1. Rosso
Il rosso è uno dei colori più forti. È come il sangue, colpisce l'occhio.
-Keith Haring
***
-Si fa buio Karin... Va' a cercare Molly... sai che non voglio che passi la notte nel cortile.
-Quella stupida gatta! Ma perché sta tutto il tempo fuori casa? Ma quando l'abbiamo presa non ci avevano detto che era un animale da salotto?!
-Lo sai che i gatti sono spiriti liberi!
-Sì mamma, lo so. Però chissà perché tocca sempre a me andare a cercarla!
-Dai Karin, non fare storie... voglio andare a dormire... ma non sto tranquilla se so che Molly non è dentro!
-Stupida odiosa gatta! -imprecai una volta uscita di casa. C'erano almeno due o forse tre gradi sotto zero ed io ero nel cortile con il naso congelato e non solo, a mandare bacetti all'aria fredda e pungente! Le labbra mi si erano irrigidite, non riuscivo più nemmeno a fare quel rumorino che di solito l'attirava.
-Molly! -tentai di urlare con la voce camuffata dalla sciarpa. -Molly! Ti lascio fuori!
Avanzai verso le macchine posteggiate lì dagli altri coinquilini del palazzo. Quella furbastra si metteva spesso vicino ai motori ancora caldi, quando faceva così freddo. Mi abbassai a cercarla sotto le auto, una per una. Quando ormai stavo per rinunciare, vidi qualcosa che si muoveva sotto alla Mercedes del signor Donson, il banchiere, quell'uomo altezzoso e maleducato del sesto piano.
-Molly! Finalmente!
La mia gattina, o meglio, la gattina di mia madre, fece un balzo verso di me, come spaventata.
-Molly... che succede?
Era buio pesto ma mi accorsi che aveva qualcosa di strano. Il suo muso era sporco.
-Oddio...! Cos'è?! ...sangue?
Mi affacciai per vedere cosa ci fosse dietro alla macchina e per prima cosa vidi delle scarpe... Tremavo come una foglia, soprattutto dopo essermi sporta ancora un po' e aver trovato il corpo di un uomo sdraiato a pancia in su e coperto di sangue!
Chinato sopra di lui, un ragazzo.
-È morto! -mi disse con gli occhi inorriditi dal terrore.
L'interrogatorio alla Centrale di Polizia durò ore. Pensai che tutto fosse proprio come nei film. La lampada dalla luce accecante puntata in faccia, domande a non finire... Il poliziotto di turno che sorseggia un bicchierone di caffè mentre passa con fare deciso, dalla sedia al tavolo e viceversa...
Mia madre fuori, ad attendermi.
-Aspetta qui tesoro... vado a prendere la macchina. -mi disse appena uscite dalla Centrale. -Ora ce ne torniamo a casa e ti preparo una bella tazza di cioccolata... e dimentichiamo tutta questa faccenda!
Già, come se potesse bastare una cioccolata a farmi scordare quello che i miei occhi avevano visto!
-Lo conoscevi? -sentii una voce arrivarmi alle spalle. Era il ragazzo dagli occhi sgranati. Quello che mi aveva annunciato la morte del signor Donson, il banchiere.
-Sì. Abita lì, nel mio stesso palazzo... mi correggo: abitava...
-Io mi chiamo Nathan... per gli amici Nat.
-Piacere Nathan... -gli dissi senza stringere la mano che mi porgeva e usando il suo nome per intero visto che non ero una sua amica. -Io sono Karin.
Il tipo mise le mani in tasca, mentre una leggera ma pungente folata di gelo ci fece rabbrividire entrambi.
-È la prima volta che assisto ad una cosa del genere... -continuò lui in vena di fare conversazione.
-Anch'io. -dissi per non farlo sentire troppo solo. -Tu che ci facevi lì? -gli domandai curiosa.
La macchina di mia madre si accostò a noi interrompendo il nostro scambio di domande. Lei si sporse per guardare il ragazzo di fianco a me.
-Viene qualcuno a prenderti? -chiese a Nathan.
Lui scosse la testa. Era notte fonda e mia madre faceva sempre troppo "la madre" anche con gli sconosciuti.
Scossi anch'io la testa e sbarrai gli occhi tentando di mandarle un messaggio... ma, come sempre non diede retta ai miei segnali.
-Salta su giovanotto! Ti accompagno io a casa.
Alzai gli occhi al cielo. Mia madre si fidava di chiunque. Avrebbe dato un passaggio persino a Jack lo Squartatore se l'avesse incontrato!
Forse non ricordava che quel tipo, io stessa, l'avevo trovato qualche ora prima, di fianco al corpo insanguinato e senza vita, del nostro vicino di casa!
-Dove abiti? -disse lei spensierata con gli occhi puntati nello specchietto retrovisore. Lì i suoi incrociarono quelli del ragazzo.
