Capitolo 20
"Izuku, le tue guance sono così morbide~"
Ochaco era accucciata contro la spalla del verde, con l'indice stava punzecchiando il suo viso nel punto in cui la pelle era spruzzata di lentiggini. Izuku era completamente rosso, ma non aveva il coraggio di muovere alcun muscolo.
"(N-Nome), cosa le hai fatto bere?"
Girò gli occhi verso la bionda senza spostare la testa di un millimetro.
La ragazza, stravaccata sulla poltrona accanto a loro, con le gambe su un bracciolo e la schiena sull'altro, fece una breve risata. Erano proprio una bella coppia.
"Solo un po' di vodka alla pesca"
Iida, in piedi di fronte ai tre, le gettò un'occhiataccia di rimprovero.
"Cosa c'è? Ha detto che le piaceva e le ho versato un secondo bicchiere" si giustificò, "poi non credo che a Izuku dispiaccia questa situazione~"
Con un dito tracciò il bordo del bicchiere semivuoto che teneva in mano mentre gli faceva l'occhiolino.
"Non parlarle, Merdeku"
Katsuki prese (Nome) per un braccio sollevandola dalla poltrona, poi prese il suo posto e se la tirò sulle ginocchia. In tutto quello riuscì a tenere in equilibrio un drink pieno fino all'orlo senza versarne nemmeno un goccia.
"Eddai Katsuki" lo riprese imbronciata, "stavo fangirlando sulla mia nuova OTP"
La mano del ragazzo le cinse la schiena. "Non ho capito un cazzo di quello che hai appena detto"
Le sorrise strascicando le parole, poi affondò il viso sul suo petto.
Era ubriaco.
(Nome) si chiese come facesse ad avere un totale controllo sul proprio corpo anche in quelle condizioni.
"Non ti è bastato saltarmi addosso quando ero bendata?" disse, cercando di allontanarlo dal proprio corpo; con il risultato che Katsuki si aggrappò con entrambe le braccia attorno al suo busto.
"Me lo dovevi, quel bacio"
Capì subito a cosa si riferisse. Rise al ricordo del proprio starnuto che aveva rovinato clamorosamente il momento.
"Non credo proprio, porcospino"
Gli diede un buffetto sulla fronte.
"Ma ti è piaciuto. Ammettilo"
Alzò gli occhi al cielo, con un agile movimento riuscì a sottrarsi alla sua stretta, complice un momento di distrazione da parte del biondo.
"Megalomane egocentrico"
Scandì ogni sillaba. Finì il contenuto del proprio bicchiere e lo posò su un tavolino.
I riflessi del ragazzo - non rallentati dall'alcol, in un modo umanamente non spiegabile - gli permisero di afferrarla per un polso prima che si allontanasse e di bloccarla al muro. Un ghigno si fece strada sul volto di Katsuki mentre si avvicinava all'orecchio di (Nome).
"Se continui a darmi fastidio dovrò punirti~" La lingua del biondo le sfiorò il lobo facendola sussultare.
"K-Kiri! Ti prego, togliermelo di dosso!" esclamò, attirando l'attenzione del rosso, impegnato a raccontare qualcosa a Sero. Doveva essere una storia divertente visto che quest'ultimo stava ridendo sonoramente, colpendo con piccoli pugni il bracciolo della poltrona su cui era seduto.
Kirishima accorse subito in suo aiuto, attivò il suo quirk e tirò all'indietro Katsuki per poi caricarselo in spalla.
"METTIMI GIÙ CAPELLI DI MERDA!"
Le rivolse uno sguardo preoccupato, ignorando le proteste del biondo. "Non ti ha fatto niente, vero? Sennò questa volta sarà lui ad esplodere"
La bionda scosse la testa con un piccolo sorriso. "No, Red Riot. Per fortuna sei arrivato tu per salvare questa povera donzella il pericolo" disse con enfasi, mentre si sventolava il viso con una mano.
"Sei il mio eroe!"
Il divano cingolò sotto il peso di Katsuki, che venne lanciato su di esso senza troppo complimenti; il rosso si inginocchiò baciando con galanteria la mano di (Nome).
"Farei di tutto per la mia principessa" continuò a recitare, guardandola con la testa inclinata all'indietro.
