Capitolo 2
"Ancora non capisco perché devo essere io a fare questa cosa"
Era forse la decima volta che (Nome) ripeteva quella frase: quando si era svegliata, quando era scesa a fare colazione, quando si era lavata i denti, e anche ora, mentre stava sistemando gli ultimi dettagli della divisa del Liceo Yuei.
Questa consisteva in una giacca grigia con i bottoni dorati e delle strisce verde smeraldo sulle spalle, sulle maniche e sul colletto, in tinta con la gonna, una camicia bianca con una cravatta rossa, un paio di calze nere alte fino al ginocchio e dei mocassini marroni.
Le era bastato fare una telefonata a suo padre per chiedergli di farla entrare alla U.A. e lui, come qualsiasi padre assente, si era subito adoperato per realizzare la sua richiesta.
"Perché se lo facessi io magari si accorgerebbero che sono cinque anni più grande? O magari perché Todoroki riconoscerebbe suo fratello?" Chiese Dabi sarcasticamente, osservandola dal letto su cui era seduto con le gambe penzoloni.
"Però, che ironia del destino..." continuò, beccandosi uno sguardo truce da parte della ragazza.
"Continua a tuo rischio e pericolo" lo minacciò puntandogli contro la scarpa che stava per indossare.
"Perché non ti leghi i capelli con un nastro rosso? Ti farebbe sembrare una brava ragazza e poi-" non ebbe il tempo di finire perché una cuscinata lo colpì in pieno viso, facendolo cadere di schiena sul letto.
(Nome) lo sovrastava in tutta la sua ira, con le braccia incrociate in stile 'mamma arrabbiata'; non le era importato di salire con le scarpe sul piumone celeste polvere, in quel momento avrebbe soltanto voluto prenderlo a calci.
Dabi, dalla sua posizione sdraiata ai piedi della ragazza, fece una lieve risata. "D'ora in poi ricordati di avere la gonna"
(Nome) si lasciò sfuggire un verso imbarazzato e fece velocemente un passo all'indietro, ma quell'animo vendicativo che era Dabi l'afferrò per una caviglia, facendola inciampare all'indietro.
Sta di fatto che - non sapendo precisamente in quale modo - lei si ritrovò sdraiata sotto il corpo del ragazzo, il quale le teneva bloccati entrambi i polsi ai lati della testa.
"O potrebbero succedere cose come questa" le sussurrò all'orecchio.
Sarà stato per la sorpresa o per l'improvvisa vicinanza di un altro essere umano di sesso maschile, ma il viso di (Nome) si colorò di rosso.
"Mi farai fare tardi, panda!" esclamò cercando di divincolarsi.
Pessima mossa.
Mai, e dico mai, strofinarsi in quel modo contro il corpo di un ragazzo.
Ovviamente lei non si era posta questo problema.
"Dio, (Nome). Stai ferma."
Lei realizzò in quell'istante la posizione fraintendibile in cui erano stesi, e ciò che aveva appena fatto.
Dabi la stava guardando in un modo quasi famelico, il suo respiro caldo le accarezzava le labbra e i capelli corvini di lui le solleticavano la fronte.
"Dabi... sto parlando sul serio" sussurrò lei, cercando ancora di liberare i polsi.
Lui sembrò riscuotersi in quel momento, la lasciò andare di colpo come se la sua pelle bruciasse, non capiva cosa gli fosse preso.
"Scusami" disse rimettendosi in piedi, poi riassumendo la sua espressione distaccata aggiunse "mancano dieci minuti all'inizio delle lezioni"
(Nome) spalancò gli occhi, poi senza aggiungere altro si fiondò giù per le scale. "Non distruggermi casa!" urlò per poi uscire di casa come un tornado impazzito.
Corse a perdifiato per le strade della città, beccandosi gli sguardi incuriositi dei passanti.
'Non hanno mai visto qualcuno che va di fretta?', pensò esasperata.
Giunta di fronte alle porte del Liceo Yuei non poté che rimanere a bocca aperta, nonostante tutto rimaneva uno dei posti più ambiti del mondo e vederlo dal vivo era uno spettacolo.
Si presentava come un imponente edificio di vetro e metallo alto parecchi metri, diviso in quattro torri e circondato da un ampio cortile.
Se qualcuno le avesse detto che alla fine si sarebbe iscritta ad una scuola per eroi, lei gli avrebbe riso in faccia... e poi lo avrebbe riempito di pugni.
