Capitolo 4 - Nuove amicizie

È trascorso un po' di tempo da quando Victoria è entrata a far parte della nostra quotidianità e tutto sembra procedere per il meglio. Camilla è contentissima, ama trascorrere del tempo con lei, qualsiasi cosa facciano, basta che siano insieme. Victoria sembra entusiasta del lavoro, non le pesa restare fino a tardi per badare a Cam, anzi. Quando rientro in casa dopo una serata le ritrovo avvinghiate sul mio letto, tra le braccia di Morfeo. Ho pensato più volte di lasciarle lì, indisturbate, ma mi è sembrato irrispettoso nei confronti di Vic. Lei ha una vita, bella o no, che merita di essere vissuta.
Per questo ogni volta la scuoto dolcemente per svegliarla, prima di offrirle un passaggio che prontamente rifiuta. Tutte le notti torna a casa a piedi, da sola.
Roma è bella ma dannata, più volte le ho sussurrato un "mandami un messaggio quando arrivi" e lei assonnata ha annuito.
Quei messaggi non sono mai arrivati ma
a mezzogiorno, come un orologio svizzero, è di nuovo fuori casa mia con Camilla al suo fianco, dopo averla presa da scuola. Prepara il pranzo per tutti e tre, anche se non gliel'ho mai chiesto, dice che le fa piacere. Non si stanca mai. Dopo mangiato hanno un appuntamento fisso con la televisione, chiedono anche a me di rimanere ma non c'è ancora stata occasione, sono sempre troppo stanco per restare sveglio.
Sistema tutta casa ogni volta che riesce a staccarsi dalla bambina, le ho proposto un aumento per questo, ma ovviamente non ha accettato.
Nonostante il tour de force è sempre pimpante. Il sorriso non abbandona mai le sue labbra, tranne quando la infastidisco con le mie solite battute.
Ogni sera, prima che io esca per raggiungere il bar, si avvicina con passo svelto per sistemare il colletto della camicia perché: "altrimenti sembri n'trasandato, altro che sex simbol".
Dopo il sonnellino pomeridiano una tisana ai frutti di bosco è sempre pronta per me sul tavolo della cucina, spesso lo fa per scusarsi, il biglietto che trovo affianco è quasi sempre "ho portato Camilla al parco senza il tuo permesso, perdono", o robe del genere.
Il punto è che non ha bisogno di scusarsi, mi fido. Tante volte ho scovato lei e la piccola intente in discorsi più maturi del previsto, con Victoria che argomentava i suoi pensieri e Camilla che l'ammirava con sguardo sognante. Mi sono fermato tante volte ad ascoltarla da dietro la porta, non me ne sono mai pentito. Ogni volta ho imparato qualcosa di nuovo da quell'uragano biondo.
Ho scoperto che suona il basso, chissà cosa penserebbe se le dicessi che un tempo cantavo. Ha un cane, il suo nome è Chili, è un tenero barboncino color caramello. Ha centinaia di pellicce diverse, da quando è qui ne ha cambiata una al giorno.
È una bella persona, Victoria. Oggi pomeriggio,quando mi ha chiamato, la sua voce era entusiasta: "Damiano, Roma è bianca" ha esclamato dall'altro capo del telefono.
"Ma che stai a dì?"
"Sta nevicando Damiano, nevica"
"A Vic è Marzo, n'altro po' nu nevica sur Monte Bianco, nevica qui" nel frattempo mi sono alzato del letto e avvicinato alla finestra.
"Però mi sa che c'hai ragione" ho sussurrato incantato.
Roma mia, quanto sei bella.
"Proprio perché ho ragione, muovi quel bel culo che hai e vieni a prenderci" la mente eccelsa che mi ritrovo si è ovviamente soffermata solo sulle ultime parole.
"E tu come fai a sapere che ho un bel culo?"
Lei, dal canto suo, ha sonoramente sbuffato prima di riagganciare.
Nemmeno il tempo di rendermi conto della situazione che il cellulare stava di nuovo squillando.
"Ti muovi a venire" sfacciata e insolente, come sempre.
"Prima rispondi alla domanda"
"Mhh David potrei aver allungato l'occhio più del dovuto"
Ho sorriso e, prima che potesse aggiungere altro, le ho semplicemente detto che sarei arrivato presto.
Il bowling non è tanto distante da casa quindi, dopo cinque minuti, ero già fuori l'entrata.
"Ma come ti sei conciato?" la risata cristallina di Victoria mi ha riempito le orecchie in poco tempo. Mi sono solo coperto più del dovuto, avevo paura facesse più freddo.
"Vi porto in un posto, ci divertiremo"
Ha preso in braccio Camilla e mi ha schioccato un dolce bacio sulla guancia, è stata la prima volta che l'ha fatto ed il mio cuore ha perso un battito.