"Oh, Eijiro..."
Il ragazzo spalancò leggermente gli occhi, lasciò da parte il loro giochetto. "Mi hai chiamato per nome"
Non se n'era accorta, era stato qualcosa che le era venuto spontaneo. In realtà non sapeva neanche perché non l'avesse ancora fatto, d'altronde tutti gli altri li chiamava sempre per nome.
"Se ti da fastidio-" cominciò, osservando Kirishima che si rimetteva in piedi spazzolandosi i pantaloni.
"No, per niente. Il mio nome suona bene quando sei tu a pronunciarlo" la interruppe, arrossì lievemente quando si accorse che l'ultima frase poteva apparire equivoca.
Cercò di rimediare: "Intendo dire che hai una bella voce, non che tu mi piaccia. Cioè, non è che mi fai schifo..."
(Nome) scoppiò a ridere.
"Ehi, ho capito. Non ti preoccupare"
Di certo Kirishima sarebbe stato il ragazzo perfetto: era bello, gentile, aveva un fisico da paura ed era tremendamente adorabile. Forse l'unica cosa che gli mancava era un po' di sicurezza in sé stesso e nelle proprie capacità.
"Per chi è interessato ho trovato questa nello studio del mio vecchio"
Todoroki rientrò nella stanza sventolando una bottiglia dall'aspetto costoso che conteneva un alcolico color bronzo dai riflessi dorati.
Voleva fare un dispetto ad Endeavor, quello era certo.
Si avvicinò a (Nome).
Kirishima era tornato a parlare con Sero, Katsuki si era addormentato sul divano e Izuku si era rassegnato a fare la parte del cuscino per Ochaco.
"Vuoi provare?" chiese e stappò la bottiglia, un'odore forte saturò l'aria intorno a loro, le versò un bicchiere per poi porgerglielo.
Il sapore dolce del liquore le accarezzò la lingua, seguito da un calore fortissimo, (Nome) tossì un paio di volte prima di riottenere la capacità di parlare.
"Che diavolo è?" domandò, indicando il bicchiere ancora pieno.
Il bicolore scrutò concentrato l'etichetta, la bottiglia era per metà d'argento e per metà trasparente, con la parte di sotto tonda e quella superiore allungata, sembrava molto costosa. "Henry IV Dudognon Heritage Cognac, o almeno così c'è scritto..." girò la bottiglia per vedere la gradazione alcolica, "fa attenzione, è molto forte"
"Me ne sono accorta"
Bevve un altro sorso, pian piano la sua bocca si stava abituando e alla fine l'unica cosa che percepì fu il sapore aromatico del liquore. Quella sarebbe stata la prima e ultima volta che avrebbe avuto la fortuna di assaggiare una bevanda del genere, una bottiglia di quel tipo doveva costare come minimo quanto una macchina sportiva.
Di solito (Nome) reggeva bene l'alcol, però quest'ultimo bicchiere - unito agli altri che aveva gia bevuto - riuscì a darle il colpo di grazia. Cominciò a sentire la testa leggera, un forte senso di allegria si impadronì di lei e l'immagine della stanza le apparì sfuocata.
Todoroki si era allontanato per distribuire agli altri quella costosissima bevanda paradisiaca, quindi la ragazza colse l'occasione per avvicinarsi a Kirishima chiedendogli di cambiare la musica. I bpm accelerati di una canzone da discoteca riempirono la stanza.
"CHI È PRONTO A DIVERTIRSI?"
Le parole le uscirono meno nitide di quello che si aspettava. Fece una risatina mentre con un balzo saliva su un tavolino libero da cartacce, avanzi di cibo-spazzatura o bevande.
Cominciò a muoversi, i fianchi ondeggiavano a ritmo, mentre le mani seguivano sensualmente tutte le curve del suo corpo.
Si sciolse la coda, i capelli chiari le ricaddero sulla schiena come un arco di luce. Lanciò la felpa scura sul pavimento rimanendo in top, il sudore brillò sulle clavicole scoperte mettendo in evidenza il petto che si alzava e abbassava a causa del suo respiro accelerato.
Sentì un compagno esclamare qualcosa, senza però riuscire a distinguere chiaramente le parole. Ben presto tutti gli altri la imitatono, il centro della stanza si riempì di corpi che ballavano gli uni accanto agli altri, che ridevano, che si guardavano negli occhi.
