Capitolo 19 - abbastanza
Victoria, imbarazzata, ha posato lo sguardo sulla punta delle scarpe che indossava. Si mordeva il labbro nervosamente.
"Ho detto qualcosa di sbagliato?"
Il mio tono era preoccupato, non mi andava di rovinare tutto. È già capitato troppo spesso, che a volte, dopo qualche ora di quasi felicità, arrivi al punto in cui tutto sembra un'illusione.
Ma Victoria non è un'illusione, per mia grandissima fortuna. È reale, posso sentirne il profumo, la mia pelle brucia sotto il suo sguardo e il cuore mi sale in gola ogni qual volta mi sfiora con le sue esili dita. Può qualcosa di immaginario produrre ciò? Non credo.
"Non potresti mai" ha soffiato leggera poggiando il viso sul mio petto.
"Sai, sono umano anche io, posso sbagliare"
"Non con me, non lo faresti mai"
Ci crede così tanto, in noi due.
"Significherebbe ferirti, e non voglio"
Le ho afferrato la mano per farla alzare.
"Andiamo via?" ha chiesto scettica, non era nemmeno mezzanotte.
"Al mare, come la prima volta, ti va?"
Barcollante sui tacchi, torreggiava su di me con aria accusatoria.
"David, in un luogo pubblico?"
Aveva i gomiti poggiati sui fianchi e le sopracciglia inarcate, poco dopo un sorriso sbilenco è spuntato sul suo volto.
"De Angelis, le mie intenzioni per la serata non sono di certo così macabre"
Le sue dita hanno tracciato una linea sulla mia clavicola. Si è sporta in avanti ed ha avvicinato le labbra al mio orecchio.
"Sei sicuro?", la mano libera poggiata sul bottone della mia camicia.
"Avrò inteso male io allora" ha scrollato le spalle e con estrema tranquillità ha girato sui tacchi dirigendosi verso il cameriere appostato alla vetrata che, curioso e ficcanaso, ha osservato tutta la scena.
"Luca, giusto?" ha domandato lei sforzandosi di leggere il suo nome sull'etichetta della divisa. Il ragazzo ha annuito.
"Lo vedi quello laggiù?" ha poi continuato voltandosi per indicarmi.
"Mi ha appena dato un due di picche, tu tra quanto stacchi? Magari sei più disponibile"
Due secondi ed ero di nuovo accanto a lei, piccola peste.
Crudelia.
"Sono un gentiluomo, prima di liquidare una ragazza l'accompagnerei a casa"
Per una volta, forse, avrei potuto essere in vantaggio.
Di solito si è agitati, quando fai per la prima volta qualcosa. Io dovevo fare per la prima volta l'amore, eppure non lo ero. Nemmeno Victoria. Di solito queste cose non si programmano, sono inaspettate. Di solito accade nel giro di un mese dall'inizio di una relazione, non di cinque. È tutto un solito, quando noi siamo un insolito. E sono così fiero di questo.
"Dam, ho tanto sonno", Victoria si è portata le gambe al petto e, come generalmente fa Camilla, vi ha poggiato sopra la testa ciondolante.
"Se preferisci dormire, fai pure", l'ho guardata di sottecchi per spiare una minima reazione.
Ed ecco che è tornata a sedersi ritta lanciandomi uno sguardo torvo e accusatorio.
"Ah David, sei davvero incredibile, sappi che la faccia da indifferente non ti si addice, tutto il mondo sa che muori dalla voglia di scoparmi"
"Tombola" ho urlato abbassando il vetro dell'auto e, dopo averle lanciata un'occhiata divertita, accompagnata dal solito sorriso sfrontato, ho tirato un grido proclamando ai quattro venti i programmi della serata.
"Stasera farò l'amore con Victoria De Angelis"
La sua faccia è valsa la grande figuraccia. La bocca spalancata e gli occhi serrati erano davvero da Hollywood. Peccato per l'ambientazione.
"Sei un folle, e ora, grazie a te, tutta la Sicilia mi prenderà per una puttana"
"Non credo, dato che per il resto dei tuoi giorni sarò io, ed io soltanto, a farti godere"
Le guance le si sono tinte di rosso in un batter d'occhio e, esausta, ha scosso la testa con fare arreso.
Per tutto il resto del viaggio, non ha spiaccicato parola. È rimasta con il viso rivolto alla strada e chissà quali pensieri per la testa.
"Siamo arrivati" ho sussurrato piano, era notte fonda, non mi è sembrato opportuno alzare la voce.
"Vic, hey, siamo arrivati" ha alzato la testa piano, girandosi verso di me. Occhi negli occhi.
"Ho paura Dam" i suoi lapislazzuli si sono riempiti di lacrime.
"Di cosa"
"Di non essere abbastanza"
È rimasta la paura di non essere abbastanza
Sai l'amore non esiste
per chi è sempre stato senza
Ho tirato un sospiro prima di iniziare a parlare, non l'ho delusa mai, fino ad allora. Non mi è sembrato il caso di cominciare ieri sera. Le parole dovevano essere scelte con cura. Lei doveva, deve, essere trattata con cura. Victoria è rotta, non semplicemente ammaccata. I pezzi, per ritornare al loro posto, hanno bisogno di una colla più forte, più salda. E comunque non basta. Deve essere un artigiano esperto, a compiere il lavoro, altrimenti tutto si sfascerebbe, di nuovo. Non l'ho mai saputo, forse fino a stanotte, se fossi in grado di ricoprire questo ruolo.
