Parte 3
Il dolore di colpo sparì. Quelle urla, quella casa, quelle fiamme... Era tutto scomparso. Rimanevano solo quegli occhi impressi nella memoria, e che adesso erano lì, davanti a lui. Katy lo guardava preoccupata, in mano teneva l'aquilone oscillante nell'aria.
<< Che cosa c'è? Stai male? >>
Piombò un silenzio assordante, e solo allora Slender Man realizzò di essere ancora lì, insieme a Katy. Il passato che bruciava nella sua mente faceva ancora male, ma non era lì a tormentarlo quando quella bambina era con lui. Aveva uno strano effetto su di lui, guariva la sua solitudine, lo faceva sentire... In pace...
Come se avesse finalmente terminato una ricerca che era durata da troppo tempo.
Si chinò ad arrivare con il viso alla stessa altezza di quello di Katy e la fissò. Katy lo guardava interrogativa, cercando di capire che cosa avesse. Slender Man scosse il capo, prese per mano la piccola e la guidò fuori dal bosco, e una volta che furono liberi da quella fortezza di alberi, l'uomo smilzo la sollevò su di se e la fece sedere sulle sue spalle. Katy lo guardò stupita, ma quando Slender Man indicò l'aquilone capì. Rise divertita e lo gettò e verso l'alto e questo prese a volare con una strana forza, tanto che Katy dovette tenere stretto il filo*. Rideva spensierata. Da quanto tempo non si divertiva così? Probabilmente non si era mai divertita in quel modo, e lo stava facendo per la prima volta... Con il mostro senza cuore, rapitore di bambini, Slender Man.
Che strano...
<< ?! >>
D'improvviso la gola prese a bruciarle e cominciò a tossire violentemente, il capogiro si fece risentire, questa volta ancora più forte di prima.
Slender Man la prese in braccio e la mise a terra, fissandola. All'improvviso Katy si sentì debole. Lasciò il filo dell'aquilone, che volò via spinto dal vento, attraversando il bosco e il cielo. La vista le si offuscò, a stento si reggeva in piedi. La creatura senza volto la prese velocemente.
<< Slender... >>
Svenne.
<< L'avete trovata?! >>
<< Non ne siamo sicuri, ma abbiamo degli indizi che potrebbero condurci a Katy e, forse, a tutti gli altri bambini scomparsi. >>
Dopo aver esaminato accuratamente le foto, l'agente Roosvelt era andato di corsa dai genitori di Katy per avvisarli del grande passo avanti nelle indagini. Nonostante James fosse partito con l'idea di non rivelare troppi dettagli riguardo al caso, a causa della curiosità dei due era stato costretto a parlare loro della misteriosa figura che appariva nelle foto. Non sembrarono gradire.
<< Non è possibile... Lo Slender Man?! >>
<< Non ne siamo sicuri, signore, ma è probabile che non si tratti solo di una leggenda. La figura che appare nelle foto richiama perfettamente le fattezze dello Slender Man. >>
<< Può anche darsi che qualche mitomane abbia modificato quelle foto! >>
<< Signora, le ho già detto che le abbiamo sottoposte ad un'attenta analisi e non ci sono tracce di modifiche. Le foto scattate sono autentiche. >>
Rispose spazientito l'agente. Dovette riconoscere che quei due erano davvero ossessivi, sembravano non voler accettare alcuna cosa che andasse oltre la realtà. Certo, era una cosa assurda, ma lo stesso Roosvelt non aveva potuto fare a meno di arrendersi all'evidenza quando aveva scoperto tutto ciò. Senza neanche toccare la tazza di caffè che gli era stata offerta, salutò e uscì di casa. Entrato in macchina, il collega alla guida gli chiese la prossima destinazione.
<< Torniamo alla centrale. Ho bisogno di rivedere un po' di cose su questa storia. >>
Provava a scuoterla, a volte anche con troppa forza, ma Katy non apriva gli occhi. Li teneva chiusi, serrati, il suo volto era caldissimo e il suo corpo scosso da brividi che non smettevano. Sferzò uno dei suoi tentacoli nel lago e una volta tirato fuori lo passò sul viso pallido della bambina. Forse in questo modo si sarebbe sentita meglio. Aspettò qualche secondo, poi un soffio di vento sembrò insistere sullo stato di Katy, che prese a tossire e rabbrividire ancora di più. Senza perdere tempo, strinse a se la piccola e si materializzò nell'edificio abbandonato, l'avvolse nella coperta e la poggiò con delicatezza a terra. Fu una strana sensazione vedere Katy in quel modo, ma qualcosa gli diceva che doveva aiutarla, non poteva lasciarla in quel modo.
