8 "It was not a dream"

Milano,Italia.
01:30
Località sconosciuta












<<Ti manca qualcuno?>>

<<Mia nonna, particolarmente in questo periodo...tu?>>

<<Mio marito,mia mamma...persino il mio bassottino>>

<<Anch'io quando ero giovane avevo un cane,che belli che sono,mh?>>

<<È il figlio che non sono mai riuscita ad avere>>

<<Come mai?>>

<<Non lo so,ho fatto tutti i controlli possibili da tutti i dottori possibili...dicono che il mio utero è debole e non riesce a tenere gli spermatozoi. O almeno,così dicono i primi dieci che abbiamo visto perché,gli altri cinque sostengono che le mie ovaie siano a pezzi per qualche ragione mistica e che,non funzionino. Morale, è sempre colpa mia>>

<<Sarebbe bello avere un figlio,penso>>

<<Pensi giusto...>>

<<Si è fatto tardi,vieni che ti sistemo la mansarda>>

<<Oh ma stai tranquillo,ormai ho dato anche un nome al ragno gigante nell'angolo della stanza>>

<<Come l'hai chiamato?>>

<<Pippo>>

<<Certo che sei strana>>

<<Senti chi parla>>

I due giovani dopo aver parlato per quasi due ore,avevano deciso di andare a riposare.
I ragazzi sarebbero tornati a quattro piedi la mattina seguente quindi con calma,avevano salito le scale mentre lei si era persa ad osservare il corrimano in marmo.
Arrivati in mansarda la giovane si era portata una mano sul cuore: altroché mansarda,era un eden terrestre.
Una stanza color panna era arredata in maniera semplice:un letto matrimoniale al centro,accanto al quale giaceva un comodino in ciliegio,dipinto di giallo. Sopra la testata,un quadro che raffigurava il giudizio universale sovrastava le pareti. Davanti al letto,un piccolo armadio ad un anta bianco era decorato con fiori blu e una finestra che dava direttamente sul giardino faceva entrare la luce della luna,illuminando la stanza.

<<Oh, è stupendo qui>>aveva sorriso lei,guardandosi intorno.

<<L'aveva arredata mia sorella prima di andare a studiare all'università>>

<<Ha buon gusto,davvero>>

<<Vieni,siediti>>

I due si erano seduti ai piedi del letto,mentre lei aveva sospirato.
Doveva farsi coraggio e chiedere,avere delle risposte.

<<Ascolta...>>aveva iniziato torturandosi le mani<<....ho fatto un sogno strano,posso raccontartelo?>>aveva domandato.

<<Ho fatto tre anni di psicopedagogico....qualcosa ricorderò>>aveva detto lui,ghignando.

<<Quando ho bevuto un po',un paio di sere fa,sarà stato l'alcol sicuramente eh;sono stata così stupida dal sognare di baciarti. Eppure sai cos'è strano? Che io,sentivo concretamente le tue labbra:non so come possa essere possibile perché è la prima volta che mi succede e sinceramente,non so se credere al mio cervello quando è sotto l'effetto dell'alcol...>>aveva spiegato lei imbarazzata<<....quindi,era tutto un sogno vero?>>aveva domandato,osservando per un po' la figura del giovane accanto a lei.

I pantaloni stretti mettevano in evidenza le gambe lunghe e slanciate. La canottiera in velluto azzurro evidenziava la carnagione pallida.
I capelli,lasciati al caso, davano un pizzico di vivacità a quel criminale che poi,così malvagio non era.
Lui si era morso il labbro inferiore,pensando ad una risposta adeguata:doveva dire la verità o mentire? Sinceramente credeva che la giovane non si ricordasse nulla,quindi aveva deciso di rimanere sul vago.

<<Magari hai immaginato tutto:ti ricordi qualcosa di quella serata?>>

<<L'ultima cosa che ricordo è Lorenzo che mi versa del prosecco nel bicchiere>>

<<Altro?>>

<<Nulla,il nulla più totale>>

Lui aveva alzato lo sguardo, incatenando al suo quello della nera che aveva abboccato.
Quello sguardo chiaro l'aveva presa di sorpresa,stringendole il cuore.

<<Non era un sogno,fiorellino>>aveva detto lui,dandole quel nomignolo particolare.

<<Ah...no?>>aveva domandato lei,facendolo ridacchiare.

<<No>>

<<Insomma...mi dispiace,non ero in me e non volevo assolutamente offenderti>>aveva iniziato a scusarsi lei,parlando a raffica

<<Ti stai veramente giustificando?>>

<<Sì...mi sembra giusto>>

<<Ma stai tranquillo fiorellino,con me puoi fare tutto quello che vuoi e stai serena che non mi offendo in nessun modo>>

<<Di solito...non faccio mai cose del genere! Mi vergogno un sacco,mamma mia!>>aveva bisbigliato lei,coprendosi il viso con le mani

<<Con me,la vergogna non esiste>>

Lei aveva scoperto il volto,ritrovando quello del giovane a pochi centimetri dal suo.
Filippo gli aveva lasciato un bacio sulla guancia,per poi alzarsi e lasciare la stanza.
Era stata una buonanotte quella? Affatto.









Spazio autrice
Ciaoooo stasera super ispirata!
Fatemi sapere cosa ne pensate,magari con un commento!
Bacini❤️

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