Cacciatori di sirene

Kore aprì la bocca e sgranò i vivaci occhi viola, incapace di credere allo spettacolo a cui stava assistendo. Davanti a lei, non troppo distante dalla riva, il mare si era ritirato. C'era un vero e proprio buco, attorno al quale l'acqua turbinava a mo' di mulinello. Il resto del mare aveva il solito aspetto, eccetto che lì, in quel punto, dove la sabbia sgorgava come da una fonte sotterranea. Al centro di quella piccola voragine, c'era forse l'elemento più straordinario di quell'inusuale quadretto. Un uomo e una donna dall' aspetto quantomai buffo cavalcavano un pesce, le cui scaglie iridescenti si riflettevano sull' acqua, dando vita ad un suggestivo gioco di luce. Aveva grandi dimensioni e non sembrava minimamente infastidito dalla presenza dei due umani sulla groppa. Sempre che lo fossero, umani, considerò Kore tra sé e sé.
L'uomo aveva l'aspetto grossolano da contadino di provincia, tratto evidenziato dal naso rubicondo che sovrastava il viso. In testa portava un lungo copricapo rosa e in mano stringeva una canna da pesca alla cui estremità era appesa una pentola. Kore aggiunse mentalmente questi oggetti all'elenco delle stranezze. La signora che gli cingeva la vita invece, anche lei vestita in modo rozzo, aveva una certa fierezza nello sguardo che incuteva soggezione. Tuttavia, a giudizio di Kore, mancava di qualsiasi attrattiva femminile. <<Oh, lo sapevo che sarebbe finita così!>> si lamentò quest'ultima con voce stridula.
<<Te l'avevo detto che il nostro caro Razzarapita non era ancora pronto per questo viaggio!>> A quelle aspre parole aggiunse invece una tenera carezza al pesce, che agitò la coda in segno d'apprezzamento. Per tutta risposta, l'uomo sbuffò.
<<Razzarapita!? È il pesce?>> chiese stupita Kore.
Non si accorse di esserselo lasciato sfuggire ad alta voce fino a quando entrambi si voltarono verso di lei.
La donna sgranò gli occhi e impallidì un poco ma le guance piene ripresero in fretta il loro colore rosso rubino. <<Certo che sì!>> esordì con enfasi. <<Tu non hai un pesce domestico, cara?>>
Kore si limitò a scuotere la testa, troppo scioccata da ciò che aveva appena visto.
La donna era in procinto di lanciarsi in un'apologia del pesce domestico, quando, quello che si rivelò essere il marito, la precedette:<<Non badare alle parole di mia moglie>> disse scuotendo la testa <<non sa che cosa dice>> La signora non gradì, e gli diede un pizziccotto sul braccio. Lui le lanciò un'occhiata indispettita poi tornò a rivolgersi a Kore, che era rimasta a guardarli con un'espressione accigliata, non del tutto certa che i due coniugi e il loro pesce domestico fossero reali.
<<Piuttosto, sai dirci dove si trova la Baia delle Sirene?>>
Quella domanda dalla parvenza normale riscosse la ragazza dalla sorpresa.
<<Pe-perché la cercate?>>
L'uomo le rivolse un sorrisetto di scherno. <<Il nome non è già ovvio?>> Scrollò le spalle <<Cerchiamo le sirene>>
Il colore defluì dalle guance di Kore, donandole un pallore innaturale.
<<È impossibile che siate reali!>> strillò dando voce ai suoi pensieri. <<Nessuno sano di mente cercherebbe le sirene!>>
Anziché giustificarsi, i due coniugi scoppiarono in una grassa risata. <<Allora forse non siamo normali>> commentò la signora con un sorriso sornione.
Questa risposta spiazzò Kore a tal punto da credere alla loro esistenza. Se fossero stati una visione, mai avrebbero dato tale risposta, né tantomeno avrebbero avuto un pesce domestico.
<<Perché le cercate? Non sapete che sono creature mitologiche?>>
La ragazza aveva bisogno di prendere tempo. Voleva conoscere le loro intenzioni prima di fare qualsiasi mossa. Quando qualcuno si metteva alla ricerca delle sue benefattrici, il che accadeva assai di rado, la prudenza non era mai troppa.
L'uomo saltò dalla groppa del pesce e la raggiunse in poche falcate. Si fermò proprio davanti a lei, a pochi centimetri dal suo viso. Esibì il suo sorriso, sbilenco a causa dei denti gialli e storti. <<Siamo cacciatori di sirene>> le sussurrò nell' orecchio. Kore si ritrasse subito, scossa da brividi freddi.
<<È... è assurdo>> borbottò. <<Le sirene non esistono>> disse abbassando gli occhi verso terra.
<<Questo è quello che credono tutti>> intervenne la donna, scendendo a sua volta dal pesce. <<Ma noi le abbiamo viste>> asserì con convinzione.
La ragazza non disse nulla, ostentando una calma che era ben lungi dal provare. Il cuore le martellava con furia nel petto, e lei sperava solamente che quel fracasso non si udisse anche all'esterno. <<M-ma, n-non è p-p-possibile>>
<<Lo è cara, fidati!>> dissero i due coniugi in coro. La moglie si aggiustò il velo bianco che le ricopriva il capo e schiuse le labbra in un sorrisetto ironico. <<Molti ci prendono per pazzi, ma i veri matti sono loro!>> Puntò il dito verso l'aria. <<Le sirene presentano molti vantaggi, sai?>>
Oh, certo che Kore lo sapeva! Era grazie a loro se conduceva una vita degna di tale nome. A loro doveva tutto.
<<Sono delle ottime intrattenitrici per il circo. All'estero, nei paesi slavi, sono molto richieste e sono pagate fior di quattrini!>>
Kore sbarrò gli occhi dall' orrore. Al solo pensiero delle sue amiche rinchiuse in una gabbia per divertire degli sconosciuti, le si chiuse lo stomaco.
<<E sapessi i benefici derivanti dalle loro squame!>> La donna congiunse le mani e rivolse gli occhi al cielo, quasi in preda al fervore mistico <<Devi sapere che dalla loro coda si ricava un olio che, applicato sulla pelle, ringiovanisce di dieci anni!>> le sussurrò con fare da cospiratrice.
Kore arretrò di un passo, sempre più inorridita da quei due bizzarri coniugi.
<<Voi siete pazzi>> li accusò <<dite solo assurdità>>
Marito e moglie, anziché adirarsi, esalarono un sonoro sbuffo, come se fossero abituati ad un tale trattamento. <<Non importa se non ci credi>> tagliò corto lui <<dicci solo dove si trova la Baia delle Sirene>>
La determinazione era così palpabile sia nel suo tono che nei suoi piccoli occhi scuri che per un attimo Kore temette che le avrebbe estorto l'informazione con la forza.
<<Non lo so, mi dispiace>> sibilò a testa china.
L'uomo la fissò per qualche interminabile attimo ad occhi socchiusi, quasi a voler testare la sua sincerità.
<<Va bene>> si arrese infine, distogliendo lo sguardo. <<Chiederemo ad altri>>
Poi prese a braccetto sua moglie e si allontanarono, mentre il loro pesce si rituffava nelle profondità marine.
Quando scomparvero dalla sua vista, Kore non poté trattenere un respiro di sollievo.

