Passato - Progressi e Coca cola

Berlino, settembre 1985

-Occhio!

William aveva gridato il suo avvertimento troppo tardi: gli occhi miopi di Dennis, che quel giorno aveva dimenticato a casa sia occhiali che lenti a contatto, non fecero in tempo a posarsi sulla spessa radice che gli stava davanti ai piedi, facendolo inciampare e precipitare in ginocchio sul prato.

-Maledizione...- mormorò, guardando i pantaloni color nocciola, in cui il tessuto era ora macchiato di verde in corrispondenza delle gambe. Sua madre non ne sarebbe stata affatto felice.

Di fronte a lui, delle perplesse Anya, Celine e Lin avevano già preso posto su una coperta portata da quest'ultima. Indire una riunione straordinaria in quel piccolo parco nel quartiere di Charlottenburg era stata un'idea della bionda, che sosteneva che non c'era motivo per rinchiudersi sempre in una noiosa aula scolastica per discutere dei dettagli relativi al concorso. Il resto del gruppo aveva accolto di buon grado la proposta: del resto, spendere una domenica in modo diverso sarebbe stato comunque interessante. Era trascorsa un'altra settimana da quando Dennis aveva dato ad Anya le ultime informazioni in suo possesso, ed era ormai giunto il momento di mettere in tavola carte più importanti. Soprattutto, rifletté il ragazzo, era anche ora che le due addette al piano di riserva rivelassero lo stato del loro lavoro.

-Tutto ok, Dennis?- domandò Anya, aiutando William a posare a terra sia il suo zaino che una busta contenente svariate bottiglie di succhi di frutta, acqua e bibite gassate.

-Sì, non si può dire lo stesso dei miei pantaloni, ma non è un problema- sviò lui, accomodandosi finalmente sulla coperta a righe rosse e bianche.Mise la mano nella busta di William e poi si versò da bere in un bicchiere usa e getta un po' di Coca Cola, passandone successivamente la bottiglia agli altri.

Quando essa arrivò ad Anya, la ragazza se la rigirò con fare assorto fra le dita, girandola in più direzioni.

-Così la farai sgasare- osservò seccamente Celine, il cui bicchiere era ancora vuoto. -Come mai tanta curiosità? Non mi dire che non ne hai mai vista una.

Il tono della studentessa francese non lasciava trapelare voglia di prendersi gioco di Anya, ma quel commento restava tremendamente inappropriato, e gli altri tre ragazzi si fissarono per qualche secondo, atterriti dalla situazione. Dennis sperò che la ragazza dai capelli rossi non se la sarebbe presa troppo o l'intera giornata avrebbe potuto essere rovinata.

Per fortuna, Anya non sembrò scomporsi troppo, passando immediatamente la bottiglia a Celine.

-Hai ragione, in effetti: ne ho viste ben poche. Tutte quelle che si trovano a Est sono contrabbandate e costano una fortuna. Non abbiamo mai avuto la voglia di sprecare soldi per una bibita gassata. Perciò, non l'ho mai assaggiata.

-Mi spiace molto- commentò Celine, sbattendo le palpebre ornate da lunghe ciglia color cenere. - Sono davvero contenta che tu sia riuscita a lasciarti alle spalle quel luogo orribile, vivere sotto un regime comunista deve essere tremendo.

Dennis non sapeva davvero come fare perché quell'imbarazzante parentesi finisse all'istante, perché, nonostante l'aria calma e rilassata di Anya, gli sembrava che esternare qualsiasi commento sulla questione senza pensarci equivalesse a camminare su un campo minato. Non aveva ancora idea di quali argomenti potessero metterla a disagio. Temeva che toccare qualche nervo scoperto potesse indisporla e compromettere non solo il progetto, ma anche il clima che si stava creando fra loro. Quando l'altra sera avevano cenato con Lin e Henri, avevano trascorso la prima occasione in cui si era rapportata con tutti come si fa con degli amici, non solo dei compagni con cui si deve collaborare a fini scolastici.

