Capitolo 31
"Bene. Le pance sono piene e i piatti sono puliti! Ora tocca..." Pixie-Bob posò le mani sui fianchi, in una posa piena di suspence. "Alla prova di coraggio!"
"Non vedevamo l'ora!" Mina, nella sua canotta viola acceso, cominciò a sventolare le braccia in aria, in preda all'eccitazione. Il resto dei ragazzi che non avevano passato l'esame pratico esultò insieme a lei.
"Purtroppo, ecco... mi dispiace dovervelo dire, ma..." Aizawa li raggiunse con un'espressione quasi dispiaciuta. "Voi del corso supplementare avete lezione con me"
Mina spalancò gli occhi in una smorfia di puro shock, il suo viso perse colore. "Ma sul serio!?"
"Chiedo scusa." Il sensei li intrappolò con le sue bende indistruttibili, tutti i loro sforzi di liberarsi furono vani. "Il vostro allenamento di oggi è stato un po' sottotono, quindi vi tocca rimediare"
"No, la prego, pietà!"
"Ci lasci fare la prova!"
I cinque ragazzi vennero trascinati via senza troppe cerimonie, (Nome) li guardò dispiaciuta: anche se Aizawa aveva permesso loro di andare al ritiro estivo, non si era risparmiato dal turturarli il doppio.
Anche quel secondo giorno era stato sfiancante, lei si era allenata a modificare la densità degli oggetti, così da renderli più pesanti o più leggeri di quello che erano.
"Allora, i primi a fare da spaventatori, saranno gli allievi della sezione B!" spiegò la Pussycat. "Gli alunni della A si divideranno in coppie, che percorreranno il tracciato a tre minuti di distanza gli uni dagli altri. A metà del percorso ci sono delle targhette con i vostri nomi, che dovrete riportare indietro"
"Un banchetto nell'oscurità" commentò Tokoyami con un tono lugubre.
(Nome) rabbrividì al pensiero di avventurarsi in quella foresta nel pieno della notte; i film horror le avevano sempre messo ansia e, per di più, sapeva che quelli della B avrebbero fatto di tutto pur di farli morire di paura.
"Gli spaventatori non possono toccare le loro vittime direttamente. Dovranno fare uso delle loro Unicità per rendersi i più spaventosi possibile!" concluse Pixie-Bob.
"La classe che farà bagnare le mutande a più persone con le sue trovate sarà la vincitrice!" Si unì Tiger puntano minaccioso un dito verso di loro.
"Non dica così. Che schifo!" mormorò Kyoka con la faccia nauseata.
"Ma certo! Ci fanno competere gli uni contro gli altri lavorando di fantasia, così da trovare applicazioni fantasiose per le nostre Unicità!" dedusse Iida. "Trovata degna dello Yuei!"
"A Katsuki basterà farsi vedere in faccia, non dovrà neanche sprecare energia..." disse (Nome) casualmente.
Il biondo tremò di rabbia, tingendosi di un preoccupante color melanzana.
"Taci, razza di vampira scolorita! Li farò saltare in aria, ecco cosa farò! E poi toccherà anche a te!"
"Bene, estraete questi biglietti per sorteggiare le coppie!" La Pussycat allungò un guanto che stringeva in pugno sedici bigliettini.
Ogni ragazzo ne pescò uno e cominciò subito a cercare il proprio compagno di squadra, (Nome) sperò di essere capitata con qualcuno di coraggioso.
"Il numero quattro... chi sarà il numero quattro?" Si guardò intorno per capire chi stesse ancora cercando il secondo componente della coppia, sembravano tutti già impegnati.
Poi il suo occhio cadde su un esemplare di Izuku che sembrava alquanto spaesato.
"Sei il numero quattro?"
Gli sventolò il bigliettino sotto al naso, lui parve istantaneamente sollevato e le rivolse un ampio sorriso.
"Si, sono io!" esclamò, mostrandole a sua volta la propria striscia di carta. Non era il tipo coraggioso che cercava, ma poteva andarle peggio: almeno andavano d'accordo.
