Capitolo 16 - Nuovi inizi

Cosa succede? Chi è Nica? Che poi che nome è Nica, sembra un cane.
<<Non ci credo>> sussurra Victoria.
Indietreggia fino a poggiarsi con le spalle al muro. Respira pesantemente, il petto si alza con una velocità impressionante. Strofina le mani sulla felpa con forza, sta iniziando a sudare. Mi avvicino a lei lentamente incrociando le mie dita con le sue. Nei miei occhi c'è una sola domanda e Victoria è subito pronta a dare una risposta.
<<È-è mia sorella>> balbetta.
È così piccola in questo momento, non posso far altro che abbracciarla. Lei si stringe ancora di più a me.
<<È una cosa bella, non trovi?>>
Non posso capirla, mio fratello è una testa di cazzo, ma c'è sempre stato, per qualsiasi cosa. Non è di certo sparito per un anno mentre io soffrivo come una bestia.
Eppure ora Nica è qui. Mi piace guardare il lato positivo delle cose, potrebbero ricominciare. Victoria infondo non ha mai negato il bene che la sua famiglia ha provato per lei, è solo spaventata. Ma io sono e sarò al suo fianco, spero che questo possa esserle un minimo di conforto.
Scuote la testa contro il mio petto, lei non sembra essere del mio stesso parere.
Ogni tanto mi capita di immaginarla sola, nel buio della sua stanza, con la vita che le scorreva tra le dita come granelli di sabbia.
Poi la guardo e un po' mi rincuoro. Energica, spiritosa e sempre con la battuta pronta. Ogni tanto però, il sole smette di splendere anche per lei ed è capitato anche che ciò accadesse con me presente. La maggior parte delle volte è successo per quei viaggi nel passato,  un po' come adesso. Nica, questa ragazza dai capelli corvini e gli occhi altrettanto scuri, da un anno a questa parte è stata fuori dalla vita di Victoria, ha deciso di essere il suo passato. Io e Camilla invece, abbiamo scelto di essere il suo presente. Ma, come ho già detto, credo nelle seconde possibilità e, la ragazza che è alle mie spalle, probabilmente ne merita una. Sono sorelle, non credo ci sia bisogno di aggiungere altro.
<<Invece lo è>> prendo il suo viso tra le mani per guardarla meglio negli occhi, non ha pianto.
Lei sposta lo sguardo oltre la mia spalla e a quel punto le iridi azzurre iniziano a sbiadirsi per le lacrime. Si trattiene comunque.
Non vuole piangere, non ora.
<<Non so nemmeno cosa dire>>, cerca di parlare a bassa voce per evitare di farsi sentire.
Non riesco a vedere cosa avviene dietro di me, ma a giudicare dai rumori inesistenti, credo che sia Lello che Nica abbiano i piedi piantati sull'asfalto.
<<Che ne dici di iniziare
da un semplice 'ciao'?>>
Victoria mi guarda storto.
<<Un passo alla volta>> continuo.
Non so se sia convinta, nei suoi occhi riesco a vedere il timore di essere ferita e abbandonata ancora una volta. Eppure si ritiene colpevole, dice che è stata lei ad allontanare tutti.
Si fida, si fida di me e segue il mio consiglio.
Mi lascia andare lentamente ed io mi sposto al suo fianco. Sono una di fronte all'altra.
Victoria fa un passo avanti e Nica la imita.
Un po' si assomigliano, nonostante i colori siano completamente diversi, i lineamenti del volto sono dolci per entrambe. Nica è leggermente più bassa di Victoria.
È la mora a prendere parola.
<<Vic i-io>> anche lei è smarrita.
Lello continua a non capire.
<<Piacere, Victoria>>, allunga la mano destra libera verso di lei.
Sorrido, è la mia donna.
Nica capisce il suo gioco, e permette ad entrambe di segnare un nuovo inizio con queste due settimane.
<<Piacere, Nica>>

