La prescelta di Diana

Diana, dea della natura e della caccia, era nota vivere nei boschi dell'Italia centrale, o almeno così si diceva in giro.

In realtà però, il suo luogo di nascita era stato un altro: la Grecia, più precisamente le foreste nei pressi di Atene.

Col tempo il suo potere si era spostato fino ad arrivare sull'Appennino, in Toscana.

Lì, nel cuore del bosco, aveva costruito con le sue ultime forze un tempio in cui racchiuse tutto il suo potere.

Lo sigillò e lo lasciò alle cure di una giovane ragazza che avrebbe dovuto badare a quel luogo per sempre, ultima casa di una Dea.

Luna, così si chiamava la ragazza, aveva vegliato su quel luogo per gran parte della sua infanzia, nascondendo tutto ciò ai genitori.

Ora aveva quindici anni, sedici tra qualche mese e come al solito si era arrampicata, con il suo quadernetto in una mano, sul suo ramo preferito a tre metri da suolo, sul quale controllava la zona.

Non succedeva mai niente, nessuno si avvicinava a quel luogo sperduto.

Luna stava proprio per iniziare a scrivere sul suo quaderno, quando sentì un fruscio.

Aguzzò la vista e stupita vide uscire da un cespuglio un ragazzo.

I capelli biondi pieni di terra e foglie gli arrivavano alle spalle, aveva una corporatura piuttosto magra, anche se non sembrava molto forte.

Gli occhi erano color oro e sembravano vitrei, senza nessun'emozione.

Aveva uno strappo al centro della camicia spiegazzata e i pantaloni gli arrivavano alle ginocchia.

-Che si sia perso?- si chiese Luna.

Infatti il ragazzo si guardava attorno, come se non sapesse dove andare.

Luna scese dal ramo con un balzo.

Forse era meglio aiutarlo.

《Scusami, ti sei perso?》

Il ragazzo la fissò così intensamente da farla retrocedere.

I due prescelti degli dei si incontreranno,
Male e bene dovranno correre ai ripari,
Chi vincerà mia cara Luna, prescelta della dea Diana?》

Parlava con una voce fredda, glaciale e a Luna si gelò il sangue nelle vene.

Il ragazzo le afferrò il polso con una stretta d'acciaio.

Portami al tempio》ordinò ancora quella voce strana, innaturale.

《Mai.》 Rispose decisa lei, ma immediatamente le partì un forte dolore alla testa e un ricordo le comparve di fronte agli occhi.

Un volto a lei fin troppo famigliare.

Ragazzina, io sono Ade, dio dei morti. È la mia specialità far riaffiorare i tuoi peggiori ricordi. Non hai speranze》
Continuò il ragazzo, sulle labbra un orribile sorriso.

Luna emise solo un gemito, tra il mal di testa e lo sforzo di rimanere ancorata alla realtà.

Non era facile, per niente.

Quel ricordo sembrava tirarla sempre più giù.

Il volto si delineò suo malgrado.

Gli occhi verdi, sempre così dolci e sempre così simili ai suoi.

I lunghi capelli neri ondulati e quel bellissimo e caldo sorriso.

Luna trattenne un singhiozzo, mentre si immergeva nella scena.

Era sera, c'era tanto buio intorno a lei.

Aveva cinque anni di meno e stava ridendo, mentre la musica classica risuonava da quella piccola radiolina a due passi dalla guidatrice della macchina, sua sorella Elen.

Elen aveva gusti piuttosto particolari per ogni cosa.

Dalla passione per le musiche antiche, alla fissazione di avere nella propria macchina decine di portafortuna.

Luna sorrise a quel ricordo, tornando per un attimo nella realtà dove il suo viso era ormai inondato di lacrime, previdenti della catastrofe imminente.

Vide un secondo il ragazzo fissarla impassibile, prima di essere di nuovo catapultata nei ricordi.

Si sentiva rilassata lì, in quel sedile che aveva addobbato lei stessa di piccoli fiori di carta, mentre sua sorella canticchiava la loro melodia preferita.

La vide un attimo girarsi verso Luna, il suo grido per avvisarla della macchina che stava arrivando, poi un gran boato prima del buio.

Fu di botto riportata nella realtà.

Singhiozzava, senza riuscire a fermarsi, ma...doveva resistere, doveva proteggere il tempio.

《Eseguo gli ordini degli dei e non mi fermerò...》 sussurrò tremante il ragazzo, stavolta con la sua voce. 《Mi...mi dispiace... non posso》 ebbe un brivido. 《Non posso controllarmi》

Con gli occhi gonfi Luna lo guardò senza capire.

I suoi occhi cambiavano colore.