Dabi ne aveva avuto dimostrazione.
Ma ora questo era l'unico modo per portare a termine la sua vendetta.
Si affrettò ad entrare nella scuola e in quel momento si accorse di non sapere dove si trovava la sua classe.
"La mia solita fortuna" si lamentò poggiandosi al muro sconsolata.
"Serve aiuto?"
Di fronte a lei era apparso un ragazzo alto e muscoloso, dagli occhi ovali di un azzurro acceso, i capelli biondi ingelatinati e un ampio sorriso.
"Sto cercando la 1-A, sono in straritardo" disse subito, di solito non chiedeva aiuto agli altri ma in quel caso era costretta.
"Seguimi" le rispose porgendole la mano "Sono Mirio Togata, piacere"
Ricambiò la stretta.
"(Nome) (Cognome)"
I corridoi avevano il lato esterno completamente di vetro, cosa che rendeva gli ambienti interni molto luminosi.
Raggiunsero in fretta la sua classe, impossibile non notare l'enorme scritta rossa sulla porta alta fino al soffitto. Dopo aver ringraziato il ragazzo, (Nome) entrò in classe e con un sospiro di sollievo si accorse che il professore non era ancora arrivato.
Non ebbe il tempo di fare un altro passo che un altro ragazzo le venne incontro presentandosi, si chiamava Iida Tenya e faceva degli strani movimenti con le braccia mentre parlava.
Era un tipo alto e muscoloso con i capelli neri, indossava un paio di occhiali di forma rettangolare, proprio come i suoi occhi e la sua mascella.
"Ragazzi sedetevi ai vostri posti e tu, Bakugou, togli i piedi dal banco. Non è il modo di onorare i nostri compagni di classe e i senpai che lo hanno usato prima di te"
A (Nome) scappò una risata, anche in una scuola per eroi non mancavano i secchioni rompiscatole.
"Nessuno può dirmi cosa fare e tu, vampira, smettila di ridere o ti faccio esplodere!" cominciò ad urlare quello che doveva essere Bakugou.
Era un ragazzo di altezza media, con capelli biondo cenere appuntiti e occhi rosso rubino. Indossava l'uniforme, sebbene non in modo formale; nonostante avesse una cintura sui pantaloni verdi, infatti, non li tirava su del tutto dandogli un aspetto gonfio e menefreghista.
Il sorriso scomparve dalle labbra di (Nome) velocemente com'era apparso, con uno scatto si slanciò verso il banco del biondo e senza cerimonie lo afferrò per la cravatta.
"Giuro che ti sotterro, porcospino" ringhiò a bassa voce.
"Come mi hai chiamato?" urlò lui producendo piccole esplosioni dalle mani.
"Porcospino!"
"COME?" urlò ancora il biondo, facendo scontrare la propria fronte con quella della ragazza.
"PORCOSPINO!"
Dal suo banco, Kirishima, un ragazzo con i capelli rossi sparati in aria e una dentatura appuntita come quella degli squali, commentò ridendo: "Bakugo ha trovato pane per i suoi denti"
In quel momento una specie di verme giallo fece la sua entrata in scena; questo un secondo più tardi si scoprì essere il loro insegnante appisolato in un sacco a pelo giallo.
Era un uomo alto, con capelli neri che gli arrivavano fino alle spalle e che gli ricoprivano parte della faccia in una frangia scomposta, aveva anche una barba corta e dei baffetti. Indossava una maglietta a maniche lunghe, un paio di pantaloni anonimi e una sciarpa composta da dozzine di fasce avvolta al collo.
Aveva un aspetto scocciato ed assonnato, guardò gli studenti uno ad uno. "Ci avete messo otto secondi per fare silenzio... sono Aizawa Shota, il vostro coordinatore" si presentò, per poi continuare "oggi faremo un test di apprendimento delle Unicità"
Fece uscire dal suo sacco a pelo un'indumento blu ben piegato, "mettetevi le tute da allenamento e uscite. E tu, (Cognome), lascia andare il tuo compagno"
Eh si, in tutto quel tempo (Nome) non aveva mollato la presa sulla cravatta di Katsuki. Obbedì al suo insegnante senza proferire parola e seguì il resto dei compagni per andarsi a cambiare.
Si ritrovarono tutti in cortile con addosso una tuta blu scuro con delle strisce bianche.
