Passato - Scusate il ritardo
Berlino, settembre 1985
-Che cosa?
Henri Miller, noto per l'impassibile e fredda espressione che gli adornava il pallido viso, ammirato da tante ragazze, aveva in quel momento la faccia di chi scambia il sale con lo zucchero nella tazzina del caffè.
-Beh... sì? Non credevo ti saresti scaldato tanto a sapere una novità come questa.
La novità in questione era giunta da meno di un'ora anche allo stesso Dennis e ad Anya, e riguardava il quarto membro che la professoressa Schmall aveva trovato per i tre studenti della sezione C del Konstantin Gymnasium: niente meno che Lin Zeit, della sezione B. Si trattava, tra l'altro, dell'unica studentessa rimasta priva di una squadra all'interno del liceo: a quanto pareva, vi erano stati diciannove aderenti all'iniziativa, per un totale di tre gruppi da cinque persone e uno da quattro.
-Non mi sto scaldando, infatti, che vai dicendo? - Forse rendendosi conto di aver reagito in maniera spropositata e rivelatrice, Henri sembrò imporsi un forzato contegno.
-Guarda che c'è ancora un posto libero, se vuoi aggiungerti - azzardò Dennis.
Il suo interlocutore fece una smorfia e distolse lo sguardo, soffiando verso la fronte per smuovere una ciocca ribelle di capelli castani.
-Macché, figurati. Vi sarei solo di intralcio, lo sai benissimo. Se si trattasse di un progetto sportivo o di storia potrei esservi utile, magari, ma per quella roba è meglio di no. E poi non c'è motivo di farmi una proposta simile.
-Tu dici? - Dennis inarcò un sopracciglio. Non gli avrebbe più chiesto direttamente se fosse interessato a Lin... non che ci fosse persona del loro anno che non l'avesse capito. Ma sperava sempre che avrebbe confessato; conosceva Henri dalle elementari e aveva la malsana tendenza a tenere dentro di sé tutte le sue emozioni, forse per via dell'estremo rigore che suo padre, amico di famiglia dei genitori di Dennis, imponeva in casa.
-Sì, mi ha solo stupito perché... beh, tra la squadra di atletica, le gare e la scuola, Lin non ha un attimo di pace. Che volesse anche partecipare al concorso di informatica mi ha sorpreso.
-Da quel che so è molto brava. Comunque pensaci pure con calma. Credo che i moduli ufficiali verranno inviati fra una settimana.
La conversazione si chiuse lì, con Henri chiuso a riccio nelle sue elucubrazioni, probabilmente a soppesare se valesse la pena umiliarsi e sottoporsi a quel martirio pur di spendere più tempo con la ragazza che gli piaceva. Si salutarono nel cortile della scuola, percorrendo il vialetto costeggiato da alcuni alberi le cui foglie stavano già cominciando ad assumere una colorazione giallastra.
Quanto a Dennis, proprio per via dell'imminente inizio dei lavori per il progetto di informatica, una volta accompagnato l'amico al cancello fece dietro front per riattraversare il mastodontico colonnato che precedeva l'entrata dell'edificio neoclassico ospitante il ginnasio.
Anya aveva dato appuntamento a lui e alle loro compagne nella classe che veniva di solito usata dalla professoressa di inglese, che i martedì pomeriggio restava vuota. Era lì che, anticipataria e composta, lo aspettava Celine, seduta al primo banco e circondata dai poster con colorate illustrazioni e vocaboli stranieri che la docente aveva appeso ai muri.
-Ciao, Dennis- salutò con un cenno amichevole che lui ricambiò, cominciando a sistemare la giacca all'attaccapanni disposto lungo la parete in fondo all'aula.
-Certo che non mi aspettavo che Anya fosse così seria su questa roba da convocarci addirittura per una riunione prima ancora dell'inizio ufficiale dei lavori e della definizione dei gruppi.
-Ormai è alquanto improbabile che spunti fuori un quinto membro all'improvviso, abbiamo avuto già cinque giorni per compilare le iscrizioni. Per cui, ho preferito farvi questa proposta in anticipo e sapere fin da subito se vi interessasse o meno. - A parlare era stata proprio Anya, che entrò nella classe trafelata e si sistemò alla cattedra, come una docente in attesa che tutti gli studenti giungessero a lezione. Dennis prese posto a un banco vicino alla finestra.
