3 "Sweet like sugar"
Milano, Italia.
09:00
Località sconosciuta.
Sole aveva aperto gli occhi,stropicciandosi le palpebre.
Aveva stiracchiato le braccia,facendosi una coda disordinata.
Si era tirata in piedi e aveva bussato alla porta:come aveva promesso,Lorenzo aveva aperto,accompagnandola in bagno e portandole la colazione.
Un semplice caffè macchiato,andava bene così,fin troppo.
<<Dormito bene?>>
<<Beh...faceva un po' freddino,se riesci a darmi una coperta per stasera mi fai un enorme favore>>
<<Certo,certo. Ascolta....fra poco arriverà Filippo e ti parlerà. Noi abbiamo l'ordine di rimanere fuori dalla stanza ma non possiamo intervenire in nessun modo>>
Sole si era spaventata a morte:non voleva rivivere scene come quella della sera precendente.
Aveva scosso la testa,aggrappandosi disperatamente alla mano di Lorenzo che,a malincuore aveva lasciato la stanza.
Dopo aver bevuto il caffè,aveva lasciato la tazzina sul tavolo,tornando a rannicchiarsi sul materasso.
Aveva un po' di tempo per riflettere su ciò che poteva fare:in primo luogo era cercare un dialogo civile con Filippo che ovviamente,avrebbe rifiutato.
La seconda opzione era quella di piangere ma,vista la reazione della sera prima,non voleva rischiare di essere malmenata.
L'ultima e purtroppo la più tragica era quella di donare il suo corpo,in cambio della vita di suo marito.
Non aveva trovato altre possibilità per uscire da quella situazione estenuante.
La porta si era aperta, rivelando il giovane:indossava un jeans aderente scuro e una canottiera nera.
La cintura in pelle con le borchie argentate aumentava la crudeltà del look.
Ma la cosa più terrificante di tutto era quello sguardo:vuoto e apatico in una maniera disarmante.
<<Buongiorno fiorellino>>aveva sorriso,chiudendosi la porta alle spalle.
<<Buongiorno>>aveva risposto lei,rimanendo seduta sul materasso.
Il giovane aveva osservato per qualche istante la stanza,tirando fuori dalla tasca del jeans una sigaretta che aveva acceso successivamente.
<<Mettiamo le cose in chiaro fiorellino:se tu mi dici delle cose,io non ti tolgo nemmeno un capello. Altrimenti mi divertirò un po'con te e la tua permanenza qui sarà molto lunga>>aveva affermato,posando la schiena al muro,dinanzi lei.
La giovane aveva annuito,osservando la cenere scivolare dalla sigaretta come foglie al vento.
<<In che zona della città ha degli agganci tuo marito?>>aveva domandato.
Sole aveva scosso la testa:in fin dei conti era suo marito e lei,non l'avrebbe mai tradito.
<<Non lo so>>aveva risposto secca
Il milanese era scoppiato a ridere,spegnendo la sigaretta al muro e chinandosi alla sua altezza.
Le aveva accarezzato il viso con le dita gelide:lei per tutta risposta aveva voltato il viso dalla parte opposta. Le faceva stringere lo stomaco quel tocco,era viscido,crudele.
<<Guardami>>aveva inspirato lui,minacciando la giovane.
Lei aveva fatto come lui le aveva ordinato,osservando quello sguardo che le aveva fatto crollare tutte le possibili soluzioni a tutta quella situazione.
<<Te lo ripeto un'altra volta:in quale cazzo di zona tuo marito ha degli agganci?>>aveva domandato con tono più duro.
<<Milano Dateo>>
<<Sicura?>>
<<Sicura>>
<<Bravo fiorellino,inizi a capire come funziona il gioco...>>aveva sorriso,tirandosi in piedi e tornando nella posizione precedente<<...ti spiego brevemente:avendo te qui,tuo marito ovviamente visto che è un uomo intelligente verrà qui per pattuire. In cambio della sua adorata mogliettina,io avrò il comando su tutti i giri di merce in città. Se così non fosse,avrete entrambi il destino deciso>>aveva affermato con durezza.
<<Ho capito>>aveva risposto lei con indifferenza.
<<No,non hai capito niente...>>aveva affermato lui.
In pochissimo tempo lei si era ritrovata sdraiata sul materasso,con il corpo del giovane che torreggiava sul suo piccolo.
Con una mano tatuata lui stava tenendo entrambe le braccia sopra la testa di lei,mentre con l'altra premeva un coltellino affilato contro la gola della giovane.
<<Tu devi obbedire a tutto ciò che dico. Sei un cazzo di ostaggio ed io posso ammazzarti quando voglio,senza nemmeno preoccuparmi e se non lo faccio è solo per lavoro. Hai capito adesso come funziona o lo devo ripetere,fiorellino?>>aveva domandato mentre gli occhi di lei terrorizzati stavano cambiando colore con i raggi del sole.
<<Sì, sì signore>>aveva risposto lei,tremando.
<<No,non dire così che mi eccito,fiorellino>>l'aveva presa in giro,mentre lei d'istinto aveva stretto le gambe fra loro.
<<Non preoccuparti,Lorenzo mi ha detto che sei indisposta. Ed io che avevo voglia di divertirmi stamani...>>aveva sospirato,ritirando il coltellino e lasciando le braccia libere di lei<<...sappi che appena possibile,un bel giretto con te fiorellino lo farò. E non te ne pentirai>>aveva mormorato in maniera volgare e disgustosa.
Poi con nonchalance aveva lasciato una sigaretta e l'accendino sul tavolino di legno,lasciando la stanza.
In pochi minuti erano entrati i ragazzi che avevano cercato di consolare la giovane che si sentiva a pezzi,totalmente a pezzi.
Come se Filippo con quella frase l'avesse accoltellata,buttando in un cestino il suo cuore.
Quel povero cuore,continuava ad urlare il nome del marito.
Quel povero cuore,chissà che fine avrebbe fatto.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top