Ho pensato che avessero bisogno di parlare, per questo ho deciso di lasciarle sole in giardino. Io e Leo ci siamo occupati delle valigie ed ora, dopo aver messo Camilla a letto, siamo seduti sul divano, in assoluto silenzio. Lui continua a guardarmi, vuole sapere, eppure non ha il coraggio di chiedere.
<<Sono sorelle>> dico all'improvviso cogliendo Lello di sorpresa.
<<Eh? Sei serio?>>
<<Te sembro uno che sta a scherza?>>
Lello mi squadra.
<<No infatti, effettivamente sembra che tu abbia visto un fantasma>>
<<Quello che ha paura dei fantasmi sei tu, non io>>
<<Sei 'na palla al piede, era pe' rende l'idea>>
Si trascina fino al frigorifero per prendere una birra, tra una cosa e l'altra oggi io e Vic siamo usciti per fare un po' di spesa.
<<Cosa è successo tra loro?>>
Mi porto una sigaretta alle labbra.
<<Non conosco tutte le dinamiche Lellì, non dovrei neanche parlartene, Vic non ha passato un bel periodo, tutt'ora non è nei suoi tempi migliori, ed era sola, completamente sola>>
<<Beh, ora non lo è più, o sbaglio?>>
Un sorriso tenero spunta sulle mie labbra.
<<Non sbagli>> mi alzo per raggiungerlo sulla penisola.
<<Devi convincere Camilla a dormire con te>> il mio tono non ammette repliche.
Leonardo per poco non fa uscire la birra dal naso.
<<Scusa amico, ma ti è andato di volta il cervello>> ringhia cercando di controllarsi dall'urlare.
<<Ao, fly down>>
<<Pure inglese te metti a parla ora, nu te capisco in italiano figuriamoci così>>, mi scansa tornando a sedersi sul divano. Lo seguo a ruota.
<<Lellì e te prego>> lo supplico con le mani giunte.
<<Ascoltami bene, non ho nessuna intenzione di rimanere in casa mentre tu ti rotoli fra le lenzuola con la tua ragazza quindi, se proprio ci tieni, porto fuori Cam per una notte intera>>
Sprofondo con la testa tra i cuscini del sofà.
<<Certo che sei incredibile, riesci a pensare solo a quello quando Vic là fuori sembra soffocare tra le lacrime>>
Mi alzo di scatto percorrendo a grandi falcate la distanza tra la vetrata del giardino e il divano.
<<Coglione io ti affogo non sta piangendo>> torno indietro e mi lancio sul Lello.
<<E levate non so io quello che te devi portare a letto>>
<<Me fatto pijia n' colpo>>
<<Cagasotto>>
<<Senti da che pulpito viene la predica>>
Leonardo chiude gli occhi e si passa una mano sul viso.
<<Sto a morì de sonno>>
Sorvolo sulla sua affermazione.
<<Quindi?>>, domando alludendo al discorso di prima.
<<Dam, stai tranquillo, in un modo o nell'altro, l'avrai tutta per te>>, mi sorride apprensivo.
Lui ha capito, non mi ha frainteso come avrebbe potuto fare qualcun altro.
Ne ho bisogno, il nostro rapporto ne ha bisogno. Una svolta, un passo in più. Stiamo costruendo il nostro posto e voglio che sia quanto più completo possibile.
Io voglio essere il suo posto nel mondo.
Ho bisogno di sapere che riesco a farla sentire viva sotto ogni punto di vista. Per favore, non prendetemi per pazzo, forse è l'amore, non lo so. Ma solo dopo cinque mesi ho deciso che è arrivato il momento, posso dire che non sono un maniaco, vero?