(Nome) decise di legarsi i capelli in una coda alta e, prima dell'inizio del test, un gruppo di ragazze le si avvicinò per fare conoscenza.
Ochaco Uraraka, una ragazza dai corti capelli castani e dalla guance rosee, Mina Ashido, con la pelle rosa, piccole corna gialle e grandi occhi con la sclera nera, Momo Yaoyorozu, con i capelli corvini legati e il fisico formoso e Kyoka Jiro una ragazza silenziosa con dei jack che le spuntavano dalle orecchie e i capelli viola scuro.
Sembravano tutte simpatiche, peccato che (Nome) non era là per fare amicizia.
Il test iniziò qualche minuto più tardi. Aizawa si rivolse a Bakugou.
"Quanti metri facevi alle medie senza usare il tuo quirk?"
"67" rispose lui semplicemente.
Gli lanciò una pallina.
"Bene, ora puoi usare il tuo Quirk, vieni a fare una prova"
Katsuki si posizionò all'interno del cerchio disegnato a terra, e, prima di lanciare, gettò uno sguardo di fuoco a (Nome) che si trovava pochi metri più in là. Lanciò la palla e nello stesso istante urlò "MUORI!"
Aizawa mostrò il risultato su uno schermo: 705.2 metri.
"Che spaccone" sbuffò lei, provocando la risata di Kirishima.
"Non spreca mai l'occasione di farsi notare, eh?" le disse, dandole una pacca sulla spalla.
"Già non lo sopporto" rispose girandosi nella direzione del rosso.
In quel momento notò Todoroki che la stava guardando dalle spalle del compagno.
Era stata talmente presa da tutti gli avvenimenti che non si era accorta di essere capitata in classe proprio con lui. Stava per andare a salutarlo, quando il professore annunciò l'inizio delle prove.
Subito Kaminari - un ragazzo dai capelli simili a quelli di Pikachu - disse sbalordito "Wow! 705.2 metri, è da pazzi!"
"Davvero! Ma sembra divertente!" urlò Ashido.
"Già!" urlò di risposta Kirishima.
A quelle parole, un'aura oscura circondò il corpo del loro professore.
"Divertente eh? Fare l'eroe non è
un divertimento, bisogna prenderlo
seriamente. Perché non rendiamo le cose più interessanti? chi arriverà ultimo verrà considerato 'senza speranza' e immediatamente espulso" sentenziò Aizawa con un po' di irritazione.
Tutti si pietrificarono sul posto, (Nome) non poteva farsi buttar fuori il primo giorno.
"Anche tu, (Cognome). Sei entrata all'ultimo per raccomandazione, hai una ragione in più per dimostrarci che sei degna di stare in questa classe"
Lei davvero non capiva cosa il professore avesse contro di lei.
Si sforzò di fare un sorriso ed esclamò "Non aspetto altro"
La prima prova erano i 50 metri; tutti i compagni fecero un buon punteggio, specialmente Tenya che con il suo quirk riusciva a muoversi ad una velocità impressionante.
Quando toccò a (Nome) le venne quasi da ridere, per lei teletrasportarsi di cinquanta metri era un gioco da ragazzi.
Si posizionò sulla linea di partenza, e non appena Aizawa premette sul cronometro, lei attivò il suo quirk per ritrovarsi subito dopo la linea del traguardo.
'0.01 secondi', il miglior tempo della classe.
Ovviamente non poté non rinfacciarlo a Katsuki che, se non fosse stato per le bende e il quirk annullamento del professore, l'avrebbe attaccata nel bel mezzo del cortile.
La seconda prova riguardava la forza nella presa, il migliore fu Mezo Shoji, un ragazzo con naso e bocca coperti da una maschera, i capelli grigi e sei braccia unite da una specie di membrana.
La terza fu il salto in lungo da fermi e la quarta i salti laterali ripetuti, in questo caso il punteggio più alto lo fece Iida.
La quinta prova riguardò invece il famoso lancio della pallina, in cui Katsuki riuscì a fare un punteggio migliore del precedente. Uraraka, invece, fece infinito grazie al suo quirk zero gravity.
Poi fu il turno di (Nome).
Le bastarono pochi secondi per elaborare una strategia: dopo aver lanciato la pallina con più forza possibile, quando questa cominciò a rallentare usò il suo quirk per apparire nel punto esatto in cui la pallina stava perdendo quota e colpirla nuovamente con la punta del piede per poi atterrare con una capovolta.