"E perché mai?" le ho accarezzato i capelli biondi con delicatezza. Lei ha prontamente alzato le spalle, distogliendo lo sguardo.
Le ho posato due dita sotto al mento e i nostri nasi si sono scontrati.
"Ascoltami bene e non perché sarà l'ultima volta che sentirai queste parole, non mi stancherò mai di ripetertele, ma perché devi fissarle bene, nella tua testa. Tu non sei abbastanza, sei troppo. O almeno lo sei per me. Sono così grato al destino di averti incontrata. Non ti stavo cercando Vic, non ho mai voluto qualcuno accanto a me dopo tutto quello che era successo e di cui più avanti ti parlerò, perché meriti, meriti di sapere. Tu sei stata l'inaspettato. Eppure mi sono reso conto che sei tutto quello che, alla fine, ho sempre voluto. Mi hai riempito dentro un vuoto che, per quanto sapessi di avere, ho cercato sempre di nascondere, senza aver mai avuto la possibilità di occuparlo del tutto. Sei entrata nella mia vita in punta di piedi, come le ballerine del teatro della scala e le acrobate di un circo. Sei entrata piano, senza farlo apposta e cazzo, hai stravolto tutto. Come fai a non sentirti abbastanza se hai fatto tutto questo? Ti amo così tanto da non scorgere i tuoi difetti, capisci a che punto sono arrivato? Seppure li hai, per me ormai anche quelli sono pregi. È che vedi, mi sono innamorato della sicurezza di Crudelia, ma anche dell'innocenza
di Alice e tu, Victoria, riesci ad essere entrambe"
Il suo respiro si era fatto pesante e i suoi occhi puntavano alle mie labbra da quando avevo smesso di parlare.
<<N-noi, dovremmo scendere>> ha aperto lo sportello della macchina incamminandosi verso l'entrata. Prima di entrare si è voltata per scrutarmi, un chiaro invito a seguirla. Ovviamente ho accettato.
Quando l'ho raggiunta nella nostra camera, era seduta con le gambe incrociate proprio al centro del letto. La testa inclinata e lo sguardo fisso dinanzi a sè. Mi sono avvicinato lentamente e posizionato davanti a lei. Ha sorriso impercettibilmente, non prima di avermi lasciato un bacio a fior di labbra. Le sue piccole mani hanno iniziato a disegnare i contorni della mia mascella.
"Sei sicura?"
Forse la domanda l'avrei dovuta fare a me stesso. Ero sicuro di poter affrontare tutte quelle emozioni che solo lei è in grado di farmi provare? La risposta prima non la conoscevo, ma ci ho provato, perché la voglia di farcela era più forte della paura di fallire. Il timore di fare un passo falso è stato completamente cancellato quando lei, come risposta alla mia domanda, si è gettata con foga sulle mie labbra.
E allora ci siamo chiusi in un silenzio colmo di tutto ciò che ci siamo sempre detti con gli occhi. I cuori che battevano all'unisono, le mie mani che scorrevano sotto gli indumenti che indossava. Mentre siamo rimasti a baciarmi per un po'.
È avvenuto con calma, perché la fretta non è mai stata una nostra prerogativa.
Victoria, bottone dopo bottone, mi ha aiutato a liberarmi della camicia che indossavo e io, non con la sua stessa delicatezza, le ho sfilato il vestito. Nuda. Non indossava nemmeno le mutandine.
"Tu sei pazza, davvero"
"Sono pur sempre Alice"
Si è sdraiata sul letto, i capelli completamente sparpagliati attorno al suo volto, la luce della luna che filtrava dalla finestra illuminava la sua pelle diafana e io non potevo far altro che bearmene.
"Sei bellissima" scontato, banale, forse? Ma vero.
"Anche tu, se non avessi questi a rovinare tutto"
Le sue mani sono corse al cavallo dei pantaloni che indossavo. Dopo poco, ero completamente nudo anch'io.
"Sarò dolce, ti andrà bene?" ho domandato in un sussurro.
"Per questa volta si"
Spazio autrice📝
E così, come si suol dire, chi non muore si rivede. Credetemi se vi dico che non è stato facile abbandonare questa storia, non è mai stata mia intenzione. È per questo che vi pubblico questo capitolo che, a parer mio, è alquanto discutibile ma potrebbe essere l'inizio di un nuovo inizio, mettiamola così. Per quanto non mi faccia impazzire, l'ho scritto di getto e ho pensato: ora o mai più. Se non l'avessi pubblicato, probabilmente ci avrei rimuginato sopra troppo e avrei lasciato perdere, cosa che non volevo accadesse assolutamente.
Come ai vecchi tempi, fatemi sapere cosa ne pensate con un commento e, se vi va, lasciate una stellina. Grazie a chi c'è ancora❤️🩹
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