Capitolo 12 - Partenza
<<Se non vi muovete vi lascio qui, giuro>>
Stiamo partendo. Io, Victoria e Camilla. Ammetto di aver un po' d'ansia. Quando stamattina sono passato a prendere Victoria ho effettivamente realizzato che sarà come vivere insieme. Non che mi dispiaccia, in parte lo facciamo già, ma non abbiamo mai accennato a condividere lo stesso letto, cosa che invece ci toccherà fare. A lei non sembra importare, si è impegnata a fondo nella ricerca della casa-vacanza ideale, come se il nostro budget sfiorasse i piani alti della società.
Nel momento in cui ha trovato ciò che cercava da tempo, non si è scomposta nel constatare di avere solo due camere da letto. Camilla dorme con noi, questo è un dato di fatto ma, Lello e la sua ragazza, di cui non so praticamente nulla, ci raggiungeranno domani, quindi l'altra camera è per loro.
A detta del mio amico è arrivato il momento di passare ai fatti e, con la bambina tra i piedi, ciò non è possibile.
Inizialmente non avevo capito a cosa si riferisse, poi il suo genio innato mi ha illuminato con chiarezza: "State insieme o no? Da quando poi? Quattro mesi? Cinque? Non lo so, fatto sta che tu, Damiano David, ancora non te la sei scopata"
Quelle parole alle mie orecchie sono suonate inadatte e volgari. Non volevo scopare con Victoria, non voglio scopare con Victoria.
Voglio farci l'amore con lei, quello di cui ho sentito tanto parlare ma che non ho mai avuto la possibilità di provare. Forse è questo che mi spaventa, non mi sento all'altezza.
Non abbiamo mai dormito insieme, figuriamoci fare altro. Non le ho ancora detto che la amo, figuriamoci a dimostrarglielo.
Non ho risposto, a Lello. Mi sono ammutolito, scuro in volto e pensieroso. Più ci pensavo e più la voglia di ridere istericamente prendeva possesso di me. Mi sono innervosito alla sola immagine di una situazione del genere, non è da me. Alla mia reazione, Leonardo ha preso fisco per fiasco.
"Oddio Damià, ci sei andato a letto e nu me l'hai detto"
"Ma statte zitto Lellì, a Victoria ho sfiorato solo il cuore, si spera"
Frustato, ho buttato a peso morto la mia schiena sul divano mentre il mio amico ha lasciato perdere i miei problemi amorosi.
<<Se magari venissi a darmi una mano>> urla la bionda sulla porta di casa con un'altra valigia tra le mani. E quella da dove sbuca fuori?
<<Tu adesso mi spieghi una cosa, dove la infilo io quest'altra cosa gigante? E poi, due valige non ti bastano già? Due Victò, due>>
Le mostro le dita della mano <<Non stiamo via per un anno, solo due settimane>>
Spalanco le braccia esausto.
<<Se fossi meno egoista ti renderesti conto che, se due valigie sono le mie, e l'altra è la tua, manca quella di Camilla>> risponde ovvia trascinando dietro di sé il bagaglio.
Potrei vincere il premio come padre dell'anno comunque.
Sospiro sconfitto avvicinandomi a lei con grandi falcate.
<<Dà qui>> le strappo dalle mani il manico e carico la valigia in macchina.
<<Abbiamo finito? Possiamo partire?>>
<<A meno che non vuoi lasciare tua figlia qui, direi di no>>
Sorride beffarda raccogliendo i capelli in una coda alta.
<<Beh, non sarebbe male scappare da soli, io e te>> sussurro attirandola a me grazie ai passanti del jeans che indossa.
Impressionante la falsa sicurezza che mostro. Mi sento così piccolo in confronto a lei. So che ha le sue fragilità, eppure non demorde mai. Costantemente allegra e solare.
<<Te piacerebbe, David>>
<<Avoja>> confesso passando la lingua sul labbro superiore.
Victoria fa scontrare i nostri bacini.
<<Chissà, prima o poi>>
Allaccia le mani dietro al mio collo per poi lasciarmi un bacio fin troppo casto.
<<Sei na pivellina quando baci>>
Mi piace prenderla in giro, sapesse l'effetto che mi fa anche solo con un abbraccio.
<<Ti devo per caso ricordare di tutte le volte in cui, baciandomi, non stavi più nei pantaloni?>>
sibila all'orecchio peccaminosa.
Chiudo gli occhi per la scarica elettrica che mi attraversa la schiena.
<<Purtroppo ricordo tutte le volte in cui mi hai lasciato solo tra i miei problemi>>
<<Magari in questi giorni ti aiuterò a risolverli>>
Victoria De Angelis, sei la mia rovina.
<<Eccomi, andiamo? Voglio andare al mare>>
Camilla ci raggiunge con lo zaino in spalla e il suo Simba tra le braccia.
<<Ora hai fretta di partire?>> domando incrociando le braccia al petto.
<<Papà, mi scappava la pipì>> mormora a bassa voce dondolandosi sui talloni.
Roteo gli occhi divertito.
Apre lo sportello della macchina e si accomoda, se pur con qualche difficoltà, nei sedili posteriori, attendendo che le allacci la cintura.
<<Dormi che il viaggio sarà lungo>>
<<Solo se mi viene sonno>> dice aprendo il suo zaino per cacciare non so quale arnese strano.
