Capitolo 9 - Angelo custode

È la tua canzone preferita nel bel mezzo di un concerto, è l'ultima fetta di pizza dentro la scatola, è il sole tra le nuvole, la pioggia nel deserto.
Ecco cos'è, non un semplice bacio.
È Victoria De Angelis, quella che ti sta baciando, non la semplice ragazza della porta accanto, non la tua cotta estiva, non il flirt liceale.
Ed è ora che mi chiedo, si può andare in paradiso senza morire?

Scivola delicatamente sopra di me, le sue mani tra i miei capelli.
Bocca contro bocca, la stringo più vicino.
Voglio sentire il tuo cuore.
Non ho mai baciato nessuno ad occhi chiusi, di solito chi lo fa è perché viene trascinato via, in un'altra dimensione.
Non ci sono mai arrivato e tanto meno ci ho mai creduto, ad un'altra dimensione. E invece, eccomi qui, con il cuore che mi vola e la testa fra le nuvole. Ho sentito si, le farfalle nello stomaco, ma niente in confronto agli elefanti che marciano nel mio intestino in questo momento.
È da quando c'è lei, che tutto è più chiaro.
Sposto le mie mani sulle sue guance mordendo dolcemente il suo labbro inferiore.
Di più. Di più. Di più.
Si sistema il meglio che può prima di picchiettare la sua lingua sui miei denti.
Mi hai accontentato.
È un bacio nuovo, dolce e amaro. Ha il suo sapore: libero, sincero, diverso.
Il tempo si è fermato, spero che sia per sempre. No, non lo è.
Victoria mette fine alla magia, solo per un attimo.
Si stacca per riprendere fiato, il suo petto si alza e si abbassa, ha le guance rosse e le labbra un po' gonfie.
I suoi occhi gridano 'al diavolo' quando le nostre bocche sono di nuovo incollate tra loro.

<<Qua ce denunciano per atti osceni in pubblico Damià>> dice mettendosi nuovamente a sedere.
<<Non stiamo mica a scopa oh>>
Mi fulmina con gli occhi ravviando i capelli all'indietro.
<<Nu fa er cafone che ti seppellisco vivo>> gesticola con enfasi mentre si alza per togliere la sabbia dai vestiti.
<<Mamma e quanto gesticoli ao, anvedi se n'sei Italiana>> la stuzzico allungando una gamba per farla cadere. Lei si sposta prontamente prima di controbattere.
<<Se proprio vuoi saperlo, sono mezza danese>> fa una smorfia vanitosa gonfiando il petto.
<<Ma che davero? Nu ce credo>>
<<M-mia mamma era Danese>>
Damià, non ne fai una giusta.
Mi dà le spalle spostando il suo sguardo verso il mare. Mi alzo per raggiungerla.
<<Le assomigli?>> domando abbracciandola da dietro.
<<Un po'>> si volta indicando con le mani la quantità.
<<Scommetto che sei uguale a lei, solo una grande donna poteva creare una come te>>
Una lacrima le solca la guancia. Cerco di asciugarla ma lei mi afferma il volto tra le mani e si china per lasciarmi un veloce bacio a stampo.
<<Credo mi abbia mandato un angelo custode>> sussurra appoggiando la sua fronte sulla mia, ora siamo uno davanti all'altro.
Questa volta sono io a baciare lei.
<<Se tu vuoi, voglio essere il tuo angelo custode>>
Victoria sorride.
<<Hai capito che non mi piacciono le etichette>> inclina la testa di lato passando il pollice sul mio zigomo destro.
<<Non piacciono neanche a me>> ammetto leggero.
<<Va bene allora, sarai il mio scudo>>
Sarò vessillo, scudo
o la tua spada d'argento

