Capitolo IX: Croce sul cuore
Fidnemid, frazione di Airmed.
Nathalie rientrò tardi; il sole era calato da ore e il gelo si era riversato su di lei senza lasciarle scampo. Abbracciata da insufficienti stracci, utili solo al riconoscimento della sua mansione, batteva i denti e procedeva solitaria sotto i lumi di Airmed.
La pistola le pesava sul fianco aggravando la sua sensazione di nausea mentre la sua mente era tormentata, anzi devastata a causa di ciò che Abby e Alex avrebbero fatto: una colossale sciocchezza.
Entrare nel Coed Diflas equivaleva infatti a correre in direzione della morte, accelerare il lento patimento che quella dannata creazione stava riservando ai suoi abitanti.
Si fermò improvvisamente, per un solo attimo, catturata da un crescendo di schiamazzi.
Una calca strepitante si stava riversando nella strada adiacente a quella percorsa dalla bionda: era l'ora della spartizione delle razioni.
Ognuno di quegli sfollati, giovani e anziani, provenienti dalle zone più disparate del centro città, sembrava un animale: non badava agli altri, ma solamente al proprio sostentamento spingendo in malo modo chiunque gli sbarrasse la strada.
A quella vista la ragazza si ritrovò a pensare quanto fosse stato bello il silenzio che l'aveva accompagnata fino a poco prima. Preferì un ambiente lugubre, le cui note erano sorrette solo dal freddo vento e dagli spettri, piuttosto della visione del decadimento di quegli uomini.
La folla fluì come un fiume, scemò rapida accatastandosi davanti al magazzino della frazione: una villetta a due piani di un colore bianco sporco, dalle colonne corrose e scavate da crepe, in quantità equali ai sostegni in ferro che vi erano stati aggiunti.
Sospirò dunque affranta e procedette verso l'alloggio della sua famiglia.
Da quando aveva fatto ritorno dalle chiome insanguinate della foresta, non aveva più visitato la distante Annwn.
Tuttavia pensava che la situazione non fosse tanto differente dalla propria: anche Abegail dormiva sotto ad un telo, tra l'umidità, gli spifferi, con a disposizione una sola coperta spesso bagnata dalla pioggia.
Non c'era decenza né rispetto verso gli ammalati.
Nathalie si tolse una spalliera della sua sacca, rigorosamente mimetica, poco prima di spostare il telone sporco della tenda. Fu solamente allora che l'aria acquisì un odore familiare e un debole tepore sciolse la coltre di freddo che la attorniava. Subito dopo, accanto a lei, prese vita un rapido spostamento, inevitabilmente braccato dal suo sguardo scuro. Vide sua nonna a letto e il padre che si affaccendava per portare nuove pezze imbevute di acqua fresca e adagiarle sulla fronte della allettata.
Per pochi secondi Richard ebbe un'espressione sgomenta, attaccata dalla paura di sbagliare, di non essere abbastanza. Questa però cambiò radicalmente stato non appena Nat compì il primo passo all'interno del loro alloggio. L'uomo sorrise sollevato e le rughe tagliarono meno in profondità la sua pelle.
— Hey, com'è andata oggi?
Chiese raggiante come se la figlia fosse stata a scuola; faceva finta che tutto andasse bene, ma era evidente quanto la situazione fosse critica.
La giovane non si sorprese, non era la prima volta che notava quella felicità apparente e, purtroppo, se ne dava la colpa. Se non fosse scappata avrebbe potuto cambiare qualcosa.
Magari sua nonna non sarebbe rimasta a cercala nel palazzo in cui abitavano; forse, avrebbe potuto evitare che questo le crollasse addosso.
In quella sua fantasia la donna non avrebbe patito finché non fosse giunto l'inevitabile.
— Nathalie...
Un rantolo viaggiò sfiorando la stoffa dura che circondava i presenti.
Dopodiché Iside si mosse sotto le coperte e alzò una mano per richiamare nuovamente la nipote.
Era pallida e ossea; le vene delle braccia spiccavano grosse e blu oltre la sottile epidermide fiacca.
— Sì nonna, sono qua.
In un baleno Nat le fu accanto raccogliendo il tremore della mano nelle sue piene e calde.
— La Signora Dubols si è superata con questi biscotti, vero?
— Già, lo ha decisamente fatto.
Non era raro sentire l'anziana rivangare il passato come se fosse così vicino, anzi da settimane era diventata una cosa abituale.
Per lei non vi era differenza fra passato e presente, entrambi venivano mescolati di continuo, in maniera confusionaria.