-Magari è il caso di parlarne dopo, no?- intervenne Lin, alla quale il giovane rivolse tra sé e sé un sentito ringraziamento.

-Sono d'accordo, per quanto sia bello chiacchierare siamo qui per un motivo- si affrettò a darle manforte. William si limitò ad annuire.

Anya incrociò le gambe e prese un sorso di Coca Cola, posando subito dopo il bicchiere accanto a sé e cominciando a frugare nella propria tracolla.

-Celine, per favore, potresti passarmi la parte di appunti che avevi portato a casa? - chiese, come se non avesse mai udito l'ultimo commento fatto dalla compagna di classe. Dennis tirò un sospiro di sollievo, mentre la francese eseguiva di buon grado la richiesta dell'altra.
Le due stesero sullo spazio al centro della coperta quattro fogli, ricoperti di scritte intervallate da qualche formula.

-Per ora si tratta solo di un abbozzo, ma è il momento di darvi perlomeno un'idea di quello a cui stiamo lavorando- esordì la ragazza dai capelli rossi. - Nelle scorse settimane, Celine mi ha portato un articolo preso da una conferenza sulla comunicazione a cui ha partecipato a Francoforte. Siccome anche i progetti di Anton Markov erano improntati a incidere sul sistema di comunicazioni digitali, ci è parso utile provare a sviluppare qualcosa che rientrasse in quel campo. Abbiamo riflettuto su cosa potesse esserci di semplice ma allo stesso tempo innovativo in questo senso...

-... E siamo giunte alla conclusione che proveremo a costruire un sistema di comunicazione digitale criptato per mantenere al massimo livello la privacy dell'utenza- completò la frase Celine, sollevando uno dei fogli e indicando una formula che Dennis, privo di occhiali, non distinse bene.

-In che modo intendete farlo?- domandò Lin.

-Questo dipende anzitutto da quali comunicazioni usare per l'esperimento. Ci sarebbe la possibilità di sviluppare un software indipendente che abbia come scopo quello di garantire messaggistica sicura, oppure l'ispirarsi a un sistema esistente e provare a sperimentare con quest'ultimo per tentare di capire se vi siano modi di modificarne questo aspetto.

-Credo sia rischioso pensare alla seconda opzione- osservò Dennis. -Se ci pensate, abbiamo fatto questo discorso quando abbiamo valutato se provare a usare le idee di Anton Markov proprio perché bisognava stare attenti a non copiarle per filo e per segno. Cercare di ricreare un software esistente e modificarlo sarebbe alquanto problematico. Per quanto riuscire a modificarne la messaggistica sarebbe geniale, non so nemmeno se le regole del concorso ammettano una cosa simile.

-E' vero. Ma sviluppare un sistema di comunicazione da zero ci richiederebbe molto tempo- osservò Celine. -Prendere una qualsiasi piattaforma, anche un host per posta elettronica, ci alleggerirebbe il lavoro.

-In verità, Celine, a proposito di questo, volevo parlarti di una cosa in presenza di tutti- riprese la parola Anya, raccogliendo i tre fogli restanti. -Anzitutto desideravo sapere se la nostra idea fosse buona secondo gli altri, ma non credo vi siano obiezioni...

Quest'ultima frase era rivolta in modo particolare a Lin, che sembrava la più attenta nei confronti del piano B del gruppo.

-No, è un buon progetto secondo me- replicò l'asiatica. - Bisogna solo sapere come si procederà a svilupparlo, perché una pessima pianificazione potrebbe rovinarlo e non possiamo permettercelo.

-Sono d'accordo- si intromise Dennis. - So bene che voi ragazze ve la caverete bene a prescindere, ma decidere subito se sia il caso di sviluppare un software da zero mi pare un obbligo.

-E' proprio di questo che volevo parlarvi - rispose Anya. - Ho pensato, quando Celine mi ha fatto la proposta di lavorare a questo come piano di riserva... che alla fine non si discosta tanto da quello che Anton Markov stava sviluppando.