<<Sai parlarlo? Il danese intendo>> chiedo mentre continuo ad accarezzarle i capelli.
Siamo di nuovo sdraiati, le gambe incrociate e la sua testa sul mio petto.
<<Me la cavo>>
<<Mhh fammi senti>>
Si alza a sedere portandosi una mano alla fronte.
<<Fammece pensa npo'>> risponde divertita.
<<A' sfigata mi hai mentito non sai dì niente de niente>>
<<Du er dejlig>>
Scoppio a ridere per la sua pronuncia.
<<Cretino finiscila, è così davvero>>
<<Scommetto che mi hai insultato>>
<<Avrei potuto ma no, sono stata gentile>>
Si volta offesa mettendo il broncio.
<<Mbe che hai detto nu se po sape?>> gattono verso di lei con un sorrisino da ebete.
<<No>> continua a tenere il muso.
<<Ah ho capito hai detto che ti piaccio da impazzire, che so er più bono de tutta Roma è che me vorresti vede nudo qui su questa spiaggia>>
<<Mo nu t'allarga>> mette le mani avanti a lei come per fermare le mie parole, la spingo a terra facendole il solletico. Ride come una matta pregandomi di smettere.
<<Dam, b-basta>> le bacio il naso scostandole i capelli dalla faccia.
<<La finirò quando ammetterai che è come ho detto io>>
Sorride perfida per poi farmi una linguaccia.
<<Mai>> si divincola dalla mia presa.
<<Però su una cosa c'hai ragione, ho detto che mi piaci>>
<<Non mi stancherò mai di sentirtelo dire>>

<<Andiamo a farci il bagno?>> domando alzandomi da terra e porgendole una mano.
<<du er skør>>
<<Ok, questa volta so che mi hai insultato>>
Porto le mani al cielo in segno di resa.
<<Certo che si, sei un pazzo, David>> dice squadrandomi dalla testa ai piedi.
<<E in più non vorrei che vedendomi in intimo ti venisse un infarto>> alza le sopracciglia con fare ovvio.
<<Tanto che sei brutta?>> mi fulmina con lo sguardo.
<<Coglione di merda, io ti affogo>>
<<Per farlo dovremmo entrare in acqua non trovi?>> ghigno strafottente.
<<Nu c'ho so Damià è freddo, te pare
il caso?>>
<<No, ma voglio farlo>>
Mi sfilo la maglietta appoggiandola accanto a lei. Victoria torna in piedi sfiorandomi il petto nudo. Le sue dita tracciano i contorni dei miei tatuaggi. Rabbrividisco, è il freddo o lei?
Fa un passo indietro lasciando cadere la pelliccia a terra. Lentamente, toglie il top leopardato che porta sotto.
Non indossa il reggiseno, suo tipico.
Non le interessa, si sente a suo agio e, sinceramente non interessa nemmeno a me. Non sono qui per questo, avremo tempo.
<<Sei bella>>
<<Lieta di averti farti cambiare idea>> sorride facendo uno strambo inchino.
Tira via i pantaloni rimanendo in topless.
<<Ora che mi dici?>> sibila accarezzandomi una spalla.
<<Non ho parole per descriverti>>
La prendo in braccio e corro con lei verso la riva.
<<Te lo ripeto, tu sei pazzo>> urla mentre il vento le spettina i capelli.
<<Di te? Si, di te si. Completamente fottuto, il cervello in pappa>>
Mi lascia un leggero bacio a fior di labbra.
<<Non hai tolto i jeans>>
<<Fanculo>>
Entro in acqua lasciando scendere Victoria.
Cammina sulle punte per evitare di bagnarsi.
<<Dai che è calda>>
<<Per te che hai gli ormoni a mille forse sì>> dice stringendosi nelle spalle.
<<Vieni qui>> allargo le braccia aspettando un suo abbraccio.
Avanza con fatica e, non appena mi è davanti allaccia le mani dietro la mia schiena.
<<Mi fai stare bene>> mormora alzando lo sguardo verso di me.
<<Anche tu>> le stringo il volto fra le
mani facendo scontrare le nostre labbra per l'ennesima volta in una delle serate più belle che io abbia mai vissuto da anni a questa parte.

