14 "Dio ci salverà?"

Località sconosciuta.
Milano,Italia.
07:10







Sole aveva aperto gli occhi,ritrovandosi avvolta fra le lenzuola di un letto che non era affatto il suo:il colore rosso scuro era in forte contrasto con la sua pelle pallida come la luna. Accanto a sé,dormiva come un angelo, Filippo.
Sole si stava domandando davvero se fosse finita all'interno dell'unica opera di fama mondiale di Oscar Wilde. Che fosse egli il demonio e lei non se ne fosse accorta,scambiandolo per un beato?
Diciamo che lei non aveva mai avuto esperienze extraconiugali e non aveva assolutamente intenzione di averle finché...finché non ha intravisto dentro quel paio di occhi una luce.
Una luce che la attirava a sé,come un magnete,capace di intrappolarla.
Si era tirata a sedere,ricordando gli avvenimenti successi la sera prima:aveva sospirato.
Quella bocca,quelle mani,quel tocco....oh Dio punisci gli esseri umani che hanno capacità divine con il loro corpo! Capaci di mandare a fuoco l'anima delle persone tramite solo un semplice bacio!
Capaci di farli capitolare in un mondo totalmente diverso da quello reale,illudendoli che sia migliore.
Oh Dio,se esisti,punisci quelli come Filippo che hanno la bellezza del demonio e il cuore di un beato.

<<Vieni qui...>>aveva sussurrato lui,allungando un braccio intorno alla vita di lei.

<<È mattina...magari devi andare a lavorare...>> Aveva ipotizzato lei.

<<No...oggi posso stare con te tutto il giorno...domani mattina ho delle cose da fare...non oggi...>>aveva sorriso,con ancora gli occhi chiusi.

La giovane allora era scivolata nuovamente accanto al corpo caldo del ragazzo che l'aveva stretta a sé,cercando di addormentarsi di nuovo. Sole aveva tirato le lenzuola bianche fin sopra le loro teste,mentre la luce del primo mattino illuminava flebile la stanza. Con uno sfondo bianco,quel viso sembrava tutto...meno che assassino.
Con una mano leggera,la ragazza era andata ad accarezzare le collane che il giovane teneva sempre addosso,un po' come portafortuna.
Una di queste era una catenina d'oro che aveva un ciondolo molto particolare: il duomo di Milano. L'altra aveva un ciondolo con una colomba e l'ultima aveva una pietra preziosa incastrata fra l'oro...pareva uno zaffiro ma non era sicura.

<<Ti piacciono?>>aveva domandato lui con voce ancora impastata dal sonno.

<<Questa qui con la colomba è bellissima...>>aveva detto lei,passando il pollice su essa.

<<Me l'ha regalata mia nonna prima di...prima di morire. Era credente e sosteneva fortemente che ognuno di noi dovesse tenere addosso un simbolo di pace che in qualche maniera,lo proteggeva. E così appena possibile mi aveva comprato questa...>>aveva sorriso in ricordo,aprendo gli occhi e incontrando quelli della ragazza che era lì,sdraiata ad ascoltare l'ennesima versione di quel giovane<<...il giorno dopo se n'è andata. La tengo sempre addosso,penso fortemente che questo sia una specie di portafortuna magico che mi protegge...>>aveva concluso,sistemandosi le varie collane sul petto.

<<Il mondo è più bello da sotto un lenzuolo...vero?>>aveva domandato lei,osservando i capelli disordinati del ragazzo.

<<Ha un'altro gusto,mettiamola così>>aveva sospirato lui,osservandola di profilo.

<<Oh che ho? Mi sono dimenticata di perdonarmi si...ho un nido di capelli in testa>>aveva mormorato lei imbarazzata.

<<Vuoi fare a gara con i miei?>>aveva domandato lui retorico,facendola ridacchiare.

<<Stamattina devo andarmi a scusare con Lorenzo per ieri sera...Dio che figuraccia! Ti giuro che non mi è mai capitato!>>aveva sorriso lei imbarazzata.

<<Ma figurati! Quello si dimentica dopo mezz'ora le cose! Non succede niente, tranquilla>> l'aveva rassicurata lui,accarezzandole una guancia.

<<Ti sei pentito?>>

<<Di cosa?>>

<<Di ieri notte...ti sei pentito?>>

<<No...tu?>>

<<No,nemmeno io>>

<<Ok...allora fatti dare un bacio che sei troppo bella stamattina>>aveva sorriso lui, spostandole qualche ciocca di capelli dal viso e baciandola.

Quando la baciava era come se Sole uscisse da una apnea di giorni interi,nei quali,sperava di poter baciare quelle labbra solo per ricominciare a respirare.

<<Oh oh oh...calmati...>>aveva ridacchiato lei,ponendo due mani sul petto nudo di lui.