Con le lunghe dita le accarezzò la fronte. Scottava. E sembrava avere molto freddo.
Forse aveva... Conosceva quella parola... Ma da quanto tempo non gli era più capitato....
<< Che succede? >>
<< Ha la febbre. >>
<< Cosa? Non sarà andato a giocare con i suoi amici con questo freddo! >>
<< Pare di si, e senza giubbotto. Mi chiedo cosa devo fare con lui. >>
L'uomo rise e baciò la moglie.
<< Vado a vedere come sta. >>
Salì le scale e aprì la porta alla sua destra: la camera di suo figlio. Il piccolo era a letto, avvolto nel piumino, che respirava affannosamente. I suoi occhi erano chiusi, ma era sveglio. L'uomo si sedette al capezzale del letto e passò una mano sulla sua fronte caldissima e sudata.
<< ... Papà... >>
<< Ecco cosa succede a prendere freddo, ragazzo mio. >>
<< Scusa... Ho dimenticato il giubbotto... Non volevo... >>
Il bambino aprì gli occhi, verdi come smeraldo. L'uomo sorrise e gli carezzò il volto, non riusciva ad essere arrabbiato con lui. Sarebbe stato come rifiutare un grande tesoro. Perchè questo era per lui suo figlio.
<< Lo so, sta tranquillo. >>
<< Mamma è arrabbiata...? >>
<< Mmh! No, certo che no. >>
<< ... Papà... >>
<< Si? >>
<< Ti voglio bene... >>
Ti voglio bene....
Ti voglio bene....
Quella frase era così lontana, nascosta negli abissi più remoti della sua mente. Ma non era una frase che poteva dimenticare.
Aveva cercato di dimenticare ogni cosa pur di non soffrire, eppure quella frase non doveva essere cancellata. Non se lo sarebbe mai perdonato.
Portò il suo sguardo invisibile su Katy, rivedendo la scena appena riscoperta dentro di lui. Aveva la febbre... Ecco la parola giusta...
E per guarirla non poteva certo tenerla in quella struttura abbandonata, umida, solo avvolta in quella piccola coperta. Doveva trovare un modo per darle calore.
Forse poteva... La prese in braccio delicatamente e la strinse a sè forte, forte. Non sapeva quanto potesse essere utile, ma se poteva servire a farla stare meglio, avrebbe fatto questo e altro.
Katy, semicosciente, socchiuse gli occhi lucidi, capì cosa stava facendo Slender Man e gli rivolse un debole sorriso.
<< !! >>
Slender Man si sentì improvvisamente strano. Quello sguardo, quel sorriso... Quegli occhi...
I ricordi cominciarono a vagare nella sua testa come un turbine, e riaffiorarono ancora di più quando lei, con le sue braccia tremanti avvolse il suo corpo, esile, magrissimo.
Quello era un... Abbraccio...
Lo stava... Abbracciando...?
D'improvviso, si rese conto di come la sua leggenda era stata completamente invertita a causa di quella bambina.
Perchè si stava comportando in quel modo? Anzichè ucciderla, si prendeva cura di lei. Perchè?
Fu la prima volta che si ritrovò a chiedersi una cosa simile... E la risposta era in quegli occhi...
Katy appoggiò il volto nel suo petto e crollò in un sonno profondo. Slender Man non riusciva a smettere di fissarla. Era talmente assorto in quei ricordi che si accorse solo dopo un po' che la bambina si era addormentata.
<< ... >>
Tirò fuori i suoi tentacoli dalla schiena e con essi avvolse il corpo di Katy. Quella visione era strana, sembrava che Katy fosse avvolta in un bozzolo, come fosse una farfalla. Quel pensiero lo fece sorridere.... Per modo di dire!
Ma era una veduta tenera, non aveva mai usato i suoi tentacoli per proteggere o portare calore a qualcuno. Quelli erano sempre stati strumenti di tortura,e a pensarci bene, non sapeva neanche come aveva fatto a procurarseli.
Decise di non pensarci, e mentre scendeva la notte, le sue mani tenevano in grembo quel piccolo, minuscolo essere umano che era riuscito ad avvicinarsi a un mostro spietato. Era una cosa inquietante, da un lato. Ma dall'altro... C'era qualcosa di insolitamente tenero.
Fuoco. Ce n'era così tanto in quella casa. Anzi, quella non era più una casa. Era un inferno! Il calore e il fumo la consumavano in modo terribile, e aveva la sensazione di sentirsi squagliare!
Aiuto!
