Eyeless Jack
Non toccai cibo a cena.Non riuscivo a mangiare nulla.
"Tesoro.....ti senti male?"
Mia madre mi mise la mano sulla fronte e per verificare che non abbia la febbre e la tolse subito dopo.
"Forse dovresti stenderti sul divano in salotto, per riposare un po', dopotutto non puoi sforzarti di mangiare"
Aggiunse mio padre con tono consapevole.Aveva proprio ragione.Mi alzai a fatica dalla sedia ed entrambi mi aiutarono ad attraversare il breve tragitto che per me era ormai diventato eterno. Il divano, una meta irraggiungibile per le mie sole forze.
Mi sdraiai emettendo un sospiro di sollievo. Mi sentivo come se fossi nello spazio:la mia testa era leggera e non percepivo più nessuna sensazione a parte la stanchezza mentre ogni singolo muscolo del mio corpo affondava tra i soffici cuscini.
I miei si fermarono a parlare in cucina
"Dai,non esagerare,se la caverà"
"No!ha bisogno di aiuto!non capisci!dopo un'operazione potrebbe essere rimasta traumatizzata! "
"Cara,tranquilla,è sempre stata forte,sarà in grado di superare anche questo"
Si voltanrono verso di me e poi tornarono in cucina.
Non ricordavo di aver fatto un operazione...avevo rimosso il ricordo forse...per questo mi sentivo come un sacco di patate.
***
Persi la cognizione del tempo ma credetti furono di già le nove di sera perché mia madre mi accompagnò in camera rempiendomi il letto di cuscini per timore che cadessi giù.
"Buona notte,se senti male,chiama,io sono in camera e tuo padre in cucina ok?"
"Va bene...mamma"
"Brava piccola"
Sapevo già che non l'avrei chiamata altrimenti diventerebbe talmente paranoica che non riuscirei a sopportarla.
Mi accarezzò i capelli e spense le luci.Guardai il soffitto per qualche secondo poi spostai lo sguardo sull'armadio:la luce che penetrava dai fori della serranda e illuminava in parte la stanza,il resto rimaneva immerso nell'ombra tranne quando passava qualche macchina con gli abbaglianti.
Mi rigirai più e più volte nel letto:sentivo un dolore acuto dietro la schiena,precisamente in basso a destra.Stordita mi sedetti e mi passai le dita nel punto dolente e sentii come un solco...una lunga fessura diagonale che mi attraversa la pelle.Rabbrividii al contatto.
Mi sporsi dal letto per accendere la lampada poi mi alzai in piedi e mi controllai: un segno di cucitura...il segno dell'operazione...il perché mi sento così.
Mi buttai sul letto a pancia in giù disperata e cercai a tentoni l'interruttore della luce dopodiché affondai la testa nel cuscino iniziando a contare il rumore delle macchine che passavano.
Uno.....due......tre.....quattro..........cinque...........sei...sette..otto...........nove.........dieci............undici.......dodici......tredici.......
Che strazio....
_______________
Immagino un prato verde,verde come la chioma degli alberi C'è una macchia rossa.Un piccolo tulipano.rimaneva isolato tra l'erba.
Mi avvicino e mi sdraio sull'erba ma inizio a precipitare andando sempre più giù.Cado fra gli alberi e sento un forte dolore alla schiena dove è stato fatto l'intervento.
Il dolore si fa così forte da farmi svegliare
_____________
Spalancai gli occhi senza capire un tubo mi portai una mano dietro la schiena ma afferrai qualcosa di freddo, quasi liscio ma un po' viscido in qualche senso.Il mio cuore iniziò a battere sempre più veloce per il terrore.
Mi girai lentamente e intravidi qualcuno o qualcosa con una maschera che mi fissava.Iniziai a tremare guardando lentamente cosa stavo tenendo. Una mano.E la mano teneva stretto un piccolo bisturi.