-Se ricordo bene, Markov lavorava a un sistema in grado di impedire le comunicazioni - puntualizzò William. -Qui invece mi pare di capire che voi due vogliate agevolarle.

-La base è la stessa. Se si scoprisse il modo in cui voleva intercettarle e ostacolarle, forse, si riuscirebbe a lavorarci sopra per sviluppare, invece, qualcosa che ne impedisca proprio l'intercettazione, rendendole sicure.

-Mi sembra un ragionamento sensato, Anya - osservò Celine, perplessa. -Però, dimentichi una cosa. Questo progetto di riserva esiste proprio nell'eventualità che non troviamo abbastanza dati su quell'uomo. Legarlo a doppio filo alle ricerche storiche non mi sembra prudente.

-Hai ragione- concesse la giovane, dondolandosi leggermente avanti e indietro, mentre sembrava intenta a cercare le parole per proseguire. -Ma proprio per questo ho aspettato oggi. Volevo sapere se i ragazzi avessero trovato altre informazioni... e volevo condividere con voi quelle che sono riuscita a scoprire mentre abitavo al di là del muro.

Dennis trattenne il fiato. Immaginava che un momento del genere prima o poi sarebbe arrivato, ma non pensava che Anya avrebbe deciso di sbottonarsi così presto sulla questione. Credeva che avrebbe aspettato di scoprire se le loro ricerche sarebbero state in grado di fornirgli i giusti dettagli per il progetto, prima. Invece, la ragazza scostò un ciuffo di capelli rossi da davanti alla fronte, tornò a frugare nella tracolla in pelle marrone e ne riemerse con un taccuino dalla copertina anch'essa in cuoio.

-Naturalmente nessuno avrebbe divulgato informazioni troppo dettagliate sui progetti informatici di Markov - cominciò Anya, accolta dal silenzio generale. - La popolazione non li avrebbe compresi e sarebbe stato rischioso lasciarle alla mercè di chi invece voleva sfruttarle e venderle al blocco occidentale. Negli scorsi anni ho spulciato vari articoli di giornale e tutte le fonti a mia disposizione, a Est, per tentare di ricavare qualche dato. Ho riassunto i punti principali nel mio taccuino. All'epoca, coprire grandi distanze a livello comunicativo era molto difficile. Markov stava cercando di eludere questa difficoltà sviluppando un sistema che permettesse di arrivare ad attraversare interi Paesi.

-Come lo avrebbe fatto?- domandò Dennis, affascinato dal racconto.

-Qui la divulgazione comincia a essere povera di dettagli, per ovvie ragioni. Ma un articolo di una rivista scientifica che comprai alle medie citava la possibilità di far viaggiare segnali a basse frequenze propagandole il più possibile, che avrebbero non solo captato quelle dei messaggi nemici, ma anche funto da ostacolo, lavorando a uno specifico programma che si sarebbe azionato non appena fosse stato captato un messaggio. Il segnale elettronico avrebbe quindi ricoperto sia il ruolo di radar che quello di interferenza.

-Contestualizzato a quindici anni fa mi sembra un progetto ambizioso- commentò Lin, versandosi un bicchiere di succo di frutta. -Ma mi chiedo se ciò sarebbe stato possibile.

-Visto lo spavento che mezzo mondo si è preso in seguito alla notizia, non ne dubito- rispose Dennis. -Se posso tirare a indovinare, direi che i sovietici stessero finanziando la costruzione di antenne e apparecchi in grado di arrivare a raggiungere i cavi lungo cui viaggiavano le informazioni. Ma immagino che la tua rivista non sia stata più specifica di così, dico bene, Anya?

Lei annuì, stiracchiandosi leggermente e riponendo nella cartella il suo materiale. Tornò a dondolare con aria innocente le gambe, guardando il resto del gruppo con l'espressione di chi attende un giudizio.

-Che ve ne pare?

