Dov'è Messer Alberto?



Cara Penelope,

chiedo umilmente perdono per la mancanza di delicatezza che ho usato nei tuoi confronti. Immagino che il mio improvviso congedo sia stato causa di fastidio. Mi appello al vostro buon cuore. Ieri è stata una giornata assai piena di impegni ed io dovevo avere cuore e spirito di imparare il più possibile, in modo da temprare il mio animo al possibile futuro che mi aspetta.

Ho deciso di farmi perdonare raccontandoti come è andata quel fatidico giorno che era ieri.

No, non guardarmi con quel cipiglio! Mi saprò perdonare, trattieni la tua collera e spero che apprezzerai il tono confidenziale che uso.

Ormai, siamo amiche.

Allora, dove ero rimasta?

Ah sì! Avevo appena concluso la mia vestizione e, dopo essermi acconciata come si conviene, avevo fatto il mio ingresso nella sala da pranzo, insieme alla signora madre, al signor padre, a Carlotta e a zia Mena.

Accanto a loro, c'erano due nobili signori, dall'aria distinta e distaccata che stavano conversando amabilmente con il signor padre e la signora madre.

-...e dunque siete certa Madama Albieri che la vostra amabile figliola sia capace di generare un erede?-domandò l'ospite, un uomo grasso con due baffetti sottili.

-Certamente-rispose il signor padre- la famiglia degli Albieri è nota per essere sorprendentemente prolifica. Mia madre, oltre alla mia modesta persona, ha partorito altri otto figli, senza timore alcuno per la sua salute.-

-Ne siamo oltremodo lieti ma anche un po'preoccupati.- commentò la signora Della Rovere- Ho osservato attentamente la vostra Carlotta. Una fanciulla oltremodo costumata, benché con i fianchi stretti.-

La signora madre arricciò il naso. –Una condizione di Natura. Vi posso garantire che non muterà le possibilità di un lieto evento. Le donne della mia stirpe sono note per la tempra forte ed il corpo fertile. Non ve ne è stata una che abbia subito il triste scorno di un ventre spoglio. Mia nonna ha partorito nove figli in perfetta salute.- rispose, seria.

Madama Albieri arricciò il naso a sua volta. –Le vostre parole mi onorano ma è risaputo che dei fianchi stretti non aiutano a generare. Lo diceva sempre la mia balia, che ha cresciuto tutte le donne della mia famiglia.- ribatté.

A quel punto, la signora madre, non ci vide più. –Visto che dubitate delle mie parole, vi darò alcuni esempi della fama delle donne della nostra famiglia.- rispose...e qui accadde un evento triste e penoso. La signora madre non ama che qualcuno dubiti delle sue affermazioni. E'abituata ad essere obbedita ma, dal momento che la signora Della Rovere era una sua pari, non aveva apprezzato la sua velata critica e così ha perso la sua consueta temperanza. Quando succede, due sono le sue possibili azioni: o ti colpisce con la bacchetta sulle mani, se sei una rozza serva o la sottoscritta, oppure inizia un'orazione, lunga e dettagliata del caso, illustrandolo con estrema pignoleria (e ciò avviene se sei un suo pari...oppure me medesima).

Nel malaugurato accidente in cui il meschino ascoltatore avesse ceduto alle insidie di Morfeo, poi...bhé, la signora madre avrebbe alzato la voce fino alle soglie del firmamento...per poi riprendere dall'inizio la rassegna dei casi dei familiari suoi. Nel caso della signora Della Rovere, si trattò di una lunga genealogia di partorienti, dalle mie sorelle, alla sua persona...fino agli inizi della sua dinastia.

Come ben sai, la signora madre è di sangue spagnolo e, proprio perché ama la forma, aveva preso a descrivere tutti i nomi completi delle sue antenate, l'età del parto, il numero ed il nome dei figli e dei figli dei figli con precisione certosina.

Neppure la Signora Della Rovere fu da meno. Vedendosi sfidare, prese pure lei a descrivere puntigliosamente tutto l'albero genealogico, non mancando di elencare tutti i nomi completi, le età del parto, il numero ed il nome dei figli e dei figli dei figli.

A quel punto, levai gli occhi al cielo. Se avessi saputo che essere nobile poteva avere simili inconvenienti, avrei di gran lunga preferito essere la figlia di un'umile contadina dai natali oscuri...e no, non guardarmi così, Penelope.

So bene che ho fallato ma sono una misera esponente del femmineo sesso e sono preda delle passioni. In quel caso, del pranzo che dovevamo mangiare.

Ti spiego subito cosa prevedeva il menù:

· antipasto: frittata di arancia e pasticcio di maiale

· primo piatto: maccheroni alla cardinale e zuppa alla regina

· secondo piatto: lepre arrosto e piccione selvatico in salmì, accompagnata da ossimele

· pandolce aragonese

Comprenderai, dunque, la ragione della mia debolezza.

Purtroppo, la signora madre e la signora Della Rovere erano impegnate in un arduo tenzone verbale, teso a dimostrare quale ventre fosse più fecondo, e non avevano cuore e animo di prestare ascolto alle deboli lagne del corpo mio. Nè, tantomeno, potevamo andarcene in sala da pranzo, lasciando loro adeguato spazio per la contesa.

Non stava bene...così ci trovammo all'ingresso muti e zitti, con le chiacchiere delle due dame come unico accompagnamento.

