parte 4
Si domandò. Slender Man era riuscito a individuarlo subito ed era impossibile che dopo tre settimane non fosse stato in grado di capire che nei boschi si era persa una bambina. James si sarebbe aspettato che non l'avrebbe trovata mai più.
E invece era lì, viva e vegeta... Gli aveva salvato la vita.
Quella bambina era riuscita ad impedire che Slender Man lo uccidesse...
E dato che quel mostro non poteva non sapere di lei, conoscendo le sue capacità... Poteva solo voler dire che... L'aveva risparmiata...
<< Com'è possibile... Per quale motivo avrebbe fatto una cosa del genere? >>
E soprattutto... Perchè Katy era scappata via da lui, sebbene le avesse mostrato il distintivo?
Aveva preferito restare lì... Perchè...?
Non c'era sole. Le nuvole grigie impedivano il suo splendore. Il bosco era triste, umido. Piangeva insieme a Katy, nascosta in un piccolo angolo dell'edificio abbandonato. Non riusciva a capacitarsi che Slender Man, che le aveva dimostrato quanto potesse essere buono, fosse ridiventato un mostro capace di uccidere a sangue freddo.
Era lì. Sapeva che la stava osservando.
Alzò lo sguardo, trovandoselo davanti. Era triste, forse pentito di ciò che aveva fatto. Ma Katy era arrabbiata con lui, e non c'erano scusanti per quello che stava per commettere.
<< Perchè ti sei comportato in quel modo? Quell'uomo non ti aveva fatto niente... E tu lo stavi uccidendo! Perchè?! Che diritto avevi tu di ucciderlo?! Quell'uomo può avere una famiglia, e tu gli stavi impedendo di tornare a casa?! Perchè?! >>
La voce di Katy risuonava e spaccava le mura. Slender Man era fermo davanti a lei, e ascoltava, vergognato, quella predica.
<< Mi hai dimostrato che sai essere buono... Che non sei come ti descrivono le storie della città... Ma se davvero ci tenevi a dimostrare di essere in quel modo, se davvero volevi far vedere che sei un mostro... >>
<< ... >>
<< ... Avresti dovuto uccidere anche me... >>
Sussultò a quella debole frase, fatta di lacrime e sale amaro. Non poteva chiedergli una cosa del genere, non poteva...
Non ne avrebbe mai avuto il coraggio.
Umiliato e risentito per ciò che aveva fatto, Slender Man si avvicinò lentamente a Katy e si chinò arrivando con il volto alla stessa altezza del suo.
Si guardarono. In quel momento avrebbe desiderato avere occhi e bocca... Per farle vedere quanto gli dispiacesse... E chiederle scusa.
Ma Katy non aveva bisogno degli occhi, nè tanto meno della bocca...
Singhiozzando, avvolse il collo freddo di Slender Man con le proprie braccia e affondò il suo volto nella giacca nera di lui.
<< Non farlo più... Ti prego... >>
Slender Man la avvolse con le sue braccia lunghe ed esili. Quanto gli mancava la sua bocca... Mai come in quel momento avrebbe voluto averla...
Per sussurrarle, tra le lacrime: "Mi dispiace..."
Quando Katy si svegliò, capì di essere rimasta abbracciata a Slender Man per tutta la notte. Quello che era successo il giorno prima aveva aperto una ferita in entrambi e aveva rischiato di spezzare il rapporto che era nato fra loro. Ma nessuno dei due era intenzionato a perdere l'altro, e il perdono era stato più forte di qualsiasi paura.
Così erano rimasti lì tutto il giorno, abbracciati, e verso il calare della notte, Katy ricordava di essersi addormentata.
Il movimento silenzioso delle piccole palpebre che si aprirono consentì alla bambina di ricevere una carezza sulla testa che la portò ad alzare lo sguardo verso il volto che ormai conosceva bene, e di cui non aveva più paura. Le sue mani raggiunsero quella pallida di Slender Man e la condussero alla sua guancia. Il suo tocco era caldo, e il gelo che lo componeva prima che entrambi diventassero così intimi sembrava essere scomparso, e di certo era meglio così per entrambi.
Restarono a fissarsi per qualche secondo che nascondeva un'immaginaria eternità. Katy non voleva parlare di quanto era accaduto il giorno prima.
Quello era uno di quei ricordi che devono solo essere dimenticati, non c'era spazio per loro nella mente.
Cip! Cip!