(Nome) li raggiunse, mimetizzandosi in quel mare di corpi in movimento. Sentì delle braccia circondarle la vita, la sua schiena aderì ad un petto scolpito. Rilasciò un lento sospiro mentre delle labbra morbide le sfiorarono il collo, il respiro caldo del ragazzo la fece rabbrividire, affondò le dita in una chioma morbida come seta.
Inclinò la testa di lato per riuscire a scorgere un turbinio di capelli bianchi e rossi. Shoto Todoroki.
"L'invito a fare attenzione valeva anche per te" lo prese in giro, riportando lo sguardo di fronte a sé.
"Sono perfettamente sobrio"
Le accarezzò la coscia destra, nello stesso momento in cui le labbra lasciarono una scia di baci leggeri dal collo fino alla scapola.
"Da sobrio non ti comporteresti così"
Non lo disse in tono accusatorio. Era solo curiosa, tutti i problemi che normalmente si sarebbe fatta erano messi in secondo piano dall'alcol che le circolava in corpo.
"Forse è solo una scusa per tenerti fra le mia braccia"
Si voltò per guardarlo in faccia.
La maggior parte delle persone preferisce fermarsi alle apparenze.
È più facile rassegnarsi al fatto che una persona sia fredda o distante che lottare per riuscire a varcare quella che alla fine è solo una barriera di protezione.
Shoto era proprio così: un ragazzo che aveva dovuto sopprimere ogni emozione per non essere schiacciato da tutto il dolore che suo padre gli aveva procurato.
Era proprio quello il motivo per cui trovarsi davanti alla sua vera anima era un'esperienza sconvolgente. La luce appare ancora più brillante se ti sei dimenticato il modo in cui riusciva a risplendere.
"Shoto, non andrò da nessuna parte. Lo prometto."
Poggiò la propria fronte contro quella del bicolore, avrebbe riconosciuto anche ad occhi chiusi l'odore della sua pelle, le ricordava quello dell'aria poco prima di una nevicata.
"Lo so. Anche perché non lo permetterei". Indicò il resto dei compagni con un gesto della mano, "nessuno di noi lo farebbe."
A quelle parole la morsa che le stringeva il cuore da tempo si allentò, un senso di calore e leggerezza prese possesso del suo petto.
La felicità.
Si staccò dall'abbraccio e abbassò senza preavviso il volume della musica, rendendola un rumore di fondo. Salì di nuovo in piedi su un tavolo sventolando le braccia in aria come un direttore d'orchestra, attirò così l'attenzione di tutti.
"Magari ora mi considererete una guastafeste per aver rovinato il momento 'ballo sfrenato' " cominciò, facendo il segno delle virgolette con le dita, "ma c'era qualcosa di importante che volevo dirvi e mi conviene farlo ora che sono ancora sbronza, sennò non credo che riuscirei ad essere sincera come vorrei"
Fece un sorriso. "Ci conosciamo da quanto? Un mese e mezzo? Vi devo dire la verità, io neanche ci volevo venire alla U.A., in quanto a causa di quello che è successo a mia madre non avevo una gran fiducia negli eroi. Ora invece non vorrei essere da nessun'altra parte"
Alzò l'indice della mano destra, "primo giorno di scuola: vengo aggredita verbalmente da un certo porcospino appena dopo aver messo piede in classe e delle ragazze che non conoscevo mi aiutano a trovare un nuovo utilizzo del mio quirk"
Alzò un secondo dito, "secondo giorno di scuola: un semifreddo di mia conoscenza mi aiuta con i compiti di inglese e mi dice che presto cambierò idea sul mondo degli Hero - cosa che poi si è avverata - , dopo essere stata ferita durante l'esercitazione vi ritrovo quasi tutti vicino al mio letto nell'infermeria per chiedermi come stavo"
Un terzo.
"Durante l'attacco alla USJ abbiamo combattuto come una vera squadra, tenendo perfettamente testa ai Villain"
Un quarto.
