TRA TOELETTA, GALANTERIE E TROMBE DI PETTO
Cara Penelope,
chiedo venia per la precedente distrazione che vi ho recato. Concordo con voi, avete perfettamente ragione. Quel genere di pensieri non mi si addicono, specie all'argomento che ho deciso di proporvi. Sono enormemente dispiaciuta che le mie riflessioni insulse abbiano distratto il tema di discussione che vi ho proposto, giorni or sono.
Mi auguro che non abbiate mutato la buona opinione che avete nei miei confronti.
Comunque voglio tranquillizzarvi.
Malgrado la mia precedente ribellione al tema di cui dobbiamo discorrere, non sono affatto venuta meno ai miei doveri. Il matrimonio di mia sorella Carlotta ha seguito l'ordine prestabilito e tutto si è svolto senza incidenti.
Ebbene sì.
La strada di Carlotta e di Messer Alberto ha proseguito lieta il lietissimo cammino di gioia, fedeltà ed obbedienza che è il matrimonio. E'risaputo che i matrimoni seguano tutti gli stessi identici passi, le stesse identiche isterie e le medesime lamentele...eppure ognuno sembra diverso e unico, non trovate?
Comunque adesso mi atterrò al rigore nei confronti dell'obiettivo che mi ero prefissata poiché mi rendo conto di essere capricciosa ed incapace di provare uno spirito di sopportazione cristiana. Non è affatto vero che i matrimoni siano solo causa d'impicci.
Per esempio, essi sono anche fonte di notevoli benefici.
Mia sorella ne è un caso evidente e lietissimo. La sua indole sta subendo un temperamento mai visto, grazie alla naturalmente benefica presenza di Messer Alberto. Per merito di questo gentiluomo di alta virtù, ella ha smesso di di pungolarmi e di sottopormi alle sue continue lamentele per ogni minima sciocchezza. Ora lo fa con cognizione di causa, avendo come oggetto dei propri amorosi sensi il suo promesso, l'esimio, virtuoso e raffinatissimo Messer Alberto.
Confesso che gli effetti del matrimonio hanno un fascino che mai ho riscontrato in altra cosa, sebbene tale affezione mi appaia fosca e inquietante se applicata alla mia consanguinea. Ammetto però che l'invidia delle attenzioni nei confronti di Carlotta stia alterando la mia capacità di giudizio, mostrandomi più odiosa e intemperante del consueto.
I passi che la stanno conducendo alle liete nozze sono stabiliti e rigorosamente rispettati, grazie al rigido controllo della signora Madre che ne tutela le azioni ed i pensieri.
Fedele a questo precetto, Messer Alberto prosegue le visite nella nostra casa, porgendo il suo quotidiano saluto sotto la finestra, a bordo di un fine destriero. Ultimamente gira con un cavallo grigio perla, anche se la scorsa volta era marrone...ma, in fondo, chi sono io per criticare e sollevare simili osservazioni? L'episodio increscioso della volta precedente torna beffardo alla mia memoria e, pur non volendo (posso giurarlo!!!), la mia lingua ricorda meschinamente quelle cose. Per fortuna, la mano severa di Zia Mena, della signora madre e della mia balia controlla questa insensata abitudine...ma è difficile. Le visite di Messer Alberto sono accompagnate dai suoi augusti genitori che fanno da corollario alle sue gesta, con lo stesso affetto di due mastini rabbiosi. La signora madre ha apprezzato questa scelta, gradendo la visita della signora Della Rovere.
Messer Alberto non si è naturalmente limitato a porgere il saluto. Come ben sai, oltre a questa pratica, vi è quella della toeletta. Il futuro consorte deve fare compagnia alla sua fidanzata per tutta la delicata fase di preparazione della giovane fanciulla. E'un momento molto delicato, giacché la toeletta è un luogo notoriamente proibito ad ogni uomo. In quanto futuro marito, tuttavia, Messer Alberto è sollevato da questo obbligo e può dunque visitare Carlotta senza alcun timore per la creanza. Una delle pratiche seguite dalle convenzioni, che dicono sempre il vero, altrimenti i mortali non le rispetterebbero tanto pedissequamente, è la toeletta, come ho già spiegato.
Zia Mena mi ha istruito severamente in merito, anche se è stato difficile seguire tutto il corretto ragionamento della sorella del signor padre. I sospiri queruli e le risatine di Carlotta hanno fortemente disturbato l'acquisizione di questo sapere, unite al terribile pensiero del mio futuro. Zia Mena sostiene che anche io acquisirò una medesima condotta, quando vivrò la stessa vicenda di Carlotta ma questo ragionamento, per quanto bello e terrificante, mi risulta razionalmente incomprensibile e un po'tremo all'idea che questa Cassandra possa dire il vero.