Entrambi si voltarono quando sentirono quel flebile suono. Un pettirosso era poggiato sul davanzale della finestra, e con i suoi occhi neri e curiosi osservava gli abitanti solitari di quella casa abbandonata. Katy sorrise e si avvicinò piano all'uccellino, e con la punta delle dita sfiorò le piume rosso sangue del pettirosso che cinguettò soddisfatto.
La bambina rise divertita, e rivolse lo sguardo a Slender Man, che restava seduto per terra a guardarla.
Probabilmente aveva ancora residui di malinconia dentro di sè per il rammaricante avvenimento del giorno prima, ma Katy non poteva vederlo in quel modo.
In fondo, anche lui aveva cercato di renderla felice quando le capitava di essere triste.
Prese per mano l'uomo smilzo e lo fece alzare, poi lentamente lo fece avvicinare alla finestra.
Slender Man si tirò indietro, evidentemente consapevole della sua natura di mostro che avrebbe spaventato il pettirosso.
Ma Katy sorrise e tenendo una delle sue mani la avvicinò lentamente all'uccellino.
L'animaletto scosse le ali e si allontanò saltellando. Slender Man provò nuovamente a ritirarsi, ma la bambina, rivolgendogli uno sguardo fiducioso, continuò a guidare la sua mano verso l'uccellino.
<< Basta non fare movimenti bruschi. Fidati di me. >>
<< ... >>
Slender Man non sembrava tanto convinto, ma non poteva rifiutare di fidarsi di lei. Si lasciò guidare, nonostante provasse come la sensazione di sentirsi un po' imbarazzato. E poi, lui era un mostro...
Nessuno, animale o umano che fosse, si sarebbe potuto avvicinare a lui.
E invece il pettirosso si poggiò sul lungo dito scheletrico dell'uomo smilzo, sbattendo a volte le ali per posizionarsi.
<< Ahah! Hai visto? >>
Rise Katy battendo le mani. Slender Man sollevò con massima lentezza la mano, osservando stupito il pettirosso che si guardava intorno, senza neanche provare a scappare, cosa che fece soltanto dopo un po' di tempo, volando via dalla finestra mentre cinguettava. Katy rise di nuovo e guardò l'uomo smilzo.
Non ci aveva mai fatto caso prima, ma sembrava che il suo volto stesse diventando sempre più definito rispetto a prima, infatti si notavano meglio gli zigomi e l'incurvatura del naso. Per un attimo le sembrò di ricordare qualcosa...
Il suo volto...
Una volta....
<< ... >>
Scosse la testa e facendo finta di niente, prese nuovamente per mano Slender Man e lo condusse fuori. La luce del sole ebbe il potere di accecarla per qualche istante, ma il calore che la permeò subito dopo era più bello di qualsiasi fastidio.
Eppure sentiva che c'era ancora qualcosa che non andava. Come se un velo di tensione avvolgesse entrambi.
Katy aveva notato che Slender Man, fin dal giorno prima, aveva evitato il più possibile di guardarla, e lei non riusciva a sopportare quella situazione.
Si sentiva ancora in colpa per aver quasi commesso un omicidio davanti ai suoi occhi, ma lei lo aveva perdonato.
Forse non era bastato?
O forse era solo confuso?
Che si stesse interrogando sul perchè avesse obbedito al suo ordine di fermarsi?
Katy realizzò che era crudele pensare una cosa del genere e scorretto nei suoi confronti. Le aveva pur sempre offerto il suo calore quando era stata male, e soprattutto le aveva salvato la vita risparmiandola, e questo non poteva dimenticarlo.
Era così imbarazzante!
Entrambi non sapevano che cosa fare o cosa dire, il loro rapporto sembrava essersi nuovamente raffreddato, e Katy non voleva questo, sicuramente neanche Slender Man.
<< Ehi... >>
Strattonò un po' la giacca dell'uomo smilzo per avere la sua attenzione.
<< Ehm... Scusa se ieri to ho gridato contro... Non ero arrabbiata con te, solo che... >>
<< ... >>
<< Non potevo lasciarti uccidere quell'uomo. Lo capisci, vero? >>
Non un cenno da parte dell'uomo smilzo le venne regalato.
<< Sai, è difficile vedere qualcuno a cui vuoi bene che fa soffrire qualcun altro, buono o cattivo che sia. >>
<< !! >>
Aveva sentito bene? Aveva davvero detto quella frase?
Lei... Gli voleva bene...?
E nonostante quello che aveva combinato il giorno addietro... Era ancora disposta a prestargli il suo affetto?
D'improvviso, sentì una strana sensazione.
