CAPITOLO 3 - GAIA

Ovviamente mi posiziono nei banchi in fondo, con gli occhi di tutti addosso. Mi siedo sulla sedia con le gambe stravaccate.

<<Ma con che coraggio si presenta qui?>> Sento due ragazze ai banchi di fianco a me che parlano come se io non potessi sentire.

<<Non lo so, ma ormai tutta la scuola sa cosa ha fatto.>> Afferma l'altra.

Ora basta! <<Dovete dirmi qualcosa?>> Chiedo rivolgendomi a loro.

<<No>> Esclama una delle due.

<<Ah no?>> Mi alzo e vado di fronte ad entrambe. Le guardo dall'alto senza temere nessuna reazione da parte di tutte e due. <<Se tutti sapete...allora dimmi, cosa ho fatto di così scandaloso?>>

<<Sanno tutti dove sei stata questi due anni. Sanno tutti ciò che hai fatto a quell'uomo.>> La afferro, violentemente, dal colletto della maglietta e la attiro a me.

<<Sentimi bene. Voi non sapete un cazzo di me>> Ho il suo viso ad un palmo dal mio e sento che sta trattenendo il respiro, come se avesse paura anche solo del mio contatto visivo, per questo la fisso soltanto negli occhi <<Fai girare la voce, non me ne frega un cazzo di quello che dite, parlate quando volete. Ma non sarò responsabile delle conseguenze che potrebbero esserci.>> La lascio andare e mi volto appena sento la voce del professore.

<<Signorina Harris, sempre a farsi riconoscere. Si può accomodare, abbiamo un nuovo compagno di classe. Non facciamo già di prima mattina brutte figure...>> Ed eccolo Ethan Reyes, il professore di diritto, il MIO professore di diritto.

Ha il ciuffo di capelli castano chiaro, messo in ordine come due anni fa e con delle ciocche ribelli che ricadono sulla fronte. Gli occhi sono di un azzurro scuro ma molto intenso, ha un filo di barba che gli dà un aspetto ancora più affascinante e la pelle chiara ha un contrasto perfetto con essa. Indossa dei pantaloni eleganti neri e una polo bianca aderente con sopra una giacca in pelle che gli fascia alla perfezione i bicipiti muscolosi. Ovviamente tutte le ragazze della scuola gli vanno dietro, ma loro non sanno che lui ha occhi solo per me, naturalmente mi piace ricevere attenzioni da un trentaduenne e mi piace che lui riceva le mie di attenzioni ma soprattutto adoro distrarlo durante le lezioni.

<<Prof da quanto tempo...È felice di rivedermi?>> Gli chiedo sorridendogli.

<<Gaia siediti per favore>> Esclama mentre appoggia sulla cattedra i suoi libri e appoggia il suo bel fondoschiena su di essa.

Ascolto ciò che mi ha detto e aspetto, insieme agli altri, che entri il nuovo arrivato.

E dopo vari secondi di attesa eccolo che sorpassa la soglia.

<<Buongiorno prof, mi scusi se ho fatto ritardo ma sono stato fermato nei corridoi>> Afferma chiudendo la porta alle sue spalle.

Devo dire che non mi aspettavo qualcuno di così...così dannatamente attraente. È un ragazzo alto e moro, ha un ciuffo lungo e scombinato che gli copre le sopracciglia e lascia intravedere gli occhi tendente al color verde. Ha le labbra carnose e, personalmente, mi attraggono come una calamita. Si vede che ha il corpo allenato e in forma, direi che non gli manca niente, ha pure l'orecchino, apposto siamo.

<<Stia tranquillo, se vuole presentarsi alla classe ti ascoltiamo.>> Li dice il professore.

<<Sono Jason Baker e ho diciannove anni, ho dovuto ripetere un anno a causa del trasferimento da New York. E che dire...Ho appena scoperto che c'è una squadra di hockey in questa scuola e il mio obbiettivo per adesso è entrare a farne parte.>> Esclama, non sembra a disagio anzi tutt'altro. Non è timido, anzi non sembra timido.

<<Sicuramente da come posso notare, hai delle ottime prestazioni fisiche; quindi, credo che saremo fortunati se entrerai nella nostra squadra>> Afferma il nostro professore.

<<Decisamente fortunati>> Dice una ragazza, che continua a fissarlo da quando è entrato.

<<Smettila di fare la gatta morta>> Ribatto disegnando sul banco con la penna blu.

<<Sei tu quella che è andata con tutti i ragazzi della scuola>> Replica ancora la mia compagnia di classe. A questo punto sbatto la penna sul tavolo e mi alzo di scatto facendo cadere la sedia.

<<No. Non con tutto e sai cosa non me ne vergogno>> Alzo sempre di più il tono di voce.

<<Harris! Si sieda.>> Mi ordina il prof.

<<Professor Reyes lei non si intrometta.>> Gli dico.

In tutto ciò, c'è il nuovo compagno di classe che osserva tutta la scena divertito.

<<E invece mi intrometto eccome, lei e la sua compagna non dovete neanche azzardarvi a urlare in questo modo durante le mie ore. Ora siediti Gaia e smettila di fare le tue solite scenate. Almeno per oggi, che c'è il nuovo ragazzo.>> È arrabbiato e non lo biasimo.

