-20- Sahnu

Erano passati giorni da quella volta in cui io e Velkam avevamo trascorso quella notte insieme.
L'autunno aveva lasciato spazio all'inverno e la neve coglieva spesso di sorpresa Atreia e le guglie alte e graffianti di Pandemonium.
Nonostante ciò, nessun asmodiano si preoccuppava della neve. Il freddo non ci spaventava nè ci causava alcun tipo di impedimento, e i Daeva come me vedevano in quel bianco candore l'annuncio dell'arrivo di una delle feste più magiche. Solorius.
Era con l'arrivo di dicembre che Pandemonium iniziava a colorarsi di rosso. I Daeva festaioli starnazzavano per la piazza intenti ad addobbare un immenso albero di Solorius pieno di luci e coccarde, tra la neve.
Mi piaceva così tanto quella festa. I colori, le luci, i sapori, gli odori, e molto spesso mi chiedevo in che modo gli elisiani percepissero quella ricorrenza.
Anche Sanctum era addobbata a festa? C'erano luci e ghirlande di vischio anche per le vie di Helian?
Di Velkam non avevo avuto notizie per settimane, e ogni qualvolta mi ritrovavo in giro per il Katalam una parte di me sperava fortemente di ritrovarselo davanti.
Un pensiero, prepotente, si era fatto spazio nella mia mente.
Che Velkam si fosse pentito di tutto? Che quello che era successo tra noi aveva solo rovinato quel precario equilibrio che fino ad allora tra noi c'era stato?
Non lo sapevo E la cosa peggiore era che non avevo alcun modo per contattarlo se non incontrandolo in giro per Sarpan o per il Katalam casualmente.
L'assenza dell'elisiano non aveva fatto altro che farmi perseverare nelle mie indagini. Il caso di Adma era diventato una fissazione da quando Velkam mi aveva messo quella pulce nell'orecchio.
Morivo dalla voglia di conoscere la verità su quel posto tetro e abbandonato e così, in quelle settimane Brushtonin era stato l'unico posto in cui avevo trascorso la maggior parte del mio tempo libero in compagnia di Dahnael.
Chiedere, indagare, esplorare. Erano stati questi i nostri principali imperativi in quelle settimane di iperattività.
"Ooooh, insomma!", sbuffai seriamente scoraggiata di ritorno dalla fortezza di Alukina, a Beluslan. Gli stivali mi affondavano nella neve e a fatica mantenevo il passo del mio amico Dahnael, nei suoi stivaloni in cuoio. "Vuoi rallentare il passo?".
Dahnael roteò gli occhi voltandosi a guardarmi e riducendo la marcia. "Io invece ti dico: Levitazione!", grugnì, "Risolverebbe tutti i tuoi problemi di tacco a spillo".
Corrugai la fronte imbronciata. Avevo percepito un tono canzonatorio in quella semplice affermazione. "Ma certo, e me li daresti tu 15 milioni di kinah, Lamurr? Tanto sei ricco!", lo guardai male inciampando e cadendo rovinosamente col sedere per terra.
Dahnael sorrise quando usai quel nomignolo. Lo chiamavo così da quando, da piccoli, si prontava a difendermi con le sue spade di legno quando qualcuno faceva il bullo con me.
La parola Lamurr era una parola ibrida che comprendeva le parole: Lama e amore. Okay, era anche un significato un po' stupido, ma per noi aveva un senso. Era il principe azzurro che da bambina mi mancava. Ricopriva le veci del mio... salvatore.
Ridacchiai facendo leva sulle braccia per rimettermi in piedi. Dahnel non mi stava nemmeno aiutando, impegnato com'era a scompisciarsi dalle risate.
"Sei spregevole!", brontolai con falso rancore.
Dahn si morse il labbro inferiore costringendosi a smettere di ridere.
"Prima eri un gentiluomo. Questa maledizione ti ha reso un bastardo patentato".
"Col brevetto", ironizzò lui tornando serio per un momento e porgendomi la mano solo quando non ne avevo più bisogno.
La snobbai passando avanti. "Presto mi comprerò un pagati con le monete di Kahrùn. A quel punto sarai tu a farmi da stuolo servile ai piedi del mio grosso dinosauro. Diventerai il mio portantino, tsè".
Dahn parve per un attimo preoccupato da quell'affermazione. "Lo pensi davvero?", disse con un tono quasi arrogante.
"Idiota, stavo scherzando". Sbuffai e una nuvoletta di vapore fuoriuscì dalle mie labbra. Quando mi raggiunse mi aggrappai al suo braccio. Aveva ragione Dahnael, una levitazione sarebbe stata comoda. Si trattava di pattini escogitati dai daeva ingegneri per fluttuare elegantemente e coprire grandi distanze a piedi senza sentire il peso della stanchezza o essere costretti coi piedi per terra qualunque fossero le condizioni del terreno.