Aiuto!
Gridava, ma c'era qualcosa di strano. Era lei a gridare, ma la sua voce non era la sua. Era una voce... maschile.
Tossì a causa del fumo che penetrava nelle sue narici, nella sua bocca e le sigillava gli occhi.
Slam!
La porta era aperta e alla soglia c'era un uomo, vestito elegantemente, che corse verso di lei.
Quell'uomo...
"Stai tranquillo! Papà è qui! Ora ti porto via!"
Si svegliò di scatto, respirando a fatica. Sudava freddo, stremata e spaventata dall'incubo che aveva appena avuto. Sarà stato a causa della febbre, si sa che questa gioca strani scherzi.
Eppure... Quel sogno era così vivido. Era come se l'avesse vissuto davvero. E poi... La sua voce. Perchè la sua voce nel sogno era quella di un bambino?
Portò una mano sulla fronte e scosse la testa, quel sogno le aveva lasciato addosso una sensazione strana.
Si guardò intorno e realizzò che Slender Man non c'era. Lentamente si rimise in piedi, ancora un po' instabile a causa della forte influenza del giorno prima, e fece per uscire dalla struttura, quando l'uomo smilzo le si parò davanti all'improvviso. Come al solito, non potè fare a meno di sobbalzare,a subito dopo scoppiò a ridere, perchè lui la prese in braccio e la strinse forte a se. Forse era felice che si fosse ripresa.
Katy non esitò a ricambiare quell'abbraccio e dopo essersi staccati appoggiò la fronte su quella di Slender Man.
Non si era mai trovata così vicina a quella creatura, ma non aveva paura. Anzi, avrebbe dato qualsiasi cosa pur di vedere la sua espressione in quel momento. Chissà se era felice, o preoccupato, o magari stava piangendo dal sollievo.
Forse non l'avrebbe mai saputo, ma le andava bene così. Quando Slender Man la rimise a terra, la prima cosa che fece fu toccarle la fronte, per controllare se avesse ancora febbre.
<< Sto bene, sono guarita! Non ti preoccupare! >>
Rispose lei, ridendo, ma era contenta che Slender Man si preoccupasse per lei. I suoi genitori non si erano mai curati molto delle sue malattie, impegnati come erano nel loro lavoro, spesso era la nonna a prendersi cura di lei. Per un istante i suoi occhi divennero vuoti, ma si riprese subito, regalando all'uomo smilzo che la osservava un sorriso. Ma non appena Katy fece per uscire, Slender Man le si parò davanti.
<< Cos..? Che fai? >>
La fissò in silenzio prima di scuotere la testa, e le fece capire che non doveva uscire.
<< Ma perchè? >>
Ancora una volta gli passò la mano sulla fronte. Katy comprese e, anche se un po' irritata, fece un cenno affermativo con il capo e tornò indietro, ma quando fu entrata nella stanza vuota un'idea le balenò in testa. Voleva fare uno scherzo a Slender Man!
Si affacciò per vedere se era andato via e controllò che non fosse dietro di lei, dopodichè cominciò a camminare lungo lo stretto corridoio.
<< Sono uscita! >>
Sapeva che Slender Man aveva un potere particolare, ovvero quello di rintracciare immediatamente le sue vittime, dovunque esse fossero. Scappò a nascondersi in un'altra stanza dell'edificio e rimase in silenzio. Sentì dei passi, probabilmente Slender Man la stava cercando. Si portò una mano alla bocca per non far sentire quanto stava ridendo o si sarebbe sicuramente fatta beccare!
Poc! Poc!
<< ?! >>
Un picchiettìo sulla sua spalla la portò a girarsi e quando si accorse che Slender Man era lì cadde a terra con un tonfo. Più che lo spavento, era stato il fatto di aver realizzato che era stato lui a prendere in giro lei, e probabilmente non sarebbe mai stata in grado di far accadere il contrario. Rimasero in silenzio a fissarsi per un po', prima che Katy scoppiasse a ridere.
<< Non è giusto, però! Non è divertente così! >>
Strillò, sbattendo i piedi per terra, e Slender Man ne approffittò per raccoglierla con i tentacoli e quando fu abbastanza vicina passò un dito sul naso di lei. Katy sorrise, prima di notare una cosa buffa. Forse non ci aveva mai fatto caso, ma il volto di Slender Man era diverso. Sembrava che i tratti del volto fossero più marcati rispetto alla prima volta che lo aveva visto. Passò una mano su quella faccia che all'improvviso non sembrava più così vuota e sorrise.
