CULTISTI, CANNONATE E CARNEFICINA
L'AVVENTURA CONTINUA!
Decisi più che mai a salvare i loro compagni di sventure, i nostri marciano attraverso la giungla a passo spedito, arrivando all'accampamento dei cannibali ma trovandolo stranamente disabitato, con solo pochi guerrieri a fare la guardia sui muri che vengono rapidamente sconfitti dopo che i nostri hanno usato delle granate raccolte nel relitto per far saltare il portone.
Il tutto grazie alla missione d'infiltrazione di Shen, che trucida due guardie prima di fare il kaboom.
BRV.
Fortunatamente, nel villaggio (dove i pochi non-combattenti quali bambini e anziani hanno capito che è meglio star buoni), riescono a trovare armi ed effetti personali dei loro compagni, ma solo dopo aver visto un fumo in lontananza capiscono che i guerrieri della tribù li hanno portati al faro.
Attraversata di corsa la giungla, i nostri raggiungono la scogliera dove si erge il faro semi-completo, e davanti al quale i cannibali hanno assemblato una recinzione di feticci e un grosso calderone in cui intendono cuocere a fuoco lento i prigionieri, cosa a cui il party reagisce sulla falsariga di NonSiDevonoPermettere.mp4, così si lanciano all'assalto.
Shiro decide di vestirsi con ossa spolpate trovate in giro per fare paura ai cannibali, perché i criminali sono una marmaglia codarda e superstiziosa, e all'inizio sembra anche funzionare, fino a quando verosimilmente Kotaro non dice che Shiro "Non è quello vero! Tu non ha Martello!", credendo che il Warlock volesse farsi scambiare per l'Imperatore dell'Outworld.
In compenso, Shiro riesce a scagliare Anatema su un paio di scagnozzi base, anche se il capotribù se ne batte il belino.
Baldanzosi e convinti che non sia una rogna troppo grossa, elaborano un piano, e Tarsem, su suggerimento di Shiro, getta nel fuoco del calderone diversi otri di olio infiammabile, interrompendo il rituale e facendo un bel diversivo.
Tuttavia, si rendono conto di aver sottovalutato il pericolo, soprattutto quando il capotribù dei cannibali (che per la cronaca è una sorta di uomo-montagna che impugna due mazze chiodate grosse come persone come fossero manganelli leggeri) si rivela avere del sangue oni raddoppiando di taglia sul posto, per poi gettarsi alla carica distribuendo legnate nelle gengive con grande generosità, mandando Shiro, Shen e Akira a 0 punti ferita almeno 3 volte ognuno e rivelandosi così carburato a cazzimma da resistere persino a fucilate in piena faccia.
Letteralmente, si becca in faccia 4 mirati, 1 critico e una fiammata di quelle dure e pure (e questo solo da Shiro, figurarsi dagli altri due) e la cosa serve solo a ricordargli con estrema precisione come mai vuole il party molto ammazzato.
Il party si ricorda rapidamente di NON trovarsi in "Ken il Guerriero", e che quindi avere dei muscoli grossi come putrelle è, in effetti, un vantaggio nel menare le mani.
Dall'altra parte dello scontro Tarsem resiste praticamente da solo contro l'altra metà dei cannibali, ma riesce a rovesciare le sorti dello scontro quando libera Hawa e Kamran, i quali lo aiutano a liberare gli altri e lo proteggono a spadate e incantesimi, e proprio quando l'incazzatissimo ma comunque provato gargoyle è l'ultimo rimasto in piedi e il TPK sembra inevitabile, egli si lancia in picchiata sul capotribù dei cannibali e gli trapassa il cranio con il suo rampone, coniugandolo finalmente al trapassato remoto, e di fronte alla caduta del loro capo i pochi cannibali superstiti scappano urlando verso il villaggio.
Dopo essersi leccati le ferite, i nostri esplorano un po' il faro, scoprendo che la struttura è quasi completa, nonostante i fantasiosi graffiti fatti col sangue dai cannibali nella stanza del piano terra, e che con qualche giorno di lavoro si potrebbe ripararlo e renderlo operativo, e a quel punto sarebbe possibile segnalare a una nave di passaggio e andarsene dall'isola!