Quel giorno eravamo andati a recuperare le gocce d'acqua dello spirito per la Seiren Sahnu, una creatura marina che viveva nei pressi della fortezza. E per quel motivo avevamo dovuto far fuori una quantità enorme di spiriti dell'acqua nel regno delle Seiren.
Le numerose ricerche e l'aiuto di Surt, il luogotenente di Brushtonin, ci avevano permesso di scoprire un passaggio segreto che conduceva dritto all'interno dei sotterranei di Adma. Se solo avessi potuto incontrare Velkam per dirgli dei miei progressi!
"Dunque adesso cosa dovremmo farci con questa roba?", chiese il mio amico lanciando in aria la boccetta con le gocce d'acqua, riprendendola prontamente nel momento in cui ricadde.
"Sahnu ci preparerà una pozione che ci consentirà di attraversare il passaggio", spiegai in una scrollatina di spalle. "Ti trasformerai in un ribbit, la tua vera essenza", conclusi con una risata cristallina.
Dahn si accigliò. "Dovrei trasformarmi in una specie di rana viscida per qualcosa di cui non siamo nemmeno sicuri?".
Battei le palpebre. "Ma... sarà solo per qualche minuto, sciocco. E poi con la nostra forma umana non potremmo mai attraversare quelle grate".
"Mah...", tagliò corto Dhan, poco fiducioso. "Vuoi che andiamo solo io e te a ispezionare quel posto? Non credi che possa essere pericoloso?".
"Sì, lo credo", sospirai. "Ho chiesto a Brahm e Saephira di venire con noi... potrebbe farci comodo il supporto di un bardo. I suoi incantesimi curativi non ci sarebbero indifferenti... e un maestro degli spiriti... beh...".
Dahnael annuì pensieroso. "Come sei venuta a conoscenza di Sahnu?".
"Mi ci ha indirizzato Surt, due giorni fa", dissi scansando con un balzo un masso che si intravedeva in mezzo alla neve. C'era freddo, eppure la mia pelle era perfettamente a temperatura ambiente. Dal cielo scendevano leggiadri i fiocchi di neve.
"E' quasi Solorius", mormorai sognante alzando gli occhi verso il cielo.
"Già", annuì Dahnael con un tono di stizza nella voce, "e io lo detesto".
"Perchè?".
"Perchè... tutto ciò che è calore e relazioni umane l'ho sempre detestato", terminò lui secco.
"Sì ma. Tu e Lacie...", provai a replicare.
"Senti non chiedermi di Lacie, è una cosa che non c'entra assolutamente niente". Era tornato schivo, il che mi aveva fatto zittire in un batter d'occhio. Ormai avevo capito che non era il caso di contrariare Dahnael, dati gli effetti collaterali della sua maledizione.
"Oggi ero nella strada del mercato...", aveva ricominciato il mio amico. Questa volta con un tono piatto. "Ho udito una conversazione...".
Il modo in cui aveva cominciato quel discorso attirò la mia attenzione.
Avevamo risalito a piedi una collinetta innevata ed eravamo quasi giunti al Campo profughi di Besfert. Da qui avremmo preso un aerotrasporto per giungere fino alla fortezza centrale di Beluslan.
La nostra destinazione, una volta arrivati lì, sarebbe stato il lago di Brushtonin. Il luogo tetro in cui dimorava Sahnu.
Sahnu era una seiren. Una sorta di ibrido tra una strega e una sirena. Le seiren erano creature marine dai grandi poteri e dalla grande saggezza, tanto era antica la loro razza.
"Parlavano di Velkam, il tuo elisiano...", continuò Dahnael catturando nuovamente la mia attenzione.
Non avevo raccontato a Dahn quello che era successo tra me e Velkam, ma supposi che avesse intuito qualcosa dal modo in cui me lo disse.
"Non si fa che parlare di lui", terminò gelido.
"Davvero? E di cosa?", chiesi urgentemente.
"Della sua tresca con una di noi", concluse fermandosi e rivolgendomi uno sguardo severo.
Sembrò mancarmi il terreno sotto i piedi, tanto che dovetti tornare a reggermi al suo braccio. Deglutii vistosamente e battei le palpebre con un'espressione, ne ero sicura, terrorizzata.
"Non è... non può... ti giuro Dahn, sono stata discreta e...", balbettai senza sapere come cominciare.
"Zitta! Miss discrezione...", brontolò avanzando e lasciandomi in balia di me stessa coi tacchi affondati nella neve.
"Dahn, dannazione!", lo chiamai arrancando. "Dahn, ti prego... com'è possibile? Ti giuro, io ti giuro...".
