Una nottata movimentata
Dopo un paio di ore, finalmente bussa alla mia porta Céline.
«Allora, qual è questa cosa urgentissima.»
«Hai ancora confidenza con quella cosa?»
«Sí. Perché?»
«C'è stato un caso, ufficialmente è stato chiuso ma a me non quadra nulla di tutto quello che sarebbe successo, per cui ho deciso di indagare e ho scoperto che la vittima non era un angelo come sembrava.
Ho trovato una quantità sproporzionata di contanti e fatture.
Sono andata da Alexa e ho scoperto che ha avuto diversi problemi con un signore.
Qui entri in gioco te, questo signore si trova sempre al Magic ogni sera.»
«Vuoi che io ti faccia da spia o qualcosa del genere?»
«Sí.»
«Okay, ci sto. Dammi un po' di generalità di questo uomo.»
«Ho dovuto smanettare tra qualche telecamera, ma ho trovato un solo uomo che non manca una serata in quel postaccio.
È un certo Simon, barba grigia, pancia da alcolizzato, poco curato. Lo riconosci perché porta sempre una collanina d'oro e un orologio falso che è sempre fermo alle 23 e 35.
Non ho idea del perché.»
«In nome dei vecchi tempi?»
«In nome dei vecchi tempi.»
Brindiamo con un bicchiere di vino rosso e poi iniziamo a discutere del piano.
*****
Mentre sto per finire la mia Chesterfield ricevo una chiamata urgente.
«Capo.»
«Sí?»
«Lei sta lasciando l'appartamento con una donna.»
«É tempo d'agire. Arrivo.»
Prendo velocemente le chiavi della mia macchina e sfreccio tra le strade di Los Angeles.
Quando arrivo, mi si presenta davanti un grattacielo fantastico, vicino all'oceano ma anche al centro.
Posizione perfetta per andare ovunque.
Rimango stupito quando entrando nell'ascensore capisco di dover andare all'attico.
Riesco ad entrare dalla porta e faccio quello che devo.
Mezz'ora dopo sono di ritorno.
*****
«Allora, questo è il luogo.
Non posso metterti aiuti di vario tipo, lì dentro sei da sola.»
«Stai tranquilla Hayley.»
«Ti aspetto qui.»
Parcheggio la macchina nel buio e aspetto.
Ora non mi rimane che avere fiducia nella mia amica.
****
Entro nel locale e subito una puzza fastidiosa mi entra nelle narici.
Senza indugiare o farmi vedere debole e insicura, mi dirigo al bar e prendo un drink.
Ho decisamente bisogno di un po' d'alcool per farlo.
Mentre sorseggio la bevanda inizio a muovermi sulla seggiolina.
«Baby cerchi qualcuno?»
Il barista mi guarda con uno sguardo disgustoso.
Che porco, sono tutti uguali.
Inizio ad attorcigliare una ciocca di capelli, mostrandomi innocente ma provocante a causa dei vestiti che indosso.
Devo farmi dire il numero maggiore di informazioni che riesco.
Così, facendo finta mi venga naturale, mi avvicino al bancone.
Dopo questo avrò bisogno di lunga doccia e Hayley dovrà adorarmi.
«Sí, sto cercando Simon.»
«Bambola mi dispiace, ma oggi Simon non è venuto.»
«Oh...»
«Già, sí, è strano per tutti.»
Faccio un piccolo sorriso di circostanza ed esco da quel luogo.
È durata molto meno di quanto pensassi.
****
Dopo meno di mezz'ora vedo tornare Céline.
O quel tipo parlava molto facilmente oppure qualcosa è andato male.
Sale in macchina.
«Non è venuto.»
«Cosa?»
«Non c'era.»
«Non è possibile.»
«Cosa facciamo?»
«Andiamo da Alexa. La situazione mi sta puzzando sempre di più. Non mi piace per nulla.»
Rimetto in moto la macchina e ci dirigiamo verso il locale della nostra amica.
*****
Entro e vedo subito Alexa al bancone.
«Hayley che sorpresa. Due visite in due giorni.»
«Ciao Alexa, devo parlarti, puoi lasciare il posto due minuti? C'è anche Céline.»
«Riguarda quella cosa dell'altro giorno?»
Io annuisco.
«Okay. Allora, ehi tu, ti lascio il bancone per due minuti. Non farmene pentire.» dice a un ragazzo, penso un suo collega.
Alexa ci accompagna sul retro.
Quando vede Céline, si salutano velocemente, ma poi ritorniamo tutte concentrate sul caso. Non c'è mai stato tempo per i convenevoli in queste situazioni, loro lo sanno, forse meglio di me.
«Ditemi.»
«Ti ricordi di quell'uomo di cui mi avevi parlato? Ho fatto ricerche, poi ho chiamato Céline per farmi aiutare.
L'uomo non c'era nel locale. Non è venuto.
Ti prego. Dimmi che ti sei sbagliata o che c'è una motivazione.
La situazione inizia a puzzarmi troppo.»
«No, non so che dirti. È venuto giusto ieri e mi ha detto che oggi ci sarebbe stato.
Non piace neanche a me tutto questo.
Il mio sesto senso mi dice che c'è molto di più dietro.»
