36 "Ingiusto fu il tuo ultimo bacio"
Moneglia-Milano, Italia.
08:00
La serenità di quei giorni era stata disturbata e completamente distrutta da una notizia che arrivava direttamente da Milano.
Simone e Lorenzo avevano lasciato che i due giovani si rilassassero in quella meraviglia di posto, ma quando il dovere chiama si sa,risponde sempre il buonsenso.
"Lori...mh...che c'è?" aveva domandato lui con gli occhi ancora chiusi e il corpo spalmato sul materasso.
"Filo....chi è?"aveva mormorato lei accanto al giovane sentendo il corpo del ragazzo strisciare via dalle coperte.
Era andato in corridoio,lasciando dietro di sé una piccola ragazza ancora addormentata e frastornata dagli episodi meravigliosi della notte appena passata.
Aveva chiuso la porta dietro di sé,scendendo le scale e salutando con un cenno della mano Ambrogio,pronto ad accoglierlo nell'enorme atrio.
Aveva chiuso le porte del salone, aprendo le finestre e cercando il primo pacchetto di sigarette seminato per l'enorme casa.
"Cosa stai dicendo? Aspetta io sono appena sveglio..."si era passato una mano sul viso"....ripetimi tutto dall'inizio lentamente"aveva mormorato,sedendosi su una sedia e osservando il sole già alto in cielo.
Si era acceso una sigaretta,lasciando che il giorno gli piombasse addosso come un leone su una gazzella.
Simone e Lorenzo erano stati degli ottimi sostituti nel gestire il lavoro mentre il milanese era lontano da casa ma, i giri non erano andati per niente bene.
Una nuova organizzazione si era inserita per bene ed in pochissimo tempo fra le strade della metropoli, facendo sì che alcuni gruppi si ritirassero del tutto a causa della mancanza di soldi e piazze.
Non si sapeva ancora granché di questi nuovi ragazzi e della nuova organizzazione se non che venivano dall'est Europa,molto probabilmente dalla Russia ma erano solo voci di corridoio.
Si sapeva per certo che avevano dei giri internazionali che arrivavano fino dall'altra parte del globo: Miami.
Il problema non era tanto il fatto che Milano,silenziosa come una ladra,avesse accolto una nuova organizzazione,quanto quest'ultima avesse ricevuto in eredità alcune piazze che non erano legittimamente sue.
Probabilmente c'erano anche degli enormi giri di riciclaggio di denaro che andava a toccare anche capi saldi e teste calde della città che per non creare scandali in famiglia e fra amici,erano residenti in Svizzera o paesi bassi, località dove si può stare sereni con i conti in banca pieni.
Uno di questi era finito in prima pagina su uno dei quotidiani più famosi d'Italia, era un ricco imprenditore svizzero, arrivato in Italia per determinati affari e tornato....in manette.
Il caso era anche arrivato ai telegiornali e alle televisioni che in poco tempo avevano puntato i riflettori su una Milano malvoluta e odiata da tanti conosciuta però,da molti pochi.
"Aspetta...ripetimi un attimo: vi siete distratti una sera andando a dormire sereni e la mattina dopo ci ritroviamo con la metà della metà delle piazze?"aveva domandato il leader passandosi una mano sulla fronte.
"No...cioè...ne abbiamo ancora una ventina..."aveva mormorato l'amico dall'altro capo del telefono.
"COME UNA VENTINA?!"aveva sbraitato questo cercando di mantenere la calma.
Ormai le sigarette erano diventate molteplici e al piano di sopra una giovane ragazza aveva appena aperto gli occhi.
Si era sgranchita la schiena alzandosi e facendo qualche esercizio di stretching. Aveva aperto le persiane e le portefinestre facendo entrare l'aria fresca del mattino. Il sole grazie all'arrivo della calda stagione era già alto ed il mare era piatto come uno specchio. In lontananza alcuni gabbiani danzavano su un cielo blu cobalto: sembrava di essere all'interno di uno scenario di un film.
Si era tolta il pigiama( una maglietta del giovane che la sera prima l'aveva sistemata per dormire) e aveva raccattato da terra le sue mutandine lilla e il suo abito,mormorando qualcosa fra sé e sé,ricordando gli avvenimenti piacevoli di poche ore precedenti.
Si era fatta una doccia fredda,per svegliarsi e spumeggiante come ogni mattina,aveva messo la musica giusta,sparata a manetta mentre si faceva due trecce ai lunghi capelli scuri. Aveva indossato dei pantaloni ciclisti scuri e una camicia bianca del giovane.