"La gente vede... Selhen. Gira voce che sia stato trattenuto dalle autorità di Elysea. E se farà parola di te... ti immagini quello che succederebbe ad Asmodae?", disse in un sussurro chinandosi col viso verso il mio.
"Non lo farebbe mai", mugolai totalmente insicura.
"E' un elisiano... può tutto. Sono vigliacchi Selh, non hanno il senso dell'onore nè il coraggio di affrontare le situazioni più grandi di loro".
Scuotevo la testa senza fermarmi. Non volevo neanche sentire le sue parole. "Dahn... ti sbagli!".
Dahnael scosse il capo. "Non c'è niente da fare, ti ho persa....".
Il tono rammaricato con cui lo disse mi ferì.
Quando giungemmo all'aerotrasporto nessuno dei due proferì parola. Pagammo i kinah necessari a salire sul grande rapace che ci avrebbe condotto in volo fino alla fortezza. L'aria gelida mi sferzava la faccia mentre udivo i forti tonfi delle grandi ali di quella fenice dalle piume smeraldo.
Giunti all'interno della fortezza la fenice planò dolcemente posandomi sulla piattaforma del nuovo aerotrasporto e Dahnael venne depositato poco dopo.
Ci teletrasportammo infine a Brushtonin e da lì con un altro aerotrasporto ci dirigemmo nei pressi del lago.
Guardandomi intorno riconobbi la familiare montagna su cui mi trovavo e da quella vetta io e Dhan ci preparammo a lanciarci giù, per raggiungere Sahnu.
Mi sporsi poco convinta oltre il precipizio. Nonostante le mie ali, le grandi altezze non mi rassicuravano. La fortezza di Adma, grigia, triste e solitaria, si stagliava all'orizzonte come un fantasma tra le venefiche nebbie di quella zona arida e contaminata.
Quando Dahn si lanciò giù non potei fare altro che seguirlo. Scendemmo sfruttando le correnti d'aria e ci librammo per l'aria fino ad affondare gli stivali in cuoio nelle acque melmose della riva del lago che costeggiammo in silenzio.
"Credi che ci stia già aspettando?", mormorai mentre camminavo con lui a passo celere. Il rumore dello sbattacchiare dell'acqua e delle urla indistinte dei non morti, provenienti dalla fortezza, mi inquietavano.
Osservai la superficie del lago. Pullulava di creature viscide e Alitauri simili a coccodrilli dai denti pericolosi e affilati. Mi scansai meglio dalla riva stringendo quasi automaticamente le mani sulle impugnature dei miei revolver.
"Benvenuti", udimmo infine quando ci addentrammo in una rada macchia di arbusti che si apriva sulle rive del lago.
"Sahnu", dissi io riverente.
La seiren, con la sua lunga coda da pesce fluttuava nell'aria. Appariva quasi come la mitica Medusa. I tratti del viso, mostruosi e severi, erano colorati da lunghi capelli sparsi e fluttuanti anch'essi. Al centro del viso rilucevano due gialli occhi serpentini.
"Avete le gocce d'acqua degli spiriti?", chiese la creatura con la voce rintonante che sembrava essere un'eco lontana.
Annuii decisa e attesi che Dahnael le consegnasse la boccetta. Da questo potei intuire che la Seiren si aspettava già una nostra visita.
Le sue mani artigliate e spigolose si chiusero attorno al vetro e il suo sguardo severo ne accarezzò il contenuto.
"Molto bene...", proferì oracolare. "Domani avrete il vostro infuso".
Feci un gesto di rispettosa riverenza e indugiai con lo sguardo sul corpo perfetto e femminile ricoperto di squame. Chissà perchè ma quella creatura mi faceva pensare ad un'antica bellezza ormai svanita.
Non aggiunsi altro. Non era il caso di contrariare le seiren con stupide domande. Erano pur sempre degli esseri pericolosi e selvaggi.
"Grazie Sahnu", dissi soltanto con decisione estraendo dalla bisaccia una pergamena del teletrasporto. Feci un cenno di intesa a Dahn che comprese alla perfezione dove mi stavo dirigendo dopo che mi sentì recitare la formula magica mentre la srotolavo.

Mi dissolsi nell'aria e tutta quell'atmosfera di pesantezza sembrò disperdersi quando mi ritrovai tra i vischi e le luci festose di Pandemonium.
La musica di Solorius inondava la piazza e i bambini schiamazzavano allegri trotterellando tra le alte guglie.
Dahnael mi fu subito accanto. Si stava scompigliando i capelli appiccicati sulla fronte per l'umidità del posto in cui eravamo stati.
