Capitolo 14

Il resto della giornata trascorre abbastanza tranquillo. I bambini sono stati bravi e non hanno fatto molto i capricci.

È tardi. Il sole è tramontato da un po' e sono stanchissima. Ma sono soddisfatta.

Esco dall'ospedale e inizio a camminare verso casa. A volte mi chiedo perché io abbia un auto se cammino sempre a piedi.

Dopo pochi minuti sento qualcuno che mi chiama.

"Darlene!" mi giro e vedo Andrew correre verso di me.

"Ti va prendere qualcosa fuoridice quando è abbastanza vicino a me.

Rimango bloccata per qualche istante. Non me lo aspettavo.

"Beh... ecco..." sono un po' titubante. Oggi ha fatto lo stronzo.

"Dai prendiamo qualcosa e poi ti lascio in pace." mi fa l'occhiolino e alzo gli occhi al cielo. Ho la sensazione che non mi lascerà facilmente in pace.

Acconsento e mi sorride contento.

Decidiamo di andare a piedi in un bar vicino l'ospedale. È un bar piccolo, ma carino. Prendiamo caffè, un dolcetto e ci sediamo in un tavolino.

"Raccontami qualcosa di te." mi dice ad un tratto mentre sorseggia il suo caffè.

"Non c'è molto da dire." gli rispondo con naturalezza perché non c'è davvero molto da dire.

"Non ci credo. Allora ti chiedo qualcosa io. Per esempio... Chi è Haiden?" incrocio le braccia al petto e lo guardo con un sopracciglio alzato.

"Ovviamente. Sapevo che non volevi uscire solo per un semplice caffè. Non vedo il motivo per cui io ti debba dire chi è Haiden." Anche se per me Haiden non è mai andato oltre l'affetto fraterno non vedo il motivo di dargli spiegazioni.

"Ho semplicemente chiesto. Se ti da fastidio parlarne va bene." Posa la tazzina del caffè e mi guarda.

"Non ti rilassi mai tu, eh? Ti vedo sempre rigida, di corsa. Non mi meraviglia il fatto che sia così scontrosa." Lo guardo storto. Non è nessuno per dirmi queste cose.

"Non sono in vena di discutere. Grazie del caffè. Io vado." Detto questo prendo la mia borsa ed esco dal bar.

Sbuffo e inizio a camminare verso casa.

È insopportabile! Ma chi diavolo si crede di essere? Un po' fa in gentile e poi diventa subito stronzo.

Una goccia. Due gocce. Cazzo.

Guardo in alto. Il cielo è pieno di nuvole. Al momento pioviggina ma se non mi muovo inizierà a diluviare.

Mi maledico mentalmente per non aver preso la macchina questa mattina o almeno di aver preso l'ombrello.

Continuo a camminare ma una mano stringe il mio polso e sono costretta a girarmi.

"Non posso lasciarti andare sotto la pioggia. Può venirti un malanno. Vieni ti do un passaggio in macchina." Al contrario di prima non usa più un tono duro, sembra quasi... dolce.

"Non si preoccupi dottor Keller. Va bene così." Strattono il braccio dalla sua presa e mi giro di nuovo per camminare.

Stavolta però mi prende per i fianchi. Mi stringe a sé e fa aderire la mia schiena al suo petto.

Questa vicinanza non mi piace.

"Siamo tornati al lei? Andiamo Darlene. È solo un passaggio." Mi sussurra vicino all'orecchio.

La mia mente mi dice di non mollare, ma la tentazione è troppo forte.

"Non gradisco la vostra compagnia." mi stupisco anche io del tono glaciale che ho usato. Dentro mi sento bollire.

"Non ci credo. Guardami." non accenno ad alzare lo sguardo o a girarmi. Ma lui non molla. Mi fa girare e mi alza il viso. Me lo ritrovo a pochi centimetri.

Sento dei tuoni e prego affinchè non si metta a diluviare proprio ora.

"Dimmelo guardandomi negli occhi." è così vicino Dio... i suoi occhi sembrano più di un blu più intenso...

"Andrew... Per favore lasciami andare..." lo supplico con voce tremante.

Lui non mi ascolta. È sempre più vicino. E so che non resisterò ancora per molto.

"Dimmi che in questo momento non vorresti baciarmi anche tu e ti lascerò andare."

Siamo troppo vicini... Dio le sue labbra sono così vicine alle mie...

Poi le sue labbra sulle mie. Non resisto. Le sue labbra sono così morbide e piene...

Gli cingo il collo per avvicinarmi di più, mentre lui mi stringe per i fianchi.

Poi un tuono, e in pochi attimi inizia a piovere violentemente.

Odio stare sotto la pioggia, ma non avrei interrotto quel bacio per niente al mondo.

"Dio desideravo farlo dal primo momento che ti ho vista..." non mi da nemmeno il tempo di rispondergli che mi bacia di nuovo. Stavolta con più passione.

La parte più razionale di me mi sta gridando di dargli un ceffone, ma non ce la faccio.

È più forte di me.

Anche se so che questa cosa non ci porterà a nulla di buono...

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