<<Vai a metterti qualcosa di bello che ti porto in un posto,avanti>>

<<Ora? Ma è prestissimo rispetto i tuoi standard!>>

<< Vai prima che cambi idea!>>

Lei con un sorrisino stampato in viso era andata in camera sua e si era cambiata velocemente:aveva deciso di indossare un semplice abito bianco con dei fiori stampati su. La primavera era ormai arrivata da qualche settimana e voleva sfruttare i colori della bella stagione per godersi ancora di più quel periodo.
Era un'appuntamento? O se lo era inventato solo lei? Non era così sicura che Filippo fosse tipo da appuntamenti ma,era comunque felice che fosse notevolmente cambiato nei suoi confronti nell'ultima settimana.
Forse si era reso conto che temere la giovane non era la soluzione a nulla e farsela amica avrebbe risolto molte problematiche inutili.


Sole pov's



Una volta scesa nell'enorme atrio,esco dalla porta d'ingresso e noto l'enorme auto nera lampeggiarmi nel vialetto.
Sorrido e velocemente salgo.

<<Eccoci>>

<<Sembri Flora delle Winx con questo abito...>>mormora

<<Scusa?! Guardavi le Winx?!>>

<<Mia sorella,non illuderti che io possa provare qualcosa nella vita...>>aveva risposto ironicamente.

<<Dove mi porti?>>

<<In un posto fuori città,non penso che tu lo conosca ma non preoccuparti,non ci sarà nessuno>> avvisa.

<<Uh...grazie. Mi fa uno strano effetto uscire dopo così tanto tempo...>>mormoro osservando dal finestrino i viali colmi di fiori e persone indaffarate.

Dopo mezz'ora in auto,usciamo da Milano e mi ritrovo ad osservare una strada enorme e continua,circondata da alberi. Solo alberi,niente abitazioni,niente fermate del bus...alberi,alberi ovunque.
Ad un certo punto si ferma e senza dirmi nulla spegne l'auto,scende accendendosi una sigaretta e aprendo il baule. Io rimango seduta con ancora la cintura di sicurezza attaccata,ma quando lo vedo farmi cenno con la testa capisco che è il momento di scendere.
Iniziamo a camminare per un sentiero battuto,leggermente fangoso e pieno di profumi pazzeschi.
Mi sento come all'interno di una favola,un bosco incantato.
Ad un certo punto,dopo aver camminato per una decina di minuti,il sentiero finisce ma Filippo mi fa strada fra la natura viva,la sterpaglia e i rovi di more che ringraziando il cielo non sono così grandi come credevo. Ed eccoci qua...in una sorta di paradiso terrestre.
Un prato immenso,accanto al quale scorre un fiumiciattolo che grazie al suo naturale scorrere,rilassa le menti umane.

<<Che bel posto...>>ammetto mentre lui stende la coperta presa prima dal bagagliaio.

<<L'ho scoperto quando ero piccolo; venivo qui a funghi con mio nonno ma ero già iperattivo a quell'età. Ho seguito un coniglio che mi aveva distratto dal compito di cercare porcini e mi sono ritrovato qua...non so spiegarti come io faccia ancora a ricordarmi la strada ma è stata una scoperta che mi ha cambiato totalmente la vita>>sorride mentre si siede.

Mi siedo anch'io accanto a lui,allungando le gambe e accarezzando l'erba fresca con le mani. Sono solo le otto e dieci del mattino,e da qua,i colori del cielo sono sgargianti,come se fosse una bellissima giornata d'estate.

<<Mi dai una sigaretta?>>chiedo cortesemente mentre lo vedo alzare un sopracciglio.

<<Tu? Tu vuoi una sigaretta?>>ghigna

<<Che c'è? Guarda che alle superiori fumavo!>>ammetto

<<Oh chiedo venia,regina del tabacco>>scherza,aprendo il pacchetto e noto con dispiacere che quella che mi offrirebbe sarebbe l'ultima per lui.

<<No,fa lo stesso...poi tu rimani senza..>>indico il pacchetto.

<<Oh fa niente, tieni,fai pure>>aveva insistito sorridendo.

Mi passa la sigaretta,mentre io mi affretto ad accenderla. Fumo,guardando l'orizzonte di fronte i miei occhi che sembra disegnato da Monet.

<<Tu quando fai l'amore godi?>>mi chiede di punto in bianco.

Io rimango allibita dalla domanda,mentre impallidisco lievemente. Cerco di fare altro e di trovare qualche risposta speciale ma niente.

<<Certo...certo...ma che domande sono?!>> Sbotto lievemente infastidita. Ma come si permette?

<<Ieri fingevi,lo sentivo>>ammette serio,voltandosi nella mia direzione e osservandomi.

<<E quindi?>> Domando irritata.

<<Hai qualche problema?>>chiede con urgenza.