E'costume, come ben saprai, che il fidanzato della giovane fortunata, partecipi alla toeletta mattutina, consuetudine sacra e insindacabile della specie muliebre. E'consuetudine che si presti alle bisogna della gentil pulzella, operando affinché la leggiadria del suo aspetto raggiunga il massimo beneficio possibile...operazione che dura delle ore, come è noto.
Aaah, che immenso sacrificio deve essere! In ogni caso, l'ufficio della toeletta del corteggiatore consiste nel partecipare a questo sacro momento, condividere il consorzio emotivo e sentimentale della propria amata, in tutte le sue sfumature...ed ovviamente sorridere.
Sorridere.
Sorridere come se dalla parola della fidanzata dipendesse la propria vita.
Fedele a questo precetto, Messer Alberto si presentò negli alloggi di Carlotta e venne ricevuto da cameriere ed un ricco stuolo di servi di vario genere. Ha incantato tutti, togliendo la parola ai presenti, con il suo farsetto color zafferano ed il suo profumo di rosa. Persino io ho avuto serie difficoltà ad articolare ogni pensiero, quando ho avuto la fortuna di averlo vicino. Forse era colpa dell'essenza di rosa, capace di provocare spiacevoli amnesie al mio intelletto. Zia Mena quel giorno era presente nella casa e, come donna nubile della famiglia, si è accomodata su una graziosissima sedia imbottita. Io l'ho seguita a ruota, prendendo posto accanto a lei e molto lieta di non essere sola ad assistere all'incontro tra Carlotta e Messer Alberto. -Prendi nota di ciò che sta accadendo, Perla- mi ha sussurrato zia Mena- perché potrebbe succedere pure a te.-
Cara Penelope, vi prego di non scandalizzarvi. L'eccessiva confidenza di mia zia in siffatte circostanze può risultare sgradevole ma il fatto era tale che non si poteva guardare a simili sottigliezze. Comprendevo io stessa l'importanza del momento. Questi incontri, sia pure disciplinati dall'etichetta, erano l'unica occasione in cui Messer Alberto e mia sorella si sarebbero incontrati prima delle nozze.
Pensa quanto possa essere avvilente non poter conoscere il proprio sposo in maniera approfondita, prima di pronunciare i voti solenni. Posso capire una monaca, ma una fanciulla, sottoposta al destino di un matrimonio mortale, ha bisogno di queste informazioni, per potersi adattare allo stile di vita del proprio compagno.
E'uno strumento di sopravvivenza...per questo motivo, non me la sento di condannare completamente Carlotta e la sua irritante civetteria. Naturalmente, questa benevolenza è sorta poco dopo la conclusione delle nozze. All'epoca dei fatti, il mio animo era assai meno benevolo e docile.
Carlotta cambiò profondamente in quel periodo. La vedevo fare mosse insolite per il suo sentire, come passarsi la mano intorno al collo quando non ve ne era bisogno, al solo scopo di mostrare la pelle nivea ed esaltare la chioma bruna. Lanciava languide occhiate all'indirizzo del suo futuro consorte attraverso lo specchio e faceva le sue richieste con una voce dolce che non aveva mai sentito uscire dalla sua bocca. Forse la signora madre nonna Adele dicono il vero, quando parlano della metamorfosi di una donna in occasione delle nozze. Carlotta ne è la prova vivente, benché la questione sia per me oggetto di una paura difficilmente ignorabile.
Malgrado il rigido controllo della mia famiglia, dubito comunque che tale cambiamento produca effetti sul candore delle future spose. Non appena Messer Alberto se ne va, infatti, Carlotta abbandona la condotta virginale, iniziando a cicalare sull'ampiezza delle spalle di Alberto, sulla lucentezza della sua chioma, sulla luce degli occhi, sulla bocca finemente disegnata e sull'eleganza naturale delle gambe slanciate.
Che voglia far colpo su di lui, mi pare una scelta saggia e assennata.
Quel giorno, poi, indossava una piacevole veste da camera rosa pesca, che esaltava il candore della pelle. Messer Alberto era molto interessato alle sue chiacchiere, sorridendo alle sue battute e guardandola con fare devoto. Carlotta ne era assolutamente estasiata. Tutto sembrava prossimo ad una conclusione più che lieta quando, improvvisamente, la vedemmo impallidire e ritrarsi.
Quella reazione stupì tutti.
Non era da Carlotta reagire in questo modo.
