Capitolo 21

Hosu ​​City era un distretto cittadino situato a ovest di Tokyo. Endeavor girava molto spesso da quelle parti, in quanto era una zona popolosa ad alto tasso di criminalità; quel giorno però - il terzo dell'apprendistato - era stata un'emergenza a richiamare la sua presenza.

Gli edifici erano in fiamme, urla terrorizzate risuonavano da ogni dove e orrende creature, i Nomu affiliati con l'Unione dei Villain, seminavano distruzione in ogni angolo del distretto. Per (Nome) e Shoto fu un'impresa rimanere al passo con l'Eroe n°2 e contemporaneamente tenersi al sicuro senza usare i propri quirk.

Il telefono nascosto nella tasca interna della giacca di (Nome) mandò il segnale di una notifica.
Erano fermi ad un incrocio, mentre Endeavor dava direttive agli altri Hero accorsi in zona per dare una mano. Il messaggio era stato mandato da Izuku, però non vi era nessun testo, soltanto una posizione.

'Izuku non farebbe mai un'azione del genere senza una motivazione' riflettè.

"Shoto, Izuku mi ha appena mandato un messaggio strano..." Si accorse mentre pronunciava quella frase che anche il bicolore stava fissando il proprio telefono con le sopracciglia corrugate. "L'hai ricevuto anche tu?"

Alzò la testa nella sua direzione. "Anche a te Midoriya ha mandato la sua posizione?"

(Nome) annuì in risposta. "Ci sarà sicuramente qualcosa dietro"

"In effetti non credo sia un errore" Un'espressione preoccupata incupì il suo volto, fece qualche passo verso di lei. "Il fatto che abbiamo ricevuto entrambi questo messaggio significa che forse lo ha inviato a tutti i suoi contatti. Midoriya non fa mai nulla per caso: dev'essere in pericolo"

"Una richiesta d'aiuto"
La ragazza spalancò gli occhi, un brutto presentimento si fece strada nel suo petto. Sperò con tutta sé stessa che Shigaraki non fosse lì per fargli del male. "Potrebbe avere a che fare con l'emergenza per cui Endeavor è stato chiamato in questo distretto"
Si morse il labbro con apprensione.

"Dobbiamo muoverci, vado ad avvisare mio padre"
Dopo che Shoto informò il Pro Hero del punto in cui erano diretti, entrambi cominciarono a correre più velocemente possibile.

Cercarono di imboccare stradine secondarie così da non trovarsi faccia a faccia con professionisti o Nomu, li avrebbero solo fatto perdere tempo. Un lusso che non potevano permettersi.

Fu proprio in una di quelle stradine che gli occhi di (Nome) catturarono un'immagine familiare dalla cima di un'enorme cisterna. Avrebbe riconosciuto quei capelli celesti ovunque. Frenò bruscamente.

"Shoto! Vai avanti senza di me! Ti raggiungerò il prima possibile"
Si scambiarono una lunga occhiata, il ragazzo annuì prima di riprendere la propria corsa.

Se c'era un modo veloce per capire cosa stesse succedendo, quello era il migliore. Si lanciò verso il proprio obbiettivo teletrasportandosi da un tetto all'altro: ora che era da sola poteva spostarsi più velocemente. Atterrò sulla sommità della cisterna, qualche metro più avanti rispetto ai due Villain, Tomura e Kurogiri.

Fase seconda del piano di Todoroki: 'non far vacillare la loro fiducia in te'.

"Che cazzo sta succedendo, Shigaraki!?"
Allargò le braccia indicando il terribile scenario alle proprie spalle, le lingue di fuoco si riflettevano nell'unico occhio scoperto del ragazzo rendendolo ancora più inquietante del solito.

"Amabile come al solito" ridacchiò lui togliendosi la mano dal viso, la pelle giallognola contrastava con il tessuto scuro della maglietta.

"Avrei tanto voluto che il mio apprendistato sotto quel gran figlio di puttana di Endeavor passasse il più velocemente possibile. E invece arrivi tu a rovinare tutto. Tra tutti i distretti di Tokyo, perché hai scelto proprio Hosu?" Mantenne la propria maschera di menefreghismo, doveva fargli credere che la cosa la infastidisse solo per motivi egoistici.