Gli cinse le spalle con un braccio. "Spero tu non abbia paura come me"
"Oh... a dire il vero sono terrorizzato"
Si grattò la testa con una mano, aveva le gote leggermente arrossate per la vicinanza della ragazza. "Però cercherò di proteggerti se ce ne sarà la necessità!" aggiunse con un tono più serio.
"Grazie, Izuku-kun!"
Si mise in punta di piedi e gli schioccò un bacio sulla guancia, ridacchiando per la sua espressione sgomenta.
"DEKU! FACCIAMO SUBITO A CAMBIO!" Katsuki apparve accanto a loro, gettando uno sguardo di pura rabbia al verde, che cominciò a tremare come una foglia.
"C-cosa? N-non credo si possa fare"
"IO FACCIO QUELLO CHE CAZZO VOGLIO! E LEI VIENE CON ME!"
La prese per un braccio, ma (Nome) oppose resistenza e puntò i piedi sul terreno irregolare.
"Avevi minacciato di farmi saltare in aria, non ci tengo ad entrare da sola nella foresta con te. Potresti assassinarmi e seppellire il mio corpo senza che nessuno se ne accorga"
"Allora fai a cambio con me"
Shoto le posò una mano dietro la schiena, facendole un sorriso; non si era accorta che si fosse avvicinato anche lui.
"Non voglio stare con questo qui..." le mormorò all'orecchio mentre indicava Katsuki con un pollice.
"Voi due... siete capitati insieme...?" domandò con le labbra socchiuse, un secondo dopo stava ridendo a crepapelle. "Davvero, quante possibilità c'erano?!"
"Non mettere il dito nella piaga!" ringhiò Katsuki fra i denti. Non solo era capitato con il bastardo diviso a metà, doveva pure guardare quel nerd di merda gironzolare con (Nome) nel buio della foresta.
Alla fine non ci fu nulla da fare, le coppie rimasero invariate e le Pussycats cominciarono a chiamare i ragazzi che dovevano entrare nella foresta. (Nome) sentiva la propria angoscia crescere ogni minuto che passava, si sfregava nervosamente le mani mentre scrutava attenta l'oscurità tra gli alberi.
Erano passati circa dodici minuti dall'inizio della prova, quando Pixie-Bob esclamò "Cos'è quest'odore di bruciato?"
(Nome) annusò l'aria, questa aveva lo stesso odore che si respirava nei pressi di un caminetto.
"Ma quello..." cominciò Mandalay, gettando uno sguardo alla partner.
"Del fumo?" gemette (Nome).
"Sta bruciando qualcosa?"
"Un incendio boschivo, forse?" azzardò la Pussycat.
Era un ipotesi da scartare: in piena notte non poteva essersi acceso un fuoco, a meno che non fosse stato un ragazzo della U.A. con la propria Unicità ma, in tal caso, avrebbero subito estinto le fiamme.
Una brutta sensazione si fece strada nel petto di (Nome), anche se non voleva ammetterlo, lei sapeva cosa stava succedendo. Quelle fiamme, c'era una sola persona che poteva averle create.
"M-ma cosa...?!" Il corpo di Pixie-Bob venne circondato da un'aura rosso acceso, per poi essere catapultato verso la foresta.
"Pixie-Bob!"
"Questi micetti ci sono d'intralcio" disse una voce minacciosa.
"M-ma cosa..." Mineta indietreggiò spaventato. Tutti i ragazzi non ancora entrati nel bosco cominciarono a gettarsi delle occhiate piene di paura.
"Non eravamo totalmente al sicuro, qui? Perché ci sono dei Villains, allora?!"
La Pussycat era svenuta a terra, un rivolo di sangue le imbrattava la tempia sinistra, laddove uno dei criminali l'aveva colpita con un'enorme magnete, ancora premuto sulla sua testa. Questo aveva dei lunghi capelli rossicci e labbra carnose; mentre accanto a lui c'era un altro Villain, una specie di lucertola gigante che teneva in mano una spada fatta da decine di lame diverse.