-Di che parli? Hai già un'idea? - domandò curiosa Celine.
-Sì, ma vorrei aspettare Lin per parlarvene.
Aspettarono, in effetti, almeno dieci minuti buoni nel più completo silenzio, prima che una scheggia dai capelli neri entrasse nella stanza urlando un frettoloso "scusateilritardo" tra un respiro affannoso e l'altro. Lin Zeit aveva ancora indosso l'abbigliamento da atletica e sui pantaloncini e la t-shirt leggera non aveva messo nemmeno una felpa. Probabilmente aveva concluso l'allenamento schizzando via dal campo sportivo verso l'edificio scolastico, a giudicare dalle poche goccioline di sudore che le imperlavano la fronte. Solo una volta preso posto vicino alla finestra, in piedi, si premurò di estrarre una maglia dalla sacca dei vestiti e indossarla.
-Vi chiedo scusa, davvero- ansimò nuovamente Lin.
-Non preoccuparti - replicò tranquilla Anya. - Non avevo intenzione di rubarvi molto tempo, in ogni caso. Dennis sa già della mia idea ed è d'accordo, quindi oggi volevo illustrarvela e sapere se anche voi due aveste voglia di adottare questo approccio per il concorso di informatica.
Dire che Dennis era d'accordo sarebbe stato un parolone: diamine, quella ragazza aveva praticamente agito al pari di un'agenzia pubblicitaria, spingendolo a desiderare un prodotto che non voleva per il solo fine di saperne un po' di più su di lei. Comunque sia, lo studente ascoltò pazientemente Anya mentre descriveva il suo piano di attingere agli archivi degli scorsi quindici anni per saperne di più su Anton Markov e ispirarsi ai suoi progetti per quello che avrebbero presentato loro. Osservò la reazione delle altre due compagne di scuola mentre la giovane dai capelli rossi faceva loro quella proposta.
Lin -dopo un sonoro starnuto, probabilmente causato dallo sbalzo di temperatura che aveva preso- domandò:
-Quindi, se ho capito bene, proponi di sfruttare i primi mesi del tempo che abbiamo a dedicarci a una ricerca, piuttosto che a pensare a qualcosa di nostro.
-Diciamo di sì.
-Ma non temi che ci accusino di plagio?
-Non ho detto di prendere le idee di Markov e di copiarle tali e quali a come le troveremo sulla relazione da consegnare. Anche perché... beh, lui non ci ha guadagnato molto. Quel che proponevo era piuttosto uno studio dei suoi progetti per prendere spunto da essi e costruire qualcosa che vi si ispiri. Magari, qualcosa che non rischi di farci scatenare una guerra.
-Non ne sono molto convinta... e poi, non sembra tanto concedersi addirittura qualche mese per delle ricerche di storia? La scadenza è a giugno e siamo a settembre, è vero, ma considerando gli esami finali e gli altri impegni, magari quelle settimane potrebbero essere preziose. E potremmo anche non trovare niente che ci sia utile.
-Purtroppo non so quanto potrebbe volerci ad avere abbastanza materiale su Markov. E' una figura controversa, raccogliere tutti i dati potrebbe richiedere più del previsto. -Anya aveva l'aria di non voler demordere, ma effettivamente, Lin aveva fatto osservazioni più che valide. -Celine, che ne pensi?
Dennis notò solo allora i chiarissimi occhi grigi della giovane francese, che sembravano brillare di una curiosità che probabilmente non le aveva mai visto esprimere in quegli anni.
-Io approvo davvero l'idea, mi ha sempre affascinato quella vicenda, fin da bambina. Ma Lin non ha tutti i torti, per cui, potremmo comunque escogitare una sorta di piano B, per tenerci preparati e non restare con un pugno di mosche in mano se dalla storia di Markov non dovessimo ricavare niente.
-Un progetto di riserva? - si intromise Dennis.