"(Nome), (Nome), (Nome)..."
Le prese una ciocca di capelli fra le dita tirandola verso di sé, inclinò la testa di lato. Con quel movimento mise in bella vista il profondo taglio che gli attraversava la spalla destra. "Dopo tutto questo tempo mi saluti in questo modo? Mi sento offeso. Specialmente dopo che ho scoperto il tuo fantastico potere di cui mi hai tenuto all'oscuro"

Se voleva delle risposte doveva prima fare il suo gioco. Fece un'adorabile sorriso. "Lo avrei fatto, se ne fossi stata a conoscenza anche io. È stata una sorpresa pure per la sottoscritta" Gli prese gentilmente il polso per allontanarlo dai propri capelli, non voleva rischiare di diventare calva per colpa della sua unicità.

"Per quanto riguarda il benvenuto, non potevi aspettarti di più visto il modo in cui ci siamo lasciati" continuò, alludendo a quando Shigaraki aveva fatto irruzione in casa sua. Era stato uno dei pochi momenti in cui aveva avuto davvero paura.

"Lo sai che se ti fossi comportata meglio saresti potuta diventare la mia preferita?" Le andò alle spalle posandole le mani sulla giacca, sentì il suo respiro sul collo.

"Se ci fossi stata tu, Stain non ci avrebbe mai attaccati nel nostro bar clandestino. Voi due vi assomigliate: entrambi a seguire alti ideali. È proprio il genere di persona che non sopporto" La sua voce si fece tagliente, la circondò con entrambe le braccia stringendola a sé.

Finalmente cominciò a capire. "Stain lo Stermina Eroi. È per lui che stai attaccando il distretto, vuoi eliminarlo" Non sapeva se sentirsi sollevata per il fatto che non fosse stato lui a mettere in pericolo Izuku o meno. Nel primo caso almeno avrebbe saputo cosa aspettarsi.

"Sai meglio di chiunque altro che odio chi mi manca di rispetto"

Le girò attorno come un predatore con la sua preda, portò le dita pallide sotto il mento di (Nome).
"Siamo noi quelli che meritano la sua fama, ben presto di lui resterà solo un vago ricordo. Non hai intenzione di intralciare i nostri piani vero?" Assottigliò lo sguardo scrutando attentamente il volto della ragazza.

Doveva trovare il modo di allontanarsi da lì, ormai aveva ottenuto l'informazione di cui aveva bisogno. "Lo farò io. Mi occuperò di lui, ti prometto che non sentirai più parlare dello Stermina Eroi" disse decisa. Era sicura che quello sarebbe stato un modo per riconquistare la sua fiducia.

"Ho tre Nomu a mia disposizione. A cosa mi serviresti anche tu?" chiese scettico, non aveva voglia di lasciar andare quella traditrice.

"Secondo te uno di quegli esseri senza cervello sarebbe capace di portare a termine il tuo obbiettivo? Io non credo: le vie pullulano di Pro Hero, tra cui c'è lo stesso Endeavor, che stanno già combattendo"

"Una persona in più non può che aiutare sul campo. Hai visto di cosa è capace, Tomura Shigaraki"
Kurogiri prese parte alla conversazione, rendendo il suo corpo più solido per indicare (Nome). Come al solito il nebuloso fu la voce della ragione del leader dell'Unione.

"Va bene. Ma sappi che ti tengo d'occhio" Fece un paio di passi indietro senza rompere il contatto visivo, si rimise la mano sul volto. "Ora vai. E fai rimpiangere a quel bastardo di essere nato!"

Senza farselo ripetere due volte, la ragazza scomparve in un battito di ciglia.

"Finché ci sarà utile, tanto vale tenerla in vita"
Shigaraki si portò un binocolo agli occhi, seguendo con lo sguardo la figura agile della ragazza che scompariva tra i vicoli.

Sarebbe stato un gioco divertente.

𖠄 *ೃ skip time 𖠄 *ೃ

Gli occhi di (Nome) saettarono diverse volte tra lo schermo del telefono e le strade che stava percorrendo, ormai mancava poco a raggiungere la posizione che Izuku le aveva mandato per messaggio.

