𖦹1𖦹

BAKUGO POV

Direi che è tutto pronto

Guardo un ultima volta l'ora dal display del telefono e scendo dalla moto, parcheggiata dietro la Banca, e prendo la busta dove inserire la refurtiva.

Mi dirigo all'entrata pronto per farla saltare in aria.

Porgo la mano in avanti, quasi da appoggiarla sulla porta di vetro, e carico un esplosione che la frantuma in mille pezzi.

Con calma entro all'interno dell'edificio, accompagnato dalle grida di paura dei civili e del personale, e mi posizioni davanti a uno sportello.

"Muoviti a riempirla prima che faccia saltare in aria anche te" dico con tono severo alla signora dietro il bancone e lanciandole la busta.

Lei terrorizzata l'afferra e si china sotto il bancone, cominciando a riempirla nel più totale panico.

Giro lo sguardo verso le persone che continuano a gridare terrorizzate.

Il mio occhio cade su un vecchio che tira fuori dalla tasca dei pantaloni il cellulare e comincia a schiacciare, in preda alla paura, lo schermo.

Corro verso di lui rubandogli il telefono di mano e scaraventandolo contro la parete.

Prendo l'uomo per il colletto della maglia e gli faccio sbattere con forza la testa su un ripiano accanto, così che svenga.

Lui scivola a terra privo di sensi e con la fronte colante di sangue.

Ghigno in modo sadico e gli tiro un calcio sullo stomaco.

"Così impari a ostacolarmi il lavoro brutto pezzo di merda" dico continuando a prenderlo a calci facendolo tossire sangue.

Volto lo sguardo sulle persone che mi fissano con le lacrime agli occhi.

"Questa è la fine che fate se provate a chiamare i soccorsi, chiaro?"

Tutti annuiscono in silenzio e io me ne torno dalla signora allo sportello.

"Allora hai fatto?" domando seccato facendo fuoriuscire delle piccole esplosioni dai palmi delle mani.

La signora annuisce spaventata e mi passa la busta piena.

Ghigno trionfante e mi dirigo verso l'uscita.

A un passo dalla porta frantumata però sento le sirene della polizia.

Merda

Mi guardo intorno cercando qualche uscita secondaria o almeno una finestra, ma niente.

Tch fanculo

Esco fuori dalla Banca correndo a più non posso per dirigermi sul retro e montare sulla moto.

Sento, dietro di me, la polizia correre affiancata dai cani che continuano ad abbaiare rabbiosi.

Giro l'angolo, pronto per salire sulla moto, ma mi schianto addosso a una loro macchina.

Prima che riesca a raggiungere la moto, un poliziotto mi sbatte la faccia contro il vetro del veicolo.

Mi dimeno in tutti i modi cercando di levarmelo di dosso, ma lui mi ha già amanettato con le manette anti-quirk.

"Katsuki Bakugo, la dichiaro in arresto per omicidio, furto d'auto, stupro, istigazione al suicid-" comincia ad elencare il poliziotto aprendo la portiera posteriore e spintonandomi dentro il veicolo.
"Sì sì, non serve che elenchi tutto ciò che ho fatto coglione" lo interrompo sedendomi con poca grazia sul sedile.

Lui sbuffa e chiude con forza la portiera.

Si siede al posto guida e dopo poco sale un altro tizio affianco a lui.

Quello che mi ha preso è un tipo con capelli e occhi bicolore che sprizza gioia da tutti i pori.

Quello seduto accanto ha i capelli arruffati e verdi, occhi del medesimo colore e continua a scrivere cose alla cazzo su un notes.

Pff, che sfigato

Guardo fuori dal finestrino e osservo i palazzi farsi sempre più lontani.

Aspettate un secondo

"Che cazzo di fine farà la mia moto?!" sbraito facendo sobbalzare il verde.

Il bicolore mi guarda dallo specchietto retrovisore con sguardo annoiato.

"Verrà restituita al vero proprietario oppure venduta a qualcuno" risponde pacato.
"Ma col cazzo, ciò speso una settimana per rubarla!"
"Questi non sono problemi miei" continua lui indifferente facendomi incazzare.

Sbuffo e ritorno a guardare fuori dal finestrino.

Dopo qualche altro minuto di viaggio siamo davanti al cancello del carcere più famoso di Tokyo.

L'auto si ferma davanti ad esso e i due smontano.

Il verde apre la mia portiera e mi porge la mano.

"Su vieni" dice sorridendo appena.

Digrigno i denti e smonto, tirandogli una spallata quasi da farlo cadere.

Il bicolore si avvicina e, puntandomi una pistola sulla tempia, mi dice di avanzare.

Inizio a camminare sorpassando il cancello ed entrando nell'enorme struttura.

Al bicolore si aggiungono altri tre tipi, uno più scemo dell'altro.

Mi trascinano all'interno dell'edificio lasciandomi a un altro tipo dai capelli mori e la faccia da coglione.

Lui mi porta in una stanza che sembra uno spogliatoio e mi toglie le manette dai polsi.

"Spogliati e mettiti questi" dice porgendomi la classica divisa da carcerato.

La guardo per qualche secondo e faccio una smorfia disgustata.

"Ma col cazzo che mi cambio davanti a te!" esclamo lanciando i vestiti su una panca a lato.
"Senti, devo controllarti perciò cambiati prima che lo faccia io a posto tuo" risponde con tono pacato.

Impreco e mi tolgo la maglia, ancora sporca di sangue del nonnetto, che indosso.

Metto quell'orribile cosa arancione e faccio lo stesso con i pantaloni.

"Visto che non è stato così traumatico" dice rimettendomi le manette e trascinandomi fuori dalla stanza.

Tch, muori

Mi porta in un altra stanza, lasciandomi a un altro suo collega dai capelli biondi e la faccia da vero e proprio scemo.

Mi fa sedere su una sedia davanti una scrivania e mi togli le manette.

Lui si siede davanti a me e poggia un piatto sul ripiano.

"Metti qui tutto ciò che hai" dice indicando il piattino.

Porto la mano sulla tasca dei pantaloni e tiro fuori il telefono e lo poggio, poi mi sfilo tutti gli anelli che ho sulle dita, riponendo anch'essi sul piatto.

Il biondo esamina ciò che ho poggiato, per poi tornare a puntare gli occhi dorati su di me.

"Tutto qui?" chiede giocherellando con un mio anello.

Sbuffo e annuisco.

"Non obbligarmi a perquisirti" ribatte con il tono leggermente più severo.
"Non ho nient'altro"

Sospira e si alza, avvicinandosi a me, e rimettendomi le manette.

Camminiamo per un lungo corridoio finché ci blocchiamo davanti a una porta.

Tira fuori dalla tasca una carta e la poggia sopra un sensore che fa aprire la porta.

Wow che tecnologici, bravi

Lì fa il cambio con altri due tizi alti e grossi il doppio di me.

Mi fanno attraversare un altro lungo corridoio formato da celle, finché si fermano davanti a una vuota.

Tolgono le manette dai miei polsi e mi spintonano dentro.

Guardo questa specie di buco dove all'interno c'è solo un letto, un lavandino, una doccia e un cesso.

Quindi la gente può entrare quando li pare e trovarmi tranquillamente pisciare?!

Madonna neanche un po' di privacy

Bestemmio e mi siedo al bordo del letto, restando a guardare la parete opposta.

***Spazio autrice***
Wellaaaa persone che state leggendo<3
Che ve ne pare?

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che la storia vi ispiri!
Buona vita<3

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top