11 "Se ti mancherò,scrivimi"

Località sconosciuta.
Milano, Italia.
08:33









Erano passati quattro giorni da quando Sole era tornata nello scantinato,nei quali aveva evitato di assumere cibo e acqua.
L'idea che Tiziano l'avesse dimenticata con qualche altra donna la stava distruggendo e purtroppo,sembrava sempre più realistica.
Perché avrebbe dovuto andarla a prendere quando al mondo, c'erano un milione di donne in grado di dare a lui quel figlio tanto atteso che desiderava da quando era ragazzino?
Eppure...eppure l'amore che le aveva donato era puro e vero. Lui che invece di guardare altre donne con fisici da modelle,aveva deciso di posare gli occhi sulla sua figura che di particolare non aveva proprio niente. L'aveva scelta,in quel meraviglioso giorno di aprile in quella piccola chiesa di Rozzano,davanti a Dio. Quella notte lui era più che certo di aver un bambino....e persino quella certezza grazie a lei si era trasformato in un dubbio che aveva portato quel desiderio a svanire come gocce su un finestrino.
Piangeva,mentre rannicchiata su quel materasso e in quella massa di polvere e ragni stava pensando di uccidersi.
Si dava troppa colpa per aver tradito il marito con quel maledetto sicario o cosa fosse....e per non aver dato alla luce il figlio che avrebbe colorato con una sfumatura divina quel matrimonio.

Quella mattina non era arrivato Davide a portarle l'ennesima colazione che avrebbe lasciato lì,al destino. Qualcuno,da sotto la porta aveva fatto passare un foglio bianco.
La giovane aveva smesso di singhiozzare per qualche istante. Si era tirata a sedere,asciugandosi il volto bagnato dalle lacrime che rilasciava da ormai ore.
Si era alzata,prendendo in mano quel foglio e tornando a sedersi sul materasso. Con la coperta sulle gambe aveva iniziato a leggere una lettera apparentemente anonima.

"Ciao vita mia,
Non mi sono dimenticato di te,e so che tu l'avrai pensato perché in questi mesi non mi sono fatto vivo ma non sai quante ne sono successe. Hanno dato fuoco alla tua macchina,credendo che fosse la mia...la tua piccola smart rossa. Te ne comprerò un'altra appena verrò a prenderti...ti chiedo scusa già in anticipo.
Mi manchi da morire...non so spiegarti a parole cosa provo. Sai quel proverbio cinese che sostiene che quando ti manca qualcuno sembra che tre giorni siano tre autunni? Ecco...più o meno può spiegare quello che provo.
Mi manca cucinare per te la sera,mi mancano le nostre camminate in centro,il tuo sorriso,il fare l'amore,andare in Duomo insieme...persino litigare. Mi manca persino litigare con te,che mi tieni il muso per due giorni e poi con un bacio ti sciogli.
Ma io cosa devo fare con te? Così piccola che a volte ho paura di romperti.
Voglio farti sapere tramite queste poche righe che io,non ti ho dimenticata ne sostituita con nessuna donna. Tu sei la mia donna,e le altre potranno avere un bel fisico ma...ma sarai sempre tu che mi farai perdere il cuore.
Verrò a prenderti presto,devo risolvere ancora un paio di questioni...calcola un mese dall'invio di questa lettera e vedrò finalmente il mio Sole.
Ti amo tanto amore mio,ricordatelo.
Tuo,
Per sempre e oltre le stelle,
Tiziano"

Milano,Italia.

Sole si era ritrovata a bagnare la carta della lettera con delle lacrime pure e invisibili che erano in misto fra dolore e gioia. Era quello che desiderava: averla accanto.
Non l'aveva dimenticata e mai l'avrebbe fatto,lei lo sapeva ma se ne stava dimenticando.
Era rimasto fedele,come aveva promesso davanti a Dio,mentre lei aveva miseramente fallito. Doveva forse andare a confessarsi? Sì, probabilmente doveva farlo prima di commettere un atto ancora più grave.

Si era tirata a sedere, asciugandosi il viso.
Aveva bussato e Lorenzo,con quel sorriso da fratello maggiore l'aveva accolta in un abbraccio caloroso.

<<Visto? Io te l'avevo detto che non ti ha dimenticata>>

<<Oh Lori...sono così felice!>>aveva esclamato lei,lasciando un bacio sulla guancia al giovane che aveva sciolto l'abbraccio.

<<Sole,devi darti una lavata però...la depressione ti fa male>>aveva mormorato lui,facendola arrossire.

<<Oh...>>si era annusata spostando il naso verso le ascelle<<...si cazzo,faccio proprio schifo. Vado a darmi una lavata. Tanto ci sei solo tu in casa,no?>>

<<Sisì stai tranquilla,quei due matti sono andati a svolgere delle faccende e Filippo dovrebbe arrivare fra un'ora>>

<<Vado e torno...ci facciamo una delle nostre passeggiate in giardino che oggi c'è un sole pazzesco?>>

<<Con piacere!>>

La giovane era corsa in mansarda,posando sul comodino la lettera come una reliquia.
Si era lavata velocemente per poi indossare un jeans scuro,un maglioncino a collo alto e una camicetta bianca.
Aveva sceso velocemente le scale,trovando davanti a sé un'immagine a dir poco tremenda.
In mezz'ora Filippo era tornato e con lui anche....un uomo che la ragazza mai aveva visto. Era rimasta in piedi accanto alle scale ed era stato notata da Lorenzo.

