Capitolo 14

"Alla fine sei qui. Todoroki..."

Gli occhi verdi di Izuku si piantarono sul viso delicato del bicolore, aveva i pugni serrati e una cieca determinazione dentro di sé. Si posizionò con l'avambraccio destro teso in avanti e sorretto dalla mano sinistra, Todoroki lo imitò.

"START!"

Il ghiaccio si abbatté sul verde.
"Smash!" Dalle sue dita si propagò un onda di energia, il muro di ghiaccio andò in frantumi.

"Proprio come mi aspettavo" mormorò l'avversario lanciando un'altra colonna di ghiaccio contro Izuku, questo si reggeva il dito fratturato.

Nonostante il dolore, si difese con un altra esplosione che distrusse le schegge ghiacciate. Un secondo dito ricadde inerte.
Le stesse azioni si ripeterono diverse volte, fino a che tutte le dita della mano destra di Izuku non divennero inutilizzabili.

"Todoroki non indietreggia di fronte al potere di Midoriya e, al contrario, comincia ad avanzare!"

Il bicolore scivolava sul ghiaccio con l'abilità di un pattinatore. Si scagliò sul suo avversario, quest'ultimo si slanciò all'indietro per sfuggirgli ma una caviglia venne intrappolata nel ghiaccio. Utilizzò nuovamente il One for All per liberarsi, questa volta però il colpo alzò un vento ancora più forte dei precedenti.

Shoto venne travolto dal suo stesso ghiaccio.
'Questo era più forte di prima'
Spostò un blocco ghiacciato dal proprio petto. 'Stai cercando di dirmi di starti lontano?'
I muscoli cominciarono a tremargli per il freddo, non usando la sua parte sinistra non riusciva a bilanciare la temperatura corporea.

"Todoroki continua ad attaccare con una potenza strabiliante!"

Gettò un'altra ondata gelida contro il verde e, con la sorpresa di tutti, Izuku usò un dito già rotto per fermare l'attacco. I movimenti del bicolore erano diventati più lenti, i suoi muscoli stavano congelando.

"Stai tremando, Todoroki. C'è un limite a quanto freddo puoi produrre, vero?" lo stuzzicò, per poi alzare il braccio dolorante a fatica. "Voglio diventare un eroe che sorride mentre salva le persone!" urlò. "Ognuno sta combattendo con tutto quello di cui è capace... Tu vuoi vincere con solo metà della tua forza!?"

(Nome) sgranò gli occhi, cosa stava cercando di fare?

I due sfidanti si guardarono negli occhi. Immobili.
"Scaglia contro di me tutto ciò di cui disponi!" Il verde strinse il pugno.

"Cosa stai escogitando? Il mio dannato vecchio è riuscito a comprarti o qualcosa del genere?" esclamò il bicolore, prima di scagliarsi contro di lui con le braccia spalancate. Izuku gli diede un pugno allo stomaco, facendolo boccheggiare piegato in avanti.

"Midoriya ha colpito Todoroki!"

Continuarono ad attaccarsi a vicenda, Izuku era quasi al limite.
"Perché ti stai spingendo così lontano?" Todoroki non capiva tutta quella determinazione.

"Perché voglio soddisfare le aspettative di tutti... è questo il perché!" Il verde lo colpì di nuovo scagliandolo all'indietro, poi aggiunse:
"Adesso credo che dovresti smetterla di perdere tempo!"

Il flash di un ricordo apparve nella mente di Shoto come una saetta.

"Alzati!"
Era steso a terra, spaventato e privo di forze. Non capiva perché suo padre lo trattasse in quel modo.
"Se ti arrendi per qualcosa come questo, dimenticati di battere All Might. Non sarai neanche in grado di sconfiggere i più insulsi Villains"
"Per favore, fermati! Ha solo cinque anni!" Urlò sua madre.
"Ha già cinque anni!"

"Sta zitto!" La parte destra del suo corpo cominciò a gelare.