-Sì, era quel che intendevo. Magari, fino a novembre, mentre due di noi si occupano delle ricerche storiche, gli altri potrebbero inventarsi un progetto originale. Se tra due mesi non avremo niente di utile su Anton Markov, potremmo sempre procedere a sviluppare quello in modo da poter presentare qualcosa di decente a giugno.
-Mi sembra un buon compromesso - concesse Lin. -Come ci dividiamo i compiti?
-Magari Anya potrebbe dedicarsi alle ricerche, visto che l'idea è partita da lei- disse Celine.
Dennis avrebbe immaginato che la ragazza sarebbe stata d'accordo con quel suggerimento, invece la vide scuotere la testa in cenno di diniego.
- Io non so bene come muovermi per questo genere di cose, qui a Ovest. Posso darvi tutte le informazioni che ho ottenuto di là, in quegli anni... ma magari è meglio se dopo lascio che se ne occupi qualcun altro.
-Tu dici? Ma allora, come mai questa voglia improvvisa di prendere spunto dai lavori di Markov? -replicò l'altra, sistemandosi i capelli biondi dietro la schiena in attesa di una risposta.
-Hai detto tu per prima che la vicenda ti ha smpre affascinata, fin da quando eri piccola. Per me è lo stesso. Nel tempo, scoprendo che avevo una passione per questi argomenti, ci ho ripensato spesso, e ora che si è presentata l'occasione magari possiamo davvero scoprire qualcosa in più sul tema. Ma da quando sono fuggita qui, sto ancora cercando di ambientarmi e forse non è il caso che sia io a fare questo genere di ricerche. Se dovessi occuparmene per pura curiosità lo farei, ma ci sono in palio delle borse di studio e mi sembra un'iniziativa importante. Non voglio rischiare.
-Come vuoi.
-Al progetto di riserva potre...- Lin stava sicuramente per candidarsi per lavorare al piano B, ma fu interrotta da Celine, che riprese a parlare.
-Se Anya desidera lasciare a qualcun altro le ricerche, forse posso aiutarla io a sviluppare un piano alternativo. Mi è venuto in mente qualcosa che potrebbe essere interessante e forse potrebbe darci buone chances di vittoria anche se il piano su Markov si concludesse in un nulla di fatto.
-Ma anche tu hai detto di essere interessata a Markov - protestò la giovane di origini asiatiche.
-E' vero, e infatti vi chiederei aggiornamenti di continuo. Ma mi rendo conto che se vogliamo fare le cose per bene dobbiamo dedicare al piano di riserva tante energie quante ne riceverà quello principale e gli scorsi anni ho avuto occasione di viaggiare molto e partecipare a svariate conferenze sull'informatica, quindi forse potrei essere avvantaggiata.
Celine non si stava solo proponendo, stava scaricando la ricerca sulle loro spalle e non avrebbe ammesso repliche, il tono era ben chiaro. Dennis non era molto abituato a interagire con Lin, quindi fu la prima volta che la vide innervosirsi. Non poté fare a meno di notare che, nell'incassare un colpo e sapere che non sarebbe stato affatto conveniente opporsi a quanto stabilito, tentando di sopprimere ogni sentimento negativo, era straordinariamente simile a Henri.
Fu in quel modo che si salutarono, con l'accordo che, dall'indomani, Dennis e Lin avrebbero cominciato a setacciare ogni angolo di Berlino Ovest alla ricerca di informazioni su Anton Markov.
Tornando a casa, Dennis si scoprì per nulla stupito di come erano andate le cose. Non aveva minimamente provato ad accaparrarsi il ben più concreto progetto di riserva perché, in cuor suo, forse per la prima volta aveva intuito cosa passava per la testa di Anya. Quella ragazza bramava informazioni che, a causa della vita che aveva condotto fino all'anno prima, imprigionata a Est, non aveva mai potuto ottenere. Ci teneva che qualcuno le offrisse l'opportunità di mettere le mani su tutto il sapere che le era stato negato. E per quanto Celine potesse farlo al par suo, Dennis aveva il sentore che Anya desiderasse che fosse lui a farlo, che volesse un minimo di confidenza in lui da quando l'aveva scelto come prima persona con cui allacciare dei rapporti, cinque giorni prima. Non aveva la minima idea del perché, ma in un certo senso ne era, forse, lusingato. O magari si sentiva elettrizzato, perché l'individuo più indecifrabile che avesse mai conosciuto si era recato da lui di sua volontà e quindi avrebbe fatto di tutto per non farselo scappare.