Osservò soddisfatta il suo risultato: 684 metri.
Al termine di tutte le prove Aizawa mostrò la classifica finale: la prima era Momo, Katsuki era arrivato quarto e (Nome)... seconda!
"Si!" Esclamò, per poi tapparsi la bocca: non voleva dirlo ad alta voce.
L'ultimo classificato, Izuku Midoriya, un ragazzo adorabile dai grandi occhi verdi e tondi, i capelli spettinati di colore verde scuro con dei riflessi neri e una spruzzata di lentiggini su entrambe le guance, tirò un sospiro di sollievo quando Aizawa annunciò che non poteva espellere nessuno: aveva mentito solo per farli impegnare al massimo.
(Nome) venne subito circondata dal resto della classe.
"Come si chiama il tuo quirk?" le chiese Kirishima.
"Teleport"
"Puoi portare anche altre persone con te?" Si aggiunse Uraraka.
(Nome) posò un dito sul mento con fare pensoso. "In realtà non ci ho mai provato" rispose.
"Perché non ci provi ora?" propose Ashido, porgendole la mano come prima cavia.
(Nome) accettò senza pensarci, ma quando usò il proprio quirk riuscì a teletrasportare solo se stessa.
"Forse devi cercare di creare un legame con l'altra persona, vederla non come qualcosa di estraneo da te" propose Uraraka.
(Nome) sorrise, era bello avere qualcuno che ti dava dei consigli.
Si voltò per raggiungere nuovamente Ashido ma in quel momento si scontrò con Todoroki, nell'istante esatto in cui entrò in contatto con il petto del ragazzo sentì una scarica elettrica attraversarle il corpo.
Attivò il suo quirk senza neanche accorgersene, però questa volta trasportò con sé anche il suo compagno.
"Ci sei riuscita!" esclamò Kaminari battendo le mani entusiasta.
(Nome) guardò negli occhi Todoroki - le girava leggermente la testa, trasportare una persona le portava via il quadruplo dell'energia - , lui le restituì uno dei suoi tipici sguardi freddi.
"La prossima volta avvisami, (Cognome)" disse, poi si allontanò verso la scuola senza aggiungere altro.
Lei non si stupì più di tanto, la freddezza era tipica di quella famiglia.
Le lezioni continuarono tranquillamente, non si sarebbe mai aspettata che quella missione sarebbe stata così piacevole, e solo quando (Nome) rimise piede in casa si ricordò che lei non era una studentessa come gli altri: era una Villain sotto copertura.
E loro non erano suoi amici.
𖠄 *ೃ skip time 𖠄 *ೃ
(Nome) prese posto all'angolo dell'ultima fila della classe, accanto alla finestra.
Anche quella notte il solito incubo l'aveva svegliata di soprassalto, impedendole di riprendere sonno. Aveva così deciso di prepararsi in anticipo per fare un giro d'esplorazione al Liceo Yuei: aveva visitato il Development studio, una stanza piena di strani macchingegni dove venivano progettati i costumi degli hero, la Conference room, dove si svolgevano importanti riunioni, la Caffetteria Lunch Rush, una sala enorme piena di lunghi tavoli gialli con dieci sedie ciascuno in cui gli studenti passavano la pausa pranzo, e l'ufficio di Recovery Girl, ovvero l'infermeria della scuola.
Dopo aver camminato per un altro po' lungo i corridoi quasi deserti della scuola, la ragazza decise di entrare in classe; aveva ancora un'ora libera e doveva recuperare i compiti di inglese che non aveva svolto a casa, visto che qualcuno non si arrendeva a lasciarla in pace.
Sbuffando tirò fuori il quaderno di inglese, se fosse stata una qualunque materia scientifica ne sarebbe stata felice, ma per lei le lingue straniere erano totalmente inutili visto che non avrebbe mai lasciato il Giappone.
L'aula vuota le trasmetteva un senso di tranquillità. Anche se era solo il secondo giorno, lo stare costantemente a contatto con pro hero e aspiranti eroi la rendeva nervosa.
I suoi compagni di classe sembravano - a parte per il porcospino ciclato e l'iceberg umano - tutti gentili e simpatici, però i professori facevano parte di quella schiera di persone che lei avrebbe voluto cancellare dalla faccia della terra.
Troppo attenti alle telecamere e all'opinione pubblica per occuparsi di chi ha veramente bisogno.
