CAPITOLO 1- GAIA

Non sono in grado di amare,
Mi limito solo ad osservare.
Sono riuscita ad amarti,
Ma non ha salvarti.
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Apro gli occhi di colpo a causa della sveglia, che suona per avvisarmi che è ora di prepararmi per il primo giorno di scuola. Allungo il braccio e la spegno. Sento il sole, che penetra dalla porta finestra che dà sul balcone, che riscalda la mia schiena scoperta dalle lenzuola. Mi giro su un fianco e una schiena possente e ricoperta di tatuaggi copre la mia visuale.

Metabolizzo e adesso ricordo ciò che è successo la sera precedente. Afferro le lenzuola bianche, me le porto al petto e tenendole con un braccio mi alzo dal materasso, rotondo, del mio letto.

Vado nel bagno che ho in camera mia, trascinandomi dietro le lenzuola, varcata la soglia afferro un bicchiere di vetro che si trova su un ripiano di marmo nero e lo riempio di acqua fredda del lavandino. Mi avvio verso la parte del letto dove sta dormendo questo sconosciuto di cui neanche ricordo il nome e, una volta raggiunta una distanza appropriata, gli rovescio in faccia l'acqua che fino a qualche secondo fa era contenuta nel bicchiere.

Lo sconosciuto si sveglia di soprassalto, mettendosi seduto sul MIO materasso. Ha i capelli neri e gli occhi dello stesso colore, sono così scuri che non si riesce a scorgere neanche la pupilla. Ha il fisico palestrato e gran parte del corpo ricoperto di tatuaggi. La mascella è contornata da un filo di barba scura che contrasta con la pelle chiara. Sono più che sicura che questo "uomo" abbia già raggiunto la trentina.

<<Vattene>> Esclamo facendo appello a tutta la mia pazienza.

<<Piccola, andiamo...So che mi hai detto di sparire al tuo risveglio, ma non c'era bisogno di rovesciarmi dell'acqua in faccia>> Si lamenta passandosi la mano sul viso.

<<Piccola niente. Vattene! Ora.>> Affermo indicando la porta.

L'uomo si china afferrando dal pavimento i suoi boxer bianchi, li infila e si alza. Riesco a notare la fede che ha all'anulare ma senza darci importanza resto in piedi tenendomi le coperte strette al petto mentre aspetto che finisca di afferrare i suoi vestiti sparsi per la mia camera. Una volta che ha finito apre la porta ed esce dalla stanza. <<Senti posso avere il tuo numero così oggi pomeriggio ti chiam..>> Non gli lascio neanche finire la frase che gli sbatto la porta in faccia e vado verso il bagno, per farmi una doccia e vestirmi per andare a scuola.

Mi posiziono di fronte allo specchio. I miei capelli, lunghi, biondo cenere sono tutti scompigliati e pieni di nodi, il trucco che contornava i miei occhi grigi/azzurri è colato completamente, al lato del mio collo c'è un segno che mi avrà lasciato quell'uomo, faccio scivolare le lenzuola scoprendo completamente il mio corpo. Sul ventre ho tutti dei lividi e succhiotti, sempre segni di questa notte.

Ormai dovrei essere abituata a tutto ciò, ma ogni volta fa male. Non fa male fuori, ma dentro, durante il momento mi diverto ma il mattino seguente provo ribrezzo per me stessa.

Ho solo vent'anni, ma ho vissuto troppe cose per la mia età, decisamente troppe.

Decido di mettere da parte i giudizi ed entro nel box doccia.

Una volta uscita dalla doccia, mi avvolgo con l'asciugamano e mi avvio verso l'armadio davanti al letto. Afferro le prime cose che mi capitano, cioè delle calze a rete nere, dei jeans grigi strappati e una maglietta nera.

Mi posiziono davanti allo specchio rettangolare che ho in camera e rifaccio velocemente il trucco. Contorno i miei occhi con una matita nera e del mascara poi passo alle labbra e utilizzo un rossetto rosso scuro.