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<<Quindi tu mi vorresti dire che due coniugi a bordo di un pesce domestico ci cercano per trasformarci in un fenomeno da baraccone?>>
La ragazza chinò il capo in un accenno d'assenso. <<S-so che sembra assurdo ma i-io posso giurarvi che è così>>
Mariel scosse la serica chioma color sabbia e scoppiò in una risata divertita. Le altre cinque, accomodatesi su rocce muschiose accanto a lei, la seguirono a ruota. L'eco di quelle risate di scherno penetrò nelle ossa di Kore più del gelo che regnava nella grotta.
Rialzò la testa e puntò i suoi occhi ametista su ciascuna di loro. <<È la verità!>> protestò.
Ma non servì a nulla. Le sirene continuarono imperterrite a lanciarle occhiate derisorie.
Ad un cenno imperativo di Mariel però si fermarono. <<Sappiamo che per noi hai fatto tanto Kore>> esordì indicando le alghe e i coralli che adornavano lo spazio angusto della spelonca. <<Ma avvertirci per un pericolo immaginario mi sembra eccessivo>> Scese dalla roccia scavata come un trono e con pochi colpi della sua coda arancione la raggiunse.
<<Insomma... non debbo ricordarti che dirci bugie potrebbe far saltare il nostro piccolo accordo, giusto?>> Le sfiorò una spalla con la mano <<Abbiamo fatto così tanto per te che sarebbe davvero un peccato buttare tutto all'aria!>> esclamò con enfasi fin troppo marcata. Curvò le labbra in un algido sorriso e le indirizzò uno sguardo severo. <<Ed ora va', prima che mi penta di averti accolta>>
Kore ubbidì senza fiatare.