"Io...io... non voglio essere come papà!" Era in braccio a sua madre.
"Ma vuoi essere un eroe, vero? Sono certa che riuscirai a realizzare il tuo sogno"

"Ti sei arreso ad usare solo una parte di te. Ecco perché... io vincerò!" Izuku caricò un altro pugno e lo colpì nuovamente allo stomaco.

"Ogni giorno il bambino sembra essere sempre più uguale a lui..."
Todoroki era dietro la porta della cucina, sua madre stava parlando al telefono. Singhiozzava. "Non riesco più a sopportare il suo lato sinistro"
"M-mamma...?"

Cadde di schiena sotto la forza del colpo. "Io..."

"Dov'è la mamma?" La fasciatura intorno all'occhio sinistro non gli permetteva di vedere bene la figura di Endeavor che si ergeva sopra di lui.
"Oh, lei non stava molto bene, quindi l'ho portata all'ospedale"
Odiava profondamente quell'uomo.
"È tutta colpa tua!"

"È IL TUO POTERE, NO!?"
L'urlo di Izuku sembrò zittire l'intero stadio per un lungo istante.

'Mi ero dimenticato chi volessi diventare...'

All'improvviso ricordò il pomeriggo in cui aveva visto con sua madre un intervista fatta ad All Might. In particolare ricordò le sue parole: 'I quirk ci sono trasmessi dai nostri genitori, ma siamo noi che decidiamo cosa diventare. Ecco perché dico sempre <Adesso ci sono io!>'.

Il calore si propagò ad una velocità sovrumana, le fiamme esplosero ricoprendo interamente la parte sinistra del suo corpo.
"Voglio essere un eroe!"

"Finalmente hai accettato quello che sei!" La voce di Endeavor raggiunse le orecchie di (Nome), ma per fortuna Todoroki era troppo concentrato per sentirlo. "Con il mio stesso sangue alla fine mi supererai..."

"Wow..." Izuku rimase estasiato. Sorrideva.

"Perché stai sorridendo?" Il bicolore assottigliò lo sguardo. "Non mi incolpare per quello che succederà dopo"
Il fuoco saturò l'aria intorno al suo corpo, mentre il ghiaccio ricoprì il terreno sotto ai suoi piedi.
"Midoriya... grazie"

Cominciarono a correre l'uno verso l'altro, l'inevitabile stava per accadere. Cementoss cercò di fermarli, ma i suoi muri di cemento furono inutili contro una simile potenza. L'impatto fu spaventoso, una ventata di polvere investì la folla, costringendo tutti a schermarsi il viso con le braccia.

"Cos'è successo?" chiese Momo.

Lady Midnight apparve sul ring.

"Ehi, chi ha vinto lo scontro?" esclamò Present Mic rimettendosi seduto, visto che per l'impatto era caduto gambe all'aria.

Pian piano la nuvola di polvere si dissipò. "M-Midoriya è fuori dal ring..." esclamò la Pro Hero, sconvolta da tanta potenza.

Todoroki era in piedi al centro del ring, la felpa per metà bruciata. I capelli erano scossi dal leggero vento che aleggiava nell'arena e le piccole scintille provenienti dalle fiaccole creavano intorno a lui un clima quasi magico. Sembrava la scena finale di un film, dove il principe esce vittorioso dalla battaglia.

Oltre la linea di confine del ring, Izuku giaceva svenuto.
"Shoto Todoroki vince lo scontro!"
La folla parve riprendersi in quell'istante, lo stadio si riempì dei suoi applausi. Ma il bicolore non era interessato a loro, fissava inespressivo il suo braccio sinistro.
Lasciò il ring senza dire una parola.

Raggiunse il corridoio e lì incontrò l'ultima persona con cui avrebbe voluto parlare.
"Mi stai sbarrando la strada" disse freddo, gettò uno sguardo duro all'uomo che lo aveva messo al mondo.

"Non hai intenzione di dire nient'altro?" Incrociò le braccia, le fiamme sembrarono volteggiare più velocemente del solito attorno al viso di Endeavor. "Sappi che lo hai solo liberato, è stato estremamente pericoloso. Dopo il diploma, vieni a lavorare da me"
Gli tese la mano.