(Nome) si slanciò in avanti urlando il nome dell'Eroina ma la mano guantata di Tiger la fermò prima che potesse avvicinarsi ai due criminali. Girò la testa verso Mandalay e in quell'istante un pensiero la fulminò con la velocità di un lampo.
"Oh, no. Kota!"
Il bambino non sapeva nulla del pericolo e sicuramente si trovava nella sua base segreta. Da solo.
Si lanciò di corsa verso la foresta, ignorando il coro di voci che invocavano il suo nome, aveva un solo pensiero nella testa: salvare Kota.
"Ragazzi!"
Sussultò quando sentì la voce di Mandalay propagarsi nella sua testa, era una strana sensazione sentire qualcuno parlarti senza averlo di fronte.
"Siamo sotto attacco da parte di due criminali! C'è la possibilità che ce ne siano altri! Chi è in grado di muoversi si raduni subito al campo base! Se incontrate un nemico, ritiratevi senza ingaggiare battaglia!"
Corrugò le sopracciglia. "Se lo scorda che io rimanga senza far niente o che scappi dal pericolo!"
Gli alberi le scorrevano accanto in una macchia indistinta, ogni briciolo di paura aveva abbandonato il suo corpo, sostituito da una forte adrenalina. Riuscì a muoversi agilmente tra i cespugli intricati e il terreno sconnesso senza inciampare, raggiungendo così il dirupo roccioso in un tempo che non credeva possibile.
Di solito il suo sesto senso non sbagliava mai, e in quel momento le stava urlando di stare attenta.
Come a testimoniare i suoi pensieri, appiattita contro la parete di roccia, sentì una voce profonda rivolgersi a quello che dedusse era Kota. La riconobbe all'istante. Anche se avesse voluto, non avrebbe mai potuto dimenticarla.
"Ero andato in cerca di un posto con una bella vista e ho trovato qualcuno che non è sulla mia lista"
Da dietro il suo nascondiglio, scorse un'enorme figura incappucciata con una maschera bianca traforata sulla faccia. Di fronte a lui, Kota tremava di paura.
La sua mente tornò alla notte in cui sua madre venne uccisa, a due anni di distanza si ritrovò a provare le stesse emozioni.
"In ogni caso, mocciosetto, hai un gran bel berretto. Perché non fai a cambio con questa maschera da sfigati? Me l'hanno rifilata con la scusa che quelle giuste non sono arrivate in tempo, visto che sono nuovo." Una mano possente corse ad afferrare la maschera, spostandola lentamente dal viso.
Con un urlo, Kota fece dietrofront e cominciò a correre.
"Oh, insomma!" Il Villain balzò verso la parete e, dandosi la spinta, atterrò nuovamente di fronte al bambino. Dal mantello nero uscì un braccio muscoloso, questo cominciò a gonfiarsi, le fibre muscolari lacerarono la pelle, creando così uno strato protettivo intorno ad essa.
"Lascia che ti offra un bicchierino per rallegrare l'atmosfera..." Muscular fece un sorriso sadico. "Dai!"
Kota era paralizzato dalla paura, riusciva a malapena ad indietreggiare, gocce di sudore gli imperlavano il viso.
(Nome) strinse i pugni, doveva muoversi ma i suoi muscoli sembravano non voler rispondere ai comandi.
La maschera cadde a terra con un tonfo secco, il Villain si lanciò addosso al bambino con un pugno alzato in aria, solo allora lui parve riconoscerlo. "Tu..."
Era il criminale che aveva ucciso i suoi genitori. Gli occhi di Kota si riempirono di lacrime non appena riuscì a vedere meglio il volto dell'uomo, dove spiccava un'orbita vuota.
"Mamma... papà..."
Un attimo prima che il pugno di Muscuolar si abbattesse su di lui, Kota venne tolto dalla sua traiettoria e questo si schiantò sulla roccia sotto ai loro piedi. (Nome) stringeva a sé il corpo tremante del bambino, era riuscita a teletrasportare entrambi ad una distanza di sicurezza.