Prendo lo zaino da terra e mi dirigo verso il piano inferiore. Arrivo in cucina e vedo ai fornelli mio fratello gemello Logan, ha il ciuffo di capelli biondi tutto in disordine e dalla maglietta blu che indossa si possono perfettamente vedere i tatuaggi che ha sul collo e sulle mani. Mi volto e posso notare benissimo la figura del mio amico Thomas. <<Ho visto un uomo che scendeva le scale di corsa. È la tua nuova conquista, Angioletto?>> Mi domanda quest'ultimo con un sorriso che gli fa sorridere anche il culo.

<<No deficiente, non so neanche come si chiama. Mi sono solo divertita un po', tutto qui.>> Dico afferrando la tazza di caffè del mio Thom.

<<Sai che puoi divertirti anche con me, lo abbiamo fatto mille volte>> Afferma divertito, come se gli tornassero in mente tutti i momenti.

<<Si ma tu non hai trent'anni.>> Esclamo mentre mi siedo su uno sgabello.

<<Angioletto, so che preferisci quelli più grandi, ma anche se ho la tua stessa età so fare dei trucchetti con le dita che loro neanche immaginano>> Dice guardandomi negli occhi.

<<La finite voi due, è comunque mia sorella...>> Si intromette mio fratello guardando Thomas in malo modo.

<<E allora, io me la sono scopata comunque. Più di una volta.>> Ribatte il mio amico.

<<Bene adesso andiamo a scuola.>> Esclamo per cambiare discorso.

Una volta che Logan finisce di mettere le tazze nel lavandino lo seguiamo nella sua Jeep nera.

I due ragazzi si siedono davanti mentre io sto dietro. Le tappe credo che siano rimaste quelle, andiamo a prendere prima Abigail e poi Diamond, due mie amiche da anni.

Arriviamo di fronte alla casa di Diamond che già ci sta aspettando davanti alla porta di casa. Appena l'auto si ferma. Dia entra subito, mio fratello riparte immediatamente per raggiungere l'altra nostra amica e intanto la rossa mi lascia un bacio sulla guancia.

Ho sempre adorato i capelli di Diamond sono lunghi e rossi, di un rosso stupendo e unico, il suo viso è contornato da lentiggini e i suoi occhi verdi sono così lucenti che brillano sempre.

<<Ciao ragazzi! Allora Gigì sei pronta per il primo giorno?>> Mi domanda subito, euforica.

<<Sì che vuoi che sia...>> Esclamo, non mi importa cosa penseranno gli altri appena mi vedranno.

<<Sei stata via per due anni e so che tutti sanno il perché>> Mi spiega quasi preoccupata per me.

<<So che tue Abigail avete mollato la scuola e la riprendete anche voi dopo due anni perché volevate concludere l'anno con me, e sono felice per questo. Ma non preoccupatevi, non mi importa di ciò che potrebbero fare o dire le persone che mi vedranno.>> Affermo sorridendo.

<<Hey! Anche io ti ho aspettato per due anni per prendere il diploma insieme a te!>> Esclama Thomas sentendosi escluso dalla nostra discussione.

<<No è diverso tu sei stato bocciato per due volte ecco perché adesso devi ripetere l'ultimo anno.>> Dice ridendo la mia amica.

<<Eh beh come puoi biasimarmi. Non avevo a fianco a me il mio angioletto>> Si volta verso di me e mi sorride, io ricambio con una smorfia.

Dopo qualche minuto, arriviamo di fronte casa di Abigail e anch'essa la troviamo di fronte al vialetto di casa, già pronta a salire in auto.

<<We principessa. Come stai?>> Mi chiede lasciandomi un bacio sulla tempia, una volta salita in auto. Il suo sorriso e sempre contagioso, i suoi capelli scuri e ricci gli stanno da dio. Il modo in cui si è truccata risalta la sua pelle scura e i suoi occhi marroni sono così ombrosi che ti ci puoi perdere dentro. È semplicemente fantastica.

<<Una meraviglia!>> Affermo cercando di essere il più convincente possibile.

Abi mi guarda curiosa, come se cercasse qualcosa in me e notando un particolare mi sposta i capelli di lato, dietro la spalla. <<Non dirmi che anche questa notta la nostra Gaia è stata con un trent'enne!?>>

<<Abigail dai! Ormai sai come sono, lo sai da anni, non dovresti neanche sorprenderti.>> Dico rimettendomi i capelli dov'erano prima.