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La ragazza si raccolse la gonna vaporosa e si sedette sulla sabbia. La leggera brezza marina le scompigliava i ricci corvini ma lei non se ne curava. Scrutava l'orizzonte, anelando ad un po' di pace. L'eco di quelle malvagie risate le risuonava ancora nelle orecchie e lei voleva solamente che quel suono cessasse d'infastidirla. Kore voleva bene alle sirene, loro erano la sua famiglia. Dopo che aveva scoperto della loro esistenza, l'avevano accolta tra di loro in un momento della sua vita in cui era priva di punti di riferimento. In cambio del loro affetto, oltre al mantenimento del segreto,avevano preteso solo qualche servigio, come tenere pulita la grotta, decorarla, confezionare pettini d'ossa per le loro chiome, raccogliere conchiglie... e le avevano affibbiato qualche altra commissione. A Kore non dispiaceva servirle, tuttavia sovente, come in quella circostanza, avevano riso di lei schernendola riguardo alle sue origini umane, mentre loro erano "figlie del mare". Ed era proprio quest'atteggiamento, quest'ostentazione di superiorità, che feriva la sensibilità della ragazza. Spesso si chiedeva se nelle altre famiglie fosse così, se i membri ridessero l'uno dell' altro. Supponeva di no ma, ad ogni modo, le sirene erano il suo unico sostegno per cui non poteva lamentarsi. Non voleva perderle. D'un tratto, s'alzò in piedi e corse verso il punto in cui erano comparsi i due cacciatori. A differenza dei pochi altri che le avevano cercate- erano sempre state molto attente a nascondersi- loro sembravano molto più determinati a trovarle. Per questo si era precipitata ad avvertirle. In cuor suo, sperava solo che la loro testardaggine non fosse cagione della loro stessa rovina.

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Sirene: i nuovi fenomeni da circo
Così recitava il titolo nella prima pagina della testata giornalistica locale. Kore lo vide per caso, mentre passava davanti al giornalaio per andare nella sua piccola casa. Si era arrestata di colpo, provocando le proteste di chi camminava dietro di lei.
Muovendosi in modo meccanico, aveva raggiunto l'edicola e, con le mani scosse da tremiti, aveva preso il giornale in questione. Al centro della prima pagina, sotto al titolo, campeggiava una foto di Mariel rinchiusa in una gabbia. Stringeva le sbarre con le mani, ed aveva un'espressione stravolta. Kore lasciò cadere il giornale a terra, e, l'edicolante, anziché rimproverarla, le rivolse parole affettuose: <<Anch'io sono rimasta sconvolto, ragazza>> Sospirò <<Chi l'avrebbe mai detto che qui ci fossero delle sirene?>> Scosse la testa e le rivolse uno sguardo preoccupato. <<Ehi, ma stai bene? Sei così pallida...>>
Con un enorme sforzo di volontà, Kore riuscì ad abbozzare un sorriso. <<Io si, sì sto, sto bene... qu-quanto costa?>> L'uomo si passò una mano sul ventre prominente e le disse il prezzo. La ragazza gli porse le monete e, una volta afferrato il giornale, corse via in fretta. Trovò una panchina e, con un sospiro tremante, iniziò a leggere.
"È stato davvero facile. Loro non si aspettavano di essere trovate, e credo proprio che il fattore sorpresa sia stato determinante nel catturarle."
Questa è la dichiarazione di Adam Schrimken che, insieme alla moglie, ha compiuto l'eccezionale impresa che ora vi narriamo. Loro avrebbero voluto tenerlo segreto, ma un pescatore li ha visti mentre le portavano a riva ed è corso a riferirlo..."
Kore posò il quotidiano, incapace di leggere oltre. Le lacrime avevano iniziato a sgorgare come fiumi, senza che lei potesse fare nulla per fermarle. La sua famiglia, le uniche persone che le avessero mai donato un po' d'affetto, erano diventate una forma d'intrattenimento. Se solo l'avessero ascoltata! Avrebbero potuto nascondersi, avrebbero potuto evitare la tragedia. Ma ormai non c'era più nulla da fare. Le sirene avevano ignorato l'avvertimento della loro fedele servitrice, e mai errore fu per loro più grave.

#spazio autrice
Ecco qui, finalmente sono riuscita a portarla a termine. Non chiedetemi come mi sia venuta questa bizzarra idea perché non lo so, ahahah. Lascio a voi il giudizio in merito. ;)

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