Tuttavia, c'è qualcosa di sospetto all'orizzonte: una strana montagna brulla e biancastra che dà un'aria sinistra, quasi fosse un... Monte Calvo...
https://youtu.be/b756FPiLlp8
Comunque sia, PG e PNG sono più che pronti a mettersi al lavoro, e solo allora si ricordano di aver dimenticato tutti gli attrezzi e provviste al campo base originale.
Una sequela di bestemmie più tardi, Tarsem e Shen si offrono di prendere una canoa dal villaggio dei cannibali (ragionando che, avendo ammazzato il loro guerriero più forte E buona parte dei guerrieri, abbiano capito l'antifona), quand'ecco che Neferet si unisce a loro, e lungo la strada la medusa piratessa rivela loro di essersi recata nel Tian Shen, dove è salita sulla Perla delle Nubi, dopo aver saccheggiato un archivio della Marina Imperiale, trafugando una mappa del tesoro appartenuta a un capitano di Saqqatra (dibbase, la Tortuga del Mare dei Mostri) che, secondo le dicerie, avrebbe sepolto il suo tesoro proprio su quell'isola, e dato che il luogo segnato sulla mappa è proprio sulla strada...
...si distraggono quando scoprono che il campo dei cannibali è stato distrutto, il villaggio è deserto e saccheggiato, e non vi è traccia di nessuno se non delle chiazze di sangue in giro, una strana arma che pare una accetta ricavata da una mandibola di animale, e il cadavere del vecchio saggio (quello che aveva avvelenato le armi dei guerrieri), che i misteriosi assalitori hanno smembrato e scorticato prima di 'impanarlo' di polvere d'osso e impalarlo nella capanna del capo, come una sorta di orrido monumento a una vittoria.
Toccata di maroni generale, e si parte con la canoa, mentre si attraversa i corsi d'acqua i nostri devono respingere degli ippopotami, intenzionati ad accopparli per il crimine di essere entrati nella loro visione periferica, ma che si rendono conto che quando sei solo di taglia Grande non impressioni un baleniere o una lupa di mare, specialmente una che ti pietrifica con lo sguardo.
Non lo fa in questa occasione specifica, ma ne è in grado, ricordiamocelo.
Raggiunto il campo e recuperati capra & cavoli, si risale il fiume, scendendo a metà strada per recuperare il tesoro, che guarda un po' si trova in mezzo a delle sabbie mobili, ma fortunatamente la mappa è anche una pergamena magica, con iscritto l'incantesimo Trasmutare Terreno, il che permette ai nostri di solidificarle quanto basta da scavare (Tarsem ci mette un attimo perché, non avendo fatto stretching quella mattina, ha fatto un tiro basso) dove c'è la X e recuperare il forziere.
A complicare le cose, vengono aggrediti da dei vermi di gora, una strana specie di draghi minori di forma serpentoide che nuotano nel fango, e cercano di intrappolarli nel loro sputo colloso che dissolve il terreno in fango appiccicoso, Shen quasi ci rimane secco ma il rampone di Tarsem e l'ancorotto impugnato da Neferet a mo' di mazzafrusto mettono le bestiacce in fuga.
Purtroppo, Neferet HA stavolta tentato di impietrire le bestiacce, e dico purtroppo perché, a causa della loro affinità elementale alla Terra, la cosa non ha funzionato.
Ritornati al faro, i tre festeggiano con un barile di grog per poi andare a riposare, o meglio solo Tarsem perché Neferet decide di continuare i festeggiamenti acchiappando Shen e portandoselo nella camera più alta del faro, per un po' di sano Snu Snu.
E Shiro rosica, perché, se ricordate, aveva messo gli occhi sulla piratessa.
Dentro il forziere del tesoro i nostri trovano pezzi d'oro e gioielli per un valore di diverse migliaia nella valuta corrente, più degli oggetti magici, inclusi uno strano yukata con delle toppe segnate da caratteri, una lancia di fuoco, un cappello di paglia nello stile di Shakenda (immaginatevi quelli dei pastori Basotho del Sudafrica) con l'incantesimo Camuffare Sé Stesso, e un pendaglio a legame elementale che permette di infondere danni da fuoco in un'arma.