Questa volta non sarebbe restata in disparte a guardare.
L'occhio chiaro dell'uomo saettò sulla ragazza, gli angoli della bocca gli si piegarono in un sorriso malvagio.
"Tu invece sulla lista ci sei. E, se ricordo bene, abbiamo anche un conto in sospeso..."
Sullo sfondo, il fumo proveniente dalla foresta impestava l'aria di un soffocante odore di bruciato.
Lei si passò un braccio sul viso, depositando a terra Kota. "Sei stato tu, non è vero? Sei stato tu ad ucciderli!" ringhiò. Nel mentre i suoi occhi catturarono l'immagine del proprio cellulare, questo giaceva a terra con lo schermo frantumato, come a sbattetele in faccia il fatto che non avrebbe nemmeno potuto chiamare i soccorsi.
Si rese conto che questa volta non sarebbe arrivato nessuno a salvarla, era da sola e poteva contare solo sulle proprie forze. Ma, qualunque cosa sarebbe accaduta, giurò a sé stessa che avrebbe protetto Kota fino all'ultimo.
"Ad uccidere chi? Ho ammazzato molta gente negli ultimi anni..."
Mentre parlava il Villain fece qualche passo nella sua direzione.
"Gli Water Hose, i genitori di Kota!"
Lui sgranò gli occhi, con una mano si sfiorò distrattamente l'ampia cicatrice che gli correva lungo l'orbita sinistra.
"È stato il minimo dopo quello che mi hanno fatto."
Dal tono della sua voce, (Nome) capì che lo scontro era alle porte; gettò un'ultima occhiata al viso rigato di lacrime del bambino e tirò le proprie labbra in un sorriso.
"Non preoccuparti, Kota..." Si mise dritta, con le braccia in posizione d'attacco. "Ti salverò ad ogni costo"
Sentì il calore dovuto alla propria Unicità invaderle il corpo come fuoco.
"Lo salverai sicuramente?" Il villain allargò le mani, ritirando nel braccio le proprie fibre muscolari. "Proprio qualcosa che direbbe qualcuno che punta a diventare un Eroe"
Sotto la luce della luna la protesi di metallo del suo occhio sfavillò sinistra. "Uscite fuori da ogni angolo, sempre a cianciare di giustizia. Tu sei (Nome) (Cognome), giusto? Quella mocciosa che ha provocato tutti quei guai a Shigaraki..." Afferrò un lembo del mantello per tirarlo via.
"È un peccato, mi è stato detto di non ucciderti. Ma ciò non mi impedisce di farti sanguinare come piace a me"
Rinforzò la parte superiore del suo corpo, i muscoli tirarono il tessuto della canotta rossa. "Vedrò di farti soffrire per bene, facendolo. Voglio vedere il tuo sangue scorrere!"
Le si lanciò addosso ad una velocità sovrumana, sembrò quasi scomparire a mezz'aria.
(Nome) ebbe appena il tempo di solidificare l'aria attorno al proprio braccio per proteggersi dal pugno che le lanciò contro, il contraccolpo però la spedì sulla parete rocciosa alla sua destra, una nuvola di polvere le coprì la visuale della foresta.
"Ah, maledizione..."
Non si aspettava un colpo così potente.
"Giusto, nel caso tu lo sappia... dov'è il moccioso di nome Bakugo?"
Il suo cuore mancò un battito, perché cercavano Katsuki se era lei ad averli traditi? Sentì una stretta al petto al pensiero che lui fosse in pericolo per colpa sua, che tutti lo fossero.
"Ho comunque un lavoro da portare a termine"
Detto questo, il Villain si lanciò nuovamente nella sua direzione. (Nome) apparve alle sue spalle per evitare il colpo, la roccia si sgretolò sotto le nocche di Muscular.
"Posso considerarlo come un 'non lo so'? Posso, vero? Molto bene!"