"Nonostante quello che ho fatto, non posso cancellare quello che sono. Però in quel singolo istante..." Si guardò la mano sinistra. "...mi ero dimenticato di te"
Il Pro Hero spalancò gli occhi.

"Shoto... oh"
(Nome) scese gli ultimi gradini con un balzo, non appena notò la figura imponente di Endeavor la sua espressione mutò radicalmente. Rabbia, era l'unica cosa che provava.

"Ancora tu, stupida ragazzina!?"
Fece un passo verso di lei con lo scopo di intimorirla.

"Stavo per dire lo stesso" Serrò la mascella. "Non hai il diritto di parlare con lui" Gli puntò un dito contro, abbandonando ogni formalità.
E quello si definiva un eroe? Sapeva pensare solo ad essere il migliore, senza importarsene di chi aveva intorno, nemmeno di suo figlio.

"Sai una cosa? Mi hai stancato"
Scattò con la mano verso il viso di (Nome), però il suo braccio venne bloccato da una lastra di ghiaccio che si frappose tra i due.

"Vecchio bastardo! Puoi torturare me, puoi picchiarmi o insultarmi. Ma giuro che se provi anche solo a toccarla ti faccio a pezzi con le mie stesse mani"

Il modo in cui Shoto perdeva la pazienza era spaventoso. (Nome) era abituata a Katsuki che si arrabbiava per tutto e urlava sempre: se gli davi fastidio ti faceva saltare in aria e il tutto si risolveva così.
Con il bicolore era completamente diverso: la sua voce bassa e decisa sembrava risuonarti sin nelle ossa, la scelta delle parole era studiata per colpire nei punti deboli e i suoi occhi più taglienti di una lama.

Gettò un ultimo sguardo gelido al padre, poi trascinò (Nome) su per le scale, fino ad una sala d'attesa vuota. Si accasciò su una sedia, seppellendo il viso tra le mani.

"Ehi..." Gli massaggiò la schiena con lente carezze. "Hai fatto la cosa giusta sul ring, sono fiera di te"

L'occhio grigio del ragazzo la guardò intensamente. "Non ne sono sicuro, non voglio stare al suo gioco" Fece un sospiro, "però ho fatto come hai detto tu, ho dimenticato che lui fosse tra gli spettatori"

(Nome) sorrise, piegandosi sulle ginocchia per stare alla sua altezza.
"Sei davvero stupendo, Shoto" Affondò le dita fra i suoi capelli.
"E non dico solo esteticamente, perché è inutile dire che sei fin troppo attraente-" Si morse il labbro, pentita di averlo detto ad alta voce. "Il tuo modo di essere, il modo in cui affronti il mondo e le tue paure. Non so da dove riesci a prendere la forza di farlo. Io a malapena riesco a convivere con il mio passato"

Il bicolore la trascinò sulle proprie ginocchia. "Midoriya aveva ragione quando nel duello contro Shinso ha detto che avrebbe vinto per tutti quelli che credevano in lui"
Le premette una mano dietro la schiena per far incastrare meglio i loro corpi. "Io ho combattuto pensando a te"

Abbassò lo sguardo incontrando la pelle scoperta del ragazzo. "Dovresti coprirti, non riesco a concentrarmi"
Con le mani si coprì le guance arrossate. Il bicolore fece una lieve risata, poi con un movimento secco buttò a terra la parte restante della felpa, (Nome) si ritrovò poggiata contro il torace scolpito di Shoto.

"Così va meglio?" Le prese i polsi per guardarla bene in faccia.

"Ed io che pensavo fossi un ragazzo serio" si lamentò. "A parte questo, cosa hai intenzione di fare per i prossimi incontri?" chiese seria, cercando di ignorare l'imbarazzante posizione in cui si trovavano.

"Ho bisogno di pensarci, (Nome)"
Appariva sconfitto nonostante avesse vinto l'incontro, una tristezza immensa vagava nei suoi bellissimi occhi. Lei si rimise in piedi abbandonando il comodo giaciglio delle sue braccia.

"Lo sai che se vincerò il prossimo incontro dovrai combattere contro di me, vero?"