-Vorrei capire la parte dove tutto ciò si collega col vostro progetto- disse William. Dennis si voltò verso il compagno, seduto alla sua sinistra, mentre una leggera ma fredda brezza autunnale lo costringeva a scacciare con la mano un paio di foglie ingiallite che gli erano volate addosso. Per un istante gli schiamazzi lontani di un gruppo di bambini furono l'unico suono che animò l'atmosfera. Quella domanda era quasi stupida, per chiunque avesse voluto vincere una borsa di studio in ambito matematico o informatico.

-Mi pare naturale- spiegò seria Lin. - Un tempo, queste intercettazioni di segnali elettromagnetici erano l'unico modo per riuscire a rilevare un'azione svolta dalla persona spiata. Ma adesso, soprattutto con gli ultimi progressi in questo ambito, sarà più facile lavorare a un sistema di comunicazione criptato tenendo conto sia dei progetti di Markov che di quel che viene fatto in campo informatico.

-In altre parole, credo che Anya volesse arrivare a dirci che da quando sono stati introdotti gli indirizzi IP, pochi anni fa, se sommiamo tutte le precauzioni prese dagli sviluppatori informatici a quelle che si sarebbero dovute prendere quindici anni fa per guardarsi le spalle da Markov e dal suo progetto, si potrebbe elaborare un sistema ibrido in grado di rendere inaccessibile una piattaforma comunicativa lavorando, stavolta, sull'indirizzo che quest'ultima possiede- concluse Dennis, col tono di chi ha recitato una tabellina.

William strabuzzò gli occhi neri e si grattò la testa, prima di sussultare di colpo.

-Oh! Certo, scusate. Ho avuto un momento di distrazione poco fa e avevo perso il filo, non so come sia potuto accadere.

-Capita- ribatté la ragazza dai capelli rossi. -Ma almeno siete convinti ora?

-Credo che tu debba chiederlo prevalentemente a Celine, Anya- rispose Lin, lapidaria. -Noi siamo ancora impegnati con le ricerche e per qualche settimana credo ci dedicheremo a questo. Sarà lei a dover mettere mano a questo progetto.

Dennis aveva colto subito il tono acido che l'asiatica aveva usato per alludere a come l'altra le avesse soffiato la possibilità di lavorare al piano B, ma per fortuna, Celine si limitò a dire che per lei non c'erano problemi e che si sarebbe messa a fare ricerche sulla struttura degli indirizzi IP nei giorni seguenti.

-Per quanto riguarda voi, invece? - domandò poi la bionda. -Avete novità su Markov?

Lo sguardo di Lin si illuminò e il suo viso, ancora teso dop aver risposto a Celine, si aprì in un sorrisetto.

-Ho trovato questa chicca in una biblioteca comunale, di recente, che potrebbe interessarvi.

Detto ciò, fu il suo turno di frugare nella sacca che si era portata, la stessa che usava per gli allenamenti sportivi e che anche Henri si trascinava costantemente dietro. Prese un libro in formato tascabile e lo mise al centro della coperta, alla vista di tutti. Sulla copertina nera, flessibile e leggermente rovinata, era stampato il titolo a lettere dorate e lucide, troneggianti sulla semplice immagine di una silhouette umana, il viso totalmente nero, vestita in giacca e cravatta. Forse non il più fine lavoro editoriale, ma quanto era stampato su di esso bastò a catturare l'attenzione di tutti.

-"Comete del nostro secolo: individui che hanno fatto parlare di sé in tutta Europa prima di svanire nel nulla"- lesse a mezza voce Anya.

-Si tratta di una raccolta di casi molto famosi di persone sparite senza lasciare traccia- spiegò Lin. -C'è di tutto, da Anastasia Romanov ad alcuni killer. L'autrice ha raccolto materiale reperibile in ben cinque stati europei e ha provato ad analizzare le varie ipotesi sul destino degli scomparsi. E uno degli ultimi capitoli è dedicato proprio ad Anton Markov.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top