Era sollevato... Ma aveva voglia...
... Di piangere...
Deglutì profondamente e Katy lo guardò, capendo di aver smosso qualcosa in lui. Cominciò a credere che Slender Man, in quelche modo, stesse tornando...
Umano...
Ma si ritrovò a pensare come potesse immaginare una cosa del genere?
Come poteva sapere che lui fosse mai stato umano? Glielo aveva chiesto una volta, ma ovviamente lui non le aveva risposto.
Eppure le veniva spontaneo pensare una cosa del genere. Non poteva fare a meno di ricordare il momento in cui le era parso di vedere il viso di un'altra persona al posto della sua faccia pallida.
Così... Familiare...
Prima di poter fare ordine nella sua mente, si sentì sollevare da terra e si ritrovò faccia a faccia con Slender Man, che la fece scivolare su uno dei suoi tentacoli come fosse un'altalena. La bambina capì e ridendo cominciò a dondolarsi, a poco a poco sempre più veloce mentre Slender Man avanzava verso il bosco.
<< E' ancora viva, ma vi è scappata?! Ma che cosa vuol dire?! >>
<< Sono mortificato, signori. Purtroppo quel mostro mi ha sorpreso e... >>
<< E nostra figlia è ancora tra le sue grinfie! Io rivoglio mia figlia!!>>
<< Signora, la prego, si calmi. Ha ragione, ma... >>
<< Ma?? >>
<< Ma il problema è che non posso organizzare una spedizione di ricerca. Non ho il permesso per... >>
<< Che cosa?!! >>
Madison era furiosa, Isaac cercava di tenerla sotto controllo mentre James Roosvelt, mortificato, non poteva fare altro che sorbirsi le grida di una madre infuriata.
E ciò che più lo frustrava era che aveva ragione, aveva fallito su tutta la linea.
Non solo era riuscito a trovare vittima e colpevole, ma se li era fatti scappare entrambi.
Eppure non riusciva a togliersi lo sguardo di quella bambina e la reazione del mostro alle sue grida dalla testa.
C'era qualcosa che non gli tornava...
<< Guardi, ne ho abbastanza! La ringrazio per il lavoro svolto finora, ma mi rifiuto di affidare la vita di mia figlia a degli incapaci! Se ne vada, per favore! >>
Il giovane agente sentì una fitta allo stomaco. Quella critica era stata più pesante di un'ammonizione, e non poteva prendersela che con se stesso.
Lasciò la casa a testa bassa, sconfitto e umiliato. Aveva sbagliato, avrebbe dovuto svolgere il suo dovere comunque, e si era fatto distrarre da una legenda e dagli occhi innocenti di una bambina.
Era calata la sera, ma quella era una notte senza stelle. Si chiese se quella bambina potesse ancora rimirare la luna da qualche parte, in quel bosco.
<< Agente... >>
James sollevò la testa di scatto, e i suoi occhi incontrarono quelli grigi e luminosi della nonna di Katy, ferma nell'ombra a osservarlo. La donna si era trasferita a casa di Madison e Isaac da quando Katy era sparita, affermando che voleva seguire le indagini da vicino. Quella donna aveva qualcosa di inquietante, pensava il giovane poliziotto ogni volta che la vedeva.
<< Buonasera, signora. >>
<< Ho saputo che avete visto mia nipote... >>
James sospirò, distogliendo lo sguardo.
<< Si, ma... >>
<< Stava bene? >>
Quella domanda lo lasciò perplesso. Si aspettava un perchè... Come mai non era riuscito svolgere il suo dovere fino in fondo. E invece...
<< Ehm... Io... Si, credo che stesse bene. Cioè, non ho constatato ferite sul suo corpo, ma... >>
<< Bene. >>
Lo ammutolì la donna, poi si avvicinò un po' di più, e lui ebbe la sensazione che i suoi occhi avessero preso a brillare misteriosamente nel buio.
<< La prego, agente... Mi dica che cosa è successo... quel giorno... >>
<< Madison, che stai... >>
<< Vado a prendere Katy. >>
<< Che cosa?! >>
Isaac fissava incredulo la moglie mentre questa infilava un piumino lungo e grigio e in mano aveva una torcia elettrica.
<< Senti, so che è una pazzia. Ma mia figlia è ancora intrappolata in quei boschi. E io non voglio assolutamente perderla. >>
<< Certo, hai ragione, ma... >>
<< Non discutere, Isaac! Io sto andando. Tu che cosa fai? >>
Il giovane genitore rimase immobile, freddato dalla sicurezza della moglie. Poi, esitante, prese anche lui un piumino e uscì insieme a lei.