Nello spazioso appartamento in cui la famiglia Weber risiedeva da settembre a giugno c'era silenzio e, soprattutto, un anonimo e flebile aroma di arancia amara dato dai profumatori per ambienti comprati dalla madre di Dennis e riposti all'ingresso, sui pesanti mobili in legno. Il ragazzo arricciò il naso mentre riponeva le scarpe accanto all'attaccapanni in ottone e attraversava l'ampio disimpegno. Odore di arancia amara voleva dire solo una cosa, ossia che nulla era stato cucinato per cena. E se sua madre non si era avviata con i preparativi del pasto fino a quel momento, alle cinque e venti di pomeriggio, era probabile che non avrebbe cucinato affatto. Ciò lasciava presagire una sola, temibile alternativa.
-Papà? - chiamò.
-Sono di qua, Dennis - rispose Hans Weber. La sua voce proveniva dalla dispensa comunicante con la cucina. Brutto segno.
Il diciassettenne si recò nella stanza solo per scoprire il tavolo di ciliegio totalmente devastato da un'esplosione di ingredienti accumulatisi sulla sua superficie come se qualcuno ve li avesse fatti schizzare dopo aver detonato una bomba. Quanto al frigorifero, che avrebbe sicuramente trovato vuoto, una manata cosparsa di una sostanza giallastra, ora incrostata alla maniglia, vi era passata lasciando un'impronta a metà dello sportello. Hans riemerse dalla credenza con in mano un sacco di farina da cinque chili mezzo aperto, che a ogni sussulto sembrava sbuffare ed emettere piccole nuvolette di polvere bianca, come quando lui stesso, sospirando in inverno, formava nuvolette di condensa.
-Ciao, figliolo, la mamma non sarà con noi per cena.
-E per questo hai deciso di mettere ogni ingrediente sul tavolo in modo che mi arrangiassi da solo, devo dedurre- lo prese in giro il figlio, a metà tra il divertito e l'esasperato. Carla Weber, sua madre, era una cantante d'opera. Era frequente che di sera dovesse assentarsi, ma non per questo lasciava la casa senza aver fatto in modo che il marito e l'unico figlio avessero a disposizione qualcosa da mettere sotto i denti. Sapeva perfettamente che l'uomo, amministratore delegato di un'azienda di elettrodomestici, non avrebbe saputo friggersi un uovo. Quanto a Dennis, che in cucina sapeva perlomeno sopravvivere senza troppi problemi, avrebbe volentieri evitato al padre -e alla cucina- quell'agonia, se le attività scolastiche gli avessero permesso di tornare a casa prima in modo da fare in tempo a cucinare per le diciotto e trenta.
-Ma no, volevo... beh, pensavo ti andasse una pizza...
-Giusto per curiosità, come pensavi di prepararla?
-Che domande, mischiando acqua e farina e stendendola prima di condirla e infornarla, perché?
-Sì, certo... se desideri assassinarmi, puoi trovare un metodo migliore che un blocco del sistema digestivo. Immagino che il tempo di lievitazione tu abbia pensato di farlo trascorrere all'interno dello stomaco, o sbaglio?
Hans si batté una mano infarinata in fronte e sembrò arrendersi all'evidenza.
-Direi che posso anche ordinare la pizza da Paciotti, qui vicino... ma dovrò chiederti una mano per sistemare questo disastro.
Dennis non protestò e, dopo un colpo di telefono alla pizzeria in fondo all'isolato, si apprestò a raccattare tutte le vettovaglie dalla tavola e riporle a posto, mentre il padre cominciava a pulire con un panno umido.
-Come sta andando a scuola? Ricordo che ci avevi accennato di uno strano concorso per delle borse di studio qualche giorno fa.
-Sì, per informatica.
-Informatica, eh?- Hans fece un sorrisetto. Quando sorrideva era molto simile a lui. Avevano entrambi capelli biondo cenere, occhi scuri e fossette sulle guance che diventavano più pronunciate in quelle occasioni.