"Mi siete sempre stati accanto, anche se molte volte non mi sono comportata come dovevo. Ognuno di voi è stato capace di insegnarmi qualcosa"
Li indicò ad uno ad uno mentre parlava. "Izuku a non arrendersi, Katsuki a dare il massimo in ogni situazione, Shoto a credere in me stessa, Eijiro che la gentilezza non è mai troppa, Momo a non dubitare delle mie decisioni, Ochaco a dimostrare quanto valgo..."
Si rese conto di essere cambiata più di quanto pensava fosse possibile, era tornata quella di una volta. Tutto paradossalmente grazie agli Hero che tanto detestava.
"Siete stati degli amici quando avevo bisogno di divertirmi, una famiglia quando avevo bisogno di aiuto e degli alleati quando ero in difficoltà. Fino ad oggi ho cercato di dimostrarvi quanto tenessi a voi soltanto con i gesti, però oggi voglio dirvelo a voce: vi voglio bene ragazzi. Sono fiera di essere una studentessa della 1-A."
Kirishima aveva gli occhi lucidi, mentre Izuku e Ochaco stavano letteralmente piangendo. Katsuki, che si era finalmente risvegliato, aveva un piccolo sorriso sulle labbra, lo stesso valeva per Shoto.
"Io voglio diventare un Eroe come tutti voi e vi ringrazio per avermi fatto capire una cosa fondamentale"
Gettò un'occhiata al biondo esplosivo prima di parlare.
"I sogni non si avverano se ci credi. I sogni si avverano se alzi il culo e fai di tutto per realizzarli. Non è il destino, sei tu."
𖠄 *ೃ skip time 𖠄 *ೃ
Lo sferragliare del treno sui binari ad alta velocità accompagnò (Nome) per tutto il viaggio. Non che le dispiacesse, al contrario, il leggero tremolio accompagnato dal rumore del vento contro il finestrino erano riusciti a rilassarla nonostante la tensione dovuta allo stage.
Passare una settimana con l'Eroe n°2 Endeavor non era una cosa da tutti i giorni; se poi ci aggiungevi la litigata che c'era stata durante il Festival dello U.A. le cose si complicavano ulteriormente.
(Nome) spostò l'attenzione sul bicolore che, seduto di fronte a lei, stava leggendo un libro. O almeno ci stava provando, i suoi occhi stavano infatti indugiando sulla stessa pagina da ormai cinque minuti buoni.
"A che pensi?" Il bicolore la guardò interrogativo. "O quella pagina è davvero interessante oppure hai la testa altrove, queste sono le uniche due opzioni che mi sono venute in mente"
La verità era che Shoto non era riuscito a smettere di tormentarsi per la decisione che aveva preso, continuava a chiedersi se fosse quella giusta.
"Tra qualche ora sarò di nuovo alla mercé del mio vecchio" disse semplicemente.
Lo sguardo di (Nome) si addolcì.
"In ogni caso ormai è troppo tardi per pentirsi, inoltre ti ho già detto come la penso." Mise la propria mano su quella di Shoto, la quale era posata sullo stretto tavolino di legno che divideva i loro posti. "Per quanto possa contare, sono felice di fare l'apprendistato con te"
Il ragazzo posò la testa sul finestrino, chiuse gli occhi per un lungo istante senza annullare il contatto tra le loro mani. "La cosa che mi dà più fastidio è la certezza che mio padre non cambierà mai, non importa cosa io faccia o dica. Ora che ho usato le sue fiamme sarà anche peggio, io non voglio essere come lui"
"Shoto..." Lo tirò gentilmente verso di sé, i loro volti si ritrovarono a pochi centimetri di distanza, (Nome) poté specchiarsi nei suoi occhi. Gli prese la mano destra per posargliela davanti al volto, così che coprisse l'occhio grigio e parte delle ciocche bianche.
"Sai cosa vedo io ora?" Gli chiese, concentrando lo sguardo sulla sua parte sinistra.
"Mio padre?" Fece per spostare la mano ma (Nome) non glielo permise.
"Vedo un bellissimo ragazzo dai capelli rossi e dagli occhi azzurro cielo, un ragazzo ferito, che vuole riprendere in mano la propria vita"
Gli prese entrambe le mani accarezzandole con i propri pollici.
