che una riuscisse a prevaricare sull'altra. Poi vi fu una violenta esplosione.

"Hai visto, Jack? Le nostre forze non sono fatte per scontrarsi tra di loro. Sono fatte per camminare a braccetto. Noi due siamo uguali! Per questo non puoi sconfiggermi, e io non posso sconfiggere te."

"Sai, Pitch? Hai ragione. Queste due forze sono estremamente potenti. Nessuna delle due può prevaricare su un'altra..." Poi continuò: "...Ma non è questo che voglio. Vedi, la cosa diventa divertente quando le possiedi entrambe." E detto ciò, mostrò uno strato di ghiaccio che si cominciò a formare sul suo palmo destro, e un denso fumo nero sul sinistro. Lo sguardo di Pitch mutò in terrore."Lascia in pace Elsa." Fu l'ultimatum di Jack.

"Troppo tardi." Gli rispose l'altro.

A quella frase, Jack liberò contemporaneamente le due forze, che colpirono Pitch. Questi urlò, trasformandosi in una statua di ghiaccio, che si frantumò in mille pezzi, lasciando per terra solo brina ghiacciata. Jack corse da Elsa, ma quando provò a sfiorarla, le passò attraverso.

"Non mi vede più..." Disse con il terrore nella voce. Gli occhi di Elsa erano gelidi e opachi, privi di luce. Cadde in ginocchio come una bambola di pezza, senza reagire.

"Elsa, no, ti prego!"

"Si è sacrificata per salvare me... Mi dispiace." Disse una voce rotta dal pianto, alle sue spalle.

"Anna? Tu riesci a vedermi?" Disse Jack voltandosi a guardarla.

"Certo... Ma chi sei tu?"

"Non importa. Cosa le è successo?" Chiese riferendosi nuovamente ad Elsa.

"Non ricorda più niente. E ora che Pitch è morto, immagino che sia debole anche lei." Rispose in tono sommesso.

"Non ricorda...Ma certo, i ricordi!" Disse Jack prendendo la scatola cilindrica d'oro che gli aveva dato Dentolina e porgendola ad Elsa, che senza che Jack se lo aspettasse, la afferrò incuriosita.

"Allontaniamoci." Suggerì Jack ad Anna, facendo qualche passo indietro.

Senza sapere cosa fosse, Elsa rigirò più volte il contenitore tra le mani. Sentì una voce chiamarla all'interno. Aprì la scatolina. Rivisse in pochi minuti diciotto anni di vita. I ricordi ripresero piano piano il loro posto nella sua mente come pezzi di un grande puzzle. La maggior parte dei ricordi raffigurava principalmente un ragazzo dai grandi occhi color ghiaccio che le asciugava le lacrime, e una bambina dai capelli rossi che le chiedeva di giocare. Elsa sbarrò gli occhi, nel vedere Jack

"Sei vivo?" Disse incredula.

"Sì Elsa, sono qui, sono qui, non vado più via."

"Puoi vedermi di nuovo?" Le sussurrò, dopo una breve pausa.

"Sì. E non ti lascerò andare di nuovo, perché..." Elsa gli prese il volto tra le mani

"Perché ti amo." Gli sussurrò. E Jack la baciò, la baciò come desiderava fare da troppo tempo. Interruppero i loro baci soltanto per sorridersi ogni tanto. Jack sentì di nuovo quella sensazione sul suo petto, ma da quel momento in poi, non le diede più importanza.

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