Quella volta non fu abbastanza veloce a spostarsi, un calcio la colpì in pieno stomaco, facendola volare all'indietro.
"E allora, giochiamo!"
Ricadde a terra - pochi centimetri prima del dirupo - la testa le pulsava laddove aveva colpito la roccia e il sangue le finì negli occhi, inbrattandole la metà sinistra del viso.
"Ecco il sangue! Che bello! È esattamente ciò che volevo!"
La voce esultante del criminale le sembrò quella di un bambino alle prese con un nuovo gioco.
"Cos'hai detto prima? Che lo salverai sicuramente?"
(Nome) fece un respiro strozzato e cercò di fare leva sulle braccia per rialzarsi, era bastato un solo colpo per metterla al tappeto: che razza di Eroina aveva la presunzione di essere, se si arrendeva alla prima ferita?
"Quindi perché ora fuggi? Sei proprio strana, sai?" Muscular allargò le braccia come per mostrare il proprio capolavoro.
Aveva ragione, doveva smetterla di scappare, era arrivato il momento di mettere alla prova il suo quirk. Si concentrò per ricordare gli insegnamenti di Pixie-Bob, posò le mani sul terreno ed innalzò una colonna di roccia che venne scagliata contro il suo avversario, questa andò in pezzi contro il suo corpo massiccio.
"Embè? Tutto qui la tua Unicità leggendaria? Sarai pure versatile, ma non sei forte abbastanza!"
L'afferrò per il collo come una bambola di pezza. "Il mio quirk mi permette di potenziare i muscoli. Accresco talmente velocità e forza che questi non possono essere contenuti nella mia pelle" Le fibre muscolari parvero sfilacciarsi come nastrini attorno al suo corpo. "Sai perché te lo dico? Per vantarmene!"
La scagliò contro il pavimento, facendola boccheggiare per lo schianto, poi la sovrastò in tutta la sua altezza, guardandola come se fosse una formica insignificante.
"In altre parole, tu... non sei che un piccolo esserino inutile"
Trovando la forza da chissà dove, (Nome) riuscì a rimettersi in piedi.
'Devo concentrarmi. Non potrò aiutare i miei compagni se mi arrendo così in fretta'
"SOLID AIR PUNCH!"
Scomparve a mezz'aria e lo colpì sulla schiena, poi fece la stessa cosa mirando in ogni punto scoperto del suo corpo, in questo modo non gli diede il tempo di parare i propri pugni. Si teletrasportò nuovamente di fonte a lui per rendersi conto dell'entità dei danni che gli aveva procurato ma, con sua enorme sorpresa, lui le sorrideva beffardo senza neanche un graffio.
La atterrò di nuovo e, senza darle il tempo di rialzarsi, partì all'attacco.
"Capisci come mi sento? Non posso fare a meno di ridere!"
La sagoma del suo pugno massiccio le si parò davanti al viso, colpendola sulla cassa toracica, sentì le proprie costole spezzarsi come ramoscelli.
"Lo salverai sicuramente? E come? Non dovresti farti bella dicendo cose impossibili!" la canzonò.
Le faceva male ogni singola parte del corpo, voleva reagire ma la paura stava prendendo il sopravvento. Si sentiva debole, inutile, come se nonostante tutto il potere che possedeva non poteva fare nulla contro il proprio avversario. Aveva il respiro corto e la vista annebbiata agli angoli del campo visivo.
"Vedi di essere onesta con te stessa!"
Serrò gli occhi, aspettando un colpo che non arrivò; al contrario, sentì il rumore di qualcosa che cozzava contro il cranio di Muscular: Kota gli aveva appena lanciato addosso una pietra, il criminale si voltò nella sua direzione guardandolo scocciato.
"Gli Water Hose... la mia mamma... il mio papà... Li hai torturati e uccisi così!?" gridò il bambino.
(Nome) strinse i denti, quel piccolo aveva sofferto per colpa di quell'uomo, quello stesso che ora si stava divertendo a torturarlo ancora.
"È davvero destino!"