Con uno scatto mi buttai a terra scivolando via dal letto scalciando le coperte e iniziai a strisciare all'indietro verso la porta.
Una macchina passò e riuscii a vedere bene la figura grazie ai piccoli buchi della serranda che fecero passare abbastanza luce: sembrava un ragazzo,era fasciato in alcuni punti con garze macchiate di rosso e sembrava avere la pelle grigia ma questo poteva essere per la scarsa illuminazione.
"Mammaaaa!"
Iniziai a chiamare mia madre mentre vedevo avvicinarsi il ragazzo. Mi toccai la ferita e sentii qualcosa di bagnato, mi leccai l'anulare bagnato...sangue...mi aveva fatto un taglietto con il bisturi.
Mia madre bussò alla porta nervosamente,io mi scansai e lei aprí la porta.
"Tesoro cos-............cosa ci fai tu in casa mia!"
Il ragazzo si sollevò la maschera mostrando il volto.Non sembrerebbe un ragazzo.
Non aveva occhi ma una sostanza nera colava dalle cavità oculari e sorrideva mostrando i denti aguzzi
Spalancò la bocca e da essa fuoriescono come tante lingue facendo svenire mia madre.
Iniziai a piangere per il terrore.
"papaaaaaaa!!!aiuto!!"
Quel mostro si avvicinò camminando stranamente verso di me prendendomi il viso per il mento sollevandolo. Il mio sguardo cadde nelle cavità degli occhi completamente vuote che facevano impressione.
Mio padre raggiunse la porta della mia stanza trovando mia madre svenuta guardò l'essere che mi stava lentamente avvicinando la mano con il bisturi ai fianchi.
Si scagliò contro di esso buttandolo contro il muro strappandogli via la maschera.
I due si aggredirono furiosamente. Con le ultime forze che mi rimasero in corpo sgattaiolai sotto il letto coprendomi la testa piangendo silenziosamente. Non ho la più pallida idea di cosa succeda lì sopra ma una pozza di sangue mi macchia la manica destra del pigiama.
Non sentii niente per un breve lasso di tempo riuscii a percepire solo il mio battito cardiaco;il resto del mondo sembrava si fosse fermato.
Qualcuno mi afferrò il polso e mi tirò violentemente fuori dal nascondiglio.Mio padre era morto.
Ero paralizzata ma quell'assassino mi strattonò il braccio facendomi alzare in piedi stringendomi al suo petto e con una mano sulla testa mi osservava gli occhi.Non portava la maschera e riuscivo a vederlo meglio:la sua pelle era veramente grigia.Mi colò un po'di quella strana sostanza nera sulle guance e lui mi pulí sorridendo.Mi fece girare spingendomi contro il muro e mi "studiò" da capo a piedi.
Iniziai a tremare dalla paura non appena iniziò ad annusarmi i fianchi dando un occhiata alla cicatrice.
"Cosa hai fatto...?"
La sua voce era quasi un sibilo...
Non risposi.Mi sentivo completamente come un blocco di calcestruzzo.
Continuò a osservarmi poi si allontanò accovacciato e si sistemò in un angolo a fissarmi.Mi mossi lentamente senza distogliere lo sguardo da lui.Raccolsi la maschera e incuriosita avvicinandomi lentamente porgendogliela. Meglio farselo amico, non vorrri farmi perseguitare.
"T-t-tieni"
Riprese velocemente maschera e se la sistemaò
"Hai...un...rene..."
Cosacosa?!
'hai un rene'?! Che cavolo di senso ha?!
"C-come?"
"Hai SOLO un...rene..."
Solo un rene...
SOLO un rene
SOLO UN RENE?!
Ora capisco perché l'intervento!
"P-perciò...?"
"Ho...fame..."
Rimasi stranita e mi avvicinai a lui accovacciata cercando di tirar fuori il coraggio.
"Vuoi...cibo?"
"Reni..."
Solo una parola.E quell'unica parola mi risuonò più volte nella testa.