Se c'è qualcosa che so bene, è che Alexa non si sbaglia. Su ciò siamo molto simili, in fondo abbiamo fatto pratica per anni.
«Ho paura che tu abbia ragione Alexa. Céline, tu che dici?»
La bionda si fa dubbiosa.
«Dico che sono d'accordo con voi. C'è qualcosa che non va.»
La discussione viene interrotta dallo squillare del mio cellulare.
È Marcus.
«Perché diavolo il mio collega mi sta chiamando a mezzanotte passata.»
Céline mi lancia un'occhiata.
Io rispondo.
«Marcus hai idea di chi ora sia? Che cavolo vuoi?»
«Oh...sei sveglia. Menomale, pensavo stessi dormendo.
Senti so che è un orario assurdo, ma mi hanno chiamato dalla centrale.
Abbiamo un caso.
Un certo Simon Figgher è stato trovato morto nel suo appartamento. Un bilocale in periferia.
Ora ti mando le coordinate.»
Mette giù.
«Alexa sai come fa di cognome il nostro uomo.»
«Figgher. Perché?»
«É appena stato trovato morto, cazzo.»
Céline spalanca gli occhi.
«Okay, quante probabilità ci sono che siano solo coicidenze?»
Chiede lei.
«Ad occhio e croce meno del due percento.» risponde ironica l'altra mia amica.
«Perfetto, sono di nuovo punto a capo e i bambini di quella coppia continuano a vivere questo schifo.»
«Hayley so che è brutto, ma sappiamo tutte e tre che se c'è qualcuno che può farcela, quella sei te.
Ci siamo noi e tutto il gruppo.
Perché anche se ci siamo sciolti dopo quella notte, ma saremo sempre la tua famiglia.
Ti aiuteremo sempre.»
Alexa mi abbraccia.
Io ricambio.
Il mio primo abbraccio dopo più di tre anni.
«Ragazze stiamo invecchiando.»
«Parla per te Céline. Io ho ancora venticinque anni. Hayley ventisette. Tu sei l'unica ad averne ventotto.»
«Gne gne.»
Quanto le adoro.
****
La nottata si prevede molto lunga.
Dopo aver salutato le mie amiche sono andata sul luogo del delitto.
Un piccolo appartamento messo abbastanza male in piena periferia.
«Allora Marcus che abbiamo?»
«Simon Figgher quasi sessant'anni, morto per un colpo di pistola in mezzo alla fronte. Una nove millimetri. Anche se con la quantità di droga che aveva nelle vene, probabilmente sarebbe morto comunque di overdose.»
Di nuovo. Stesso identico modo.
«Prove?»
«Un pelo di labrador, una macchia di vino sul tappeto e un bicchiere rotto.»
«Come devono aiutarmi queste cose.»
«Non lo so.»
«Qualcosa di utile?»
«Mh, potrebbero esserci delle impronte in giro, ma hanno controllato e nulla.»
«Aspetta, macchia di vino?»
«Sí.»
Potrei avere una pista.
Mi dirigo in cucina, prendo un guanto, poi apro il frigo.
Non c'è traccia di bottiglie di vino, ma c'è una bottiglia di succo ai frutti rossi.
La prendo, prendo un bicchiere, né verso un goccio, lo annuso.
Bingo.
È vino.
«Marcus ho qualcosa.»
Lui spalanca gli occhi, come se fosse...stupefatto?
«Come hai fatto? Hanno controllato tutto e non hanno trovato nulla oltre quello che ti ho elencato.»
«I dettagli Marcus. Nel frigo c'era una bottiglia di succo ai frutti rossi. Ne ho versato un goccio ed era vino, per cui se ci va bene ci saranno delle impronte sulla bottiglia.»
«Wow. Non ci sarebbe arrivato nessuno. Complimenti.»
«Ora io vado perché sono veramente stanca.»
«Stai andando ad indagare, vero?»
Faccio un piccolo sorriso, ma la sua espressione mi fa capire che l'ha visto.
«Mi conosci bene Marcus. Mi chiedo quanto io in realtà conosca te.»
«Che intendi?»
«Non so...hai sempre avuto un aspetto famigliare. Ci conoscevamo prima di iniziare a lavorare insieme?»
«No, non credo proprio. Ti avrei riconosciuta. Ho un'ottima memoria.»
Marcus tira fuori una sigaretta.
«Non sapevo fumassi.»
«Solo ogni tanto.»
«Che marca è?»
«Chesterfield. Vuoi?»
«Sí, grazie.»
«Non sapevo fumassi.» ribatte lui, imitandomi.
Mi appoggio sul muretto di fianco a lui.
«Solo ogni tanto. Solitamente quando torno a casa dopo un caso.»
«Scarichi la tensione?»
«In un certo senso.»
Butto la sigaretta finita e di sfuggita noto tra l'erba del giardino mal ridotto di questa casa, un pacchetto di sigarette finito.
Sono certa sia delle Chesterfield.
****
Entrata, butto la mia giacca sul divano, ma spalanco gli occhi quando noto una busta tra i cuscini.
"Ciao Hayley, sarò breve. Smettila di indagare, ti farai solo male.
Buonanotte, scimmietta curiosa."
Quando leggo quel soprannome, un brivido mi attraversa la schiena.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top