'Traduci le seguenti frasi in inglese' recitava il primo esercizio.
La mamma va a fare la spesa volando per la città.
"Ma stiamo scherzando!?" Esclamò abbandonandosi con la faccia sul banco.
Perché dovevano dare per scontato che tutte le persone avessero un quirk?
"Non mi sembra la posizione giusta per studiare"
Todoroki aveva appena fatto il suo ingresso in aula, era in anticipo come lei. (Nome) lo guardò storto, poi decise di ignorarlo per riprendere a fare gli esercizi.
"I quirk che possiedi li hai erditati da entrambi i tuoi genitori, giusto?"
Per una volta che avrebbe dovuto fare silenzio, Shouto Todoroki aveva voglia di parlare.
"Non vedi che sto studiando?" rispose irritata, indicando con la penna che aveva in mano la frase che aveva appena tradotto.
Lui afferrò la sedia del banco accanto a quello di (Nome) e la posizionò accanto alla ragazza, per poi accomodarcisi sopra.
"Volare si scrive con la 'y'." la corresse impassibile, poi prese la penna dalla sua mano per aggiungere la lettera in questione.
Restò a fissarla per qualche secondo.
"Hai intenzione di rispondere alla mia domanda?" insistette.
"Perché ti interessa tanto?"
Todoroki esitò "il mio unico quirk non è il ghiaccio..."
(Nome) spostò lo sguardo fuori dalla finestra. "Non è stato un matrimonio tra quirk" disse decisa, poi aggiunse "devi proprio odiare tuo padre per non voler usare il suo quirk"
Una delle qualità di (Nome) - che a suo dire erano ben poche - era quella di saper leggere le persone.
Todoroki sgranò gli occhi, abbandonando per un attimo l'espressione apatica che lo caratterizzava.
"Comuque no, ho preso uno dei miei quirk da mio padre. Mentre l'altro non so da dove provenga, mia madre era una senza quirk, sai? E non si è mai vergognata ad ammetterlo ad alta voce"
Il bicolore abbassò lo sguardo.
"Non c'è giustizia neanche tra i quirk: se questi venissero spartiti in base all'anima delle persone, ora vivremmo in un mondo migliore"
Il cuore di (Nome) venne attraversato da una stilettata: come poteva il figlio di un pro hero dire una cosa del genere?
Forse era giunta troppo in fretta a delle conclusioni... 'No!' pensò stringendo i pugni, in caso contrario sua madre sarebbe ancora viva.
Però non poteva incolpare i suoi compagni per un avvenimento accaduto quando loro andavano ancora alle medie.
"Todoroki... perché sei stato così freddo ieri?"
La domanda le uscì spontanea. Sul momento non ci aveva dato peso, ma ora che il ragazzo le stava parlando allo stesso modo di quando si erano conosciuti sulla sponda del fiume, le era apparso abbastanza strano.
Il bicolore sospirò abbassando lo sguardo sulle proprie mani.
Lo afferrò per una spalla per costringerlo a guardarla negli occhi, ma Todoroki, non aspettandosi una mossa del genere, si sbilanciò in avanti e per evitare di cadere dovette aggrapparsi alla vita della ragazza.
I loro visi erano pericolosamente vicini, il corpo del ragazzo era caldo e il cuore di lei aumentò impercettibilmente il suo battito.
"Sei forte ed io non posso permetterti di intralciare il mio obbiettivo: devo superare All Might solo con le mie forze, senza usare il quirk di mio padre"
Il suo tono di voce era calmo, come se la vicinanza della ragazza non lo mettesse per niente a disagio.
Lei fece una breve risata.
"Non preoccuparti, il mio obbiettivo è completamente diverso"
Todoroki ritornò al suo posto.
"Ora pensi così. Ma quando ti renderai conto di cosa significa combattere là fuori, sono sicuro che cambierai idea"
A (Nome) tornò in mente il senso di soddisfazione che aveva provato nell'arrivare seconda al test di Aizawa. Scacciò subito quel pensiero.
"Non credo proprio. Ora lasciami studiare"
Quando il resto della classe cominciò ad affluire, la ragazza aveva appena finito tutti gli esercizi ed aveva rimesso il quaderno nello zaino.
La presenza di Bakugou si fece subito sentire.
"Ehi Merdeku, non camminarmi davanti!" urlò il biondo, facendo lo sgambetto al povero Izuku che cadde di faccia a terra.