Sulle prime Shiro cerca di imboscarsi tutto per sé, ma gli altri lo riducono a più miti consigli.
Il giorno dopo, i nostri sono svegliati da un tremendo rombo di tuoni e onde, e quando escono dal faro vedono delle grandi nubi ammassarsi intorno al Monte Calvo (versione non ucraina), il rombo continua per circa mezz'ora, poi un'ora di silenzio e infine un'altra mezz'ora di rombo.
La cosa preoccupa tutti, ma per ora si decide di focalizzarsi sul faro, che ha bisogno di riparazioni urgenti.
Shiro e Tarsem decidono di andare a cercare legname e attrezzi su un relitto là vicino, e stavolta è Kamran a unirsi a loro, infatti il nobiluomo prasiddhani si era in origine recato nel Tian Shen in quanto in origine egli lavorava per la marina prasiddhani, come investigatore sulle attività pirata finché non lo hanno incastrato, e guarda caso aveva sentito che uno dei suoi contatti, un capitano pirata di Tian Shen, era naufragato proprio sull'isola, e secondo lui sul suo relitto potrebbe trovare prove che lo scagionino.
Lungo il percorso in canoa i tre vengono attaccati da delle piante carnivore, ma riescono a evitare di essere fagocitati, soprattutto grazie a Kamran, il quale si rivela un abilissimo tattico nel coordinare e supportare i compagni.
Sul relitto, i nostri cercano di fare attenzione, ricordandosi la tendenza dei morti a non stare morti su quest'isola, e proprio mentre stanno cercando di rovistare nella cabina allagata del capitano, questi appare dietro Tarsem, come un orrido fantasma che lo attacca, al grido "Ammutinamento!!!" con tale furia da mandare il barbaro a terra, lasciando Shiro e Kamran a vedersela col folle spettro e con i vestigi spettrali della sua ciurma...
Cosicché recuperano Tarsem dall'acqua e fuggono, ma Shiro ascolta i vagheggiamenti furiosi del capitano fantasma, e con un critico su Persuadere riesce a calmarlo, poi tracannata la pozione del respirare sott'acqua nuota fino alla cabina, dove lo trova (fun fact: fuori dall'acqua il capitano fluttuava come sommerso, ma sott'acqua cammina normalmente) a tentare disperatamente di estrarre qualcosa da uno scompartimento, fallendo in quanto ormai uno spirito senza corpo.
Shiro, con la massima cautela, si avvicina e lo apre, tirando fuori una custodia da pergamene, che il fantasma apre tirando fuori quello che si rivela un ritratto del suo amato, un certo Ruyin che vive sulle isole meridionali di Yokaeshima, e riuscito a vederlo un'ultima volta tira un sospiro di sollievo e passa oltre, permettendo ai nostri di rovistare liberamente e trovare le prove di Kamran.
È una volta tornati al faro che i nostri scoprono una botola sul pavimento, che d'improvviso tonfa come se qualcosa di sotto volesse entrare.
Superato il momento di discreta inquietudine, i nostri lo aprono e scendono, venendo accolti da un'atmosfera calda e umida che puzza di acqua marina stagnante e di materia organica in putrefazione, al punto che è difficile respirare, e sul fondo trovano un pavimento lastricato di ossa sia animali che soprattutto umanoidi, al che suppongono che i cannibali la usassero come fossa dei sacrifici.
Scendendo più in profondità, passano per un corridoio allagato, in cui galleggiano numerosi cadaveri umanoidi, e dall'acqua spuntano delle figure che si rivelano essere dei ghoul, non-morti carnivori intenti a smozzicare i corpi galleggianti.
Parte allora l'imboscata, e i nostri riescono a uccidere tutti i ghoul senza essere troppo feriti o infettati.
Ma non festeggiano troppo, perché in quel momento si accorgono di due cose:
Primo, alcuni dei cadaveri che i ghoul stavano divorando sono orribilmente deformati, anneriti e parzialmente mutati con artigli, corna e zanne.