<<Oh...>>sospiro,spegnendo la sigaretta accanto a me<<...senti ma esattamente ora,cosa c'entra questo discorso con questo meraviglioso posto?>>

<<Era solo una mia curiosità...tutto qui>>mormora mentre toglie gli occhiali da sole.

<<E tu? Fingi?>> Giro la domanda a lui che sorride scuotendo la testa.

<<Mai...piuttosto faccio cilecca e si ritenta la mattina dopo>>ammette mentre io lo guardo di profilo.

Ed è davvero un bel giovane: si fosse sistemato i capelli sarebbe stato il top del top ma,anch'io sono abbastanza spettinata quindi evito di commentare. Avrò un nido di vespe in testa,altro che i suoi ricci.

<<Comunque io godo e...>>mormoro mentre la sua attenzione si rivolge totalmente a mw<<...e...e non ci trovo niente di male>>concludo. Lui sorride,mentre si toglie gli occhiali da sole e li posa accanto a sé.

<<Invece no,mi stai raccontando una bugia bella e buona>>insiste.

<<Dio che fastidio! Ma cosa vuoi? Una prova?>>

<<Può darsi...di questi tempi non bisogna fidarsi di nessuno>>

Io rimango perplessa mentre non gli do retta. Avrei bisogno di fumare un'altra sigaretta ma mannaggia a lui,le ha finite.
Mi sdraio sulla coperta,mentre guardo le nuvole bianche che come dei pois bianchi colorano il cielo.

<<Ti va di fare un bagno?>>

<<A quest'ora?>>

<<Su! L'acqua qui è calda fidati>>

<<Ma non ho il costume>>

<<E va be'! Entri vestita,io ho un cambio in auto...>>

<<Ok,ci sto...>>

Mentre mi alzo e lo seguo,osservo la sua figura alta che tranquilla inizia a spogliarsi in riva a questo fiumiciattolo. L'acqua non è per niente alta ma è piacevolmente limpida.
Rimane in jeans mentre immerge una mano per sentire la temperatura.
Io tolgo le scarpe,mi lego i capelli in una coda disordinata e mi siedo sulla sponda.
Lui si immerge totalmente,dandomi una visione afrodisiaca di...oh Dio,non ho nemmeno le parole adatte per descrivere ciò che vedo.
Mi sfracella gli ormoni,non capiscono più niente da quando sono in villa.

Io immergo i piedi, è davvero tiepida e per qualche secondo penso di eliminare l'abito...tanto lui seminuda mi ha già vista,non farebbe differenza.

<<Senti io mi tolgo l'abito perché ci tengo troppo ma...ma sei sicuro che non verrà nessuno qua?>>

<<E chi vuoi che venga? Qualche cinghiale ma...tanto sono armato,di che ti preoccupi?>>

<<Non sarò bella come ieri notte però,ti avviso>>ammetto mentre lui mi lancia uno sguardo tenero.

<<Ma se non vuoi usa la mia maglia, è un pelo più corta dell'abito e ti copre...>>

<<Grazie>>

Lui si volta mentre io indosso la sua maglietta,lasciando l'abito accanto agli altri indumenti.
Mi immergo in acqua mentre noto che è più alta di come la immaginassi e il tessuto si gonfia,salendo per le mie gambe; io sono costretta a tenerlo giù con una mano mentre lo vedo trattenere una risata.

<<Si sono imbranata,cosa devo farci?>>

<<Oh niente niente...>>si mette una mano sul viso mentre scoppia a ridere.

<<Che solidale...>>mormoro alzando gli occhi al cielo.

<<Permalosa>>

<<Non sono permalosa!>>

<<Sì invece!>>

Ribatto,tirandogli dell'acqua addosso. Lui gonfia il petto,come i polli mentre io rido. Ricambia il gesto,lavandomi completamente.
La corrente gioca a suo favore e ormai,non faccio nemmeno più caso alle mie gambe totalmente nude. Mentre provo a tornare sulla sponda come una imbranata che sono,scivolo con il piede,beccando sul ginocchio una pietra che mi causa un dolore allucinante.

<<Porca vacca...ho preso dentro un sasso...>>mormoro mentre lui si affretta ad accompagnarmi sulla sponda.

<<Siediti con calma...>>mi dice.

Non so in quale maniera ma sono riuscita a camminare fino alla coperta,per poi sedermici sopra.
Sono bagnata fradicia e ciò non aiuta,anzi,aumenta la mia sensazione di disagio. Il ginocchio è diventato un enorme pomodoro rosso. È imbarazzante e surreale allo stesso tempo questa situazione.
Filippo siede accanto a me mentre analizza la gravità del danno. Tocca con le dita,finché non sento un sonoro "crack" e penso che mi abbia totalmente rotto il ginocchio.
Ma poi muovo la gamba e voilà,come nuova.
Nel frattempo il sole è alto e ci spia...ed io mi sento così indifferente ad esso. Perché il mio sole non è in cielo,ma proprio qua accanto a me.

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