"Per colpa tua, per colpa di quelli come te continuano a succedere cose simili!"
"Voi mocciosi fate presto a passare la patata bollente. Non va bene, sai? E non è che serbi loro rancore per il mio occhio, eh. Semplicemente, io volevo uccidere delle persone, e loro hanno cercato di fermarmi. Ognuno di noi ha fatto quello che voleva fare. Ad aver sbagliato è chi è voluto andare oltre le proprie capacità. Ovvero il tuo papà e la tua mamma!"
Caricò un pugno verso di lui, Kota alzò impotente le braccia davanti al viso per proteggersi. La mano però gli venne bloccata a mezz'aria.
"Non osare toccarlo" (Nome) strinse le presa sulle nocche dell'uomo che la guardava vagamente sorpreso, era riuscita a fermare il suo colpo con un solo braccio. "O giuro che ti uccido all'istante. Perché ti sbagli... non sono un Hero come tutti gli altri"
Strinse la presa, godendo per lo scricchiolio sinistro che la mano di Muscular produsse a quel gesto. "Ho guardato la morte negli occhi, ho visto il sangue di mia madre scorrermi tra le dita, ma soprattutto, non mi farò scrupoli a dissanguarti se continui a minacciarci"
La voce era ridotta ad un ringhio sommesso, l'oscurità che si portava dietro - quella che aveva quasi ucciso All Might - , ora fluiva libera dentro di lei. Non aveva motivo di contenersi con un essere del genere, non aveva paura di fargli del male, poteva finalmente dar sfogo a tutto il suo potere. Era una sensazione quasi liberatoria.
"Hai davvero intenzione di colpirmi dopo tutte quelle ferite?" le chiese, per niente turbato dalle sue minacce. "L'ultima volta che ci siamo visti tremavi come una foglia..."
Doveva sapere che non l'avrebbe presa sul serio dopo il modo patetico in cui si era comportata quando i tre Villains le avevano 'fatto visita'.
"Qui non si tratta di ciò che posso o non posso fare..." esclamò serrando un pugno. "Gli Eroi mi hanno insegnato che il loro compito è quello di rischiare la vita e di trasformare le belle parole in fatti!"
Un vento improvviso li travolse quando le loro nocche entrarono in collisione, lei - modificando la densità del suo stesso bracco - riuscì ad imprimere talmente tanta forza in quel colpo da spaccare la roccia sotto i loro piedi.
Kota perse l'equilibrio e cadde all'indietro, oltre il bordo del dirupo. Nonostante quello, la sua schiena incontrò un disco di aria solidificata che lo mantenne a mezz'aria. (Nome) aveva un braccio teso nella sua direzione e sorrideva.
"Scusa... ti ho sbalzato via" disse, riportandolo a terra.
"Graz-" Il bambino si bloccò a metà frase, lo sguardo fisso sulla maglia celeste della ragazza. Questa era strappata sulla spalla destra, il top chiaro della ragazza era in bella vista e macchiato di polvere e sangue, così come il pantaloncino. I capelli candidi erano a loro volta incrostati di rosso, allo stesso modo del viso e delle ginocchia di (Nome).
Dietro di loro, il corpo di Muscular era sommerso dalle macerie.
"Torniamo al campo base. Da qui non..." Le parole le morirono in gola quando le pietre vennero smosse, da queste emerse un agglomerato di muscoli, questo pian piano riassunse le sembianze dell'uomo che credeva di aver sconfitto.
'Non... non può essere. Eppure l'ho colpito con tutte le mie forze'
"Che colpo inaspettato. Però non sei male, (Cognome)!" si complimentò, rimettendosi in piedi.
"Non ti avvicinare!" urlò lei, parandosi davanti al bambino.
"Scordatelo. Ovvio che mi avvicino"
La sua mente lavorò ad un piano per guadagnare tempo: aveva bisogno di ricaricare per un attimo le energie.
"Che cosa avete intenzione di fare, voi dell'Unione dei Villains?!" domandò, sperando che lui, ritenendola spacciata, le desse qualche preziosa informazione.