"...voglio...reni...Tu....ne hai solo...uno..."
Non riesco a comprendere la frase seriamente per colpa del sibilo che fece appena pronunciò la frase.
"Quindi...Tu m-mang-mangi i reni.......?!"
"Tu ne hai solo uno.....io ne voglio due........!"
"V-vuoi d-due reni?"
Venne fuori dalla penombra annuendo.Fece uno scatto arrivando fino al corpo di mia madre afferrando il bisturi iniziò a tagliarle la schiena.Mi volto quasi Traumatizzata.Sta uccidendo mia madre quando aveva a disposizione mio padre.
Tornò da me e mi mostrò due reni che pulsavano ancora e grondavano di sangue
"Buoni...!"
Io per poco non vomitavo.Emisi un sibilo soffocato accompagnato da un colpo di tosse iniziando a lacrimare.Spostai lo sguardo sull'essere che nascondeva sotto la maschera il rene e lo ritirò fuori completamente masticato poi lo buttò via.L'altro invece lo mangiò del tutto.
Mi spostai sul letto afferrando un cuscino e iniziando a piangere stringendolo al petto.
"Liquido..."
Si avvicinò semi-accovacciato mi asciugò le lacrime con l'indice e poi lo leccò.
"Salato..."
"Cosa vuoi da me? perché hai ucciso i miei genitori? perché invece di far fuori mia madre non hai preso i reni di mio padre?!"
"I reni di tuo padre....cattivi perché sono morti........I r di tua madre invece......erano buoni.. Perché era ancora viva....tu...non hai il rene destro....il più gustoso..."
"Cosa stai insinuando?"
"Il tuo rene, il destro...il più buono.... non è lì...... dov'è?"
Il mio rene destro..? Il rene destro é il più gustoso tra i due?
"Il mio é all'ospedale ho fatto oggi proprio un intervento,o meglio ieri visto che é passata la mezzanotte"
"Non é buono...un rene malato"
"Be,hai anche aspettato a lungo,forza metti fine alle mie sofferenze.u Uccidimi."
Gli offrìi il rene sinistro alzando la maglia mostrando i fianchi e sdraiandomi sul letto per facilitargli il lavoro
"Il rene sinistro...é cattivo"
"Forza.Non fare il modesto"
"No.Sprecherei...un rene"
"E allora?"
"Voglio vederti ancora dormire"
A quelle parole sbarrai gli occhi impietrita
"Come scusa?"
Si avvicinò a me scostandosi la maschera e mi leccò una guancia. La sua lingua era come quelle normali ma era a punta e normalmente mi lasciò della bava appiccicaticcia in volto.
"Oh...mio...dio....CHE SCHIFO!"
Mi sedetti sobbalzando
"Deliziosa"
"Deliziosa un corno razza di cannibale"
Mi strofinai la guancia con la manica del pigiama schifata.
"Vuoi deciderti a darmi una risposta?!?"
"Mi darai i tuoi occhi?"
"No!"
"Allora...no anche per me"
"Adesso?"
Si riavvicinò prendendomi una mano e poggiandola sulla sua guancia.Il mio sguardo si perse come al solito nelle cavità dei suoi occhi impossibili da ignorare e mi iniziò a battere il cuore più forte che mai per l'imbarazzo e per la paura di cosa potrebbe succedere.
"Cosa........stai facendo?"
"Indovina"
Sì avvicinò ancora una volta alla mia faccia lasciandomi la mano che ricaddette lungo i miei fianchi.Rimasi immobile a fissarlo fino a quando non riuscii a sentire il suo respiro, velocemente mi leccò una seconda volta la guancia sorridendo e si allontanò aprendo la finestra.
Fece cenno di andare verso di lui.
Mi alzai tremolante e camminai verso la finestra. Fuori la luna splendeva limpida.
"Ma almeno,hai un nome?"
"Jack"
Quella parola uscì veloce e decisa.Jack.Non riuscivo a capire se fosse stato un ragazzo o no.