<<Vai su Sole,vai!>>aveva detto velocemente.

Lei impaurita aveva salito un paio di gradini per poi fermarsi. Chi era quell'uomo? Cosa stavano facendo?

<<I soldi o ti ficco una pallottola in testa amico>>aveva urlato Filippo.

<<Non li ho...non li ho...>>aveva piagnucolato l'uomo probabilmente ancora a terra.

<<Ho detto che li voglio ora!>>

<<Posso darveli entro domani...vi prego, aspettate solo una giornata>> aveva pregato i due.

<<Dai Filo,una giornata...una sola...>>aveva mormorato Lorenzo.

<<Da quando facciamo perbenismo noi?>>aveva chiesto retorico l'amico.

<<Eddai,per una volta prova qualche sentimento come la pietà!>>aveva riprovato l'amico.

<<Levati dai coglioni e domani portami i soldi prima che cambi idea>>aveva sospirato.

L'uomo non aveva risposto ed era scappato,a gambe levate,lasciando la porta aperte di casa.
Sole aveva sentito tutto...e voleva aiutare quell'uomo seppur non lo conoscesse.
Poteva donarli lei quei soldi,tanto problemi economici non li aveva.
Aveva sceso quei pochi gradini,rimanendo immobile davanti alla camicia sporca di sangue del leader che non appena l'aveva vista aveva sospirato.

<<Sole ti avevo detto di andare su...>>aveva sussurrato Lorenzo.

<<Che cazzo vuoi fiorellino?>>aveva sbottato l'altro senza mezze misure.

<<Posso...posso donarli io i soldi al posto di quell'uomo...mi faceva troppo pena steso a terra...>>aveva blaterato.

<<Oh Dio,ma dammi una mano se esisti>>aveva esclamato il milanese guardando il soffitto come per chiedere aiuto alla divinità.

<<Sole sei una bella persona ma,non puoi...sono tanti soldi e sono troppi debiti da pagare. Noi apprezziamo il gesto ma non possiamo accettare...>>aveva sorriso Lorenzo,avvicinandosi alla giovane e sorridendole.

<<Ma davvero non ho problemi...lo faccio volentieri...>>aveva insistito.

<<Dimmi dove cazzo prendi due milioni. Se vuoi accomodarti a dire stronzate oggi insieme a Lorenzo fate la coppia perfetta>>aveva ridacchiato sarcastico il giovane,aprendo un pacchetto di sigarette e iniziando a fumare una di queste.

<<Se mi fate chiamare mio marito posso trovare un accordo...>>aveva detto.

<<E allora fiorellino non si può fare. Finché tuo marito non mi dice perché ruba le mie piazze e i miei giri,non voglio i suoi soldi sporchi>> aveva ribattuto lui,indossando gli occhiali da sole.

<<Come se i vostri soldi fossero puliti...>>aveva sussurrato.

<<Non dire così che poi Filo si incazza come una iena>>l'aveva intimata ma l'altro aveva sentito.

<<Lori,ci sono i ragazzi in giardino,vai a dargli una mano?>>

<<Ma io non ho sentito...>>

<<VAI PER CORTESIA? MH?>>

<<Certo,certo>>

Soli. In un atrio immenso tempestato di quadri rinascimentali e tende da mille e una notte,si stavano osservando come se fossero rispettivamente una preda e un predatore.
Filippo si era avvicinato a lei con calma,continuando a fumare e puntando nervosamente il tacco dello stivaletto sul pavimento in marmo. La giovane era rimasta immobile mentre l'unica sensazione che riusciva a provare era quella della paura,del terrore.

<<Se i miei soldi sono sporchi allora,anche tu sei sporca perché indossi i miei abiti. Io sono sporco, Lori è sporco...tutta questa casa è sporca. Il cibo nel frigorifero è sporco,il giardino. Le ragazze che vengono a pulire sono sporche. Chi ci sistema il giardino,chi ci porta le pizze. Tutti coloro che entrano in contatto con noi sono sporchi...>>aveva fatto un tiro di sigaretta,avvicinandosi sempre di più alla giovane che aveva iniziato ad indietreggiare fino a toccare il muro dietro sé<<...eppure,eppure fiorellino,mi sembra che tu e tuo marito non stiate così male,sporchi. Avete una mega villa,delle auto meravigliose,abiti e oggetti di lusso per tutta la casa,così come me e i ragazzi...>>aveva mormorato mantenendo la sigaretta fra l'indice ed il medio rimanendo a qualche centimetro dalla figura femminile che continuava a fissare quel paio di occhi che ormai,l'avevano in pugno. Avrebbe voluto voltare lo sguardo altrove ma sapeva la reazione del giovane e no,non aveva voglia di rischiare. <<...e a te quanto  a me, piace. Ti piace essere sporca,perché  la voglia di romperti il culo in fabbrica quattordici ore al giorno non ce l'hai manco se ti pagassero oro e lo ammetto,nemmeno io la ho. È molto più semplice fare soldi in questa maniera però...>>aveva sorriso,per poi prendere con la mano libera il mento della giovane in una mano,avvicinando ancora di più i loro volti <<...non venirmi a giudicare,perché l'ultima persona che può farlo sei tu. Ricordatelo bene fiorellino>>aveva affermato,guardandola dritta negli occhi mentre lei aveva annuito.

Aveva in pugno il suo segreto più grande: i loro baci.
E allora si,si che si era sentita sporca.

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