Vedevo il signor padre muovere le labbra...ma non una parola usciva dalla sua bocca. Neppure lui osava proferire verbo in una simile mansione ma lo vedevo sempre più rosso. Per paradosso, il signor Della Rovere diveniva sempre più bianco e, pure lui, non si azzardava a muoversi verso la sua consorte.

Uno strano riserbo serpeggiava tra i due capifamiglia che, si guardavano più volte, come a lanciarsi segnali oscuri con gli occhi.

Li vedevo farsi cenni col capo, come quando si manda un soldato in avanscoperta...ma tutti e due rimanevano fermi.

Neppure io ero da meno...ma la mia posizione è scusabile. Io sono una figlia ammodo e debbo obbedienza ai signori genitori. Non avrei mai mancato di rispetto alla signora madre, chiedendole di porre fine ad una simile contesa...eppure, sentivo una profonda mestizia addosso, vedendo quei piatti prelibati in tavola e non poterli toccare manco con il pensiero.

Perché il signor padre ed il signor Della Rovere non riportavano l'antico ordine, che voleva che le mogli obbedissero al marito al primo fischio? Per quale ragione, proprio in quel momento, si mettevano a fare gli stravaganti?

Cara Penelope, ci ho pensato e ripensato...e sono giunta ad una conclusione.

Sono del parere che il signor padre e il signor Della Rovere siano delle persone troppo dignitose ed ammodo per esprimere il loro pensiero in modo volgare e scriteriato. Se le loro auguste consorti avessero trattato temi infimi e di poco conto, sono certa che avrebbero provveduto ad esercitare la propria autorità. Invece la signora madre e la signora Della Rovere trattavano un argomento di palese importanza, quale appunto la fertilità delle donne delle rispettive stirpi. Solo loro avrebbero potuto discorrere in cotal misura...e dunque il signor padre ed il signor Della Rovere hanno saggiamente deciso di assistere in silenzio alla disputa.

Invano ho tentato di interrompere questo idillio. Né guardarli con disperazione, né sporgere il labbro a foggia di broncio, né battere ritmicamente il piede, aveva sortito qualche effetto. Nessuno aveva badato a me, tranne la balia che, per zittire le mie lamentele, mi ha dato un violento pizzicotto al braccio.

Fu proprio mentre ero preda del mio dolore che giunse Zia Mena.

-Oh, Messer Della Rovere, Madonna Della Rovere, quale meravigliosa coincidenza!-esclamò, irrompendo con grazia all'interno della disputa.

-Madonna, scusate l'ardire, ma non immaginavo che foste in questa dimora. -disse Messer Della Rovere -Altrimenti, avrei fatto preparare un presente anche per voi.-

-Oh, vi burlate di me!-mormorò Zia Mena, con fare vezzoso- Avrei fatto disporre maggiori cure per il pranzo, se avessi avuto notizia della vostra galanteria, messere!-

Messer Della Rovere scosse il capo. -Invero, ben poche persone smentirebbero la mia parola. La mia adorata consorte ed io ci chiedevamo dove foste.-disse, con un tono garbato.

Zia Mena ridacchiò. -Ero nel giardino. Mi avevano detto che sareste entrati dalla porta est...e invece avete fatto il vostro ingresso dall'ala ovest! Ahimé, devo essere proprio sbadata, di questi tempi...ma prego, prego, accomodatevi nella nostra dimora. Abbiamo disposto un pranzo che spero rientri nei vostri gusti.- disse e, dopo aver preso a braccetto Messer Della Rovere, si avviò verso la sala.

La signora madre e Madonna Della Rovere seguirono subito dopo la coppia inattesa.

Poi fu la volta del signor padre che, rimasto indietro, prese a camminare, borbottando frasi senza senso, come il fatto che le donne sono invadenti e senza alcun rispetto...come ti dicevo, parole senza alcuna logica. Gli andai dietro, insieme alla balia e a Carlotta...e non capii.

E'naturale che le donne siano invadenti e senza senso.

E'naturale che le cose vadano così.

E, dunque, Cara Penelope, perché il Signor Padre era così scontento se zia Mena si comportava come ogni brava femmina dovrebbe fare?

Ad ogni modo, la rottura di quella contesa aveva provveduto ad avvicinarmi maggiormente alla tavola e dunque giudicai inutili simili riflessioni.

Mi avviai felice al tavolo, guardando beata tutte le leccornie e gioendo in cuor mio della felice risoluzione rappresentata dall'ingresso di Zia Mena. Neppure mi avvidi che Carlotta si stava guardando nervosamente attorno, come un pulcino in cerca della madre.

Non notai, meschina, questo infimo e importantissimo particolare...ma fui costretta a farlo, quando vidi mia sorella pigolare con un' umile domanda: "Dov'è Messer Alberto?".

Vi porto ora questo aggiornamento, sperando di trovare tempo sufficiente per pubblicare il resto, in futuro. Avevo pubblicato una bozza, a suo tempo, su EFP. Questa versione presenta molti miglioramenti, dando ai personaggi maggiore spazio. Credo che sarà la sola storia che aggiornerò in questo periodo, fino alla sua fine.

Nel frattempo, ringrazio tutti coloro che mi hanno letto e commentato. Mi fa molto piacere leggere le vostre opinioni. Alla prossima.

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