Uscì dalla finestra tirandomi per un braccio poi mi prese a cavalcioni iniziando a correre nell'ombra.
*********
Arrivammo in una catapecchia nel mezzo di un bosco.
Entrò e mi buttò su un vecchio materasso impolverato mentre lui si sedette su un cuscino.
"Perché?"
Domandai
"Come perché?...I tuoi genitori sono morti...Vivrai quì"
"Ma non sono neanche maggiorenne!Ho bisogno di aiuto!"
"Appunto... Verrò quì ogni giorno svariate volte....."
"E poi?"
"...E ti aiuterò"
"Grazie"
Mi guardai intorno: la polvere non mancava, l'unico posto per dormire era questo materasso, una lampadina pendeva dal soffitto in misere condizioni e c'erano dei fornelli.
"Arrivano luce e gas?"
Jack si alzò accendendo la lampadina
"Illumina quanto una candela ma...Non si può ottenere tutto dalla vita"
"Jack, come farò a procurarmi del cibo? Dovrò uscire ma non ho soldi"
"Tranquilla penserò io a questo, tu pensa...ad aggiustare questo posto se te la senti. Gli attrezzi sono sul retro..."
*************
La notte passò e fortunatamente riuscii a dormire.
Mi svegliò qualcosa di umido e viscido sulla mia guancia.
Non smetterà mai di leccarmi 'sto tipo... Avrò un buon sapore...
"Devo farci l'abitudine?"
"Certo!"
Mi sedetti sfregando gli occhi cercando di vedere qualcosa ridefinendo i contorni degli oggetti.
Di mattina la capanna era illuminata interamente dal sole.
"Sul tavolo ci sono pane...marmellata e delle arance..."
"Uno spremiagrumi c'è?"
"Cerca nei mobili..."
Rovistando nei cassetti e negli sportelli notai che l'argenteria c'era e anche variee pentole arrugginite...Cose usate ma pur sempre utilizzabili.
Mi preparai la colazione sedendomi su uno sgabello.
Dovevo dare una sistemata al posto.
Addentai il pane ricevendo un'altra leccata sulla guancia opposta
"Sai, dopo un po'diventa piacevole... Jack"
"Mi lascierò prendere la mano..."
Si tolse la maschera appoggiandola sul tavolo iniziando ad osservarmi
"Anche a questo devo abituarmi?"
"Certo"
Ok...
Finito di mangiare, rimasi da sola perciò presi un pezzo di stoffa e iniziai a passarlo ovunque una volta inumidito con dell'acqua.
**********************************
Passavano uno, due, tre giorni sempre la stessa cosa.
Jack mi svegliava leccandomi la guancia, mi preparavo la colazione, stringevo qualche vite dei mobili che si allentava con il cacciavite, annodavo i fili d'erba creando una corda, per pranzo Jack mi portava qualche rimasuglio di cibo che non voglio sapere dove li trova, nel pomeriggio facevo cose a caso aspettando la sera dove potevo discutere con lui.
Era l'unica persona-non persona che vedevo.
Quando era con me mi sentivo felice, non c'era più nessuno a stare con me, c'era lui, il 'leccatore di guance' che veniva quì sempre sporco di sangue, ma feci presto ad abituarmici.
Ogni giorno che passava sviluppavo un po'di affetto riguardo quell'individuo particolare.
'Sta mattina come sempre mi leccò la guancia ma non avevo intenzione di continuare a rimanere sola.
"Hey Jack"
"Mmh?"
"Che sapore ho?"
"Un mix di dolce e salato..."
"Posso assaggiarti?"
"Se proprio devi..."
Mi alzai e gli sfilai la maschera.Con un dito presi della sostanza nera che gli stava colando sulla faccia e la misi in bocca
"Amaro"
"A posto?"
"No"
Lo presi per il colletto della felpa e lo baciai.