"Ma che ne so! Io voglio solo menare le mani. Finché posso fare ciò che voglio e scatenare la mia Unicità, a me va bene tutto." Mise la mano in tasca e vi frugò dentro in cerca di qualcosa.
Nel frattempo, (Nome) si portò una mano sul fianco, laddove le sue costole erano state spezzate. Respirava a fatica, segno che un frammento di osso doveva averle perforato un polmone. Cercò di fare la stessa cosa di quando aveva guarito il livido sull'addome di Eijiro e, fortunatamente, percepì le proprie costole tornare al proprio posto.
Fece un sospiro di sollievo.
"Ti ricordi cosa ti ho detto prima? Ti ho detto 'giochiamo'. È proprio come ti ho detto!" Mentre la pelle gli si ricopriva di nuovo di fibre muscolari, dalla tasca del pantalone tirò fuori quella che (Nome) riconobbe essere una protesi oculare.
"Finora abbiamo giocato. Te l'avevo detto, no? Ma ora basta, fine dei giochi" ripeté per l'ennesima volta. "Visto che sei forte, ora..." Posizionò la protesi nell'orbita vuota, era completamente rossa. "Comincio a fare sul serio"
Le rivolse un sorriso sadico, di quelli che il predatore rivolge alla preda che crede di avere in pugno.
"Kota, presto, aggrappati a me!"
Prese il bambino sulla schiena, spostando entrambi poco prima che il pugno di Muscolar colpisse il punto in cui si trovavano un attimo prima.
La roccia si spaccò come burro, (Nome) ebbe appena il tempo di riprendere fiato che dovette schivare un secondo colpo, il braccio del criminale si incastrò nel muro di pietra.
"Ah, merda, mi sono fatto trasportare"
Caddero rovinosamente a terra, l'uomo stava ancora cercando di liberare il braccio, mentre (Nome) cercava disperatamente di trovare una strategia di difesa. Non sarebbe riuscita a teletrasportare entrambi al campo base, inoltre era ancora provata per la sessione di allenamento con Pixie-Bob.
Le sembrava assurdo che una mezz'ora prima stesse scherzando con Shoto e Katsuki, mentre ora stava lottando per la vita di un bambino innocente. Esatto, era proprio quello che aveva giurato dopo la morte di sua madre: nessun innocente avrebbe più sofferto in sua presenza.
Si alzò, fronteggiando il Villain a testa alta. "Fatti indietro, Kota, e quando si fa sotto, corri verso il campo base più forte che puoi"
"Quando si fa sotto?! Non vorrai forse... Sarebbe inutile! Fuggiamo!" cercò di farla ragionare.
Muscular si liberò con uno strattone.
"I tuoi colpi non funzionano..." continuò, "e poi stai sanguinando!"
"Va tutto bene" lo rassicurò, preparandosi a ricevere l'attacco.
Il criminale le si lanciò contro urlando il suo nome, il corpo avvolto dai muscoli si scontrò con un'imponente colonna di roccia.
"Puttana! Sei più debole di prima!"
Ridusse in polvere ogni pezzetto di pietra e la inchiodò al pavimento con una delle sue enormi mani.
"Non ti lascerò fagli del male" affermò con le lacrime agli occhi. "Non lascerò più nessuno morire sotto i miei occhi! Perciò, Kota, corri!"
"Dannata mocciosa" Con uno strappo secco squarciò la sua maglietta, (Nome) ringraziò di avere addosso un top sportivo anziché un semplice reggiseno. "Sei incredibile, sai?"
"Sta zitto" lo intimò, cercando di reprimere i brividi di disgusto che le causava il contatto del suo palmo sulla propria pelle. Questo cominciò a risalire sul suo busto, fino a posarsi sul suo seno sinistro.
"Perché?" Kota guardava la scena, immobilizzato dallo shock.