La mia domanda ha ricevuto risposta.
Erano le quattro di mattina quando Victoria mi ha raggiunto nel letto. Si è infilata sotto le coperte e, credendo che stessi dormendo, ha tracciato con le dita ogni parte del mio corpo.
<<Voglio sentirti>> ha mormorato.
<<Anche io amore, non sai quanto>>
Nel buio ho visto gli occhi di Victoria brillare di un blu più intenso.
<<Amore, mi hai chiamato amore>>
Ho strofinato il mio naso contro il suo.
<<Non dovrei?>>
Mi ha baciato con lentezza.
<<Fallo sempre>>
Poi siamo rimasti a contemplarci, mi sono perso nei contorni del suo volto. Non le ho chiesto niente su Nica. È stata lei a parlare.
<<Voglio metterci una pietra sopra. Veronica, è questo il nome di mia sorella, mi è sembrata sincera come non mai prima d'ora Dam. Non voglio annoiarti, però voglio che tu sappia che è anche merito tuo se sono pronta a tutto questo>>
<<Non mi annoi mai tu piccolì>>
Victoria ha sorriso per il soprannome e si è accoccolata al mio petto.
<<Lei e papà vivono ancora nel nostro vecchio appartamento, hanno aspettato che tornassi a casa ogni giorno da quando ho fatto i bagagli per andarmene. Dopo le prime volte in cui le chiamate intasavano il mio telefono, hanno deciso di lasciarmi spazio, forse sbagliando, ma riconosco che è anche colpa mia. Non volevo essere trovata e Roma, essendo grande abbastanza, me l'ha permesso. Ho incrociato solo due volte mio padre a Trastevere e ho fatto in modo che non mi vedesse. Nica dice che lui voleva addirittura recarsi alla polizia. Io però li avevo avvisati, avevo detto loro che sarai rimasta a Roma, che non dovevano preoccuparsi perché a ventidue anni era arrivato il momento di diventare indipendente, quindi la polizia avrebbe potuto fare ben poco. Avevo semplicemente deciso di non dar loro l'indirizzo di casa mia, per lasciarli tornare un po' alla loro vita che era troppo, davvero troppo, incasinata dalla mia.
Nica è sempre stata più forte di me, non si è mai abbattuta. Non ho avuto tanta forza nel parlare oggi, ma lei si. È stata un fiume in piena. Ha continuato a ripetermi che mi vuole bene e che si fida ciecamente di me, per questo mi ha lasciato tempo. Ha detto che sono più forte di quel che penso quindi ho deciso di tenere per me la seconda volta in ospedale, l'avrei delusa altrimenti. Ho fatto bene?>>, domanda sospirando leggermente.
<<Io credo che meriti di saperlo Vic, ma se non te la sei sentita, non voglio giudicarti. Prenditi tutto il tuo tempo, non è una cosa semplice>>
Lei mi guarda per poi riprendere il discorso.
<<Mi ha raccontato talmente tante cose che ho la mente in subbuglio. Ogni tanto ha mentito a papà, dicendo lui di avermi vista o sentita e che stavo bene. Le ho detto che da cinque mesi a questa parte è così, sto meglio, quasi bene>>
Le lascio un bacio sulla guancia.
<<L'unica cosa che sono riuscita a fare poi, è stata scusarmi, per averli tagliati fuori. Si è scusata anche lei, perché nonostante volesse darmi tempo si è lasciata troppo andare e non mi ha chiamato nemmeno mezza volta dopo i primi quindici giorni. Abbiamo sbagliato entrambe e ci vorrà tempo probabilmente per far sì che il nostro rapporto diventi come prima. Però ci vogliamo bene, questo è sicuro, glielo leggo negli occhi>>
<<E chi non te ne vorrebbe?>>

Spazio autrice📝
Questo. Capitolo. Non. Mi. Piace. Per. Niente. Purtroppo per voi però, ve lo pubblico lo stesso, non so nemmeno il perché ma mi andava di aggiornare (si, sono problematica). Il discorso di Victoria, ma soprattuto i pensieri di Damiano nella prima parte mi sembrano piuttosto confusionari.
Fatemi sapere voi cosa ne pensate.
Un bacio, a presto❤️

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top