Svoltò agilmente un angolo e si fermò con una brusca frenata. La luce lunare si rifletteva su alti muri di ghiaccio che ricoprivano le pareti della stradina facendoli sembrare di cristallo, il pavimento era macchiato di sangue e un forte odore di sporcizia le fece venire un conato di vomito. Aveva raggiunto il proprio obiettivo.

Spostò apprensivamente lo sguardo nell'oscurità circostante per individuare le figure dei propri compagni.

Si era aspettata di trovarsi nel pieno di una battaglia, invece la scena era silenziosa.

Fu in quel momento che individuò qualcuno alla fine della via, fece uno scatto di corsa per raggiungere quel punto. "Lo..." le mancò il fiato. C'era un uomo legato e privo di sensi vicino a Izuku, Shoto, Iida e un'altro Eroe. "L'avete sconfitto?" chiese infine.

Il bicolore sussultò sorpreso nel sentire la sua voce.
"Non è stato affatto facile"
Le si avvicinò squadrandola da capo a piedi. "Tu stai bene?"

Alla luce del lampione riuscì a vedere chiaramente il corpo di Todoroki: aveva un taglio su una guancia e due molto più profondi sul braccio sinistro, perdeva abbastanza sangue.

Annuì con foga. "Non dovevo lasciarti da solo, avrei potuto darvi una mano. Dio, stai sanguinando!"
Gli prese delicatamente il braccio ferito per analizzare meglio i due squarci paralleli, dovuti sicuramente ad una lama. "Ti fa molto male?"

L'espressione del bicolore si addolcì di fronte alla preoccupazione di (Nome).
"Non è niente, sta tranquilla"

L'attenzione della ragazza venne successivamente catturata dagli altri ragazzi. Izuku era appena sceso dalle spalle del Pro Hero - quest'ultimo sembrava uscito da un film sugli Indiani d'America - , aveva una gamba ferita e sembrava reggersi a malapena in piedi. Iida invece si teneva un braccio da cui stava uscendo parecchio sangue, aveva un'espressione mortificata stampata sul volto.

(Nome), dopo aver constatato che Izuku stava bene, si avvicinò al corvino.
"Iida-san" gli posò una mano sulla spalla, "non devi sentirti in colpa."
Il verde le aveva appena raccontato come fossero andate le cose.

"Sono stato un pessimo esempio, non mi sarei dovuto far trascinare dalla sete di vendetta. Ho soltanto fatto rischiare la vita ai miei amici" ribatté con la testa chinata in avanti.

"Forse non sono la più adatta a darti consigli, ma... ho convissuto anch'io con questo sentimento per più di due anni. Da quando mia madre è stata assassinata ho cercato senza sosta un colpevole a cui farla pagare, solo ora mi rendo conto che la vendetta non è altro che una scusa. Una scusa per sentirci utili" Si sforzò di sorridere.

"Devi soltanto pensare all'eroe che vuoi diventare. Non è uccidendo Stain che renderai giustizia a tuo fratello, ma potrai farlo prendendo sulle tue spalle la sua eredità"

Gli occhi blu del ragazzo la guardarono grati.
"Grazie, (Cognome)-san", poi fece un rigido inchino.

Iida si scusò anche con gli altri due ragazzi e, nel frattempo, la ragazza si avvicinò al corpo di Stain.

'È davvero inquietante', pensò.

Aveva una benda panna che gli circondava gli occhi, una sciarpa rossa a brandelli che ondeggiava al vento come una scia di sangue, e le braccia possenti ricoperte di bende. Tutti i suoi coltelli e spade erano stati allineati sull'asfalto.

"Che diavolo sta succedendo?"
La voce profonda di Endeavor la fece sussultare, al suo seguito c'erano altri Pro Hero, tra cui un vecchietto basso in un costume giallo. Da come si arrabbiò con Izuku supposte che si trattasse dell'Eroe presso cui stava facendo l'apprendistato.

Spiegarono agli adulti ciò che era successo, ovviamente questi ultimi furono scioccati nell'apprendere che tre ragazzini erano riusciti a catturare il terribile Stermina Eroi. Persino (Nome) stentava ancora a crederci.