"Potrai avere anche gli stessi colori di tuo padre, lo stesso azzurro e lo stesso rosso. Ma i tuoi occhi, l'espressione del tuo viso, il modo in cui guardi le persone, non sono neanche lontanamente vicini a quello che è Endeavor. Possiederà l'unicità del fuoco, ma l'unica cosa che quell'uomo riesce a trasmettermi è una sensazione di gelo. Tu sei tutto l'opposto"
La luce del sole attraversò il vetro, riflettendosi sulle loro mani intrecciate, Shoto si chinò in avanti per posarle un piccolo bacio sulla fronte. "Sai invece cosa vedo io quando ti guardo?"
(Nome) scosse la testa.
"Una futura Eroina"
𖠄 *ೃ skip time 𖠄 *ೃ
L'agenzia di Endeavor era un grattacielo colossale con una grande 'E' fiammeggiante sull'entrata, (Nome) e Todoroki in confronto sembravano due insetti insignificanti.
La ragazza alzò la testa verso il cielo, schermandosi il viso con una mano per proteggersi dal sole riflesso dalle ampie vetrate, era senza parole.
"Vuole sempre guardare tutti dall'alto"
Il bicolore si avviò verso l'ingresso senza neanche soffermarsi a guardare l'edificio, (Nome) dovette corrergli dietro per tenere il passo.
"Aspettami!" Si attaccò al suo braccio, scrutando l'espressione fredda sul volto di Shoto. "Hai l'aria di uno che preferirebbe stare all'Inferno"
"Ci sono già" sospirò.
Raggiunsero l'ufficio del Pro Hero nel più assoluto silenzio, ognuno di loro era perso nei propri pensieri. Endeavor era proprio il tipo di Eroe che (Nome) non sopportava: dedito alla fama anziché a salvare le persone; inizialmente pensava che fossero tutti come lui, ma per fortuna erano stati capaci di farle cambiare idea.
"Che ironia del destino"
La voce profonda di Endeavor li raggiunse non appena misero piede nella grande stanza.
Questa era occupata unicamente dalla sua scrivania, un tavolo basso con due divani nel centro e un lampadario di cristallo. La parete di destra era formata da un'unica vetrata, mentre il soffitto a cassettoni e le pareti erano di un soffocante marrone chiaro.
Si avvicinarono all'uomo infuocato, i loro passi furono attutiti dall'ampio tappeto persiano che ricopriva il centro dello studio.
"Il figlio che ha finalmente deciso di accettare il suo compito e la ragazza che ha avuto il coraggio di tenermi testa. Tutti e due in una volta"
(Nome) fece per rispondere a tono ma Shoto la precedette. "Non sono qui per piegarmi al tuo volere o altro. Questa non è una fase di ribellione - come la chiami tu - , è il momento in cui ho deciso chi voglio diventare. Ma per farlo avevo bisogno di chiudere con te una volta per tutte"
L'ombra di un'espressione sorpresa si fece strada sul volto dell'uomo, spostò gli occhi chiari sulla ragazza.
"Tu che mi dici invece?"
"Oh, io voglio solo rendermi conto dei motivi per cui sei l'Eroe n°2. Ci sarà un motivo se ti chiamano 'l'eterno secondo'." Stava giocando col fuoco e questo lo sapeva bene.
"Vedo che sei insolente come al solito, mocciosa". Sorpassò la propria scrivania per avvicinarsi a lei.
"Ma la tua lingua lunga non sarà abbastanza per farti diventare un Hero"
Dovette ingoiare quel boccone amaro, sapeva che il Pro Hero aveva ragione. Per quanto le risultasse difficile, doveva provare ad instaurare almeno un rapporto civile con lui. Si chinò in avanti senza aggiungere altro.
"Vedo che hai compreso la tua posizione, è un passo in avanti" Cominciò a girare intorno ai due aspiranti Hero, squadrandoli da capo a piedi. "Uno dei compiti principali degli Eroi è quello di far vedere alla gente che sono presenti sul campo, vale a dire fare delle ronde in città. In questo modo anche i criminali saranno tenuti maggiormente a bada"
Si poggiò al bordo della scrivania con uno sguardo truce. "Avrete sentito parlare di Stain lo Stermina Eroi"
Le si ghiacciò il sangue nelle vene, era il Villain che aveva quasi ucciso il fratello di Iida, ricordava che era quello il motivo per cui il ragazzo non aveva partecipato alla cerimonia di premiazione del Festival.