<< Slender Man, Slender Man. Tutti i bambini provano a scappare. Slender Man, Slender Man. Per lui è parte del divertimento. Slender Man, Slender Man. Vestito in giacca e cravatta neri. Slender Man, Slender Man... Mmh... >>
Quella canzoncina la cantavano sempre i suoi amici a scuola, durante il girotondo. La leggenda di Slender Man si era propagata soprattutto tra i bambini, e ovviamente questi avevano trasformato quella macabra storia in una filastrocca altrettanto macabra. A Katy, in realtà, piaceva quella melodia, ma ormai si sentiva in colpa a cantarla.
Slender Man non era cattivo. Con lei, almeno...
Cominciava a fare freddo, e l'umidità stava cominciando a calare insieme al pomeriggio. La bambina si avvolse nella copertina, stringendola forte.
Sorrise. Ricordò la mattina in cui, svegliandosi, se l'era misteriosamente trovata addosso. E lì non c'era altri se non lei e... Slender Man.
Era sola in quel momento. Slender Man era da qualche parte nel bosco.
Nonostante il loro rapporto si fosse consolidato, l'uomo smilzo non aveva perso il suo carattere misterioso e solitario.
Katy non provava nemmeno a seguirlo, rispettava la sua voglia di stare da solo. In fondo, non le dispaceva il suo solito modo di fare, ormai si era abituata.
<< !! >>
Ad un tratto sentì dei passi rieccheggiare nella struttura. Le mura portavano al suo orecchio quell'eco sconosciuto.
<< Slender Man? >>
Sussurrò, ma non poteva essere lui.
Non era lui.
Non aveva bisogno di camminare per arrivare lì, lui si materializzava direttamente sul posto.
Poco dopo, insieme a quei passi, sentì delle voci.
Erano in due. Un uomo e una donna.
Le loro voci si mescolavano come un'eco impazzito nel corridoio di quell'edificio, eppure Katy aveva la sensazione di conoscerle. Conosceva le persona che stavano entrando lì dentro, sfidando la spaventosa leggenda vivente circolante in quei boschi.
Ben presto i volti dei due sconosciuti vennero alla luce, rivelando la loro identità.
E Katy rimase sanza parole...
<< Katy! Oh, grazie al cielo stai bene! >>
Sua madre corse verso di lei e la strinse forte, come non aveva mai fatto in vita sua. Al suo abbraccio seguì quello del padre che le donò anche un bacio sulla guancia.
Katy credeva che avrebbe ricambiato restando incollata ai suoi genitori, che avrebbe pianto e avrebbe riso allo stesso tempo per la gioia ed il sollievo. Credeva che sarebbe corsa incontro ai suoi genitori, felice di rivederli.
Ma non successe nulla di tutto questo. Katy era immobile, apatica e inespressiva. Gli abbracci dei suoi genitori le passavano attraverso la pelle come fosse un fantasma, come se loro fossero estranei.
Stavano dicendo qualcosa, ma lei non ascoltava. Riuscì a formulare solo una domanda.
<< Perchè siete qui? >>
Il tono della sua voce doveva essere stato gelido, perchè l'espressione dei suoi genitori mutò velocemente, passando dalla felicità alla confusione.
Si guardarono senza capire perchè la loro figlia stesse reagendo in quel modo.
<< Come sarebbe...? Katy, tesoro, è ovvio! Siamo venuti a cercarti! >>
<< ... >>
<< Katy... >>
<< Madison, forse è scossa per ciò che le è accaduto. Dobbiamo portarla via di qui. Io comincio ad uscire e tengo d'occhio la zona. >>
Dopo l'accenno affermativo della moglie, l'uomo uscì dalla struttura a passo veloce. Poi Madison prese in braccio la figlia e fece per uscire anche lei.
Katy non diceva nulla, ma si sentiva strana.
Non riusciva a capire... Perchè non era felice di andarsene via, di tornare a casa?
Perchè non sorrideva?
<< Stà tranquilla, tesoro. E' finita. >>
<< ... >>
Finita...
<< Isaac, possiamo... >>
Le parole di Madison si interruppero bruscamente quando, appena uscita dall'edificio, notò che il marito, fermo davanti a lei, voltato di spalle, stava fissando il bosco con occhi sgranati, paralizzato.
<< Isaac... Che ti prende? >>
La donna guardò nella stessa direzione del marito, scrutando gli alberi in cerca di ciò che aveva attirato la sua attenzione. Ci volle un po' perchè lo notasse...