Secondo, da una fossa in cui l'acqua defluisce viene una zaffata ancora più calda, che puzza di carni bruciate e fumo acre, oltre a un inquietante bagliore rossastro.
Una ritirata strategica più tardi, i nostri stanno tornando di sopra, quando trovano una bottiglia con dentro un messaggio... l'ultimo messaggio della capitana Malika, un mea culpa sulla distruzione della sua nave e la morte della sua ciurma, e sul demone d'avorio avvolto di pelle elfica che l'ha asservita e abbandonata ad un fato peggiore della morte.
Fattisi coraggio, i nostri si preparano alla pugna, con Neferet e Kamran che insistono nell'aiutarli contro qualunque cosa sia là sotto, e ci si rende conto che quelle erano Loyalty Missions.
Nella fossa, i nostri trovano un antico tempio in stile vagamente indiano, con grandi archi e colonne decorate e statue di mostruosi guerrieri che circondano un altare che spunta in una vasca di sangue, e deducono che questo doveva essere un luogo di culto dedicato ai Rakshasa, costruito dall'impero Srivana durante gli ultimi anni della precedente era, e che di conseguenza è antico di almeno 10.000 anni.
Roba fatta per durare, minchia.
Poi notano che sull'altare c'è il cadavere di un uomo, vestito da onmyoji e orribilmente sfigurato, come se fosse stato arso vivo e divorato al contempo... e cosa ancora più strana, un avvoltoio con zoccoli d'asino al posto degli artigli e gli occhi che brillano come tizzoni è appollaiato nella cassa toracica scoperchiata, accogliendoli con uno stridio che suona più come un grido di donna.
Al che dalla pozza emergono dei ghoul, i nostri li ingaggiano in combattimento e parte la pugna, quand'ecco che l'avvoltoio vola in mezzo ai nostri e assume la sua vera forma: un torreggiante mostro non-morto essiccato come una mummia, avvolto di fumo e ceneri come mantelli, con fiamme rosse che sprizzano dagli squarci nella pelle cinerea e da ogni orifizio, più due corna come rami in fiamme e gambe digitigrade che terminano in zoccoli d'asino.
I nostri avevano già capito che la capitana Malika era stata morsa e, a causa della sua stirpe di genio, si è trasformata in un ghul.
Nella disperata battaglia, alla fine Akira riesce, con l'aiuto degli altri, ad abbatterla e a dissolverla, e Shiro esegue anche un rito funebre con tanto di pira improvvisata... peccato che il giocatore di Akira scherzi in meta-game che magari questo fuoco la possa resuscitare.
Dopo che il Master ha ghignato come si riteneva possibile solo per il figlio bastardo di Venom e della Bocca di Sauron, la cosa effettivamente succede, e bisogna trucidarla di nuovo.
Mentre si leccano le ferite dopo questa battaglia dai risvolti tragici, gli altri fanno la conoscenza del nuovo arrivato che si è unito allo scontro: il suo nome è Riski, ed è un nekomata proveniente dall'Arcipelago di Nagabuwan (dibbase, una versione fantasy del Sud-Est Asiatico marittimo tipo Malesia, Filippine e Indonesia, i più ignoranti si immaginino Kumandra), il quale dalla sua vera forma di gatto marmorizzato con due code riassume il suo aspetto umanoide di nano, che gli altri naufraghi riconoscono come uno dei marinai dell'aeronave.
A quanto sembra, durante quella notte fatale Riski non ha bevuto il vino drogato, ma è stato comunque sbalzato fuoribordo durante la tempesta, tuttavia usando un aliante di sicurezza è riuscito a planare fino all'isola, dove si è schiantato in mezzo alla giungla ed è stato catturato dai cannibali, che lo hanno gettato in sacrificio ai pisacha che infestavano quel tempio sotterraneo e al loro leader, un vecchissimo onmyoji di nome Kotaro (che a quanto pare è 'sto malamente morto invece che l'uomo-montagna di prima, c'est la vie), e stavano per divorare anche lui quando un'altra vittima, Malika, è stata divorata per prima per poi animarsi come ghul, i cui schiavi non-morti hanno scacciato i pisacha dal buco in una feroce battaglia mentre lei divorava Kotaro, le cui ultime parole sono state: "Non è questo che i Rakshasa mi avevano promesso!!!"