Le andò vicino, la luce della lampada elettrica gli illuminava il viso, rendendo la sua cicatrice ancora più evidente.
"Cosa stai cercando di dirmi?" Non la toccò o altro, ma il suo sguardo bastò a farla rabbrividire.

"Tu sei più forte di me, è evidente. Mi sconfiggeresti anche solo usando il ghiaccio" Fece una pausa, cercando le parole giuste.

Todoroki colse l'occasione per ribattere. "Nell'esercitazione non è stato così" puntualizzò.

"Era un lavoro di squadra, sono stata fortunata... e avventata"
Si ricordò com'era riuscita a finire in infermeria in così poco tempo da che era iniziata la scuola.

Gli posò le mani sulle spalle. "Dà tutto te stesso. Io non ti biasimerò in ogni caso, però sappi che io userò tutto ciò che ho a disposizione. La sfida è ancora valida: ti batterò Shoto"
Le iridi cremisi brillarono di una nuova luce.

Un piccolo ghigno apparve sulle labbra del bicolore. "Non potremo arrivare alla finale insieme, ma chiunque dei due si batterà nello scontro finale sono sicuro che porterà anche un po' dell'altro con sé"

I capelli sottili di Shoto solleticarono la fronte di (Nome) quando gli posò un bacio sulla fronte, era il suo modo di augurarle buona fortuna nel suo scontro con Ibara.

Lo salutò e, prima di uscire dalla stanza, aggiunse: "Vedi di metterti qualcosa addosso o credo che non distrarrai solo me dagli spalti"

Quando imboccò il corridoio deserto che precedeva l'ingresso al ring, un pensiero si fece strada nella sua mente: 'Vincerò ad ogni costo'.
Lo doveva sia a lui che a tutti quelli che l'avevano supportata fino a quel momento.

𖠄 *ೃ skip time 𖠄 *ೃ

"Eccoci al secondo incontro di questo girone, un duello tutto al femminile! (Nome) (Cognome) versus Ibara Shiozaki!"

Non aveva avuto tempo di studiare le sue mosse: il suo scontro con Iida, infatti, era durato pochi secondi.
I viticci riuscivano ad intrappolarti e ferirti allo stesso tempo, poi, come se non bastasse, sembravano essere infiniti.

Doveva elaborare una strategia; sapeva che questo duello non sarebbe stato facile come quello contro Kaminari. Lei era più astuta, glielo leggeva in faccia. In più il suo quirk avrebbe potuto catturarla anche se usava il teletrasporto, lo spazio del ring era poco e lei non poteva rischiare di superarne i confini.

L'urlo del Pro Hero annunciò che lo scontro era cominciato. Non ebbe nemmeno il tempo di respirare che Ibara le lanciò contro i suoi viticci; si teletrasportò alle sue spalle cercando di colpirla ma lei, avendo anticipato la sua mossa, creò uno scudo verde che intercettò la mossa di (Nome).

La bionda ricadde all'indietro, la tuta era strappata a livello del polpaccio, diversi graffi stillavano sangue dalla sua pelle. Ibara non le diede tregua, le sue piante tornarono all'attacco creando una cupola tutt'intorno a lei che fosse pronta a schiacciarla.

Apparì dall'altra parte del campo nel momento in cui la cupola collassò su sé stessa.

"Sei un'avversaria notevole, con uno spirito puro e coraggioso" le disse, contemporaneamente un nuovo intrico di viticci le vorticò incontro.
'Di puro ho solo il colore dei miei capelli' pensò (Nome) inarcando un sopracciglio.

Questo loro gioco andò avanti per un po': Ibara colpiva e lei si teletrasportava da un angolo all'altro del ring. Con l'unica differenza che solo (Nome) sembrava subire gli effetti del proprio quirk.

I suoi movimenti stavano rallentando. Non fu abbastanza veloce e un rampicante le si attorcigliò intorno al busto stracciando la sua felpa, percepì le spine pungerle la pelle. Riapparve qualche metro più indietro, lasciando tra le grinfie del viticcio solo l'indumento. Aveva l'addome percorso da ferite puntiforni, laddove il crop top rosso la lasciava scoperta.

