Qires
Erano in dieci. Stipati in una locanda squallida e anonima.
Dieci ibridi, la cui peluria, di qualsiasi sfumatura essa fosse era ritta in attesa di attacco.
"Dieci Ibridi, come i dieci compagni che risposero per primi alla chiamata di Lupo di ghiaccio" pensò Qires. Doveva essere di certo un buon segno.
C'erano i due fratelli dalla pelliccia fulva, Jala e Bala, appena diventati adulti ma i cui occhi obliqui, coronati da una lieve sfumatura oro risplendevano dall'emozione nel buio della sala.
C'era Silaz,il giovane Ibrido nero, che però guardava i compagni e l'ambiente circostante con espressione diffidente. Lui, pensò Qires, è meglio tenerlo d'occhio.
I più anziani del gruppo, per contro, erano i più affidabili. Sotto le lunghe barbe che arrivavano quasi a toccare terra, i quattro vecchi, celavano un odio antico e profondo verso gli umani e verso la città di Semtia, costruita sul sangue dei loro antenati.
Il più controverso tra i dieci era l'albino Twen. Lui parlava di rado, e la sua voce, profonda e di una tonalità troppo bassa, metteva i brividi a chiunque lo ascoltasse.
Inoltre i suoi occhi non erano color bronzo come la maggior parte degli Ibridi, ma erano rossi, non rossi come la pelliccia di Bala e Jala. No, quegli occhi erano di un rosso intenso, il colore del fuoco, il colore del sangue...e il colore del male.
Se ne stava in disparte, in un angolino della sala e ogni tanto lanciava inquietanti ed inspiegabili sorrisi candidi, come se fosse a conoscenza di un segreto di cui gli altri non sapevano nulla.
Qires era un Ibrido di mezza età, dalla pelliccia grigia spruzzata di bianco, il quale svolgeva la funzione di sacerdote nel Tempio della Luna di Semtia.
Sin da piccolo, era stato educato con fervore alla vita religiosa.
Lui poteva vantare di conoscere a memoria Gli Antichi Scritti, il libro sacro della sua gente: ne conosceva ogni singolo versetto e si ricordava pure la pagina e il paragrafo di un determinato evento.
Ma il capo, il cervello della grande impresa che stavano per compiere era Moano.
Pelliccia oro puro e costituzione robusta, Moano si era guadagnato il rispetto dei suoi compagni squarciando la gola del giovane Ser Eustace Flower, vendicando così la strage di Tesmira.
-Compagni- esordì Moano -Noi non fuggiremo di fronte alla minaccia che ci si protrae davanti.-
-Anche perché hanno chiuso tutti i cancelli- borbottò sprezzante Twen.
Moano gli lanciò un'occhiata folgorante prima di continuare il discorso - Io, confesserò la mia colpa di fronte al Re e non solo, affermerò che l'ho fatto per la mia gente, per Tesmira, che io sono la reincarnazione di Lupo di ghiaccio, che ho intenzione di riportare la razza degli Ibridi alla sua antica gloria!-.
Qires sbiancò -Mio signore...la condanneranno alla forca di sicuro! Non possiamo continuare senza di lei! Lei è il cuore di questa rivolta!-.
-Sei un sacerdote, ricordi come Lupo di ghiaccio ingannò la morte?- rispose Cerine, una degli anziani. Il giovane Bala le diede corda -Moano è la reincarnazione di Rhevero, anche lui quindi avrà il potere di ingannare la morte!-.
-La mia morte scatenerà una rivolta- disse con calma Moano -Voi la guiderete mentre io compio il mio viaggio negli Inferi, ma poi tornerò, tornerò e insieme alle anime dei nostri antenati uccideremo tutti gli uomini e i loro alleati, banchetteremo con carne di drago e raderemo al suolo questa città maledetta per ricostruire una nuova Tesmira!-
La sala esplose in grida e ululati di approvazione. -MOANO! MOANO!- gridarono gli Ibridi.
Qires esultò insieme a loro "Gli dei sono con te Moano, gli dei ti proteggono".
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