Senza dire niente alzo la sedia e mi ci siedo sopra, avvicinandomi al banco. <<Puttana>> Esclama con un filo di voce la gatta morta.

<<Hey, sentimi bene. Non mi ricordo neanche il tuo nome proprio perché non ne valeva la pena. Mi hai appena dato della puttana e ti dico anche che non sei la prima che mi rivolge una parola del genere e non sarai neanche l'ultima. Ma una cosa voglio dirti, anche se ti entrerà a fatica in quel micro-cervello che ti ritrovi, puoi urlarmi in faccia tutte le parole più offensive che ci sono a questo mondo, però ti avviso mi entrano da un orecchio e mi escono dall'altro. Quindi sprecheresti solo tempo e voce. Sei solo una bambina che non sa neanche parlare.>> E con questo, ho concluso.

<<Bene. Signor Baker, mi dispiace molto per questo...questo atto di sclero momentaneo tra alcune ragazze. Può accomodarsi.>> Sempre cordiale il prof.

Il ragazzo si accomoda dall'altra parte dell'aula rispetto a dove sono io, però sempre nei banchi infondo.

Due tersi della lezione si svolge tranquilla ma adesso io non so più trattenermi. Ho in bocca l'estremo della penna e guardo intensamente il prof, lui ovviamente ricambia e vedo che gli scappa un sorriso perverso mentre mi vede leccare l'estremo della bic. Le sue mani sono grandi e con le vene sporgenti, con all'anulare la fede d'oro, ma dio quelle mani hanno più peccato di tutto il resto del suo corpo.

Ma non solo le mani, tutto in lui è un misto di lussuria e regolatezza. Di caos e ordine. Di rabbia e dolcezza. Di perversione e lucidità. Tutto in Ethan Reyes mi attrae come fossi un oggetto di metallo e lui fosse la calamita.

Ho sempre avuto il controllo su tutte le relazioni e i rapporti che ho avuto con uomini e ragazzi ma lui, lui è la mia rovina e io non riesco mai a resistergli. E lui di questo ne è consapevole e gli piace ancora di più.

Mi volto di scatto per interrompere lo sguardo con il prof. Ma mi imbatto nelle iridi profonde del nostro nuovo compagno di corso. Mi osserva e io ovviamente ricambio senza dire o fare niente. Ha uno sguardo strano, magnetico ma allo stesso tempo "tenebroso" e misterioso, vuole farsi notare ma anche sembrare invisibile agli occhi di alcune persone.

Finalmente la campanella pone fine alla lezione e tutti si alzano per uscire in fretta dalla classe. Perfino Jason esce dalla classe senza dire niente e sembra anche molto di fretta. Ma per me...per me non è ancora arrivato il momento di andarsene.

Il prof si dirige verso la porta e la chiude. <<Signorina Harris deve smetterla di guardarmi in quel modo durante la lezione.>> Mi dice mentre appoggia delicatamente la parte posteriore del suo corpo su un banco.

<<Anche lei deve smetterla di sorridere mentre mi guarda, potrebbe suscitare sospetti>> Esclamo avvicinandomi lentamente a lui.

<<Che tipo di sospetti?>> Mi chiede.

<<Che tra noi c'è qualcosa>> Affermo avvicinandomi sempre di più al suo corpo.

<<Ma tra noi due non c'è niente.>> Con questa frase mi blocco.

<<In che senso scusi?>> Domando esterrefatta.

<<Gaia sono passati due anni, come puoi credere che una volta tornata qua io mi sarei comportato allo stesso modo. Come puoi anche solo pensare che io tornerei ad avere con te, il rapporto che avevamo prima.>>

<<Prof lei mi vuole. Lo so, non può nascondermelo.>> Insisto.

<<Senti, sono ancora sposato.>> Come se questo cambiasse qualcosa.

<<Anche due anni fa era sposato, ma mi scopavi comunque senza pudore. Cosa è cambiato?>> Chiedo sospettando già la risposta.

<<Voglio prendermi le mie responsabilità, cosa che fino a qualche anno fa non ho fatto. Ho scelto io di sposarmi e devo rispettare tutte le promesse che questo matrimonio implica.>> Ma sta scherzando?

<<Seriamente?! Ti ricordo che non ti importava quando mi possedevi su questa scrivania. Non ti importava di avere una moglie e non ti importava neanche di avere due figli. Mi hai scopato per un intero anno scolastico senza fregartene di niente.>> Affermo quasi irritata.

<<Ascoltami. Non puoi farmene una colpa se ho deciso di rispettare la mia famiglia. Trova un ragazzo della tua età e lasciami perdere, ormai ho deciso.>> Mi guarda negli occhi con un'espressione impassibile.

Mi dirigo verso la porta, ma prima di uscire gli dico un'ultima cosa <<Non credi neanche tu a quello che hai appena detto>>

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Ciao!! Come va?

Lui è il professore di diritto Ethan Reyes:

Finalmente pubblico un'altro capitolo. Il tempo che ho per scrivere si sta restringendo ma ci riesco comunque.

In questo capitolo si scopre che Gaia ha avuto un "relazione" con il professore Reyes. Chissà come si evolverà la cosa?

By L.D :)

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