E infatti, nel tempio vi sono alcuni indizi sul fatto che un tempo questa isola fosse un avamposto dei rakshasa, e che ci siano altre strutture in giro, inclusa una nella collina bianca.
Tuttavia, dopo un po' di discussione si vota di ritardare l'assalto alla suddetta, in quanto è imperativo rendere il faro funzionante e massimizzare le chance di lasciare l'isola.
In particolare, alcune delle lenti volte a concentrare la luce del faro si sono rotte, e serve di fabbricarne di nuove...fortunatamente, Hushang fa notare che, dall'altra parte della baia, ha avvistato col cannocchiale quello che sembra un cratere di impatto di un asteroide, e che sulla spiaggia si potrebbe trovare del vetro adatto all'opera.
Tarsem e Riski prendono la canoa, ma Hushang insiste sull'accompagnarli, infatti egli ha notato il cratere a causa di una vaga luminescenza verde, ed è convinto che lì egli possa trovare un particolare cristallo che l'organizzazione cui appartiene potrà usare per spezzare una maledizione che incombe sulla loro terra.
Il viaggio è abbastanza tranquillo, ma c'è una complicazione: il cratere è sulla spiaggia e nel corso dei secoli si è riempito d'acqua, divenendo una piccola laguna. I tre si mettono al lavoro nel cercare frammenti di vetro abbastanza limpidi da poter essere usati, e alla fine riescono a raccoglierne abbastanza, a quel punto Tarsem si offre di immergersi con Hushang per scandagliare il fondale, mentre Riski, che nonostante gli anni passati su una nave pirata ha scarso apprezzamento per l'acqua, rimane sul bordo a cercare altro vetro e fare il palo.
Il che funziona bene, se non che a un certo punto Riski sente la voce di Hushang chiamare aiuto dall'acqua, e quando si avvicina non fa neanche in tempo a notare un tremendo fetore di alghe marce e pesce putrido che delle fauci gigantesche lo avviluppano, ingoiandolo intero e trascinandolo sotto la superficie.
Nel mentre, Hushang e Tarsem sono giunti nuotando fino al fondo del cratere, che è pieno di alghe e coralli dalla strana luminescenza verdastra, e in mezzo a vecchi scogli trovano un grosso cristallo di peridoto luminescente.
Ma risalendo, si rendono conto che uno scoglio si è appena mosso.
Ahia.
Tarsem lascia a Hushang il cristallo e nuota verso lo scoglio, rampone alla mano, ed è allora che lo scoglio spalanca le fauci e tenta di divorare anche lui!
La lotta tra il gargoyle e la strana bestia si fa serrata, ma le sue fiocinate e i graffi dall'interno di Riski riescono infine a spingerla a rigurgitarlo.
Con l'aiuto di Hushang ritornano alla superficie, ma la creatura li insegue sulla spiaggia, e a quel punto possono vederne l'aspetto: una grossa bestia semi-quadrupede che pare un misto (particolarmente) brutto tra un rospo e un pesce pietra, la cui spessa pelle bitorzoluta è incrostata di coralli e altri organismi, e la cui testa è dotata di due piccoli occhi verdi e di immense fauci con triple file di denti simili a schegge di vetro verdastre.
Insomma, uno schifo brutto a forma di schifo peggio.
La riconoscono come un faru-fureta, un elusivo predatore sovrannaturale tipico delle scogliere e barriere coralline di questi mari del sud, che utilizza la sua capacità di generare illusioni per attrarre prede umanoidi verso una orrida morte.
Mai un attimo di tregua, al Teschio della Tiranna.
E il bestione si rivela anche un avversario ostico, ma alla fine gli sforzi dei tre riescono a metterlo in fuga con la coda (ammesso che ce l'abbia) tra le zampe mollicce.
