2 "Welcome baby girl"

Milano, Italia.
18:00
Località sconosciuta.















L'unico pensiero fisso che aveva la giovane in mente era suo marito.
Sapeva benissimo che il suo rapimento era tutta una messa in scena per distrarlo dai suoi giri d'affari.
Pensava che sarebbe venuto a prenderla,quindi non aveva così tanto timore a dire la verità.
Certo,non è cosa da tutti i giorni essere sequestrata ma,forse un po' se lo aspettava.
Nell'ultimo periodo il clan avversario continuava a mandare minacce di morte ai due che, ingenuamente avevano ignorato il tutto.
Dopo almeno un'ora di viaggio,Sole era arrivata in una località sconosciuta. Sperava solamente di essere a Milano e non in qualche paesino sperduto di montagna.
L'uomo che era alla guida le aveva bendato gli occhi e l'aveva presa in braccio.
Caricata come un sacco di patate sulle spalle,non aveva opposto resistenza ed era rimasta immobile.
Aveva sentito una porta aprirsi e probabilmente,stavano attraversando un lunghissimo corridoio. Un'altra porta era stata aperta.
L'aveva posata su un materasso molto probabilmente e le aveva sciolto la benda dal viso.

<<Fra qualche ora arriveranno gli altri. Non urlare e non fare stronzate che a farti fuori non ci vuole niente>>l'aveva minacciata.

Uscito l'uomo,lei aveva iniziato a studiare la stanza in cui si trovava:era una specie di cantina malandata e maleodorante.
Il materasso su cui era seduta giaceva a terra,in mezzo alla polvere. Un tavolo alla sua destra aveva anch'esso un leggero strato di polvere sulla superficie.
Erano le uniche due cose presenti nella stanza, nient'altro.
Si era accorta che l'uomo le aveva portato via il cellulare dalla borsa, lasciando quest'ultima alla nera.
Si era ripassata il burrocacao sulle labbra secche.
Si era messa a giocare con la linguetta dei fazzoletti.
Dopo mezz'ora la porta si era aperta di colpo,spaventandola.
Quattro ragazzi erano entrati chiudendo la porta alle loro spalle.
Il leader Sole l'aveva riconosciuto:varie volte l'aveva visto girare sotto casa prima di ricevere quelle lettere di minacce pesanti.
Aveva trattenuto il respiro,osservando lo sguardo apatico di quest'ultimo.
Due gemelli lo affiancavano con degli orecchini stranissimi.
Dietro di loro,un ragazzo più alto,slanciato e con delle lentiggini infantili sul viso.

<<Benvenuta fiorellino...>>l'aveva salutata il leader<<...mi conosci vero?...>>aveva domandato,lei aveva annuito<<...No,non hai capito bene il gioco>>aveva sorriso.

Con una mossa veloce le era arrivato a pochi centimetri dal viso,stringendole la mascella in maniera così forte che lei si era ritrovata attaccata al muro.

<<Se parlo e ti chiedo qualcosa,tu rispondi a gran voce,hai capito?>>aveva sibilato fra i denti mentre quello sguardo da assassino stava trafiggendo quello ingenuo della nera.

<<Sì...mi perdoni...>>era l'unica frase che era riuscita a sussurrare prima che i suoi occhi iniziassero a diluviare.

<<Brutta puttana...>>aveva mormorato il castano,rilasciando il viso della giovane e voltandosi verso il muro.

<<Dai Filo,così la spaventi, poverina>>l'aveva ripreso uno dei due gemelli.

<<Ha ragione Davide....sei troppo duro,infondo non ti sta facendo niente>>aveva aggiunto l'altro gemello.

<<Ma la guardate? È una ragazzina....sa solo piangere...>>l'aveva indicata mentre lei si era nascosta il viso fra le mani<<... è insopportabile. Insopportabile>>aveva bisbigliato,passandosi la mano sul viso.

<<Anch'io avrei pianto se fossi stata nella sua situazione>>aveva detto il ragazzo con le lentiggini.

Il leader del gruppo l'aveva guardata nuovamente,non riuscendo a provare nemmeno un minimo di pietà.
Era tornato accanto a lei,spostandole qualche ciocca di capelli dal viso. Lei aveva iniziato a tremare,singhiozzando.

<<Adesso starai un po' qui con noi,se fai la brava ne esci viva, altrimenti oltre che a tuo marito,la pallottola in testa arriva anche a te. Puttana>>aveva bisbigliato al suo orecchio,lasciando poi la stanza con grandi falcate.

I gemelli ed il ragazzo con le lentiggini si erano guardati e avevano scosso la testa:era un caso irrecuperabile.
Si erano seduti accanto alla giovane che si era rannicchiata come un riccio per paura.

<<Lascialo stare... Filippo è così,non si rende nemmeno conto di ciò che dice...>>avevano mormorato tutti e tre.

<<Io sono Lorenzo...loro sono Davide e Lorenzo>>

<<Io Davide>>

<<Io Lorenzo>>

<<Noi....noi non ti facciamo niente,siamo i più innocui di questa organizzazione>>aveva spiegato Lorenzo.

<<Io,io sono Sole>>aveva detto la giovane,asciugandosi il viso con le mani.

<<Piacere tesoro,quanti anni hai?>>aveva chiesto Davide.

<<Venti...voi?>>

<<Io ventidue e loro due ventitré>>aveva sorriso Lorenzo.

<<Dopo...dopo posso andare in bagno? Ho il ciclo..>>aveva mormorato lei imbarazzata.

I tre si erano guardati con degli occhi pieni di compassione.
Davide si era alzato,andando a prendere dei cioccolatini.
Nel mentre Lorenzo l'aveva accompagnata al bagno,sistemandosi.
Non era riuscita a scorgere nulla del luogo dove soggiornava perché il corridoio era buio.
Tornata in stanza,i gemelli erano rimasti con lei e le avevano portato un piatto di pasta sostanzioso,per non rischiare che svenisse a causa delle mestruazioni.

<<Bene,noi dobbiamo andare. Qui fuori dalla porta c'è Lori,se hai bisogno. Buonanotte Sole>>

<<Grazie di cuore ragazzi...a domani>>

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