<<Giusto non so perché mi faccio ancora domande su di te.>>

È cambiata dal fatto accaduto due anni fa, sembra che sia riuscita davvero a lasciarsi tutto alle spalle, anche se mi sembra difficile dimenticare ciò che è successo. Dimenticare ciò che io ho fatto e ciò che hanno fatto a lei.

I minuti passano e finalmente raggiungiamo la scuola, mio fratello lascia giù me e i miei amici, perché lui deve proseguire verso la sua università che è poco più avanti lungo la strada.

Mi volto verso l'enorme struttura dove ci sono stata per quattro anni. Vedo tantissimi ragazzi che brulicano come formiche e già mi viene l'angoscia a pensare di stare in mezzo a tutte queste persone che sono pronte a giudicarmi.

Mentre sono impegnata ad osservare tutti questi adolescenti, delle braccia mi circondano la vita e sento il torace di qualcuno posare sulla mia schiena ma appena vedo i tatuaggi sul braccio destro, capisco che è Thomas. <<Stai tranquilla>> Esclama a voce bassa. Mi volto a guardarlo restando sempre tra le sue braccia.

<<Sono tranquillissima, cosa ti fa pensare che non lo sia?>> Chiedo con tono calmo.

<<Semplicemente il fatto che non parli e che continui a osservare la gente. Non hai mai guardato qualcuno con così attenzione, sembra quasi che ti importi qualcosa.>> Effettivamente ha ragione.

<<Sai credo sia arrivato il momento di ammetterlo...>> Mi guarda curioso <<Mi sei mancato>> Mentre pronuncio queste parole noto che sul suo viso è comparso un sorriso grande come una casa. Si avvicina al mio viso così tanto da sfiorarmi le labbra. <<Anche tu mi sei mancata Angioletto>> Afferma prima di posare le sue labbra sulle mie. È un bacio travolgente e pieno di desiderio. Noi abbiamo un rapporto molto particolare, c'è un'attrazione sessuale reciproca ma niente di più, siamo molto amici da anni e fin da subito abbiamo avuto questo rapporto "speciale" se così si può definire. Ammetto che c'è stato un periodo in cui abbiamo provato a stare insieme, come fidanzati, ma abbiamo capito che non fa per noi.

Le sue mani iniziano a vagare per tutto il mio corpo e si posano sul mio fondoschiena e lo palpa come se ci fossimo solo noi due, ma dopo qualche secondo io mi stacco e lo guardo negli occhi.

<<Thomas...>> Mi interrompe prima che io continui. <<Si lo so, non c'è bisogno che aggiungi altro.>> Avvicina una mano al mio viso e passa il pollice sul mio labbro inferiore, poggiando la sua fronte sulla mia. <<Dai ora andiamo>> Dice prendendomi per mano.

Insieme ci dirigiamo sempre più vicini all'entrata, seguiti dalle nostre amiche che non perdono tempo a farsi notare. Ormai tu hanno messo gli occhi addosso a loro due...o meglio tutti noi quattro abbiamo gli occhi addosso di tutti. Il tutto peggiora quando varchiamo la soglia per entrare a scuola.

Ai lati dei corridoi ci sono centinaia di armadietti, color azzurro sporco, per noi studenti. Alla mia sinistra si trova la segreteria e infondo al corridoio c'è la presidenza, dove ormai ci sono stata troppe volte che ho perso il contro.

Lascio istintivamente la mano a Thomas e afferro, con entrambe le mani, la bretella del mio zaino che ho su una spalla. Alzo il mento e continuo a camminare a passo deciso verso l'aula in cui ho lezione, precisamente l'aula in cui ci sarà il prof di diritto.

Ma prima di entrare noto un ragazzo che mi osserva in modo...in un modo diverso da tutti, come se lui non sapesse assolutamente niente, come se lui fosse del tutto ignaro di chi io sia.

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Hey girl e boy! Come va!? Spero bene.

Io sono molto felice che ho pubblicato il primo capitolo di questa storia che avevo in mente da tanto. Saràuna storia complessa e per me difficile da scrivere.

Il personaggio femminile sarà difficile da comprendere, ma spero ci metterete volontà nel capire. Perché Gaia è molto complessa.

Detto questo, scusate per eventuali errori e spero che vi piaccia...fatemi sapere ciò che ne pensate, non esitate a lasciare commenti.

By L.D. :)

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