"Potrei sempre divertirmi con te, prima di consegnarti a Shigaraki-"
Il suono di uno schiocco lo fece fermare, (Nome) gli aveva appena tirato uno schiaffo.
"Tu... madedetta" Le serrò entrambe le mani attorno alla gola, talmente forte da mozzarle il respiro.
"Ricordo che l'ultima volta questa situazione ti è piaciuta particolarmente" ghignò, mentre si sedeva a cavalcioni su di lei. (Nome) sentì la coscienza scivolarle via, gli occhi le rotolarono all'indietro, però nelle orecchie che le fischiavano riuscì a distingue un suono simile allo scrosciare dell'acqua.
"Ma che? Dell'acqua?" Muscular alzò la testa nella direzione da cui proveniva il getto d'acqua che lo aveva appena colpito.
"S-smettila!" Kota aveva le mani protese davanti a sé, aveva appena usato la sua Unicità.
"A te ci penso dopo, ok? Dopo vengo lì e ti ammazzo, quindi abbi un po' di pazien..."
(Nome) aveva riaperto gli occhi e, con una forza che non le apparteneva, era riuscita ad allontanare le mani del Villain dal proprio corpo.
"Oh, no. Mi sono distratto un attimo" disse questo, riabbassando lo sguardo.
"Non lascerò certo..." cominciò lei.
Poi vide una luce, questa non proveniva dalla luna o dalla foresta in fiamme. Quella luce era lei.
Le vene sulle sue braccia avevano cominciato a brillare, come se al loro interno vi scorresse argento puro, e lo stesso era accaduto ai suoi capelli e ai suoi occhi, questi spendevano come rubini.
Solo allora capì la vera entità del prorio potere: era sempre stato una bolla dentro di lei, qualcosa che non aveva mai avuto il coraggio di far scoppiare. Almeno fino ad ora.
Non doveva concentrarsi su di sé - non possedeva l'All for One - , doveva piegare il mondo al suo volere. E questo includeva anche i nemici.
Artigliò il petto di Muscular, tutte le fibre muscolari che avevano ricoperto fino ad allora il suo corpo si ritirarono senza il suo controllo.
"Impossibile! La sua potenza è aumentata!"
"...che tu lo uccida!" Lo scagliò all'indietro, intrappolandolo nella parete di roccia, questa parve adattarsi alla sua enorme figura, ingabbiandolo con tentacoli indistruttibili. Glieli strinse attorno alla gola e, poco prima che egli perdesse i sensi, riuscì a dirle un'ultima frase.
"Sei davvero straordinaria. Non mi stupisce che lui ti desideri così tanto"
Normalmente si sarebbe fatta mille domande su chi fosse la persona che la voleva, su quale fosse la prossima mossa dei Villains, ma ora voleva solo tranquillizzarsi sul fatto che Kota stesse bene.
Il bambino era seduto a terra, con gli occhi pieni di lacrime e il cappellino rosso impolverato.
"Anche se non sai nulla..." singhiozzò. La ragazza alzò la testa, facendo schizzare gocce di sangue sul terreno, la pelle candida sembrava ancora più pallida sotto tutto quel rosso.
"Anche se non sai nulla, perché ti sei spinta a tanto?"
Barcollante sulle proprie gambe, (Nome) raggiunse Kota e gli posò una mano sulla testa, le sue lacrime brillavano come diamanti.
"Perché volevo essere la tua Eroina"
Spazio autrice:
È stata un'impresa scrivere questo capitolo, specialmente perché credo che le scene di combattimento siano le più difficili da descrivere. Quindi spero di esserci riuscita.
È la prima battaglia che la nostra protagonista affronta da sola... ma, vi avverto, non sarà l'ultima.
Non manca moltissimo alla fine del libro, ho deciso di fermarmi alla battaglia tra All Might e All for One. Ma potrei anche decidere, in futuro (ma non vi prometto niente), di scrivere un'altra ff ambientata negli episodi successivi.
Un'ultima cosa, i prossimi capitoli vi spezzeranno il cuore.
Vi voglio bene.
~Ale💕
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top