Siamo soli in mezzo al nulla, ci siamo persi, o per meglio dire mi sono perso.
<<Dovrebbero darti il premio Nobel per la stupidità, mi spieghi come cazzo fai a perderti a Roma>> spalanca le braccia scocciata mentre continua a guardarsi intorno.
<<Fa silenzio altrimenti sveglierai Camilla>>
<<Beh meglio, merita di sapere che ha un padre deficiente>> si avvicina a me per spingermi scherzosamente, non sembrerebbe ma la situazione la diverte.
<<Mi si sta sporcando tutta la pelliccia>> piagnucola cercando in tutti i modi di sollevarla da terra.
<<Ti avevo detto di non scendere>>
<<Volevo vedere se il mio cellulare prendesse>>
Continua a scostare la pelliccia, quasi inciampa nel tentativo di non farla bagnare.
<<Sai che c'è di nuovo, ora me la tolgo>>
Non ho il tempo di obiettare che ha già gettato l'indumento in macchina, rimanendo con addosso una semplice camicia bianca.
È trasparente, la camicia intendo, e non sarebbe un problema se sotto portasse un reggiseno, in realtà non dovrebbe essere un problema nemmeno ora che non lo porta, e invece faccio fatica a distogliere lo sguardo.
Deglutisco sonoramente mentre lei mi squadra con occhi indagatori.
<<Non ne hai mai viste David?>>
Provocatrice, ecco cosa sei.
<<Più di quante ne immagini>>
<<Guarda che ne ho viste tante anche io>> un sorriso sornione compare sul suo volto.
È un passo avanti, non c'è nulla da fare.
<<Con questo non sto dicendo che non puoi provarci spudoratamente con me, sono aperta a tutto>> strizza l'occhio e mi dà le spalle per cercare campo sul cellulare.
<<Non ci sto provando con te>> affermo ovvio avvicinandomi a lei.
<<Vuoi che lo faccia?>> domando a voce rauca, le labbra vicine al suo orecchio e la sua schiena contro il mio petto.
Si volta velocemente, i nostri nasi si sfiorano.
<<Forse>>
È da tempo che non sto con qualcuno, o almeno non seriamente, la vita ha avuto in serbo ben altro per me. So che Victoria sta scherzando, è il suo modo di fare. Il fatto è che mi piace, mi piace il suo modo di essere.
Le sorrido e inclino la testa di lato: <<te piacerebbe, vè?>>
<<Forse>> la sua mano destra accarezza la mia guancia mentre i suoi occhi cadono sulle mie labbra.
Sta ancora scherzando, vero?
<<Scusa>> sussurra allontanandosi di scatto.
<<E per cosa?>> domando, non ha fatto nulla di male.
<<Io sono qui per lavorare, non dovrei ritrovarmi in certe situazioni>> abbassa gli occhi a terra strofinandosi le braccia con le mani, starà morendo di freddo.
<<Ehy Vic, guardami>> le sue iridi blu sono di nuovo puntate nei miei occhi.
<<Non è successo nulla, stavamo solo scherzando. Tu mi piaci si, ma non in quel senso>> sembra rattristarsi all'improvviso, non ho detto niente di male, no?
<<Sei speciale Victò, davvero, fai sorride' anche le stelle, pensa npo'>> arrossisce lievemente e si ravvia i capelli all'indietro.
È la ragazza più solare che io abbia mai conosciuto.
Victoria è stravagante, estroversa, divertente, provocante, spiritosa, spontanea, libera.
<<Sei n'angioletto biondì>> gli occhi le si illuminano e dopo cinque secondi le sue braccia mi cingono la schiena e la sua faccia è nell'incavo del mio collo.
<<Non ti starai mica emozionando, chissà quanta gente t'avrà dedicato interi papiri di belle parole>> esclamo abbracciandola forte.
<<Mai nessuno>> le parole escono stroncate dalla bocca.
Si stacca e mi rivolge un sorriso amaro.
<<Credo di aver trovato un nuovo amico>>
<<Anche io credo di aver trovato una nuova amica>>
Le alzo la frangia dagli occhi per baciarle la fronte, ha le labbra screpolate e il naso rosso.
<<Sarà meglio tornare indietro, stai gelando>>
<<Sto bene qui>> soffia leggera alzando le spalle.
La stringo di nuovo a me, mi fa bene questo contatto.