Blu-oro, oro-blu e poi ancora oro.

Che stava succedendo?

Un'altra fitta alla testa la costrinse in ginocchio e il ragazzo riprese a parlare con quella voce non sua.

Diana, se non vuoi che distrugga la tua protetta, fatti vedere! Quanto vale di più per te? Il tempio o la vita di questa insignificante ragazzina?》

Luna era a terra, senza più neanche la forza di divincolarsi.

Il brutto ricordo l'aveva indebolita e ora era un facile bersaglio.

Tremava cercando di resistere.

Diana si fidava di lei, non poteva deluderla.

Doveva proteggere il tempio, era il suo compito.

Una donna dieci metri sotto i loro piedi, aprì all'improvviso gli occhi, color rubino.

La dea si alzò in piedi dal suo letto di foglie e nella sua testa comparvero le immagini di ciò che stava succedendo di sopra.

Luna era al suolo, gli occhi chiusi, respirava affannosamente.

Le labbra di Diana si aprirono in un'espressione di rabbia e poi schioccò le dita, scomparendo nell'aria.

《Diana! Diana, dove sei? Questa mortale ha più coraggio di te a quanto v...》

Gli occhi del ragazzo si fecero blu.

《Basta, lasciami andare Ade!》

Il suo grido disperato squarciò l'aria sotto lo sguardo sorpreso della ragazza a terra che si accorse anche che le aveva lasciato il polso.

Luna si trascinò un po' più in là, mentre il ragazzo si teneva la testa e gli occhi continuavano a cambiare.

Cosa poteva fare lei ora?

《Lascialo Ade》 Una voce profonda e decisa risuonò nella natura, gli occhi di lui si rifecero oro.

Che bello rivederti, mia cara Diana》

《Lascialo andare》

Luna osservava ammirata la scena.

Diana, la dea Diana, era proprio lì, davanti ai suoi occhi.

Quasi non riusciva a crederci.

Ora avrebbero vinto di sicuro.

Oh certo, aprimi le porte del tempio e libererò questo miserabile mortale, non m'interessa. Pensavo di farlo il mio prescelto, ma non è all'altezza.》

La dea sospirò, anche se negli occhi rossi non c'era alcuna emozione.

Stese la mano davanti a se e la chiuse a pugno.

Un rumore invase il bosco, mentre le porte del tempio che Luna aveva a lungo protetto si aprivano.

《No!》 Il grido di Luna fu a malapena sentito, mentre uno spirito scuro usciva dal corpo del ragazzo che crollava al suolo.

Un uomo comparve nella radura.

《Bene, bene, finalmente》 si sfregò contento le mani tra loro. 《E così il tesoro ora è mio》

Si fiondò nel tempio senza che Diana muovesse un dito.

Una volta che fu entrato la dea mosse la mano e uno scudo di energia comparve davanti ai due ragazzi.

Luna non riusciva a capire.

Perché? Perché lo aveva lasciato entrare?

Aveva passato metà della sua adolescenza a proteggerlo e ora lei...Per di più per un ragazzo sconosciuto.

《Capirai presto, Luna》 La voce della dea le risuonò nella mente.

Un attimo dopo esplose tutto.

****

Ancora a distanza di anni, nessuno seppe mai con esattezza cos'accadde quel giorno.

Ritrovarono solo due ragazzi svenuti e una radura vuota, senza neppure un albero.

E neanche sapevano che Luna e Michael, anche se dicevano di non ricordare nulla, conoscessero in realtà tutta la verità.

Quella sera erano avvenuti due eventi inimmaginabili per una mente umana.

La morte di una dea e la fuga di un dio.

Ade era dovuto tornare negli Inferi, più irato che mai, mentre Diana si era sbriciolata al suolo diventando terra che si era dispersa al vento, dato che il luogo del suo potere era stato distrutto.

Per Luna era stato come perdere un'amica, una sorella, colei che l'aveva aiutata il giorno della morte di Elen.

Michael in questo era stato molto d'aiuto.

Vedendola in lacrime, l'aveva abbracciata, senza chiedere nulla, dato che dentro stava crollando anche lui.

Così erano stati ritrovati, abbracciati anche se addormentati.

Michael era stato portato a casa di Luna dato che non ricordava, stavolta per davvero, nulla della sua vita.

Ricordava solo il suo nome: Michael Lewis, ma gli abitanti nonostante le ricerche non erano riusciti a risalire a nessuno.

Così i due vissero insieme, portando con se quel segreto, senza sapere che qualcuno tramava ancora nell'ombra.

Ma questa, cari lettori, è tutta un'altra storia.

ChiusaNellaMiaMente

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