Nel mentre, Akira e Shiro decidono di andare in avanscoperta presso alcune strane rovine presso la costa opposta, e a loro si associa Chuluun, la quale lungo la strada mostra loro uno strano manufatto: un cilindro composto di diverse placche metalliche mobili, fatte di uno strano metallo nero iridescente e magnetico, più alcuni cristalli incolore che riflettono la luce in diverse tonalità, incastonati in due cerchi alle due estremità, chiaramente costruito con una combinazione di magia e tecnologia ben oltre il livello attuale.
Manca solo che ci sia appiccicato sopra un post-it con la scritta "maggia potttentte!", per chiarire che 'sto coso è importante e di valore.
La mercante arpia spiega loro di aver acquisito a caro prezzo il manufatto in un mercato nero di Yokaeshima, da dei contrabbandieri che dicevano fosse un artefatto degli antichi regni Aboleth, ma gli arcanisti della gilda non sono riusciti a farlo funzionare in nessun modo, come se gli mancasse l'energia necessaria a funzionare... ma in quelle rovine, durante un giro di ricognizione lei ha visto strutture fatte con lo stesso metallo, e quindi spera di trovare lì delle risposte.
Per chi non lo sapesse, gli Aboleth sono dei... cosi senzienti e potentissimi, a forma di pesci tentacolati, la cui antica e possente civiltà è, a detta loro, precedente agli stessi Dei.
Giunti alle rovine, dopo un breve scontro con un alveare di ragni giganti incluso uno slalom tra gli alberi e il terreno coperti di ragnatele, dalle forme e dai materiali le rovine si confermano aboleth, e i nostri si rendono conto che i rakshasa vi avevano costruito attorno una piccola roccaforte, forse a scopo di impedire a chicchessia di ficcanasare mentre loro le studiavano, e si trovano di fronte alle rovine di uno scavo archeologico!
No, non c'è Indiana Jones che cerca di buggerare i Nazi alla ricerca dell'Arca dell'Alleanza, ma sarebbe stato interessante, come se il party non avesse già abbastanza problemi.
Dando un'occhiata in giro, si rendono conto che nelle rovine vi sono nove pilastri dotati di cristalli simili a quelli sul cilindro, e che grazie a maniglie chiaramente non pensate per mani umanoidi essi possono essere orientati, in modo da canalizzare la luce solare che viene rifratta dal cristallo centrale, in modo da farla entrare in un ultimo cristallo che si trova sopra una strana struttura di pietra e metallo nero, che al centro ha un altarino che sembra proprio fatto apposta per incastrarci il manufatto!
Ma potrebbe essere così facile?
Ovviamente no, e infatti il loro armeggiare intorno ai pilastri fa si che un immenso costrutto di pietra, che dal design simile a un demone zannuto fa supporre sia stato lasciato lì dai rakshasa, si attivi e cominci ad inseguirli.
Sulle prime Akira e Shiro provano ad affrontare il golem, ma dopo aver visto i proiettili a malapena scalfire la pietra incantata e soprattutto dopo essersi presi i suoi pugni rocciosi in faccia, si rendono conto che l'avversario è troppo forte, ma fortunatamente notano che non è molto intelligente, limitandosi ad inseguire lentamente il bersaglio più vicino, e su consiglio di Chuluun fanno gioco di squadra per tenerlo distratto mentre orientano i pilastri.
Alla fine, riescono a far funzionare le rovine, la luce viene canalizzata e a quanto sembra convertita nell'energia che carica il manufatto, facendolo levitare in aria e illuminandone i cristalli, e il golem si ferma per poi sgretolarsi, così i nostri se ne tornano alla base con la gasatissima Chuluun, la quale pianta un bacio a stampo ad Akira (con la lingua dentata tipo quella delle oche).
Oh, de gustibus.
E altre due Loyalty Missions completate.
L'avventura procede, e ci si prepara allo scontro finale... ma riusciranno i nostri eroi ad evitare tutto quanto il Master possa tirar loro contro, e a non rischiare di nuovo il TPK?
Lo scoprirete... nella prossima puntata!
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