"Ti ricorderò con onore" La voce cantilenante dell'avversaria la raggiunse poco prima che i suoi rampicanti ricoprissero l'intero ring creando una specie di ragnatela cubica alta circa tre metri. Sembrava di stare in un'intricata foresta di spine, (Nome) non avrebbe più potuto utilizzare il suo quirk senza essere ferita, quindi tutte le sue speranze di riuscire a teletrasportare Ibara fuori dal confine sembrarono svanire.

'Non può finire così!'
Cercò di fare un passo, ma i viticci sembrarono rispondere al suo movimento stringendosi ancora di più fra loro. Era in trappola.

"A quanto pare la nostra (Nome) è in difficoltà. Se non riuscirà a trovare in fretta una soluzione verrà dichiarata sconfitta in quanto impossibilitata a muoversi!"

"No..." Si slanciò in avanti cercando di farsi strada con le braccia, i viticci la strinsero in una morsa che cominciò a soffocarla. Sentiva il sangue gocciolarle addosso e bagnarle i vestiti, non voleva arrendersi ma si rese conto di non avere più scampo.

"(NOME)!" Una voce familiare si fece strada in quel labirinto verdeggiante. Katsuki. "NON PROVARE A DARGLIELA VINTA O GIURO CHE TI CANCELLERÒ DALLA LISTA DELLE PERSONE CHE CONSIDERO DEGNE DELLA MIA COMPAGNIA!"

"Mi hai promesso che ci saremmo scontrati!" Questa volta fu Shoto a parlare. "So che puoi farcela!"

"Mostra la tua virilità!" Kirishima si aggiunse al coro di voci che la stavano supportando. Pian piano distinse le voci di tutti i suoi compagni, ognuno di loro stava facendo il tifo per lei.

"Io non perderò!"

Un calore intenso cominciò a propagarsi per le sue braccia, era come se nelle sue vene scorresse del fuoco. Si guardò intorno, le piante non erano più lisce e compatte come prima: riusciva a vedere le cellule di cui erano composte. Si concentrò. Le cellule divennero molecole, le molecole atomi.
Chiuse gli occhi e si lasciò andare.

"LIBERAMI!"

Ricadde sul familiare cemento del ring, i viticci tutt'intorno a lei erano appassiti, come se l'acqua che li teneva in vita fosse stata prosciugata.
Ibara stava tremando, aveva gli occhi spalancati. "C-come hai fatto?"

(Nome) si guardò le mani scioccata, quella non era la sua unicità, lei non sapeva fare quelle cose. Si alzò in piedi lentamente, la folla era calata nel più totale silenzio. Persino Present Mic non seppe cosa dire.
Sollevò gli occhi sulla sua avversaria, era ancora ferma nello stesso punto.

"Fuori" sussurrò. Il cemento sotto ai propri piedi cominciò a sciogliersi, rendendo il ring come un immensa vasca di sabbie mobili. Ibara cercò di mantenersi a galla con il suo quirk, ma i viticci vennero intrappolati dal cemento fuso. Affondò fino al busto senza poter opporre alcuna resistenza, anche le braccia vennero inglobate fino ai gomiti. A quel punto il ring ritornò com'era.

"Ibara Shiozaki è immobilizzata, (Nome) (Cognome) vince lo scontro!"
Midnight saltò al centro del ring, rivolse un'occhiata perplessa alla ragazza ancora intrappolata del cemento. "Ehm... dobbiamo liberarla"
Si rivolse principalmente a (Nome), ma lei scosse la testa. Non avrebbe usato di nuovo quel potere ignoto, non sapeva se sarebbe riuscita a controllarlo.

TUM TUM

Una fitta al petto la colpì improvvisamente, strinse il tessuto del top all'altezza del cuore. Il respiro accelerò come se l'ossigeno che stava inalando non bastasse a saziarla.

'Che succede?'

Non era colpa del suo quirk - lo sentiva - era più una brutta sensazione che si fece strada dentro di lei. La stessa che aveva provato la notte che sua madre venne uccisa.