Le sue labbra non sapevano di nulla ma fu quel nulla a riempirmi di soddisfazione.
Mi staccai da lui e come se non fosse successo nulla presi un arancia e la sbucciai.
Jack rimase come in uno stato di trans seduto a gambe incrociate con lo 'sguardo' , se si può dire, perso nel vuoto
"Ehi!"
Nessuna risposta
"...Jack?"
Ancora nessuna risposta
"Sì. Ti ho baciato problemi?"
Era assente con la testa. Non percepiva più nulla così provai i vecchi trucchetti per farsi ascoltare da un ragazzo:
"Jack, non ho la felpa addosso"
Niente
"Vado a lavarmi al fiume"
Niente
"Nicki Minaj sta twerkando fuori da questa catapecchia"
Secondo rimedio: violenza
Mi siedo davanti a lui e gli tiro un sacrosanto malrovescio contanto di schiocco.
"Cos'hai cavolo rispondi!"
Lo prendo per le spalle iniziando a scuoterlo insistentemente.
Dovetti tirargli un altro schiaffo per fargli ritornare la ragione ma mi prese in braccio e mi leccò ancora e ancora e ancora fino a darmi un bacio.
Sembrava stesse aspettando questo momento da tutta la vita mentre io avevo l'impressione di esserci incontrati solo per arrivare a questo.
Mi posò con i piedi a terra ma servì a poco, rimasi incollata a lui socchiusi gli occhi quando ci fermammo a scambiarci sguardi, o per essere precisi, solo io.
La sua espressione sembrava volesse dire 'ti amo, ma non può esserci una relazione fra noi ma io desidero solo te' e scommetterei di averlo visto arrossire anche se quasi innotabile sotto quella roba nera e la pelle grigia.
"Jack, non voglio più rimanere tutta la giornata da sola. Io TI voglio"
"Anche io mi sono affezionato.....Un po'.."
"Mi farai uscire pazza"
"Forse lo sei...."
"Sbagliato. Forse lo siamo."
Gli passai una mano sulla bocca prima che potesse riavvicinarsi, poi raccolsi con un dito quella sostanza direttamente da dentro la cavità oculare
"Puoi spiegarmi cos'è?"
"Non lo so neanche io..."
Leccai il dito sporco aprendogli la bocca con due mani: i denti erano quasi aguzzi
"E questi?"
"Non lo so"
"Ma questo sei tu"
Mi allontanai andandomi a sedere sul materasso
"Come fai a non sapere nulla, cosa sei? Un mutante? Un alieno?"
"Una vittima"
Si mise a gambe incrociate accanto a me lasciandomi appoggiare la testa sulla sua spalla
"Come una vittima?"
"Un sacrificio a un demone"
"Figo..."
"Tutt'altro che figo..."
"Scusa, é che non capisco cosa intendi"
"Un gruppo di ragazzi del mio stesso college praticavano Satanismo e io finii in mezzo per errore: mi legarono, mi privarono della vista estraendo gli occhi...Per poi versarmi questo liquido denso nelle cavità che allora era bollente e ...offrirono il mio corpo al demone Chernobog..."
"Mi dispiace"
"Ma almeno ti ho incontrato..."
Mi carezzò i capelli accennando un sorriso
"Sembra che tu stia piangendo Jack"
"Me lo dicono in tanti"
"Se ti capitasse di piangere?"
"Non lo so, sono anni ormai"
"Allora..."
Non terminai la frase che Jack mi spostò in modo che potessimo abbracciarci e bagnai la sua felpa.
"Anche tu hai un liquido...Trasparente e salato"
Mi asciugò le lacrime al solito modo.
Mi leccò la faccia: ha un vizio disgustoso ma rilassante.
"Io amaro, tu salato"
"Perciò?"
"Aggiungiamo il dolce?"
Alzai la testa, ero in lacrime, ero felice.