Aveva rifatto il letto,sistemato il suo comodino che era un totale disastro: per qualche ragione sconosciuta a lei erano arrivati sul ripiano in legno delle salviette umidificate,un burrocacao alla ciliegia,un elastico per capelli e delle collane di perle. Ora: comprendo che per alcuni è un comodino di una giovane donna ma,bisogna ricordare che Sole in vacanza non ha minimamente portato collane o ornamenti particolari. Dopo averci pensato su un po' e non avendo trovato risposte ai suoi quesiti,aveva sceso le scale a piedi nudi.
Aveva trovato Ambrogio pronto in cucina ad accoglierla con un enorme sorriso.
"Buongiorno signorina,ha dormito bene?"
"Ciao Ambrogio..."aveva sorriso lei di rimando sedendosi su una sedia in cucina"... sisì,il vino ha aiutato. Tu stai bene?"
"Certo signorina,sono bello vispo stamani! È una giornata importante per me!"aveva sorriso l'uomo,voltandosi e iniziando a preparare una macedonia di frutta fresca alla ragazza.
"È il tuo compleanno?"aveva domandato lei,incrociando le gambe.
"No...quello è in inverno..."aveva mormorato tagliando a cubetti le fragole colte dal giardino "...esco con una donna... è il mio primo appuntamento al buio in sessanta e passa anni,signorina"aveva mormorato persino imbarazzato.
"Wow! Ambrogio ma è una notizia super positiva!" Aveva detto battendo le mani fra loro.
"Sì signorina,lo è. Sono solo un po' in ansia...non so nemmeno come vestirmi,con questo caldo poi eviterei giacca e cravatta..."aveva detto affettando una pesca.
"Oh ma Ambrogio! Quando una persona piace,piace anche con uno straccio addosso! Io consiglierei un bel bermuda tenue e una camicia..."aveva mormorato.
"Ma non sono in gran forma signorina..."aveva detto voltandosi verso la giovane e lasciando la ciotola colma di frutta sul tavolo "...qua c'è già un po' di pancetta dell'età!"si era indicato lo stomaco.
"Oh ma andiamo! Sei ancora un bel signore per la tua età Ambrogio! Non buttarti giù così..."aveva esclamato lei iniziando a mangiare "...e poi basta porre l'attenzione su ad esempio,i tuoi occhi blu mettendo una bella collanina d'oro"aveva suggerito.
"Ora capisco perché il Signor Fanti l'ha scelta...lei è così dolce e gentile signorina,ha una luce nel cuore meravigliosa"
"Ambrogio...che bel complimento...grazie"aveva arrossito lei.
"Oh scusi signorina non volevo metterla in imbarazzo..."si era scusato immediatamente notando il colore rosato degli zigomi della scura.
"Ma stai sereno Ambrogio,ci mancherebbe! Anzi ogni tanto fammi un complimento che me ne fanno sempre pochi..."aveva mormorato"...comunque questa frutta è veramente ottima, è tutta del giardino?"
"Sissignora!"aveva sorriso l'uomo, voltandosi e iniziando a caricare la lavastoviglie.
Sole aveva finito la colazione,aggiungendo anche un bicchiere fresco di latte di cocco.
Si era persa a parlare con l'uomo che era tutto meno che stupido. Si erano raccontati delle bravate fatte da ragazzetto nei vicoli di Genova, del primo concerto di De André visto con la fidanzatina del liceo, dei rimproveri di suo padre che beveva troppo e baciava poco sua madre, dei centrini ricamati si sua nonna e la sua capacità di fare ridere chiunque, della turista giamaicana a cui ha dato la sua prima volta e con cui aveva intenzione di sposarsi, del tradimento di quest'ultima ed il dolore del cuore, della ragazza dai capelli biondi che diventò sua moglie e che faceva degli ottimi cappelletti in brodo e lo baciava molto, dell'amore per questi figli che mai sono arrivati,della perdita di questa donna a soli quarantacinque anni,dell'essere vedovo e giovane,solo e senza nessuno,malinconico e con il vizio del gioco d'azzardo,dell'arrivo di Filippo e dell'offerta di lavoro,dei soldi e del voler curare quel difetto e di una ripresa conscia e volenterosa della vita.
Di come un fiore se vuole,può sbocciare in autostrada senza essere schiacciato da nessuno pneumatico.