Mentre decidevano cosa fare lei cominciò a guardarsi intorno, sembrava tutto eccessivamente tranquillo, l'emergenza si era conclusa fin troppo bene.

Neanche il tempo di formulare quel pensiero che un urlo squarciò l'aria.

Accadde tutto in un attimo.

"IZUKU!"

(Nome) tese un braccio verso il ragazzo, non fece però in tempo ad afferrarlo. Un Nomu alato era apparso dietro di loro e, senza dare a nessuno il tempo di reagire, aveva artigliato la spalla del ragazzo volando via con lui.

Rimasero impotenti a guardare l'aspirante Hero farsi sempre più lontano: era impossibile raggiungerlo a quell'altezza.

Una miriade di pensieri diversi si affolarono nella mente della ragazza, l'immagine di lei da piccola mentre assisteva alla morte della madre senza riuscire a muovere un muscolo si sovrappose alla determinazione che aveva letto negli occhi di Izuku durante la corsa ad ostacoli.

Aveva fatto una promessa.
Non avrebbe permesso a nessuno di far del male ai suoi amici.

Un calore improvviso le invase il corpo, si mosse senza pensarci, com'era già accaduto al Festival.
Corse, ignorando il coro di voci che urlavano il suo nome o le intimavano di tornare indietro.
Non ascoltò nessuno di loro.

'Devo salire più in alto'

L'aria sotto ai suoi piedi cominciò a solidificarsi, era come salire una scala invisibile che soltanto lei poteva percorrere. Aveva attivato il suo quirk con una naturalezza strabiliante.
Gli edifici si fecero sempre più piccoli sotto ai suoi occhi, l'aria notturna le sferzava il viso, raggiunse in un attimo la stessa altezza a cui il Nomu stava volando.

Continuò a salire, poi, una volta che poté guardare l'orrenda creatura dall'alto, si lanciò nel vuoto.
Atterrò sulla schiena del Villain, si aggrappò intorno al suo collo quando questo cercò di disarcionarla.

Con le gambe aggrappate alla creatura si lasciò cadere da un lato, così da trovarsi a testa in giù di fronte al corpo del ragazzo.

"Izuku, toccami!"

Allungò un braccio verso di lui che la guardò con gli occhi spalancati. Quella ragazza non si fermava proprio davanti a nulla.

Le dita del verde raggiunsero le sue, bastò sfiorarsi e il ragazzo riapparve sulla strada, sano e salvo.

"Maledizione!"

Bastò una virata più violenta da parte del Nomu, (Nome) perse la presa e si ritrovò a cadere verso il basso.
Un urlo le sfuggì dalla gola.

Il Villan però aveva un compito ben preciso: catturare una preda, poco importava quale fosse.
Scese in picchiata verso di lei afferrandola per un braccio, gli artigli le penetrarono nella carne come fosse burro, incidendola dal gomito fino quasi alla mano.

Fece un secondo urlo, il dolore si propagò per tutto il corpo annebbiandole la vista. Percepiva ancora il vento sul corpo e il rumore delle ali del Nomu, però le sembravano lontane, come se non fosse lei a provarle in prima persona.

Ancora una volta desiderò di non morire.

Successe come nei film quando premi il pulsante pausa e tutto si cristallizza in un attimo specifico, solo che nel suo caso fu solamente il Nomu a bloccarsi a mezz'aria.
Si sentì cadere, percepì un vuoto allo stomaco che sembrò durare ore e poi la sensazione di due braccia che la prendevano al volo.

Si ritrovò davanti al volto sfigurato di Stain: le aveva appena salvato la vita con il suo quirk coagulazione, questo gli permetteva infatti di immobilizzare la vittima ingerendo il suo sangue.
Solo allora (Nome) si accorse che il Nomu era ferito alla testa.

La bloccò a terra con una mano sul petto, inchiodandola con i suoi occhi cremisi.

"Perché mi hai salvata?" mormorò, "tu sei lo Stermina Eroi"

Non capiva.

"Il mondo è pieno di falsi Eroi, non avrei mai potuto sacrificare una di quelle poche persone degne di questo titolo"
La lasciò andare, nell'alzarsi però la fascia gli cadde dal volto.