Fu proprio quando giungemmo alla grande piazza del tempio dell'oro che riconobbi in un angolo una sagoma conosciuta.
Se ne stava taciturno appoggiato a una colonna del grande edificio immerso in chissà quali pensieri.
Era Araziel.
Chissà che ci faceva a Pandemonium a quell'ora. Di solito tutti i Daeva come lui nel pomeriggio erano pieni di impegni e di cose da sbrigare.
"Oh", dissi alla sua vista indugiando prima di seguire Dahn. "Stai andando al tempio dell'oro?", chiesi al mio amico.
"Senza i kinah come vuoi che ti offra la cena?", fece lui pragmatico rovistando nella sua bisaccia.
Allargai le labbra in un sorriso a trentadue denti. "Vuoi dire che stai pensando di offrirmi tu la cena, Lamurr?".
"Una volta tanto si può fare".
"E io che pensavo che fossi avaro!", scoppiai a ridere quando lui mi fulminò con lo sguardo. "D'accordo tregua, va a prelevare i tuoi kinah, io nel frattempo mi troverò qualcosa da fare".
Voltai lo sguardo in direzione di Araziel che sembrava avermi notata. Sollevai un braccio indirizzandogli un cenno di saluto e mi avvicinai cautamente al suo angolino.
"Ciao Araz", sorrisi dolcemente una volta che gli fui abbastanza vicina.
"Bimba", disse lui con un mezzo sorriso.
"Ti disturbo?", domandai timorosa.
Araziel scosse appena il capo. "No, sono appena tornato dal percorso di Marcia di Jormungand e sono in pausa".
Annuii, i capelli umidi la dicevano lunga sul fatto che si era preso addosso una bella nevicata.
"Oggi siamo riusciti a sottrarre agli elisiani tutti e quattro gli accampamenti", ghignò sfilandosi la benda dagli occhi.
I suoi capelli gli ricaddero sull'occhio in un ciuffo scarlatto e finalmente potei scorgerne entrambe le iridi.
"E tu, cosa ci fai da queste parti?", mi chiese senza essere, a mio parere, realmente interessato.
"Cenavo con Dhanael, cioè... credo che oggi abbia intenzione di offrire", sorrisi ma balenò nel suo viso un'espressione che non seppi interpretare.
"Araziel", chiesi poi all'improvviso colta da un immediato pensiero.
Lui si accigliò in una tacita domanda.
"Sei mai stato ad Adma?".
Vidi il tiratore guardarmi come si guarda qualcuno che sta delirando. "Credi che abbia voglia di banchettare con i non morti di quel castello?".
"No è che... dovrei andarci per un sopralluogo. Ho il modo di entrarci!".
Il giovane tiratore parve incredulo. "E mi stai chiedendo di venire con te?", domandò. Il suo tono rasentava il sarcasmo.
"Solo se hai voglia di darmi una mano visto che...", esitai, "potrebbe essere pericoloso".
"Io e te?", chiese con un guizzo furbo nelle iridi verdi.
"Io, te, Dahniel e Saephira".
"Dahniel...", disse pensieroso vagando con lo sguardo nella piazza mentre si accarezzava il pizzetto rosso.
"Un tiratore abile come te farebbe la differenza", mormorai.
"E perchè vorresti addentrarti nel castello di Adma?".
"Questo te lo spiegherò solo se mi dirai che sarai dei nostri".
Vidi Araziel ridacchiare scuotendo il capo e passarsi una mano tra i capelli rossi. "Solo se me lo chiedi con gentilezza".
Lo guardai male. "Per favore?", brontolai sbuffando. Non seppi dire se era una domanda o una richiesta.
Araziel distese un sorriso divertito e tornò a fissare il suo sguardo sul mio. "D'accordo, bimba. A quando l'irruzione?".
Sorrisi sollevata da quella risposta. "Oh, presto... molto presto".

[Ciao belliiiii, rieccomi qui con il nuovo capitolo e con una marea di novità. Avevo continuato ad aggiornare il mio profilo Istangram con le immagini dei protagonisti, ma trovandolo alquanto scomodo ho pensato di creare un gruppo apposito. Lì potrete trovare tutte le news, foto e chi più ne ha più ne metta. In questo modo anche chi è più pigro e non vuole recensire può comunque lasciare un piccolo post con una breve impressione. u.u
Quanto alla trama della storia, ci dirigiamo alla svolta. All'intreccio principale. Che ne è stato di Velkam? E Selhen? Riuscirà ad annullare la maledizione di Dahn e a scoprire cosa si nasconde dietro tutto ciò? A presto con il prossimo capitolo ;)]
Ecco a voi il link del gruppo Facebook: https://www.facebook.com/groups/964519573578228/

Cos'è un ribbit di lago:

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top