-Palazzo "Palme", signora Frisan...
-Abiti nel nostro stesso palazzo? Ma io non ti conosco... forse sei venuto da poco? ...Ho capito hai occupato la casa vuota ormai da cinque anni... dove abitava quella pazza che accumulava e accumulava... quella che poi è morta seppellita dalla sua stessa immondizia! Capito Karin di chi parlo?
Girai gli occhi verso il tipo sedutomi di fianco. Il sedile anteriore era rotto e non avevamo nemmeno un soldo per sostituirlo e così la mamma era diventata una sorta di tassista.
Lui ricambiò il mio sguardo con un mezzo sorriso. Come sempre mia madre aveva parlato troppo. Pensai che magari la pazza di cui stava sparlando, la ormai defunta signora Margerette, poteva essere una parente del ragazzo...
-Sì abito lì, signora Frisan. -disse solamente.
-Oh, uno di questi giorni devi venire a cena da noi...! Non è bene che un ragazzo così giovane stia sempre solo! Giusto Nat?
Ecco. Primo, era diventata sua amica. Secondo, chi glielo diceva che quel tipo era solo? Lui non ci aveva mica messe al corrente di altro se non del suo nome e dell'appartamento in cui abitava!
-Accetto volentieri! -rispose lui troppo in fretta. Lo guardai per bene. Era anche un po' strano per i miei gusti. Capelli scompigliati neri, vestiti neri. Un po' troppo nero, insomma. Forse aveva un leggero strato di nero anche nel contorno occhi che però erano azzurri. Assomigliava al cantante... Quello rock... Quello dei Green Day...! Sì, assomigliava a Billie Joe Armstrong.
Nel cortile, qualcuno aveva ripulito la grossa chiazza di sangue che aveva impregnato l'asfalto crepato dal tempo. Non troppo bene però. Un alone era ancora ben visibile e si poteva anche sentire un odore strano nell'aria... l'odore tipico di ruggine. Nauseante e fastidioso.
Anche lo sguardo di Nathan era impresso in quel punto dove i miei occhi erano rimasti incollati per diversi minuti.
Mia madre si accostò a noi mettendosi in mezzo e infilando dolcemente le sue mani nelle nostre, prendendoci poi sottobraccio.
-Allora ragazzi che si fa...? -disse per distoglierci dalla scena vivida che stava attraversando in quel momento le nostre menti. -Si va a dormire?
Io di certo non avrei chiuso occhio. Mi capitava sempre quando guardavo i film horror... figuriamoci quella sera che avevo assistito dal vivo ad una scena raccapricciante!
-Nat, se vuoi puoi dormire da noi per questa notte. -disse inaspettatamente la mamma.
Girai la testa velocemente verso di lei, interdetta. Ma cosa aveva nella zucca?!
Invitare uno sconosciuto a casa?! Di notte, per giunta!
-No, la ringrazio... -finalmente qualcuno che aveva buonsenso! -Ho approfittato già abbastanza della vostra gentilezza... -mi guardò con un dolce sorriso. -Vi auguro una buona notte.
-Che tesoro di ragazzo! -esclamò mia madre compiaciuta, una volta entrate in casa. Certo che si accontentava di poco! Che un tipo augurasse la "buonanotte", non faceva di lui necessariamente una buona persona o come aveva detto lei un tesoro di ragazzo!
-Oh no! -esclamò ancora con quella voce squillante e per nulla assonnata nonostante l'ora.
-Adesso che c'è?! -mi lasciai sfuggire un tono esausto.
-Non vedo Molly! ...Non vorrei che fosse uscita di nuovo in cortile...!
-Io non vado di certo a riprenderla...! Non dopo quello che è successo stasera! -mi diressi verso il bagno intenzionata a farmi una doccia.
-Ok... la cerco io! -mi urlò lei offesa. -Ma se dovesse succedermi qualcosa mi avrai per sempre sulla coscienza!
Tornai indietro.
Un attimo dopo ero ancora nel freddo cortile. La mia bocca tremava, non sapevo se per il freddo o per il timore che ormai mi pervadeva vedendo quel largo spazio che fino a quel momento consideravo il più sicuro del mondo.
La gatta era sparita. Mi faceva un certo effetto guardare sotto le auto ma se doveva essere in un posto, sicuramente Molly, era lì.
Quello che trovai dietro alla macchina di mia madre mi fece sobbalzare. Ancora chinato sulle ginocchia c'era Nathan con le mani sporche di sangue. Si voltò di scatto, mi guardò restando immobile. Lanciai poi un urlo mentre qualcosa mi venne addosso facendomi perdere l'equilibrio. Caddi a terra scioccata e mi ritrovai il muso di Molly sopra il mio mentre ancora quell'odore di ruggine si insinuava nelle mie narici.
Ancora rosso. Ancora sangue. Ancora quel ragazzo con quegli occhi inquietanti.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top