Guardai allarmata Zia Mena. Pure lei aveva perso la sua espressione sardonica.
-Mademoiselle, vi sentite bene?-domandò Messer Alberto, avvicinandosi.
Carlotta si ritrasse con un balzo, scuotendo vigorosamente la testa e frapponendo una mano tra lei ed il corpo del fidanzato. Costui tentò nuovamente di avvicinarsi ma mia sorella non sembrò desistere dal suo proposito di allontanarlo. Anzi, per rendere ancora più esplicita la sua intenzione, si alzò dalla sedia dove si era posata e aveva preso a fare alcuni passi in direzione opposta rispetto a Messer Alberto il quale, dopo un primo attimo di smarrimento, aveva deciso di muoversi verso di lei che, invece, pareva ben decisa a tenere le distanze. Ne derivò uno strano e bizzarro inseguimento e Carlotta, come una novella Dafne, aveva preso a fuggire vezzosamente da un profumatissimo ed elegantissimo Apollo. Il bizzarro sviluppo dei fatti lasciò sgomente sia Zia Mena che me, tanto da renderci incapaci di fare alcun intervento. Era innaturale che mia sorella sfuggisse al suo promesso in quel modo, non dopo aver declamato tra le pareti della casa le sue immense virtù.
Né io, né Zia Mena, osammo pronunciare alcuna protesta. Benché illogica, Carlotta non aveva infranto alcuna consuetudine né Messer Alberto aveva violato il buongusto. Quel bizzarro inseguimento ebbe comunque termine, nell'attimo in cui il figlio dei Della Rovere afferrò la mano di mia sorella. - In nome del Cielo, vi sentite bene?- chiese aggrottando la fronte. Carlotta lo guardò, scuotendo il capo e voltandosi verso la finestra.
Messer Alberto si preoccupò...e pure noi, ad essere oneste.
-Carlotta, state bene?- disse Zia Mena, dopo qualche momento. Mia sorella scosse il capo, rifuggendo nuovamente lo sguardo, con guance paffute e lucide.
-Signorina Carlotta- fece allora Messer Della Rovere - di Grazia, ho forse commesso qualche fallo nei confronti della persona vostra?-
Lei scosse il capo con violenza, divenendo rossa in viso.
-Allora cosa sta cagionando la vostra ritrosia? Non sono forse stato rispettoso delle vostre esigenze?- chiese, con un tono preoccupato che bloccò per un momento Carlotta. Per un attimo fece il visto di voltarsi ma subito riprese a negargli lo sguardo.
-Da quando ho avuto modo d'incontrarvi, ho potuto apprezzare la devozione che avete mostrato nei miei confronti. Sono certo che i nostri genitori hanno detto il vero, quando hanno deciso di condurre la vostra persona alla mia. Mai avrei potuto dirlo, con una simile risolutezza e rapidità ma voi, signorina Carlotta, avete il potere d'infiammare le punte più alte del mio spirito e sono dunque propenso a credere nella saviezza di coloro che hanno concesso la vostra mano a me. La vostra pelle di seta, il candore del vostro viso, gli occhi neri e vivaci che illuminano il vostro volto mi lasciano ben sperare nella lieta vita che ci attende insieme...eppure, in fede, non posso fare a meno di essere afflitto dal vostro silenzio. Vi prego, dolcissima Carlotta, parlatemi, almeno una volta.- disse, con tono accorato.
Carlotta sussultò.
Guardò Messer Alberto con gli occhi lustri, poi lanciò un'occhiata colma di disperazione al nostro indirizzo, un messaggio dai tratti oscuri che né io, né Zia Mena riuscimmo a cogliere pienamente. Poi si volse nuovamente verso Messer Alberto, facendosi un po'coraggio e infine aprì le labbra...ma quello che uscì non fu la voce soave che il futuro marito si aspettava di ricevere, bensì un rutto che, per merito della straordinaria acustica della stanza, rimbombò nell'aria, lasciando storditi Messer Alberto, Zia Mena e me.
SPAZIO AUTRICE
Un mese fa, ho ricevuto una mail nella mia posta elettronica. Proveniva da una piccola casa editrice che mi aveva proposto un contratto di pubblicazione. Dopo qualche scambio epistolare e diversi silenzi ho deciso che fosse giusto prendere una decisione. Non so ancora se riceverò delle risposte ma fino a quel momento, per questioni di correttezza, ho deciso che continuerò ad aggiornarla su questo sito. Se vi sarà qualcosa di concreto, la toglierò da qui e avviserò della sua pubblicazione. Non so bene se questa cosa diventerà una
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top