Filippo era entrato come una furia in cucina,eliminando immediatamente l'atmosfera e la serenità che si era creata fra i due.
"Ciao gioia..."l'aveva salutato lei alzandosi per andargli incontro e baciarlo ma si era bloccata subito dopo.
"Ambrogio prepara la casa,le stanze e le valigie,dobbiamo partire fra mezz'ora per Milano"aveva ordinato serio e categorico più che mai.
"Certo signore"aveva obbedito l'uomo andando a svolgere le consegne.
"Tu piccola sei pronta? Sei già vestita per andare?"aveva domandato,rimanendo distante e versandosi del caffè in una tazza.
"Sì...devo solo andare a..."
"Vai a farlo subito allora" l'aveva interrotta lui,spostandosi verso il frigorifero per poi aprirlo e versare del latte freddo nel caffè.
"Ma...ma io volevo parlare un po' con te come ogni mattina..."aveva mormorato lei rimanendo di fronte al giovane.
"Oggi non possiamo piccola,non si può fare un cazzo con calma oggi. Quindi vai a prepararti che in un'ora devo essere a Milano"aveva detto facendo un sorriso tirato.
"Ma è successo qualcosa all'organizzazione?"aveva domandato.
"Sole. Vai a prepararti."rude.
"Ma che cazzo hai? Me lo dici?"si era alterata lei.
"Sole,cristo! Vai a prepararti e non rompere il cazzo che ho dei casini da risolvere..."aveva sbraitato l'altro sorseggiando subito dopo del caffelatte.
"Ma ti rendi conto come mi stai trattando o sei drogato?"
"Ma cazzo! Stai a quello che dico e non rompere il cazzo con il tuo moralismo di merda! Vai a prendere quel cazzo di zaino,ficcaci dentro due creme e il costume che devo muovere il culo prima che ci facciano saltare per aria l'intera organizzazione!"aveva urlato lui.
"Ma vai a fanculo Filippo! Tu e la tua rabbia che mantieni dentro per un paio di giorni e poi sbotti come un matto! Ma ti sembra normale il tuo comportamento?"aveva domandato lei agitando le mani.
"Certo che è normale! Comprendo che tu non capisci perché non hai un cazzo da fare nell'arco della giornata se non chiedermi di scoparti ma,io avrei anche un lavoro!"aveva urlato lui di rimando.
"Come hai detto?"
"Hai sentito"
"Sei un brutto figlio di puttana!"aveva detto lei,insultandolo. Era stata ferita e adesso era incazzata come una iena.
Si era fatta avanti,andando verso il giovane e cercando di tirargli uno schiaffo ma quest'ultimo era stato più veloce e le aveva bloccato la mano.
"Non osare farmi una cosa del genere Sole,non provarci mai"aveva ringhiato fissandola negli occhi.
"Ah sì? Cosa vuoi fare,mh? Picchiarmi come una puttana?"
"Non lo farei mai,lo sai. Ma non farmi girare il cazzo Sole,sai bene di cosa sono capace"aveva sentenziato.
"Cosa vuoi fare? Chiudermi di nuovo nello scantinato per punirmi? Eh?"aveva rincarato la dose lei.
"Sole non metterti anche tu. Fai quello che ti dico"
"Non ci sto ai tuoi ordini del cazzo. Non sono una pedina dell'organizzazione che muovi a tuo piacimento e che vive in base alle tue decisioni. Io sono la tua compagna Filippo,quella a cui hai detto come minimo mille volte ti amo in questa vacanza...non sono una ragazza che ti doveva fare compagnia in questa settimana.."aveva mormorato lei.
"Vai sopra a prepararti,ti aspetto in macchina"aveva concluso lui non degnandola di uno sguardo e lanciando la tazza nel lavandino.
Sole era stata ferita dalla persona che le aveva ripetuto almeno venti volte al giorno quanto la amasse,quanto fosse importante per lui,quanto fosse bella,quanto fosse gentile....era stata ferita dall'ennesimo uomo di cui si era fidata.
Aveva fatto lo zainetto con le lacrime agli occhi mentre si chiedeva che cosa avesse sbagliato. Si sentiva così inadeguata.
Era scesa in auto entrando nell'abitacolo e sedendosi dietro.
Lui non aveva proferito parola per tutto il viaggio.
Lei nemmeno.
Si era rotto qualcosa fra loro due e non sarebbero riusciti a risanarlo per un bel po' di tempo.
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