Victoria è già seduta e sta, come sempre, litigando con la radio.
<<Sette mesi, sette fottuti mesi che entrò in questa macchina e ancora non riesco a cambiare canzone>> ringhia a denti stretti accasciandosi sullo schienale del sedile.
<<Damià te movi pure te, da che eri er primo stai ancora lì impalato>> riversa la sua insoddisfazione nei miei confronti.
Faccio il giro dell'auto per entrare in macchina.
<<Collegami il telefono>> ordina la bionda sempre più impaziente.
<<Manco a damme er tempo oh>>
Afferro il suo cellulare attivando il Bluetooth.
<<Certo che nu sei proprio buona>>
<<Statte zitto>> mi fulmina con un'occhiataccia mentre l'abitacolo viene riempito dalle note di Breezeblocks.
<<Manca qualcosa>> annuncia fermandomi dal mettere in moto l'auto.
<<E ora cosa c'è?>> lascio cadere le mani lungo i fianchi, scocciato.
<<Dobbiamo scattare una foto>>
<<Uhm, finirò di nuovo sul tuo Instagram?>>
Asserisce con un cenno per poi aprire la fotocamera.
<<Dite 'Bon voyage'>>
Sorride puntando lo sguardo all'obiettivo. Camilla la imita.
<<Azz, pure il francese sai ora>>
<<Riesci a chiudere quella boccaccia e a metterti in posa>>
<<Io so bello pure da spontaneo>> mi vanto burlone. Victoria mi assesta un destro giocoso sulla spalla.
<<Sorridi e dici 'Bon voyage' se vuoi arrivare vivo in Sicilia>> mi fulmina con lo sguardo riprendendo a scattare.
<<Perfetta, hai capito Damià, P-E-R-F-E-T-T-A>> apostrofa con enfasi.
<<Spero tu stia scherzando, sembro schifato in questa foto>>
<<Beh ottimo, ho anche già una didascalia pronta, e poi tu non venivi bene anche da spontaneo?>>
Decido di sorvolare volontariamente la domanda.
<<Sarebbe a dire?>>
<<'Gli uomini sognano più il ritorno che la partenza'>> gonfia la voce e allarga le braccia con fare teatrale.
Scuoto la testa.
<<Dimmi la verità, ci sono foto venute molto meglio, hai scelto questa perché avevi già programmato di rendermi ridicolo davanti a tutti>>
<<Guarda che è una frase di Coelho, dubiti della mia cultura>>
È inutile, è una guerra persa in partenza con lei.
<<Fa come ti pare>>
Sorride contenta stampandomi un bacio sulla guancia.
Che tu sia dannata.
<<Dam>>
<<Mhh>> la incito a parlare scoccandole una rapida occhiata.
<<Non ti arrabbiare>>
<<Perché dovrei?>>
<<Devo andare di nuovo al bagno>> tira le ginocchia al petto stringendo le gambe tra loro.
<<Ci siamo fermati all'autogrill nemmeno 20 minuti fa>> dico esterrefatto.
<<Ti prego ti prego ti prego, ho visto che il prossimo dista solo pochi chilometri>>
Non rispondo e stringo più forte il volante, siamo già in ritardo, non vorrei perdere il traghetto.
<<Se non ti fermi svuoto la mia vescica sul sedile della tua amatissima auto>> mi minaccia puntando il dito contro di me.
<<E sosta sia>> accordo io ormai rassegnato.
<<Cam va con Vic prima che, pur di non andare sola, mi costringa ad indossare una parrucca ed accompagnarla>>
La bionda mi spintona imbronciata.
<<Smettila coglione, ho chiesto a Camilla di venire perché magari anche lei deve andare in bagno>> poggia i gomiti suoi fianchi e mi guarda con aria accusatoria.
<<Spoiler: non tutti hanno problemi contenutivi come te>> sgrana gli occhi e inizia ad incamminarsi verso l'entrata.
Camilla scende dall'auto e prende a seguirla lasciando me imbambolato davanti allo sportello.
Le raggiungo in poco tempo.
<<Ed ora che vuoi>> digrigna i denti irritata.
<<C'è troppa gente in fila, non volevo lasciarvi sole>> alzo le spalle accendendo una sigaretta. La fila, vista la lunghezza, comincia dall'esterno.
<<Levate co 'sta cosa>>
E con la mano,
con la mano
sposti il fumo
che ti bruci gli occhi
In tutta risposta le alito in faccia.
<<Cretino>>
<<Ultimamente mi stai solo insultando>>
<<Lo sai che quando ti fumano in faccia significa che ce stanno a prova>>
<<Io nu c'ho bisogno de provarci co te>>
Inclino la testa di lato sorridendole sbilenco. Lei sposta lo sguardo in avanti.
<<Già>> sussurra leggera <<Ti sei già preso tutto>>
Spazio autrice📝
Ehilà, ecco a voi un capitolo più leggero e "divertente" rispetto a quello precedente. Sento di dovervi delle scuse, in questi giorni non riesco a pubblicare con assiduità ogni sera causa vari impegni. Sappiate che però, il mio limite di non aggiornamento non supera i due giorni, quindi, almeno fin quando non inizierà la scuola posterò o tutti i giorni, o un giorno sì e uno no.
Spero che questo capitolo vi piaccia e vi tenga compagnia per un po', fatemi sapere cosa ne pensate.
Un bacio, a presto❤️
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