Iside sorrise con lo sguardo spaesato, era confusa e stanca.
Seguirono poi dei passi, il terriccio venne calpestato violentemente finché un intruso superò severo il perimetro della tenda.
Era un alto ufficiale dal vestito elegante, adatto per prendere parte a un'importante cerimonia.
Il cognome di questo spiccava impresso su di una targhetta lacerata e bisunta: Henderson.
Prima che Fidnemid crollasse l'uomo era conosciuto per i suoi progetti fallimentari inviati agli uffici governativi.
— Buonasera Signor Laurent. — Proruppe duro, mantenendo una posa statuaria. — Si chiederà il perché di questa visita, ebbene dobbiamo parlarle di sua figlia e del suo atteggiamento nei confronti della protezione di certe informazioni.
— N-Nat?
L'altro annuì reggendo un'espressione che trasudava ira nonostante una ferma compostezza.
— Cosa ha fatto?
Richard continuò con le sue domande.
Era spaventato, inorridito dagli eventi disgustosi che si stavano creando.
Aiutò la madre a sedersi per farla bere e nel frattempo si apprestò ad avvicinare la figlia, attendendo spiegazioni.
— Visto che siete impegnati, vedrò di andare al dunque. — Come ad accentuare la minaccia altre due figure entrarono nell'alloggio, ognuno di loro assieme alle proprie armi. — Lei conosce bene le leggi della frazione che vi ospita giusto?
Il padre di Nathalie annuì lentamente stringendo i pugni per il fastidio e l'impotenza che sapeva di possedere.
— Come mai non le insegna alla ragazza?
Si aggiunse infine una quarta presenza, indesiderata e detestata dalla fanciulla. Il fisico slanciato, i capelli scuri raccolti in una coda e quegli occhi marroni dal taglio fino, perennemente invidiosi e complici.
Luke fece tre passi accostandosi al generale e ghignando soddisfatto mentre la bionda tentava ancora di comprendere la domanda dell'adulto.
— Di che cosa sta parlando?
Questa non attese risposte e scattò in avanti assecondando il suo solito istinto.
Tuttavia fu riportata al proprio posto con uno strattone del padre.
Richard sapeva cosa li attendesse; contrasse i muscoli della mascella camminando fino ai piedi del letto in cui Iside respirava a malapena e aspettò il terribile verdetto.
— Nathalie Laurent è stata denunciata dal suo capo squadriglia, Luke Henderson, per tradimento e divulgazione di informazioni riservate al circolo dei cercatori di Airmed.
Tale padre, tale figlio.
Pensarono i Laurent nel mentre si irrigidivano, aggrottando le sopracciglia.
Un forte attacco di tosse scosse i polmoni di Richard e, non appena terminò, il calibro dell'uomo fu meno deciso. Sapeva che non avrebbero vinto la causa.
— È solo una ragazza...
Parlò buttando fuori il respiro che gli si era bloccato in gola.
— Oh, questo lo so bene, ma vede — Intervenne prontamente il generale. — ogni conoscenza che gli altri ottengono riguardo i nostri obbiettivi, inevitabilmente ci toglie cibo, acqua potabile e medicine.
Per non parlare degli armamenti!
Esclamò enfatizzando con un gesto delle braccia e invitando i suoi sottoposti ad annuire con il capo.
— Tutto questo comporta maggior malcontento da parte delle tante bocche da sfamare.
Si udì poi una cintura scorrere, il cigolio del metallo risuonare potente dell'abitacolo finché la canna di una pistola fu direzionata in fronte a Nathalie.
— La soluzione che mi sono preposto di dare, sarà una via più rapida di quella burocratica.
Il tempo si gelò; una lastra di freddo coprì ogni cosa e quella scena, che racchiuse le movenze per migliorare la mira del proiettile, parve agire nell'eterno supplizio.
— Cosa stai facendo?
Luke al contempo disfece l'involucro di sicurezza tanto odiato dagli altri; spense il ghigno compiaciuto e tremò impallidendo alla vista delle gesta del genitore.
— Non punti quella cosa su mia figlia!
Nel medesimo istante in cui il giovane si accostò al padre, Richard sfidò l'uniforme dell'invasato.
Sollevò poi una mano, contraendo i muscoli dell'intero fisico.
— La prego, non lo faccia...
Rivide il suo modo di affrontare l'esito dopo aver osservato le altre figure armate e fece ciò che ritenne potesse piacere al generale: si umiliò.