In mezzo agli alberi si estendeva una figura alta e snella, se non fosse stato per il volto bianco e una cravatta rossa legata al collo, probabilmente non sarebbe mai stata in grado di capire che in mezzo a quegli alberi c'era qualcuno.
Katy, invece, lo aveva visto dal primo momento che era uscita da quella struttura.
Madison sentì il sangue gelare nelle vene, mentre il cuore e lo stomaco si contorcevano per l'inquietudine che quella figura misteriosa imprimeva con uno sguardo invisibile. Entrambi si sentirono incatenati; volevano muoversi, ma non riuscivano a fare un passo. Sembrava quasi che anche il respiro si fosse fermato insieme al tempo e ai rumori.
Slender Man guardava quei due intrusi e ne percepiva il loro terrore e la loro inquietudine. Il suo sguardo invisibile passava da loro a Katy e da Katy a loro.
Perchè l'avevano presa in braccio?
Dove stavano pensando di andare con lei?
Volevano portargliela via? Era davvero arrivato il momento di dire addio a Katy...?
No! Non lo avrebbe tollerato! Non di nuovo!
Con un'improvvisa velocità sfoderò i suoi tentacoli verso di loro.
Entrambi presero a correre più veloce che potevano e si inoltrarono nel bosco, sperando di essere al sicuro.
Non si guardavano intorno. Non c'era tempo o lui li avrebbe presi.
Cercavano di mantenere un'equilibrio su quei rami spezzati, ma ancora una volta quel bosco divenne un labirinto che sembrava senza uscita.
Madison teneva stretta Katy, probabilmente più per porteggere se stessa che la figlia. Sentiva lo sguardo di quel mostro addosso, eppure non riusciva a vederlo da nessuna parte!
Ma era lì! Lo sentivano!
<< Isaac! Dov'è la macchina?! >>
<< C-credo che sia di qua! >>
Gridò il marito con il cuore in gola e il fiato che veniva a mancargli. Sentivano quell'entita maligna proprio alle loro spalle, e una strana forza li portava a voltarsi.
Ma ovviamente non potevano farlo! Altrimenti sarebbero morti!
Ancora una volta constatarono di essersi persi, e dopo l'ennesima strada sbagliata e la nauseabonda sensazione di girare intorno, finalmente scorsero la fine di quel labirinto senza uscita.
Uscirono svelti da quel bosco maledetto, caricarono Katy sul sedile posteriore dell'auto e salirono. Ma quando Isaac provò a metterla in moto, questa stentò a partire.
<< No... Perchè?! Maledizione! >>
<< Isaac!! >>
L'urlo terrorizzato della moglie lo spinse a guardare davanti a lui, sobbalzando per la raccapricciante visione. Slender Man li osservava, fermo, ma i suoi tentacoli si dimenavano per lui, pronti ad uccidere.
Isaac premette così tante volte il piede sull'acceleratore da giurare che non si sarebbe accorto quando la macchina fosse partita. Fece retromarcia velocemente e cercò di uscire il prima possibile da quella radura infestata, quando l'auto ebbe un violento scossone.
Ben presto le ruote furono completamente avvolte dai tentacoli del mostro e gli specchietti retrovisori divennero una chiazza nera come la notte. Nonostante lo sforzo che Isaac imprimeva sull'acceleratore, era tutto inutile. La macchina non si spostava.
<< Oh, mio Dio! Isaac!! >>
<< Cristo, no!! >>
Katy lesse la paura negli occhi dei suoi genitori, paura che lei stessa aveva provato quando per la prima volta aveva visto Slender Man. Conosceva bene quello che stava succedendo. Nuovamente il mostro si era impossessato di lui!
<< Non farlo... >>
Sussurrò, come se lui potesse sentirla.
<< Ti prego... Non farlo... >>
Improvvisamente, con uno scatto repentino, la macchina riprese a camminare e scomparve sulla strada, come i sogni all'inizio dell'alba.
Slender Man li aveva lasciati andare. Ancora una volta gli occhi di Katy e la sua voce supplichevole avevano avuto la meglio su di lui.
Era andata via...
Ma in fondo era giusto così. Le aveva fatto nuovamente vedere il mostro che risiedeva in lui, e che non accettava che qualcuno gli portasse via ciò che considerava suo...
Ma non era forse egoismo, il suo?
Katy non gli apparteneva... Perchè mai avrebbe dovuto restare con lui...
Plic!
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top