(Nome) dovette trattenere un gemito di disgusto di fronte al suo volto privo di naso, simile a un teschio umano.

"È finita, Stermina Eroi!" esclamò Endeavor facendo un passo in avanti.

Lei sollevò leggermente la testa per osservare la scena e si rese conto di essersi allontanata meno di quanto pensasse. Era accaduto tutto più velocemente di quello che le era sembrato.

"Endeavor... tu falso!" Il Villan si raddrizzò puntando il suo sguardo pieno d'odio verso il resto del gruppo.

"Questa società che trabocca di falsi eroi e in cui i cattivi usano i loro poteri impunemente, devono essere tutti sterminati! Tutto questo servirà per creare una società più giusta.
Bisogna aggiustare le cose e qualcuno deve macchiarsi di sangue. Devo riportare alla luce ciò che significa essere veramente un eroe!"

La Pro Hero che era nel gruppo cadde all'indietro per lo spavento, mentre gli altri lo guardarono paralizzati.

"Forza, venite a prendermi, falsi! Mi lascerò uccidere solo dall’unico vero eroe: All Might!"
Dopo aver detto queste ultime parole, Stain si bloccò sul posto. Solo più tardi si venne a sapere che una costola gli aveva perforato un polmone.

Alla fine, però, il piano di Shigaraki si era concluso senza intoppi.

𖠄 *ೃ skip time 𖠄 *ೃ

"Dov'è?"

L'uomo incappucciato teneva (Nome) per il collo, non riusciva quasi a respirare.
"Non te lo dirò mai, bastardo"
La voce le uscì strozzata, senza che lei potesse controllarla.

La guancia le pulsò dolorosamente, sentì i denti inciderle la carne quando l'uomo la colpì con uno schiaffo in pieno viso. Il sapore di sangue le invase la bocca, tossì senza perdere il proprio sguardo di sfida.

"Io non capisco come abbiano fatto ad affidare una cosa tanto preziosa ad una senza quirk come te" commentò.

'Almeno tuo marito, pur possedendo un quirk inutile come silencer, si è dedicato a costruire strumenti di supporto per gli heroes professionisti. Ma tu, inutile umana... il mondo sarebbe lo stesso anche se scomparissi all'improvviso'

Si aspettava quelle parole.
Però non arrivarono.

"Ma chi prendo in giro? Sappiamo entrambi che possiedi il quirk più forte di tutti i tempi". L'uomo proruppe in una sonora risata, lei sbarrò gli occhi chiedendosi come facesse a saperlo.
"Quindi hai due possibilità: o ti pieghi al mio volere o tutti quelli che ami soffriranno per colpa tua"

Avrebbe voluto dirgli che non gli avrebbe permesso di avvicinarsi ai suoi amici, che poteva fare quello che voleva con lei. Ma la sua bocca rimase immobile.

"Bene" disse l'uomo "io ero disposto a darti una possibilità". La scaraventò a terra e al suo posto comparve Katsuki nel suo completo da Eroe.

Cercò di muoversi ma il prorio corpo non rispondeva ai suoi comandi, rimase immobile sul pavimento osservando la scena impotente.
Anche dalla sua posizione non riusciva a scorgere il volto dell'uomo, era come se sotto il cappuccio vi fosse soltanto oscurità.

L'uomo attivò la sua unicità, lunghe lame fuoriuscirono dalle nocche delle sue mani, con un gesto secco le conficcò nel petto di Katsuki. (Nome) sentì lacrime di dolore bagnarle il viso mentre se ne restava incollata al pavimento di legno.

Dopo di lui toccò a Shoto, a cui venne tagliata la gola senza esitazione, poi a Kirishima, preso alle spalle, poi a Ochaco, poi a Momo, a Izuku, infine a Dabi.

"BASTA!"

Finalmente le ritornò la voce, allungò una mano verso la figura incappucciata e all'improvviso si rese conto che non sembrava più imponente come prima.

"Non è a me che devi ordinarlo"

Si calò il cappuccio dal volto, un paio di occhi cremisi le sorrisero crudelmente. Il volto delicato della stessa (Nome), contornato da una cascata di capelli candidi, la stava fissando compiaciuto.

