Forgive, Always
La pioggia cade lieve.
Il suo ticchettio si fa, a mano a mano, sempre più fitto.
Ogni goccia increspa il pelo dell'acqua, creando prima un cerchio minuscolo, poi uno più grande, poi uno più grande ancora.
La superficie del piccolo laghetto è puntellata in continuazione, ferita da un milione di sottilissimi aghi d'acqua.
La giovane siede sulla riva, con i piedi nudi che dondolano lievi, creando leggeri schizzi.
I lunghi capelli, d'un biondo chiarissimo, sono sciolti e si stanno inumidendo progressivamente, arricciandosi appena.
La pioggia si riflette nei suoi occhi azzurri e si mescola alle sue silenziose lacrime.
-Non verrà.
La voce che spunta alle sue spalle la strappa dai suoi pensieri, ma sembra non coglierla troppo alla sprovvista. Nonostante appartenga al cognato, e non al marito.
-Viene sempre, prima o poi.-gli assicura, in un soffio.
-Questa vostra cosa è una follia.-asserisce il Dio del Tuono, in uno sbuffo, prendendo posto al suo fianco.-Non puoi restare qui in attesa per giorni. Finirai solo per ammalarti.
Sigyn abbozza un lieve sorriso, scuotendo il capo.
-Loki ha bisogno dei suoi tempi. Ma non mi ha mai fatta attendere a lungo...
-A quale scopo?-sbotta Thor, ricercando i suoi occhi.-Non conosce davvero il significato della parola scusa. Sa pronunciarla, ma non provarla. Ciò che dice quando viene in cerca del tuo perdono non ha alcun valore!
-Lo ha per me.-afferma la dea, stroncando sul nascere la veemenza iraconda del cognato e concedendogli l'attenzione del proprio sguardo.-Viene fin qui, solo per implorarmi il suo perdono.
Mi dedica tempo ed attenzione. E sono due tra le cose più preziose che può concedermi. Non riserva lo stesso privilegio a nessun altro.
L'uomo spezza in fretta il contatto dei loro occhi.
Scuote ancora il capo, sospirando tra sé ed allungando lo sguardo verso il lago.
-Come puoi perdonarlo?-domanda, dopo un lungo silenzio.
Anche Sigyn, questa volta, resta in silenzio per lunghi istanti, raccogliendo i pensieri con cura, prima di trasformarli parole.
-Loki non agisce con cattiveria.-afferma, con una semplicità tale che la fa sembrare quasi una bambina.-È più un cieco istinto. È qualcosa più grande di lui, che non sa controllare, ma che lo controlla a sua volta.
Thor si corruccia, sorpreso e confuso, tornando a guardarla, con pena. E colpa.
Gli occhi di Sigyn lo accolgono, annebbiati dalle lacrime.
-C'è dell'oscurità, in lui. Lo inghiotte e lo divora. Ma Loki ne è vittima tanto quanto lo sono io.
-Sigyn, io...
La dea lo mette a tacere, portandogli due dita alle labbra.
-Lo so che ti dispiace.-gli sussurra appena, carezzandogli con dolcezza il volto, per poi baciarlo lieve.
Il dio la accoglie tra le braccia, aggrappandosi con disperazione alla sua esile figura.
I capelli biondi si accorciano e tingono di nero, l'abito rosso e argentato diviene verde e oro.
E tra le sue braccia, al posto dell'illusoria figura di Thor, appare Loki.
Nei suoi occhi è ritratta la colpa, nelle lacrime le sue scuse, nella stretta il terrore di perderla.
Sigyn gli carezza i capelli, poi la guancia, senza risparmiarsi d'asciugarla con tenerezza, senza rifuggire un solo istante i suoi occhi ma anzi, tuffandovisi.
-Ti perdono.-lo rassicura, con immensa dolcezza, tornando a poggiargli un bacio sulle labbra.
Loki la ammira, pieno di devozione, colpa e pena.
E scoppia a piangere, stringendosi al suo petto con maggiore trasporto, ricolmo di gratitudine.
-Ti perdonerò sempre.
* * *
La bambina che gioca con i fili d'erba, distesa a pancia sotto in prossimità del lago, ha un piede fasciato.
Le ombre degli adulti si proiettano in lontananza sulle tende da cui è sgusciata silenziosamente.
Al crepitio dei falò, inizia ad affiancarsi il leggerissimo battito della pioggia.
Quando la piccola inizia a sentirla sulla propria pelle, si mette a sedere, pronta a tornare sui propri, zoppicanti, passi.
Ma si ritrova di fronte un bambino, e si ferma.
Si fissano negli occhi a lungo.
Azzurri quelli di lei, verdi quelli di lui.
-Ti fa molto male?-le domanda, dopo aver taciuto per molto tempo.
La bambina si arriccia la stoffa della veste tra le dita e scuote il capo.
Un altro silenzio.
-Perché mi hai spinta?
Lo smarrimento negli occhi del ragazzo è palese e sincero.
Schiude le labbra, ma non riesce a farne uscire nessuna parola.
Infine, si limita ad alzare appena le spalle.
Non lo sa. Semplicemente non lo sa.
La bambina gli sorride con tenerezza.
-Non importa.-decreta infine, scuotendo il capo. Poi gli si avvicina, e gli poggia un bacio sulla guancia.-Ti perdono, Loki.
Il giovane figlio di Odino arrossisce, osservandola con sguardo languido.
Ha subito rimproveri per tutta la giornata e la punizione da scontare gli penderà a lungo sul capo.
Ma quelle parole lo fanno sentire improvvisamente più leggero.
Null'altro ha più importanza, al di fuori del suo perdono.
-Mi farai ancora del male.-prevede la piccola Sigyn, con una strana e amara consapevolezza da donna.-Ma non fa nulla.-ribadisce poi, tornando a sorridergli.-Perché ti perdono.
Loki aggrotta appena la fronte, sorpreso dalle sue parole.
Eppure, non sente in alcun modo di potervisi opporre.
Le prende con dolcezza la mano, stringendola tra le proprie.
-Se ti ferirò ancora, ti prometto che ti chiederò di nuovo scusa.-afferma, risoluto.-Verrò fin qui, per chiederti perdono.
La bambina gli sorride, luminosa e dolce.
-E lo riceverai.-gli promette a sua volta, stringendosi con tenerezza al suo petto.-Sempre.
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