16 "Imprevisto"
Località sconosciuta.
Milano,Italia.
11:58
Dopo l'atto,erano tornati in auto.
Lui aveva iniziato a guidare, mentre aveva acceso la radio,facendo partire una canzone dei Beatles.
<<Oggi penso che dormirò tutto il giorno>>aveva mormorato lei.
<<Credi? Dobbiamo ancora vedere quel matto di Lorenzo cos'ha deciso di fare>>aveva sorriso lui.
<<Oh mio Dio...mi sto quasi abituando alla vostra pazzia>>aveva ammesso lei,guardando fuori dal finestrino.
<<E non hai ancora visto tutto...>>aveva detto lui,fermandosi al semaforo.
<<Ti squilla il telefono>>l'aveva avvertito lei: lui si era perso nel guardarla. Il display indicava che il suo migliore amico lo stava chiamando.
<<Cosa stracazzo stai dicendo?!>>aveva urlato il giovane,infuriato.
Lei era rimasta immobile sul sedile mentre osservava la rabbia impossessarsi di quel giovane che quella stessa mattina le aveva fatto provare qualcosa di stupendo.
<<Porca puttana Lori! Ma dove cazzo eravate?!....mio Dio,cosa faccio adesso? Voi comunque state bene...>>si era posato una mano sul volto mentre la coda di persone dietro aveva suonato il clacson delirando.
<<Allora! Devo andare a lavorare! Muoviti!>> L'automobilista dietro loro aveva iniziato ad urlare.
Per farlo zittire il giovane aveva tirato fuori dal finestrino la pistola. Allora le urla erano cessate e le persone avevano superato l'auto,senza fare ulteriore problematiche.
<<Ok...arrivo Lori arrivo,voi state tranquilli...sisì, Sole è con me,sta bene. Si...si arrivo,ciao...>>aveva messo giù il telefono.
Aveva guardato la giovane,e senza pensarci due volte le aveva lasciato un bacio sulla bocca,lasciandola senza fiato. Con una mano le teneva salda la mascella,permettendogli di avere più controllo. Dopo ciò,l'aveva lasciata senza fiato e aveva iniziato a guidare nuovamente,indossando gli occhiali da sole e spegnendo la radio.
<<Tuo marito è in villa. Penso sia tornato a prenderti>>
<<Cosa?!>>
<<Hai sentito bene. Ora andiamo,cercherò di sistemare le cose e penso che tornerai a casa>>
Il tono di voce del giovane era tornato freddo,cattivo,distaccato come le prime volte in cui si erano incontrati.
<<Non voglio tornare a casa>>aveva sussurrato lei parlando con se stessa.
<<Ti conviene,così mi fai lavorare>>aveva risposto secco lui.
<<Ma cosa ti è successo? Dalla telefonata sei diventato strano..>>le aveva fatto notare.
<<Sono sempre il solito figlio di puttana,cinico,acido e senza cuore. Non illuderti di vedere qualcosa di positivo in me>>aveva detto lapidario,non degnandola di uno sguardo.
<<Ma sei impazzito per caso? Stamattina eri un'altra persona...>>aveva mormorato lei imbarazzata.
<<Solo perché ti ho fatta venire,non significa che io provi qualcosa nei tuoi confronti. Ricordatelo bene>>
E con quella frase, Sole aveva ricevuto un forte pugno allo stomaco. Si era abituata alla presenza di quel giovane milanese positivo e che con dolcezza si dedicava a lei.
Si era illusa...illusa come tante altre evidentemente.
Non aveva capito che da lei,lui voleva solo la sua dote. Parzialmente o completamente,voleva semplicemente usarla e lei,non l'aveva capito.
Però prima di diventare così acido come pochi,le aveva dato quel bacio,come se volesse concludere il ciclo d'affetto provato quella mattina con quel sigillo: un bacio.
<<Spero che tuo marito mi dia indietro le piazze,altrimenti tu rimani qua ancora un po'...>>aveva sospirato.
Lei non aveva risposto.
Se stringeva le gambe sentiva ancora la passione che quella mattina li aveva legati in qualche modo.
Erano arrivati in villa.
Scesa dall'auto aveva riconosciuto suo marito,accerchiato dai ragazzi.
Filippo era sceso con calma,osservando il marito in cagnesco.
<<Splendida giornata di sole,non trovi?>>
<<Oh sì...c'è anche molta gente in giro...>>aveva risposto Tiziano, accendendosi una sigaretta.