"Ehi, stupido porcospino. Lascialo in pace." L'animo di 'difensore dei più deboli' di (Nome) venne fuori senza preavviso.
Il ragazzo le riservò uno sguardo più incazzato del solito. "Tu stanne fuori, vampira!" esclamò creando delle esplosioni con le mani.
"Vorrei farti notare che qui non sono l'unica ad avere gli occhi rossi. O forse è tutta la rabbia repressa che fa sembrare i tuoi di quel colore?" rispose lei con una tranquillità quasi brutale. Un brivido risalì per le schiene del resto della classe: quei due erano un'unione esplosiva, in tutti i sensi.
Bakugou spalancò la bocca in un sorriso da predatore. "Tu sei... MORTA!"
Si lanciò verso di lei con le braccia protese in avanti, pronte a farla saltare in aria. Ma un secondo prima che lui la raggiungesse, (Nome) riapparve dal lato opposto alla classe.
Il biondo, non potendo frenare la sua corsa in tempo, si spalmò - letteralmente - sulla parete che aveva di fronte creando tutt'intorno a sé una nuvola di polvere.
"Mpf... patetico" commentò lei, lucidandosi le unghia sulla divisa.
"Ah, è così virileee" urlò Kirishima guardando la ragazza con gli occhi scintillanti.
"Kirishima, lei è una ragazza" lo corresse Ochaco.
La discussione non poté andare oltre, visto che All Might fece il suo ingresso in aula. Sarebbe stato il loro insegnante dei Fondamenti dell'Eroismo.
"Adesso ci sono io! Che entro dalla porta come una persona normale!" esclamò.
Il 'simbolo della pace' rispecchiava perfettamente lo stereotipo dell'eroe dei fumetti: alto, muscoloso, con un costume di colore blu, bianco e nero con stivali, guanti e cintura gialli. Aveva i capelli biondi e molto appuntiti, invece gli occhi erano di colore azzurro.
Osservò perplesso il caos che si era creato in fondo alla classe. La nube di polvere non si era ancora diradata del tutto. Fu in quel momento che il porcos... Bakugou riapparve in tutto il suo splendore.
"Brutta stronza, giuro che ti ammaz-" si bloccò non appena si accorse del professore che era entrato in classe.
"Non credo sia il modo di rivolgersi ad una ragazza, giovane Bakugou" disse il pro hero, posando una delle sue enormi mani sulla testa di (Nome).
In quel momento lei si irrigidì completamente, dovette usare tutta la sua forza di volontà per non reagire.
Il ragazzo bofonchiò qualcosa che assomigliava ad un insulto, ma decise di lasciar perdere.
Quel giorno avrebbero svolto una simulazione 'Heroes contro Villains'.
E la sfortuna volle che (Nome) fosse estratta per la squadra degli eroi, ma almeno era capitata in coppia con Ochaco.
La struttura in cui si sarebbero scontrati, chiamata Terreno Beta, era un'area chiusa in cui era stata costruita la versione perfetta di una città. La prova si sarebbe svolta in uno degli edifici.
Tutti i compagni indossarono i loro costumi; quelli delle ragazze erano abbastanza aderenti e scollati per facilitarne i movimenti, mentre quelli dei ragazzi erano molto colorati e fantasiosi. (Nome) aveva dovuto modificare il proprio, perché a detta di Dabi 'sembrava troppo da Villain'.
Pur non rinunciando allo stile total black, aveva dovuto eliminare cappuccio e maschera, sostituiti da un paio di cuffie collegate ad uno schermo che appariva a suo piacimento come un paio di occhiali trasparenti e che le trasmetteva informazioni sullo spazio circostante - tipo materiale di un oggetto, velocità di un nemico o distanza tra due cose.
Il resto del costume era rimasto più o meno lo stesso, ad eccezione della parte superiore: il corpetto era un top dallo scollo dritto ricoperto da tre piccole cinture intorno alla vita ed una striscia che le risaliva lungo il centro del petto collegandosi ad un doppio collarino, inoltre una giacca lunga con le maniche corte le copriva le spalle.
Abbandonò anche la sua treccia, la quale si trasformò in una mezza coda.
Kaminari e Mineta, un ragazzo basso con delle strane palle viola attaccate in testa, cominciarono a sbavarle dietro non appena mise piede nella sala di controllo dove avrebbero assistito ai vari scontri su degli enormi schermi.