-Certo che dovevo aspettarmelo, da un tipo come te! E dimmi, ci sono novità su questa competizione?
-Pare che abbiamo definito la squadra. Anche se manca un partecipante, non c'è nessun altro interessato e siamo in quattro. Abbiamo anche una specie di progetto, anche se per ora non so come procederà. Ah, a proposito di questo, mi sono appena ricordato che devo chiederti un favore, papà. Tu avevi un permesso di accesso alla sede del Die Welt, o sbaglio?
-Sì, l'azienda me l'ha fornito se dovessi aver bisogno di andarci per controllare la gestione delle inserzioni pubblicitarie. Perché lo chiedi?- domandò l'uomo, finendo di sistemare il tavolo e cominciando a occuparsi della senape incrostata sul frigo.
-Per il concorso potrei aver bisogno di consultare gli archivi di alcuni giornali, magari potrebbe farmi comodo se me lo prestassi... certo, se non è un problema per te.
-Che state combinando per aver bisogno di controllare degli archivi per un progetto di informatica?
-Beh... è un po' complicato. Diciamo che una delle ragazze con cui lavoro in gruppo ha avuto un'idea piuttosto strana, per quanto interessante, e parlandone abbiamo deciso di provare a lavorarci. Anya ha proposto di ispirarci ai progetti di Anton Markov per sviluppare il nostro.
Hans Weber tossicchiò e si girò a fissare il figlio, lasciando perdere la maniglia del frigorifero. Aveva un'espressione seria e dubbiosa.
-Volete basarvi sui progetti di un sovietico ricercato? E' un'idea che mi sembra azzardata, Dennis. E poi, sarà complicato.
-M-ma no...- si difese lui. Era raro che Dennis e il padre non concordassero subito su qualcosa. -Era giusto un'idea, si tratterebbe di spendere un po' di settimane a vedere se tra i suoi lavori c'era qualcosa che potesse ispirarci. Inoltre, un'altra compagna ha un piano B, quindi non stiamo rischiando di perdere tempo a vuoto.
L'uomo restò in silenzio. Dennis era teso. Avrebbe anche sopportato di non poter avere l'accesso al Die Welt per le ricerche, ma di solito i suoi genitori gli davano completa fiducia per le decisioni in ambito scolastico, perciò non si aspettava quella reazione da parte di suo padre proprio su una questione così particolare. Quando, poche ore prima, aveva accennato ad Anya la possibilità di entrare in un archivio giornalistico, la ragazza era apparsa entusiasta. Probabilmente avrebbe rallentato di parecchio il loro strano progetto ricevere un rifiuto in quell'occasione.
-Posso prestarti quella tessera, Dennis, ma spero tu ti renda conto di dover fare molta attenzione. Di' che sei lì per conto mio e ovviamente non menzionare il vero motivo della tua visita. Apparirebbe davvero troppo strano.
-Ti ringrazio, papà, davv...- cominciò lui, ma fu subito interrotto di nuovo da un'altra raccomandazione perentoria del padre.
-E soprattutto, vorrei che mi dicessi quali informazioni usereste. Tu eri molto piccolo, ma ricordo perfettamente il periodo di paura che abbiamo vissuto in tutto il Paese all'epoca. Quindi, non vorrei facessi qualcosa di incauto.
-Non temere, si tratta solo di prendere qualche spunto. Fidati, staremo attenti. Abbiamo pensato a tutto.
-Mi fido di te, ma... a proposito, chi è stato, dunque, a fare questa proposta?
-Come accennavo, è stata Anya. Si tratta della ragazza che proviene da Est. Te ne ho sicuramente parlato, qualche volta. Di là, hanno ricevuto tutt'altro tipo di informazioni su Markov. Proprio per questo era curiosa di sapere cosa si sia detto in Occidente e se ci siano altri dati utili su dei progetti così straordinari. Credo che ci tenga molto a quella borsa di studio.
-Anya, sì... non ricordo il suo cognome, ma me ne avevi parlato.
-Anya Schrader.
-Ah, sì, ora mi torna in mente. Per quanto riguarda il giornale, mi raccomando nuovamente: prudenza assoluta.