Come ho già detto, quando la bacio il tempo si ferma. Ed eccoci qui, alle cinque di mattina bagnati fradici su una spiaggia di Ostia. Abbiamo passato più di un'ora in acqua senza renderci conto di nulla. Eravamo solo io e lei.
Victoria sta tremando avvolta nella sua pelliccia ma non cede ad andarsene, dice di voler vedere l'alba. Ed io non riesco a darle un 'no' come risposta.
<<Ho avuto un'idea per riscaldarci>> sbiascica improvvisamente voltandosi di scatto verso di me. Cammina in modo strano mentre si avvicina il più possibile cercando calore tra le mie braccia.
<<È questa la tua idea?>> domando scioccato.
<<No, vienimi a prendere>> grida iniziando a correre lontano.
Sorrido divertito andandole dietro.
<<Guarda che sei na lumaca>> continua a strillare non troppo distante da me.
<<Tu dici?>> la afferro per i fianchi baciandole una spalla.
<<Ci hai messo comunque tempo>>
<<Non sai ammettere che sono più veloce io>>
<<Non la dò vinta ai plebei>> mi sbatte i capelli in faccia sculettando per tornare vicino alla sua borsa.
Quando la raggiunge caccia fuori il mio telefono.
<<Damià ti stanno chiamando, è una videochiamata da parte di tua mamma>>
Camilla.
<<Puoi rispondere, sarà Cam>>
L'affianco una volta premuta la cornetta verde.
<<Papà, perché ancora non sei tornato? Vic? Cosa ci fai con papà? E perché siete tutti bagnati?>> la voce della piccola arriva alle nostre orecchie come un richiamo alla realtà, è stato bello allontanarsi per un po'.
<<Ehy Ehy Ehy una domanda alla volta>>
Sfilo il telefono dalle mani di Victoria facendole cenno di avvicinarci al muretto che costeggia il lungo mare.
<<Vic non vedo l'ora di rivederti>> confessa mia figlia rivolgendosi alla sua amata tata.
<<Anche io patatina, mi sei mancata oggi>> risponde la bionda inquadrandosi alla meglio.
<<Dove siete e perché siete insieme?>> chiede curiosa di sapere tutto.
<<Siamo al mare>> rispondo lanciando uno sguardo a Victoria.
<<Siete andati senza di me?>> la sua faccia si rattrista.
<<Quando farà più caldo verremo di giorno tutti insieme>> le sorride la ragazza al mio fianco.
<<Promesso?>>
<<Promesso>>
<<E perché siete insieme?>> continua con tono accusatorio.
<<Lunga storia>> questa volta sono io a prendere parola.
<<Oh guarda tesoro, l'alba. Dam gira la fotocamera fagliela vedere>>
Le do ascolto e, due secondi dopo mi bacia.
<<Volevo farlo con questo meraviglioso sfondo>> sussurra piano al mio orecchio.
<<Ho sentito lo schiocco di un bacio>>
Torno a puntare la camera verso di noi.
<<Te lo sei sognata Cam, avrai sonno, è tardissimo>>
<<Papà non mentirmi, ti mordi il labbro quando lo fai>> piccola peste.
<<Non lo sto facendo, accompagno Vic a casa e ti passo a prendere, il fatto che con lei dormi non significa che tu lo faccia anche con la nonna. A proposito, lei dov'è?>>
<<Dorme, ho preso il suo telefono di nascosto>> sospiro e mormoro un "arrivo" prima di attaccare.
<<Come glielo diremo?>> domanda Victoria preoccupata.
<<Lo capirà da sola>>

Spazio autrice📝
Fortunatamente sono riuscita ad aggiornare!
Sono arrivata a casa verso le tre quindi ho avuto il tempo di preparare il capitolo.
Come sempre spero vi piaccia e che soddisfi un minimo le vostre aspettative, fatemi sapere nei commenti.
Un bacio, a presto❤️
Ps. Domani è sabato e probabilmente uscirò con le mie amiche, non so se riuscirò ad aggiornare, vi tengo informati<3

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