"(Cognome)?" la chiamò la Pro Hero. Alzò lo sguardo accorgendosi che tutti gli sguardi erano posati su di lei, le tremavano le gambe.

"Scusate" soffiò, prima di correre fuori dall'arena.

Cos'era quel potere? Perché si era manifestato in quel momento? Non capiva. Non capiva più niente. Lei poteva teletrasportarsi, nulla di più.

Inciampò sui suoi stessi piedi poco prima di raggiungere un'uscita, il triangolo luminoso proiettato sul pavimento la tagliava perfettamente a metà. Era impaurita, le ferite avevano cominciato a bruciarle e un senso sempre più opprimente di ansia non le permetteva di rialzarsi. Si mise di schiena a terra osservando inespressiva il soffitto liscio, chiuse gli occhi.

Il calore che aveva provato sul ring le invase il corpo, spalancò gli occhi quando si rese conto di star fluttuando. O meglio, l'aria sotto di lei era diventata compatta come uno strato di vetro e riusciva a sorreggerla a una decina di centimetri dal pavimento. Si mise seduta e passò le dita su quello che aveva creato, aveva la consistenza di uno spesso strato di vetro; se si concentrava ne vedeva la struttura molecolare, tante piccole particelle vicine le une alle altre.

Cercò di farla tornare normale ma quella non si mosse.
"Ti prego" sussurrò. Ancora niente.
'Forse...'
Pensò alla sensazione del vento sulla pelle, tante particelle che si muovevano libere le une dalle altre.

"Ahi!" Si massaggiò la schiena, era caduta gambe all'aria. Qualunque cosa fosse, questa volta era riuscita a piegarla al suo volere.
'Ora tutti crederanno che gli ho nascosto questo potere' pensò. 'Perché le cose devono sempre complicarsi quando ci sono di mezzo io!?'

"Giovane (Cognome)"
Riconobbe subito il timbro gioviale del suo professore di fondamenti dell'eroismo, All Might. Non credeva ci fosse anche lui a seguire il festival dallo stadio.

"Professore...?" La prese per un braccio aiutandola a rimettersi in piedi, il suo viso sempre sorridente mostrava ora un'espressione tesa.

Le fece strada fino a una delle sale d'attesa. Durante il tragitto non proferì parola e (Nome) si limitò a fissare i muscoli della sua ampia schiena che si contraevano ad ogni passo. In confronto all'Eroe numero 1 lei sembrava un fragile ramoscello.

"Siediti" Indicò con un braccio una delle sedie intorno al tavolo.
Lei inarcò un sopracciglio, di solito quando qualcuno dice quella parola non porta mai buone notizie. Si massaggiò le tempie facendo un profondo sospiro.

"Vai subito al sodo. Da quello che sto intuendo tu sai sicuramente qualcosa di questo" disse, alzando i palmi delle mani verso l'alto per indicare il suo nuovo potere.

"(Nome), siediti" Le posò una mano sulla spalla per guidarla verso la seduta ma lei oppose resistenza.

"Parla!" La sedia accanto a lei perse consistenza, fino a diventare una poltiglia informe abbandonata sul pavimento. "Non ho intenzione di ascoltare i tuoi stupidi giri di parole, voglio sapere cos'ho che non va!" Ringhiò, stringendo talmente forte i pugni da far diventare le nocche bianche.

All Might espirò, piegandosi leggermente in avanti. "Tu... hai sempre posseduto quel potere, solo che fino ad ora ne avevi sperimentato solo una parte" Si allontanò fino a poggiarsi contro la parete, d'un tratto non sembrava più imponente come al solito. "L'ho riconosciuto dal momento in cui ti ho vista combattere nel Ground Beta. Il tuo non è un semplice teletrasporto, esso infatti non agisce sullo spazio circostante come fanno tutti i quirk simili; al contrario, sono le particelle del tuo corpo a spostarsi autonomamente"

"Questo lo sapevo già... non capisco cosa c'entri" Incrociò le braccia al petto, battendo un piede a terra con impazienza.