Dennis stava per annuire per l'ennesima volta, ma il dialogo fu interrotto dal ben accetto arrivo di due pizze fumanti e per il resto della sera preferì evitare l'argomento, timoroso che il padre cambiasse all'improvviso idea. Invece, quella sera stessa gli cedette il cartellino che autorizzava Hans Weber a entrare nella redazione e negli archivi del Die Welt per via di una collaborazione lavorativa.
Dennis si sedette sul suo letto con la testa in fiamme, a fine giornata. Aveva molto da processare. In primis, l'aggiunta di Lin alla squadra e la decisione di dividerla in due gruppi operativi. In secondo luogo c'era il dover tenere a bada i timori del padre, e infine... come al solito, da cinque giorni a quella parte, il suo pensiero andò alla strana compagna di classe dai capelli color fuoco. Assecondarla in quel piano era strano, per alcuni sarebbe stato stupido e folle, ma aveva acconsentito comunque, spinto dalla consapevolezza che poteva essere la sua unica occasione di conoscerla meglio. Non gli era mai capitato di comportarsi così con nessuno. Dennis scoprì così un altro fenomeno cui non riusciva a trovare spiegazione e, peggio ancora, era bloccato in un circolo vizioso: più non capiva Anya - più detestava non capirla - e più interrogativi gli si affollavano in testa nel tentativo di farlo, ma ciò non faceva che amplificare la sua voglia di decifrarla.
In quel limbo assurdo, il ragazzo riuscì a trascorrere una settimana. Agli archivi non andò, in quei giorni, a causa dei primi impegni scolastici. La mattina della scadenza ufficiale delle iscrizioni al concorso di informatica, prese posto in aula come al solito, pronto a cercare Lin durante la pausa e dirle che era finalmente abbastanza libero da cominciare le ricerche.
Henri, sedendosi al banco accanto a lui, in attesa di Frau Schmall, gli toccò una spalla per attirare la sua attenzione.
-Sai, Dennis, ci ho pensato in questi giorni. La verità è che forse ho cambiato idea, magari vorrei...
Henri non riuscì mai a finire quella frase, e negli anni a venire avrebbe parlato molte volte a Dennis della sensazione di bruciante rimpianto che gli aveva afferrato lo stomaco quella mattina.
Proprio mentre stava per concludere, Blanca Schmall, stranamente in ritardo, entrò a passo svelto nell'aula posando sulla cattedra un plico ordinato di fogli. Con gli attenti occhi azzurri, contò gli studenti, come ad assicurarsi della presenza di qualcuno in particolare.
-Buongiorno, ragazzi cari, e buon inizio della settimana! Scusate la poca puntualità. Ruberò solo un altro minuto alla lezione per una comunicazione. A partire da oggi, un nuovo studente farà parte di questa classe. Vieni pure avanti, Engels, non c'era bisogno di aspettarmi per prender posto.
Un ragazzo dalla figura alta e slanciata fece il suo ingresso in aula. Era pallido, caratteristica che risaltava una zazzera di capelli color della pece, la stessa tonalità degli occhi. Un abbigliamento sportivo, ma comunque distinto e composto da abiti di buona marca, metteva in risalto un fisico ben allenato.
-Buongiorno a tutti. Il mio nome è William Engels- si presentò.
-Per alcuni di voi, l'arrivo di un nuovo membro in classe non è la sola novità - riprese a parlare la professoressa Schmall. -Astarte, Schrader e Weber, vedo che ci siete tutti, per fortuna. Mi sono attardata per annunciare alla signorina Zeit, nella classe accanto, proprio questa notizia: negli scorsi giorni, il vostro nuovo compagno ha fatto richiesta di essere inserito nel concorso di informatica, non appena la sua iscrizione al Konstantin Gymnasium fosse stata ufficiale. Le iscrizioni scadono proprio oggi, quindi, con immensa fortuna, siete riusciti a completare il vostro gruppo. A William auguro un sereno inserimento in classe. A voi tutti e alla signorina Zeit auguro un buon lavoro, sperando che in cinque riusciate a realizzare al meglio il vostro progetto!
Dopo quell'augurio, la lezione ebbe inizio. Fino al giorno successivo, Dennis non udì Henri spiccicare parola.
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