Scese fino a prostrarsi ai piedi di colui che teneva la vita di sua figlia appesa allo scatto di sol un dito.
— Papà...
— Papà, fermati!
I giovani chiamarono i rispettivi padri. Nathalie per pregarlo di smetterla e tornare da lei che, se pur con immenso dolore, doveva accettare le conseguenze insane delle sue parole mentre Luke gridò scioccato, esasperato dai malsani metodi del proprio genitore: non poteva permettersi di rimanere immobile.
Pensò che potesse superare la morte di un uomo, di qualcuno che non conosceva e che lo aveva incitato ad agire, ma la ragazza... Cosa aveva fatto per meritarsi quella sentenza?
Si divincolò e catturò la spalla sinistra del padre, ma fu rigettato all'entrata con le mani di altri militari che lo ghermirono come se fossero delle catene.
— Tenetelo.
Ordinò il generale guardando truce il ragazzo: avrebbe pensato a come farlo crescere in un secondo momento.
— Si alzi! — Sbraitò poi assumendo un sorriso compiaciuto. — Sua moglie ha scelto un altro, non le sembra che sia stato già abbastanza umiliante?
Richard negò con la testa.
Sua moglie era un'altra storia, un capitolo della sua vita concluso da tempo, ma Nat no.
Avrebbe fatto quello e altro per la figlia.
— Si faccia da parte, o sarà lei a riequilibrare gli svantaggi creati dalla ragazza.
La risposta del Laurent fu la medesima di pochi attimi prima, anzi invitò la controparte a fare esattamente ciò che aveva detto, aprendo le braccia e mostrando il busto come se fosse un manichino sul quale allenare la mira. Henderson non attese oltre; sorrise malignamente e premette il grilletto avvertendo il braccio andargli indietro.
Un boato partì dalla piccola canna in acciaio, sprigionò in un baleno una lieve scia di fumo e il proiettile attraversò veemente lo stomaco dell'uomo.
La vista di questo si aprì smarrita e confusa. Inizialmente non avvertì niente eccetto un gran vuoto nelle sue emozioni. In seguito però arrivò il tepore del sangue. Il liquido colò sulla ghiaia del terreno nel mentre Nat urlava disperata.
In quel momento Richard mosse un braccio, indolenzito dal nulla che opprimeva la sua mente, portò una mano in prossimità della ferita e le sue dita si tinsero di vermiglio.
La sua logica lo indusse a comprendere la realtà, così come il suo breve futuro.
Provò a parlare, tuttavia gli riuscì solamente muovere la mascella e produrre versi legati allo sforzo.
Stramazzò completamente al suolo collassando su se stesso.
Non è reale...
Dopo che il generale ebbe riposto la sua pistola, fiero del lavoro compiuto, Nathalie cadde anch'ella in ginocchio.
Il suo fisico tremava, era instabile e maledettamente incredulo.
Fissò per attimi infiniti il corpo del genitore lamentarsi in una posizione indecente per poi portare le mani sul petto di questo.
Sentì gli ultimi respiri, gorgoglii annegati nel sangue, e li fece suoi come se potessero ancora darle una speranza.
— Ti avevo avvertito.
Le parole del carnefice la sfiorarono appena: era rinchiusa in una bolla di incomprensione.
Poteva essere tutto un terribile incubo?
Non era giusto che lui si fosse preso la sua punizione.
La ragazza sentì nuovamente la coscienza macchiarsi: aveva rovinato la sua famiglia.
Si udì lo spostamento delle presenze in uniforme e lo strillo dell'anziana.
Nat sollevò lo sguardo continuando tuttavia a far pressione sul corpo tiepido di Richard. Vide l'assassino voltarle le spalle e procedere verso l'uscita senza fiatare, con un temperamento fiero e composto. Infine saettò gli occhi in direzione di Luke e si sentì oppressa; non riconobbe l'espressione afflitta di questo.
— Luke, — pianse. — ti odio!
Il ragazzo venne spinto con irruenza oltre il tessuto della tenda e l'attenzione dei passanti lo svestì della sua padronanza delle emozioni.
Ascoltò in uno stato di trance la voce di Iside, debole e affaticata che provava a richiamare l'uomo deceduto per poi ricevere un secondo strattone.
Cosa aveva fatto?
— Nathalie vieni da me...
All'interno della tenda la donna aveva optato per usare le sue misere energie affinché la nipote ragionasse lucidamente: cosa al quanto difficile.
— Tesoro, non piangere, per favore.