"È da tempo che cerchiamo di catturarlo senza ottenere risultati, per il momento le informazioni che abbiamo a disposizione ci confermano che si trova ancora ad Hosu" spiegò.
"Lo Stermina Eroi fa tre attacchi quando prende di mira un luogo, fino ad ora Hosu ne ha subito soltanto uno." Ovviamente Todoroki era informato come al solito.
L'aria nello studio era diventata pesante, sapevano che quello non era un problema di poco conto.
"Per oggi ci limiteremo a girare per le strade, così voi potrete osservare il mio modo di agire. Non vi è acconsentito l'uso dei quirk"
Endeavor si avviò verso la porta, le fiamme intorno al suo corpo illuminarono l'ambiente circostante. "Indossate i vostri costumi e raggiungetemi all'uscita"
Detto questo la sua possente figura scomparve dalla loro vista.
"Non pensavo avresti lasciato perdere così in fretta"
Con addosso i costumi da Hero, (Nome) e Shoto stavano aspettando che l'ascensore raggiungesse il piano terra dell'edificio. Lo stretto cubicolo aveva uno specchio sul fondo, quindi lui poté guardarla in faccia anche se era di spalle, scorse così un suo piccolo sorriso prima che gli rispondesse.
"Non sono testarda come sembro. In questo caso ho capito che sarebbe stato meglio smetterla. L'ultima cosa che voglio è trasformare quest'apprendistato in una tortura"
Si stiracchiò le spalle indolenzite per il lungo tragitto in treno, nel farlo la sua tuta aderì ancora di più al corpo. Era fatta un materiale particolare, resistente ed elastico allo stesso tempo, talmente sottile da sembrare come una seconda pelle.
Sentì lo sguardo di Shoto bruciarle addosso. "Non dovresti provocarmi in questo modo, (Nome)"
Si era avvicinato senza neanche accorgersene, intrappolandola con le mani posate ai lati della sua testa; gli ritornò in mente il giorno in cui i giornalisti erano riusciti a superare la barriera della U.A., sembrava passata una vita.
Si sentì avvampare, posò una mano sul petto del ragazzo. Il nuovo costume gli stavo molto meglio del precedente. Questo comprendeva una giacca blu scuro, pantaloni dello stesso colore, una maglia da combattimento color argento e stivali bianchi. Indossava anche una cintura argentea con delle capsule attaccate.
"Non avevi detto che avresti avuto pazienza?"
Trasalì quando il bicolore si chinò fino a posare le proprie labbra sulla sua guancia. "Certo, ma ricordati che sono sempre un ragazzo nel pieno dell'adolescenza. E forse non te ne rendi neanche conto, ma sei l'incarnazione della lussuria in quel costume di pelle"
Il suono delle porte che si aprivano mise fine a quell'imbarazzante conversazione, il ragazzo uscì perfettamente composto, come se non fosse successo assolutamente nulla. (Nome) lo seguì qualche secondo più tardi, sventolandosi il volto accaldato con una mano.
"Muoviamoci, non ho intenzione di aspettare i vostri comodi"
Endeavor fece strada senza gettar loro nemmeno uno sguardo. Doveva ammettere che se si fosse mai trovata in pericolo e lui fosse venuto a salvarla, avrebbe preferito andare in pasto ai Villains. Quell'uomo non le trasmetteva un briciolo di sicurezza.
Era come se avesse lo sguardo perennemente rivolto verso qualcosa che nessun'altro poteva vedere, e che lo guardasse con odio.
'Sarà una lunga settimana...'
𖠄 *ೃ skip time 𖠄 *ೃ
Finalmente poté gettarsi sul futon della camera che le era stata assegnata all'interno dell'agenzia.
Era stata una giornata sfiancante: Endeavor li aveva fatti correre da un lato all'altro della città per acchiappare stupidi criminali da quattro soldi.
O meglio, lui li aveva catturati, mentre (Nome) e Shoto avevano fatto le belle statuine sul bordo della strada. L'unico suo passatempo era stato quello di appuntarsi le reazioni della gente quando vedeva passare il Pro Hero, per la maggior parte le persone apparivano spaventate o si spostavano per non incrociare la sua strada.