"Fino ad ora ti sei limitata ad usare la tua unicità unicamente sulla cosa con cui avevi più confidenza: il tuo stesso corpo. Ma devi sapere che potresti farlo con qualsiasi altro oggetto o elemento. (Nome), tu sei capace di modellare a tuo piacimento la struttura molecolare di ogni sostanza. Puoi spostarla, modificarne lo stato fisico, assorbirla e persino trasformarla in qualcosa di completamente diverso. Come hai fatto con quella sedia" disse, indicando il metallo fuso.

"Va bene. Ma tutto questo continua a non avere senso" Credeva di aver preso una delle sue unicità da suo padre, mentre aveva ipotizzato che la seconda fosse la mutazione di un qualche quirk appartenuto ai suoi antenati. Però un'unicità tanto potente non poteva essere stata ereditata per caso.
"Cosa devo sapere ancora?"
Temeva la risposta, ma aveva bisogno di conoscere la verità.

"Il tuo quirk si chiama atomic manipulation. È un po' il complementare del mio, io infatti posso usare al massimo tutte le capacità del mio corpo, tu invece puoi sfruttare tutte le caratteristiche di ciò che ti trovi davanti. In poche parole, per renderti inoffensiva dovresti trovarti nello spazio" All Might abbassò la testa, il momento che temeva era arrivato.

"Questo potere si tramanda da generazioni, la sua particolarità è quella di apparire solo in una persona per ogni generazione della tua famiglia. In principio gli eroi che l'hanno posseduto lo usarono per salvare il mondo dai disastri naturali e da chiunque lo mettesse in pericolo"
Fece una pausa, ricordi che credeva seppelliti da tempo tornarono a farsi vivi.

"Con il passare degli anni, però, crebbe sempre di più il numero delle persone che avrebbero voluto usarlo per scopi malvagi. Così la tua famiglia decise che ogni bambino che avesse ereditato tale quirk avrebbe dovuto decidere quale aspetto coltivare per il resto della vita; alcuni scelsero il teletrasporto, altri la telecinesi, altri lo spacciarono per un'unicità capace di controllare un elemento naturale. In questo modo nel corso della storia furono perse le sue tracce. Almeno fino a questo momento" concluse, indicando la ragazza di fronte a sé.

(Nome) ci mise un po' a metabolizzare tutte quelle informazioni, alla fine una domanda sorse spontanea. "Perché nessuno mi ha mai detto niente?"

Il simbolo della pace gli posò una mano sulla testa prima di parlare.
"Tua madre è morta troppo presto per parlartene, poi tu avevi già deciso inconsciamente quale lato del tuo quirk utilizzare". La bionda aprì la bocca per controbattere ma lui la fermò con un gesto della mano, "tuo padre avrebbe voluto informarti più di una volta. Il dolore di non esserti stato accanto quando avevi bisogno di lui lo perseguita continuamente. Ma non aveva scelta, era l'unico modo che aveva per proteggerti"

Come faceva a conoscere i suoi genitori? Mancava ancora qualche tassello alla storia, (Nome) lo percepiva. Lo lasciò continuare senza fare domande.

"Qualcuno di molto pericoloso era giunto a conoscenza del segreto celato dietro il nome della tua famiglia. Mitsuki aveva fatto di tutto per tenerlo nascosto e tuo padre l'ha sempre aiutata in quel difficile compito, decise di andare a lavorare lontano da voi due per spostare tutta l'attenzione su di sé: se avessero creduto che fosse lui il possessore della manipolazione atomica allora tu e tua madre sareste state al sicuro" La sua mascella si contrasse in una smorfia addolorata. "In qualche modo alla fine riuscirono a scoprire la verità. Il resto della storia credo tu lo conosca già" concluse.

Tutto andò al proprio posto. Il fatto che suo padre non si tratteneva quasi mai per più di una notte a casa, le raccomandazioni di sua madre sul non usare troppo il suo quirk, le storie sul passato della sua famiglia che Mitsuki non aveva mai voluto raccontarle.

"Dov'è?"

La voce dell'assassino di sua madre tornò vivida nella sua mente, come se ce l'avesse davanti e ci stesse parlando proprio in quel momento.

