prologue
sessanta secondi sono tanto tempo, quando stai fissando un orologio per tanto tempo, sembra che la lancetta rossa, quella più sottile ci metta millenni per completare tutto il giro dell'orologio. sembra che il minuto dopo sia lontano anni luce.
quello che non capisco è come una persona possa pensare che il tempo stia rallentando. tutti sappiamo che il tempo non ha mai cambiato la sua andatura, e non lo farà mai, ma a noi piace illuderci, e per questo diciamo a noi stessi che è così.
ma quando la sottile lancetta rossa sorpassa il dodici inizia un nuovo minuto, e la porta del mio ufficio viene aperta. il rumore che emette ricorda tanto le unghie sulla lavagna, così fastidioso da far venire la pelle d'oca.
"signorina summers?" sento il mio nome, mi volto verso la porta e vedo una donna in piedi davanti allo stipite della porta, aveva un fazzoletto con cui continuava a soffiarsi il naso ancora rosso dal pianto, come i suoi occhi, ed un'espressione spaventata.
"si sieda, per favore le dissi. i suoi tacchi facevano rumore sul pavimento bianco del mio ufficio, appena si sedette le chiesi "qual'è il problema?"
era ancora altamente scossa, e le mani le tremavano ma rispose comunque alla mia domanda "la settimana scorsa io ed il mio ragazzo ci siamo lasciati, l'ho beccato a letto con mia sorella, praticamente davanti ai miei occhi, e lui sapeva che stessi assistendo alla scena. gli dissi di andarsene perché nessuna scusa sarebbe stata sufficiente, uscì subito di casa senza nemmeno salutare. lui e mia sorella si sono subito lasciati. ho chiamato ed inviato messaggi ad entrambi, ma nessuno mi ha mai risposto. il mio unico amore e la mia famiglia mi hanno lasciato, andandosene completamente via dalla mia vita, in sole cinque ore"
annuì dopo la sua spiegazione, scrivendo in poche parole ciò che mi aveva appena detto, sul mio taccuino.
"quindi? cosa vuoi che faccia io?" le chiesi. la ragazza si sporse in avanti guardando sia a destra che a sinistra, i suoi occhi marroni diventarono ancora più scuri.
"voglio vendetta. voglio che gli si spezzi il cuore, come è successo a me. lo farai innamorare di te, e al momento giusto lo farai soffrire, solo per metterlo in ginocchio e fare in modo che preghi per averti di nuovo" rispose.
battevo contro il pavimento le mie scarpe, in modo regolare, considerando la sua proposta, analizzai le conseguenze, i pro e i contro, e gli eventuali pericoli.
potevo vedere quella cazzo di lancetta rossa all'interno dei miei occhi, ticchettando lentamente, come una lumaca, che voleva raggiungere il dodici, la destinazione. mi morsi il labbro, guardando la ragazza disperata, che non dormiva da giorni, con il cuore spezzato, davanti a me, e accettai.
"come si chiama questo ragazzo?" chiesi pronta a scriverlo sul mio taccuino.
la ragazza sorrise malvagiamente, probabilmente sentiva già la vendetta accendersi dentro di se, ed era felice.
"ashton, ashton irwin, posso raccontarti ogni cosa di lui"
sospirai preparandomi ad ascoltarla, guardai alla mia destra e vidi che la sottile lancetta rossa aveva appena sorpassato il dodici.
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