Le lame affondarono senza esitazione nella carne del ragazzo.

"NO!"

Le lenzuola bianche creavano un groviglio attorno al corpo accaldato della ragazza, i capelli chiari erano sparsi in tutte le direzioni e il corpo snello fasciato dal camice celeste dell'ospedale era scosso da lievi tremori.

Ci mise qualche secondo a capire che stesse soltanto sognando, ma soprattutto a ricordare cosa fosse accaduto la notte precedente.

Era in ospedale.

Di nuovo.

Si mise a sedere a fatica, la testa le pulsava e il braccio destro le lanciava delle fitte acute, era fasciato fino al gomito e le garze erano macchiate di sangue. Le ferite dovevano essersi riaperte mentre si rigirava nel letto.

Notò lo schermo del suo cellulare lampeggiare sul comodino, qualcuno la stava chiamando. La sera prima aveva deciso di silenziarlo per non essere interrotta durante il suo 'incontro' con Shigaraki.

Panda.

Lesse velocemente il nome del contatto prima di accettare la chiamata. "Pronto?"
Aveva la voce leggermente roca, doveva aver urlato nel sonno.

"Giuro che lo uccido quel pezzo di merda! È stato lui a mandarti da Stain, non è vero!?" tuonò Dabi dall'altro capo del telefono.

"Oh, si sto bene. Grazie per avermelo chiesto. Sono quasi morta spiaccicata a terra, ma del resto sto una favola" rispose sarcasticamente stropicciandosi gli occhi assonnati, erano bagnati di lacrime.

Sentì il ragazzo ringhiare attraverso lo schermo. "Lo sai che mi preoccupo per te, solo che non sono bravo ad esprimerlo a parole"

"Lo so, Dabi. Lo so"
Sospirò stancamente, d'un tratto si sentì priva di forze: l'incubo era stato peggio del solito.

"Sei ferita? Ho visto il servizio in televisione, ti hanno fatto un gran bel primo piano mentre eri stesa ai piedi dello Stermina Eroi"

Fece una smorfia, era sicura di essere venuta di merda. "Ho un braccio a fette ma del resto sono tutta intera. Tu piuttosto, come sta andando la settimana senza di me?"
Cercò di cambiare argomento, l'ultima cosa che voleva era deprimersi ancora di più.

"Ho fatto saltare in aria il salone-" si interruppe ridendo sonoramente per il verso strozzato che aveva fatto (Nome) alle sue parole. "Sto scherzando. Va alla grande. Però mi manca dormire con te, osservarti mentre sei addormentata è uno dei miei passatempi preferiti, sembri così carina. E più giovane. A furia di corrugare la fronte ti farai venire le rughe"

La ragazza schioccò la lingua contro il palato mentre rilassava le sopracciglia, si chiese come facesse a sapere che espressione aveva in viso. A volte le faceva paura scoprire quanto Dabi la conoscesse a fondo.

"Senti ragazzo spilla, sei qui per prendere in giro una povera malata o per tirarla su di morale?"
Alzò gli occhi al cielo.

"Pensa a cosa ti farò quando tornerai a casa e vedrai che ti tornerà l'allegria~"

Stava per rispondergli a tono, quando qualcuno bussò alla porta della sua camera d'ospedale.
"Sei fortunato, devo lasciarti. È arrivata l'infermiera"

"Va bene, piccola peste. Vedi di non cacciarti nei guai più di quanto fai di solito"

Sorrise. "Ok, papà"
Buttò giù la chiamata.

Dopo la seconda medicazione, visto che era stata capace di far saltare tutti i punti soltanto dormendo, l'infermiera finalmente la fece alzare dal letto. Gli artigli del Nomu le avevano lacerato alcune fibre muscolari quindi sarebbe stata una lenta guarigione.

Uscì dalla sua camera con l'intenzione di cercare la stanza degli altri tre ragazzi, impresa che risultò più semplice del previsto, in quanto la camera in questione si trovava cinque porte più avanti. Riconobbe subito la voce del loro capoclasse quando abbassò la maniglia per entrare.

"Come stanno i tre eroi che hanno sconfitto il Villain più ricercato negli ultimi tempi?" esclamò saltellando verso i tre ragazzi.