<<Veniamo al dunque: mi resistuisci tutte le piazze e in cambio hai tua moglie. Altrimenti torna fra un po' con un bel carico di denaro e ne riparliamo>>il leader aveva stipulato le condizioni.
Sole era rimasta dietro la figura,si sentiva debole. Si sentiva inutile. Voleva semplicemente svenire.
<<Non ci siamo...io non posso darti tutte le piazze,ma solo alcune>>aveva ribattuto il marito.
<<E allora ci vediamo fra un po' con magari un bel borsone di soldi>>aveva risposto con noncuranza il giovane,sorpassando il marito ed entrando in casa.
Davide e Lorenzo si erano avvicinati a Sole e con delicatezza l'avevano riportata dentro.
Ma erano stati fermati dal marito.
<<Voglio solo parlarle un attimo...cinque minuti vi prego>>
<<Va bene ma noi rimaniamo qua>>avevano risposto in coro,mantenendo salde le armi in mano.
<<Ciao amore mio...sei così magra...mi sei mancata così tanto>>il marito l'aveva abbracciata. Le mancava davvero tanto e tutto quel tempo lontano da lei l'aveva portato a soffrire come un cane.
<<Mi sei mancato da morire anche tu..>>aveva risposto lei.
Ma non provava nulla: era come se stesse abbracciando un estraneo.
<<Dove sei stata? Sei tutta bagnata...cosa cosa ti hanno fatto? Sei così spenta...>>era preoccupato davvero.
<<Sto bene amore,non devi preoccuparti. Mi trattano bene,non mi fanno del male>>aveva sorriso lei.
<<Bene, Sole vieni,il tempo è finito>>Davide con voce intimidatoria l'aveva richiamata.
Il marito si era affrettato per baciare la giovane che...aveva dato la guancia.
Questo gesto l'aveva scioccato: avrebbe voluto avere una conversazione con lei su questo tema ma i giovani l'avevano riportata in casa.
<<Sole... Sole ma dove vai?>>i giovani l'avevano vista correre su per le scale con velocità. Si era chiusa a chiave in camera.
Aveva preso la lettera di suo marito e l'aveva devastata in mille brandelli di carta. Quella sensazione di colpa,di peccato,di sentirsi sporca la stava soffocando.
Voleva morire: non sapeva dove sbattere la testa...non sapeva cosa fare.
Anche se una cosa era evidente: voleva divorziare.
<<Sole? Sole stai bene?>>aveva domandato Lori che aveva osservato la giovane correre su per le scale.
<<Si...si stai tranquillo>>aveva risposto lei con voce spezzata dal pianto.
<<Mi fai entrare? Devo dirti una cosa importante...>>
Lei si era fatta forza e si era alzata dal letto,si era asciugata le lacrime con il dorso della mano.
Gli occhi erano ancora gonfi dal pianto,mentre lei si teneva appena in piedi.
<<Vieni qua piccola mia...>>aveva allargato le braccia mentre lei si era fiondata<<...oh gioia,mi ammazza vederti così>>aveva mormorato.
Sul letto avevano iniziato a parlare.
Lei si era fatta cullare dal ragazzo,mentre gli raccontava la sua vicenda di alcune sue relazioni.
<<Una volta stavo con due ragazze...si avevo due piedi in una scarpa. E sai come ne sono uscito? Ho seguito il mio cuore,semplicemente. Con una sentivo delle sensazioni che mai avevo provato,con l'altra stavo bene,era dolce e carina ma...ma ogni qualvolta la baciavo non provavo assolutamente nulla. Eppure andavamo d'accordo,eravamo migliori amici,ma non riuscivamo ad essere veramente fidanzati.
Così la lasciai...mi fece male,lo ammetto. E con l'altra ragazza...fra due mesi andiamo a convivere.
Capisci cosa intendo? Se tu riesci ad immaginare un futuro con quella determinata persona,allora è quella giusta.
E io lo so che ora sei frustrata con te stessa ma non ne hai colpa...siamo tutti fragili come gli esseri umani. Siamo tutti così.
Tu chi senti più vicino a te?>>
<<Oh Lori...penso di essere matta quindi non te lo dirò.>>
<<È Filippo, vero?>>
<<Probabilmente si...>>
<<Oh ti sei presa un bel casino gioia. Spero che tu riesca a gestirlo. Io ancora oggi dopo vent'anni di conoscenza fatico a tenerlo a bada>> aveva sorriso
<<Mi aiuterai?>>
<<Ma certo! L'ho sempre saputo che fra voi due c'era qualcosa di tenero...non lo dirò a nessuno,stai tranquilla>>
<<Grazie Lori,di cuore>>
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