La stanza in cui avrebbe vissuto durante lo stage era semplice, in stile giapponese tradizionale. Aveva le pareti di carta, due porte scorrevoli che portavano rispettivamente al bagno e al corridoio collegato alle altre camere degli ospiti, un tavolino con i cuscini, un piccolo televisore e un lampadario a forma di sfera.
Si era tolta il costume per indossare una comoda camicia da notte di seta scura a spalline; di solito dormiva con la prima cosa che le capitava a tiro, però, visto che non stava in casa sua e non si sapeva mai chi sarebbe entrato nella sua stanza, non voleva apparire come una barbona.
"Credo di essermi innamorato di te... quindi sappi che ti aspetterò"
Si ritrovò a fissare il soffitto, mentre le parole che Shoto le aveva detto al Festival Sportivo le rimbombavano nella mente. Sul momento non ci aveva dato peso, era sicura che qualunque cosa avesse fatto il rapporto tra di loro avrebbe finito per andare in frantumi non appena lui avesse scoperto il suo segreto.
Ma ora era diverso. Lui sapeva tutto, e nonostante quello aveva deciso di rimanerle accanto.
Doveva dargli una risposta, prima o poi, solo che al momento non sapeva neanche lei cosa provasse.
Da un lato c'era Dabi, l'amico d'infanzia, la sua famiglia, che le aveva confessato i propri sentimenti e con cui negli ultimi tempi aveva instaurato una relazione che non riusciva ancora a definire. Dall'altro Katsuki, il ragazzo che nonostante il suo caratteraccio l'aveva aiutata quando era persa sotto il temporale, che le aveva permesso di superare in parte le proprie paure, e con cui c'era stato un 'quasi bacio'.
Poi c'era Kirishima, il gentiluomo della situazione, sempre gentile, quello che le aveva prestato la propria giacca e che l'aveva invitata al cinema. Infine Shoto, beh, non c'era nient'altro da dire su di lui dopo tutto ciò che aveva fatto per lei.
"Aaaaaaahhh" urlò premendo la faccia contro il cuscino, mentre i piedi battevano incontrollabilmente contro il materasso. Perché i sentimenti dovevano essere così complicati? Perché non sapere già con chi sei destinato a stare? Sarebbe tutto più facile, nessuno soffrirebbe e saremmo tutti più felici.
Avrebbe tanto voluto chiacchierare con Ochaco o Momo, erano sempre in grado di darle buoni consigli.
Prese il telefono tra le mani, forse in quel modo sarebbe riuscita a distrarsi, si accorse che c'erano diversi messaggi non ancora letti.
Orsetto virile💪❤:
"Com'è andata la giornata, principessa? Sono sicuro che avrai tenuto testa a Endeavor. Katsuki non ha smesso di tartassarmi di messaggi per dirmi quanto gli ha dato fastidio il fatto che tu sia andata a fare lo stage con Todoroki anziché con lui e Best Jeanist. Non lo sopporto più!"
19.30
Porcospino💥:
"Oi vampira. Fino alla fine ti pentirai di aver scelto quel bastardo diviso a metà, ti saresti divertita di più con me. Quando ci rivedremo ti farò mangiare la polvere in qualsiasi sfida farai contro di me. Se la pokeball prova anche solo a sfiorarti chiamami che vengo a farlo saltare in aria ovunque tu sia."
20.03
Panda🐼:
"Non puoi immaginare cosa ti farei se tu fossi qui con me ora. Mi manchi, ragazzina. Per qualunque cosa ricorda che io sono qui."
21.54
Non poté impedirsi di sorridere.
'Chiunque sarà alla fine, tutti loro hanno già lasciato un segno indelebile nel mio cuore'
Spazio autrice:
La parte che preferisco di questo capitolo, anche se è una delle più brevi, è la scena tra la protagonista e Shoto in treno. Non so dirvi il motivo preciso, ma l'ho adorata.
Diciamo che questo è un "capitolo di passaggio", le nostre care scene di combattimento torneranno nel prossimo.
Spero che la storia vi stia piacendo.
Domanda del giorno: vi sta simpatico Endeavor?
Alla prossima.
~Ale💕
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