Di nuovo ci baciammo e sentii la sua lingua passare sul mio labbro come per chiedere il permesso di avere un contatto con la mia, negai scandalosi e appoggiando il mento sulla sua spalla.
"Mi lascerai?"
"Neanche in caso di morte, io ti raggiungerò in ogni caso"
Mi coccolò fino a farmi addormentare mentre gli bagnavo i vestiti di lacrime.
**********
Mi svegliai sul solito materasso.
Mi mossi con l'intenzione di alzarmi ma mi scontrai contro una gamba dopodiché un braccio mi avvolse Il bacino.
Sorrisi nel vedere anche Jack addormentato stringermi.
"Jack...Ehi... Sveglia..."
"Ancora cinque minuti ..."
"E sia"
L'abbracciai per tutto il tempo e tentai un'altra volta di svegliarlo
"Sono passati cinque minuti..."
"Ma ti voglio tenere stretta"
"E io ti prometto un bacio se ti siedi"
Mi tirai sú assieme a Jack e ci scambiammo un bacio: la sua felpa era su una sedia e indossava una maglietta a maniche corte e aveva i capelli scompigliati in una maniera innaturale.
Andai al lavandino a sciacquarmi la faccia e ricevetti una leccata appena finito, é il suo modo per affezionarsi.
"Hai mai mangiato un rene?"
"No"
"Vuoi assaggiare?"
"Non sono interessata, grazie"
"Qual'è il tuo cibo preferito"
"Diciamo che gradisco un po'tutto"
"Allora come qualcuno...Nel mondo si é sacrificato per mangiare dei broccoli...Potresti assaggiare un rene...Magari cotto"
"Ok"
"Torno fra venti minuti"
E uscì a fare la """spesa"""
*****
Una volta tornato lo abbracciai guardandolo
"Ho paura Jack"
"Tranquilla, sono buoni, vedrai"
Si staccò e prese una padella buttandoci sopra un rene: ne aveva portato un sacchetto
"Senti che buon...Profumino"
"Sa di sangue..."
"Perfetto"
Apparecchiai la tavola per due ma c'era un solo bicchiere intatto, gli altri erano scheggiati o inutilizzabili
"Dobbiamo usare lo stesso bicchiere"
"Bene"
Fece scivolare il rene cotto nel piatto
"Senti che buon odore"
"Ehm... Sì... Sì..."
"Apri la bocca..."
Mi stava imboccando con la forchetta contro la mia volontà; mi tappò il naso per farmela aprire poi mi baciò impedendomi di sputare.
Che strani modi Jack...
Inghiottii e si allontanò
"Com'è?"
"Manca il sale"
"E sale sia"
*****
Non credevo mi piacessero certe cose ma avevano un sapore particolare come la consistenza: viscido e morbidi ma saporiti.
Finito di mangiare presi il bicchiere e brevetti per togliermi il sapore di sangue dalla bocca e lui fece lo stesso appoggiando le labbra nello stesso punto in cui lo avevo fatto io.
Credo per infastidirmi o per ringraziarmi o per mostrare il suo affetto.
Sorrisi e gli presi la mano
"Hai bisogno di qualcosa? Vorrei aiutare anche io..."
"Ho bisogno di te"
"Pensi che io non lo abbia?"
"Non hai mai avuto quello che cercavo...Ma hai fatto in modo che ti desiderassi"
Mi strinse e fece passare una mano lungo la cucitura della cicatrice.
"Per questo non mi hai ucciso..."
"Sei una ragazza forte, determinata, anche testarda...Ma avrei voluto avere io l'onore"
Si abbassò fino a farci sfiorare il naso a vicenda
"Se lo avessi avuto non saremmo mai arrivati a questo; mi bastano i tuoi baci per vivere"
"...Lo stesso per me"
"Jack, dimmi che non é un sogno, ti prego, voglio starti affianco, baciarti, stringerti, voglio ancora poter fare tutte queste cose"
"E cosa ci impedisce di andare oltre?"
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