Aveva sempre creduto che si riferisse ad un oggetto; in tutti quegli anni non ci aveva più riflettuto, era troppo accecata dal dolore e dal desiderio di vendetta per dedicarsi ad altro che non fosse distruggere i colpevoli. In quel momento si rese conto che aveva sbagliato tutto, non avrebbe dovuto concentrarsi sul chi, ma sul perché.

Se così avesse fatto forse ora non si sarebbe trovata sopraffatta da così tante informazioni che non era in grado di gestire.

Restava solo un'ultima cosa.

"Mia madre..."
Non ci fu bisogno di continuare.

"Mistuki non era una senza quirk. Al contrario, ne possedeva uno dei più forti, lo stesso che possiedi anche tu"

Il calore le invase il corpo come lava incandescente: tutta la sua vita era una bugia. Aveva sempre dato la colpa agli Hero per quello che era successo, si era sempre detta di non essere stata abbastanza coraggiosa per salvare sua madre.

Dopo quella rivelazione si rese conto che Mistsuki avrebbe potuto uccidere il suo aggressore anche solo respirando, ma non lo aveva fatto. Aveva preferito continuare a mantenere il segreto, aveva preferito proteggere sua figlia.

"Ho rovinato tutto"
Il peso di quella consapevolezza la schiacciò. Gli occhi si appannarono di lacrime, il corpo le tremava visibilmente e il cuore sembrava volerle balzare in gola.

"Prima o poi sarebbe venuto fuori..." cercò di calmarla il Pro Hero, per poi allungare una mano verso di lei.

"NON MI TOCCARE!"
Il pavimento si crepò in più punti producendo un suono simile al rombo di un tuono. "Non voglio farti del male" singhiozzò.

Sua madre poteva essere un'Eroina formidabile. Ma aveva rinunciato a tutto per lei, persino alla sua stessa vita. E (Nome) cosa aveva fatto in cambio? Era entrata nell'Unione dei Villains, si era allontanata da tutto e tutti, dimenticando tutto ciò che lei le aveva insegnato, e aveva compiuto azioni che mai le avrebbe perdonato sé fosse stata ancora viva.

Aveva odiato il mondo in cui Mitsuki avrebbe voluto vivere, il mondo degli Hero. Aveva rinnegato ciò per cui la sua famiglia aveva lottato da generazioni, secoli di storia rovinati da una singola mela marcia. Non solo era la causa della morte di sua madre, ma sarebbe stata la causa di eventi ancora peggiori solo perché non era riuscita a controllarsi.

"Non merito niente di tutto ciò!" I tavoli cominciarono a contorcersi e accartocciarsi. "Non merito l'amicizia delle persone che mi stanno attorno!" Le pareti colarono come gelato sciolto. "Non merito neanche di essere di fronte a te!" Premette le dita sulle tempie, le scoppiava la testa.
"Mi dispiace, mi dispiace tanto"
Calde lacrime le rotolarono giù dalle guance. "Non so come spegnerlo"

All Might cercò di avvicinarsi ma venne spazzato via da un turbine di aria solidificata, rimase bloccato al muro senza riuscire a muoversi. La forza della ragazza era maggiore di quello che si aspettasse. Il cemento gli colò addosso intrappolandolo in un involucro vischioso.

Mitsuki era morta per darle una vita migliore, la possibilità di diventare la persona che lei avrebbe voluto essere, colei che salvava il prossimo.

"FERMATI!" urlò in preda al panico, sperò che qualcuno - chiunque - entrasse da quella porta.
Era buffo come, ora che avrebbe potuto uccidere All Might, l'unica cosa che desiderava era salvarlo.

In tutta questa storia, si rese conto, l'unica colpevole era lei.

Spazio autrice:

Finalmente la storia sta prendendo una svolta, nel prossimo capitolo si saprà il vero passato della famiglia della protagonista.

Ma non vi spoilero niente.

Detto questo, spero che la trama vi stia piacendo.

Se ne avete voglia fatemelo sapere nei commenti.

Al prossimo aggiornamento.

~Ale💕

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