"Chiudete quelle bocche, idioti!" esclamò Bakugou parandosi di fronte a (Nome).
I due ragazzi subito si allontanarono tremando come una foglia.
Lei rimase sorpresa da quel cambio repentino di atteggiamento. Il ragazzo, quando se ne accorse, girò leggermente la testa nella sua direzione.
"Vedi di non farti strane idee... la vista delle loro facce da ebeti mi dava la nausea, niente di più"
Non poté impedirsi di sorridere.
"Grazie, Katsuki"
Anche se non lo avrebbe mai ammesso, adorava il temperamento esplosivo di Bakugou, era così facile farlo sbottare.
"Tsk" fu l'unica cosa che ricevette in risposta. Almeno non le aveva urlato contro.
Tra poco si sarebbe scontrata con Todoroki e Hanta Sero, un ragazzo alto e magro con i gomiti a forma di distributori di scotch, grazie ai quali poteva usare il suo Quirk tape.
Il costume del bicolore consisteva in una semplice camicia bianca, pantaloni e stivali dello stesso colore ed un maglia da combattimento dorata; inoltre il ghiaccio gli ricopriva interamente la parte sinistra del corpo, come a farsi beffe delle fuoco appartenente al tanto odiato padre.
(Nome) si chiese come fosse possibile sedersi con una roba del genere incollata addosso.
"Ehm... (Cognome)?" Izuku sfiorò delicatamente il braccio della ragazza per attirare la sua attenzione.
"Oh... Izuku, giusto?" chiese lei sorridendo appena.
Quel ragazzo era troppo adorabile, sembrava un piccolo broccolo verde.
"Si!" esclamò scattando sull'attenti, poi continuò "i-io volevo solo ringraziarti per prima. Kacchan... ehm, Bakugou non si rende mai conto di quando esagera"
(Nome) non riuscì a resistere e gli afferrò una guancia paffuta con due dita. "Non c'è bisogno di ringraziarmi, baka" gli disse sorridente.
In quegli ultimi due giorni proprio non si riconosceva, stava sorridendo troppo spesso.
"Però se Katsuki ti dà ancora fastidio chiamami, eh" esclamò mostrando il bicipite destro.
Izuku arrossì fino alla punta dei capelli. "C-certo, (Cognome)"
"Chiamami (Nome), siamo amici no?"
Un'altra stilettata al cuore.
Tutto quello non sarebbe durato per sempre.
Il ragazzo le sorrise riconoscente, per poi riunirsi al compagno con cui era stato sorteggiato per combattere nei panni degli eroi.
In quel momento non si accorse che due paia di occhi la stavano fissando, un paio color rubino molto incazzati e un altro di due colori, freddi come il ghiaccio.
"Bene giovani eroi!" Esclamò All Might con il suo enorme sorriso.
"Che si preparino le prime due coppie: Myridoria e Ashido contro Bakugou e Kirishima"
"Che la sfida abbia inizio!"
Angolo autrice:
Ed eccoci di nuovo qui, dopo una luuuunga settimana. Finalmente la nostra protagonista ha conosciuto il nostro adorato porcospino esplosivo: ovviamente dal loro incontro non potevamo aspettarci nulla di diverso da quello che è accaduto.
Ma cos'è stata quell'improvvisa gentilezza che lui ha avuto nei suoi confronti?
Il nostro adorato semifreddo, invece, è stato distaccato come al solito (vi ricordo che è soltanto l'inizio... più avanti le cose si faranno più bollenti 😏).
Avete conosciuto ben tre dei quattro interessi romantici della cara reder, chi sarà il prossimo? Lo scoprirete nel prossimo capitolo.
Volevo scusarmi se ho cambiato le coppie per l'esercitazione di All Might, ma volevo fare qualcosa di diverso dal solito. Vi prometto che la prossima settimana con il nuovo capitolo non vi pentirete degli accoppiamenti che ho messo in scena.
Che qualcosa stia già cambiando nell'animo della protagonista? Magari sta capendo che il vero mondo degli Eroi non è come quello mostrato in televisione? Si sta affezionando ai suoi bizzarri compagni di classe?
Ok, la smetto con le domande senza risposta.
Vi ricordo sempre di commentare, votare, discutere, rileggere, odiare, amare, lodare, criticare, giudicare la mia storia. Fate quel che volete, pur di farmi sentire la presenza dei miei amati lettori.
Detto questo, namasté e al prossimo aggiornamento.
~Ale💕
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