Con rancore Nathalie si allontanò dal cadavere del padre, mantenendo comunque gli occhi puntati sulla sua figura; sul volto dai linearmente tirati per lo spasimo e la sorpresa.
— È colpa mia! Solo colpa mia!
Riuscì a gridare esaurendo il respiro. Aveva le gambe cedevoli e le guance rigate dal mascara colato.
— Non è vero, ti prego calmati e ascoltami.
Iside aveva un calibro rauco e la fatica alimentava ogni sillaba emessa.
Tuttavia mosse le braccia per cercare la nipote e condurla più vicina a sé.
— Tesoro devi andartene da qua...
Nathalie trasalì.
I suoi ricordi riaffiorarono e gli incubi si fecero avvertire sulla pelle.
Quel sangue che non aveva potuto vedere scorreva sulle sue gambe sotto alla pressione di un corpo distrutto.
— Fallo per me, fallo per lui.
Continuò l'anziana vedendo la resistenza nei tratti dell'altra.
Nat molleggiò un poco facendo profondi respiri e si morse le labbra mentre i suoi occhi rigettavano forti emozioni.
— Se me ne vado, tu vieni con me!
Il tremore della voce rese l'affermazione meno autoritaria, una supplica gettata al vento.
— Non posso, non riesco più ad alzarmi senza un aiuto.
Ti sarei di intralcio e poi, — Sbuffò la donna cedendo ad un attacco di tosse. — è giunta la mia ora.
— No! Io non ti lascio qua da sola!
La ragazza fece finta di non aver sentito quelle ultime parole, passò sopra alla magrezza di sua nonna; agli anelli che fuggivano dalle dita di questa e si ritrovò a digrignare i denti mentre il suo fisico giurò che sarebbe collassato tra non molto.
— Nat! Farà male, ma se è l'unico modo per salvarti devi prendere di nuovo quella via! — Proseguì Iside alludendo al Coed Diflas. — Senza ripensamenti.
Non rendere vano il sacrificio di tuo padre, lui voleva vederti al sicuro.
La bionda si concentrò stralunata sulla fisionomia della donna. La treccia di questa era arruffata e poco stretta segno dell'inesperienza del figlio mentre gli occhi erano sbiaditi; due biglie color cobalto, uguali al cielo annuvolamento.
Infine rifletté su ciò che aveva udito.
In troppi si erano sacrificati affinché lei stesse al sicuro: non poteva accettarlo.
— Non devi essere forte. — Ribatté come se ogni passione fosse colata al di fuori di lei. — Era tuo figlio, non pensare solamente a me!
Iside soppesò ogni parola e dopo aver preso fiato senza strozzarsi, continuò la sua opera. Sperava di riuscire nell'intento.
— Hai ragione, non devo essere forte anzi non lo sono affatto, ma tu sì. — Cercò all'interno della sua camicia da notte e estrasse un'antica croce in argento tenuta al collo da un filo da cucito. — Tu devi andare avanti e vivere!
Pregherò per te finché avrò fiato e questa, — Porse l'oggetto dalle innumerevoli decorazioni alla nipote. — questa ci terrà unite.
Dopodiché afferrò la mano della giovane, la stessa in cui aveva riposto il ciondolo, e se la portò al petto come a suggellare una promessa: l'ultima.
— Raggiungi Abegail...
Angolo autrice:
La prima cosa che vorrei dirvi è: scusate!
Aggiungo: non ho finito di far soffrire così tanto i protagonisti, ma la verità è che non so neanche quando tutto questo finirà...
L'intento del capitolo era obbligare Nat a seguire Abegail e Alexander, ma ne è uscito fuori qualcosa di straziante...
(oltre che eccessivamente lungo)
O almeno così mi sono sentita nel rileggere questa parte prima della pubblicazione: straziata.
(non sono del tutto priva di cuore ^^')
Iside ha avuto un bel coraggio resistendo alla malattia per far ragionare e consolare sua nipote, tuttavia capirete che questo addio le costerà la vita...
Curiosità: chi si ricorda la parte in cui Nat pensa che se avesse rivelato la verità su Fidnemid, Richard e Iside l'avrebbero costretta ad attraversare il Coed Diflas?
Comunque sia spero di non star esagerando... Volevo che la sciagura di Fidnemid non fosse una cosa superficiale, scontata e credevo che raccontarla nei dettagli fosse l'unica maniera giusta...
Vi aspetto nel prossimo capitolo! ❤️
Capitolo X: "L'inizio della fine"
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