<<Che ne dici se questa volta guardo io il navigatore?>> chiede Victoria una volta rientrati in macchina.
<<Ai suoi ordini, queen>> le faccio il saluto da militare e metto in moto l'auto.
<<Certo che sei proprio cretino>> appura rinfilandosi la pelliccia.
<<Perché tu no?>>
<<No>> spalanca gli occhi con fare ovvio legandosi i capelli in una coda alta.
<<Ti sembra normale che fuori, con una temperatura al di sotto dei 10 gradi, sei stata con una misera camicia ed ora, in una macchina con quasi 50 gradi, ti rimetti quella cosa pesante>>
<<ykaar è la moda, sei vecchio, aggiornati>>
<<Aspetta aspetta aspetta>>
<<mhh>> mormora lei stirandosi le pieghe della sua amata pelliccia.
<<Sei andata a cercarmi su insta?>> domando sorpreso lanciandole uno sguardo fugace.
<<Mbe? Che nu posso? C'hai paura che scopro qualche segreto ehhhh>> scherza spintonandomi con una spallata.
<<Nu so manco come si usa Instagram Victò>>
<<Beh, da oggi rimediamo>>
Prende la borsa nera ai suoi piedi e tira fuori il telefono.
<<Fai una faccia buffa>>
Caccio la lingua fuori e strabuzzo gli occhi ai limiti dell'inimmaginabile, lei arriccia il naso e spalanca la bocca.
Scatta la foto e fiera la pubblica sulla storia.
<<Ora sei famoso>>
<<Solo perché sono finito sul tuo profilo Instagram?>>
<<Ao io so' Vic De Angelis, mi conosce tutta Roma>>
<<A vic, sarà meglio che ti concentri se non vogliamo fa la fine di prima>>
<<Devi girare la prossima a destra>>

Inutile dire che a Monte Livata non ci siamo mai arrivati. Camilla si è svegliata nel bel mezzo del viaggio supplicandomi di tornare indietro perché io avevo dimenticato i suoi guanti.
Victoria, troppo buona per dirle di no, mi ha convinto a fare dietrofront ed essendo oramai le 6 passate, ci siamo accontentati del giardino di casa.
Ora che è calata la notte, qui fuori fa ancora più freddo, ma a quelle due non sembra importare.
Continuano a rincorrersi e a rotolarsi fra la neve senza stancarsi.
I capelli di Victoria sono bagnati per tutte le palle che le ho tirato dietro. La sua pelliccia è stata abbandonata sul divano quando mi sono offerto di prestarle il mio giubbotto. Le sta un po' grande, sembra una bambina.
<<David per quanto vuoi restare lì fermo?>> urla la bionda portandosi le mani intorno alle labbra.
Mi alzo di scatto e mi precipito verso di lei.
In due secondi è tra le mie braccia.
<<Ykaar ho il tuo culo in faccia>>
<<Non avevi detto che ho un
bel culo?>>
Camilla ride battendo le mani, è felice e, stranamente, lo sono anche io.

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