Izuku era seduto sul letto alla sua destra, Iida su quello di fronte e Shoto era appoggiato alla finestra. Tutti e tre erano ricoperti di bende e cerotti.

"(Nome)-chan!"

Izuku balzò giù dal letto per andarle incontro, fece un profondo inchino. "Grazie per avermi salvato da quel Nomu, non so che fine avrei fatto altrimenti"

Gli posò le mani sulle spalle per farlo raddrizzare. "Non dirlo neanche per scherzo, dovresti sapere che darei la vita per i mei amici" Si grattò la testa. "Ed in effetti questa volta ci sono andata vicina"

Rimase sorpresa quando il ragazzo la cinse con le braccia per darle un tenero abbraccio.
"Dovresti fare più attenzione, sicuramente in giro non esiste un'altra persona come te. Sei insostituibile"

Lo strinse a sua volta accostando la propria guancia a quella lentigginosa di Izuku. Se c'era una persona che meritava di essere nel corso Eroi, quella era lui.

"Il tuo braccio era messo tanto male?" Shoto interruppe il loro scambio, indicò la fasciatura appena fatta.

"Beh... il mio brachioradiale è stato quasi tranciato a metà. Non so quando riuscirò di nuovo ad usare il braccio, speriamo che Recovery Girl possa fare qualcosa a riguardo"

"Anche il mio braccio non ha fatto una bella fine" si intromise Iida alzando l'arto in questione, era fasciato e legato intorno al collo da una benda elastica. "Però se Recovery girl ha rimesso in sesto le ossa di Midoriya già diverse volte, non vedo perché non dovrebbe riuscirci anche con noi"

La porta della stanza venne aperta di botto, tutti e quattro si girarono contemporaneamente. Fecero il loro ingresso l'Hero anziano che (Nome) aveva visto ad Hosu durante la cattura di Stain e un altro Pro Hero con un costume celeste e un casco con sopra una pinna di pesce. Al loro seguito arrivò un uomo con indosso un completo elegante e la testa di un cane.

Passarono i dieci minuti seguenti a subirsi una ramanzina a causa di quello che avevano fatto; infatti, non possedendo ancora la licenza provvisoria, non potevano usare i loro quirk al di fuori della scuola. Specialmente per attaccare.

"È questo che fanno gli eroi!" sbottò Shoto stringendo i pugni.
Dopo quello che avevano rischiato non riteneva affatto giusto il modo in cui li stavano trattando: avevano salvato la vita ad un Pro Hero e catturato un pericoloso criminale.

"È questo ciò che vi insegnano alla U.A.? Anche se dal figlio di Endeavor potevo aspettarmelo..."

Questo era un colpo basso.
Il bicolore avanzò di scatto, il volto corrugato in un'espressione di pura rabbia; per fortuna (Nome) riuscì ad afferrarlo per una mano, intrecciando le loro dita.

"Tutto questo non ha senso!" esclamò scuotendo la testa, "non potevamo ignorare una richiesta d'aiuto: se lo avessimo fatto, allora non saremmo più stati degni di essere chiamati Eroi"
Capiva la preoccupazione dei professionisti, d'altronde loro quattro erano sotto la loro responsabilità, però c'era un limite a tutto.

"Detto questo..." l'uomo cane si piegò in avanti, "volevo ringraziarvi"

Inutile dire che rimasero scioccati da quel repentino cambio di atteggiamento. Li spiegarono poi che avrebbero insabbiato la faccenda, dicendo che era stato Endeavor a salvarli tutti, ovviamente loro non avrebbero dovuto raccontare la verità a nessuno.

Il silenzio che si era creato all'interno della stanza dopo la fine della discussione venne interrotto unicamente dal commento di Shoto.

"Avrebbe anche potuto cominciare in questo modo"

Spazio autrice:

Scusatemi se ho preferito non mettere in mezzo la nostra Eroina nel combattimento contro Stain, ma ho preferito dilungarmi su altri punti del capitolo come il dialogo con Shigaraki e il suo risveglio in ospedale.

Gli incubi poi continuano a non darle tregua, per fortuna ci pensa Dabi a farla distrarre.

Al prossimo capitolo.

~Ale💕

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