Tre settimane. Erano passate tre settimane da quando erano iniziate le indagini su Katy, e nonostante avesse prove a sufficienza, James Roosvelt non si sentiva completamente sicuro di quello che stava facendo. Probabilmente perchè gli sembrava assurdo che una leggenda metropolitana fosse la causa di sparizioni misteriose, eppure la risposta era proprio lì davanti ai suoi occhi, e non poteva certo lasciarsela sfuggire. La seconda cosa strana che aveva notato era che le sparizioni si erano misteriosamente interrotte, proprio da quando Katy era scomparsa. Normalmente, le sparizioni erano più di una nel giro di qualche giorno, invece quella volta era diverso. Che stava succedendo?
Sospirò, prese il cappotto dall'appendiabiti e uscì dall'ufficio a passi pesanti. Uno dei suoi colleghi lo notò e lo prese per un braccio.
<< James, dove stai andando? >>
<< Vado a controllare la zona dell'ultima sparizione. Credo di aver capito che fine ha fatto la bambina. >>
<< Stai dicendo che...? >>
<< Si, vado nei boschi, Katy deve essere lì. >>
<< Vengo con te. >>
<< No, non voglio correre troppi rischi. Se quella creatura esiste davvero non esiterà a farci fuori entrambi e non voglio che accada una strage. >>
<< Ma... >>
<< Sta tranquillo, Harry. E grazie per la preoccupazione >>
Lasciando il giovane collega con la preoccupazione negli occhi, uscì dalla questura, salì in macchina e, ingranando la prima, prese la via periferica di Beverly Hills.
Una volta arrivato in prossimità della casa della nonna di Katy, parcheggiò a poca distanza da essa e imboccò la via mascherata dagli alberi caduti e i rami secchi.
Deglutì. Cosa gli sarebbe successo se fosse entrato lì dentro? Avrebbe davvero incontrato lo Slender Man, o avrebbe avuto visioni raccapriccianti di scheletri e cadaveri di bambini disposti in una macabra collezione creata dalla mente malata di uno spietato pedofilo?
Non poteva tirarsi indietro. Scostò alcuni rami e si addentrò nel bosco.
Katy si era addormentata. Nonostante la vivacità, la debolezza della febbre si era fatta sentire e nel primo pomeriggio era crollata. Ora Slender Man la osservava in silenzio. Era così tenera mentre dormiva, e d'istinto portò una delle lunghe dita a carezzarle la frangetta e rivedeva in continuazione i suoi occhi verdi, che ora erano inevitabilmente chiusi, ma sapeva che si sarebbero riaperti e illuminati per lui ancora una volta.
<< ... ? >>
Aveva una strana sensazione. C'era qualcuno lì, oltre a loro due. Qualcuno che aveva avuto il coraggio di addentrarsi in quei boschi maledetti. D'improvviso la sua natura di mostro si risvegliò. Si spensero le emozioni e i ricordi provati fino a quel momento, e il suo volto si riappropriò del suo caratteristico pallore cadaverico. I tentacoli cominciarono a fluire e strisciare come serpenti lungo le sue membra e le sue dita ridivennero lunghe e affilate come artigli.
Sparì, lasciando Katy da sola, persa nei suoi sogni.
Tornò ad essere un tutt'uno con il bosco e con i suoi occhi inesistenti osservò la vittima che camminava con passo incerto calpestando i rami caduti. Era un uomo giovane, dalla chioma castana e lo sguardo dello stesso colore che indagava tra gli alberi. Non si pose domande, non si chiese cosa fosse venuto a cercare.
Era una vittima. E tanto bastava.
James Roosvelt aveva un brutta sensazione da quando aveva messo piede in quel bosco. Scrutava attentamente le insenature tra i tronchi secchi come se potesse apparire qualcosa di terribile da un momento all'altro. Detestava il rumore dei suoi passi che calpestavano i rami secchi, in quel momento desiderava essere invisibile come l'aria. Non capiva perchè, ma il suo cuore stava cominciando a battere sempre più velocemente, ogni secondo che si addentrava in quel bosco. Gli alberi non erano semplici alberi, quella terra era bagnata di sangue di bambini e quel pezzo di cielo che copriva la foresta era scrigno indelebile delle atrocità commesse in quel posto.
Scosse la testa. Non doveva lasciare che la soggezione influisse il suo animo. Aveva ben altro su cui concentrarsi, e questo era Katy.
Era ancora viva? Era tutto inutile? Non l'avrebbe mai scoperto se non fosse andato fino in fondo.
Gli occhi di Katy si aprirono lentamente, ma la sensazione di inquietudine presente nell'aria si appropriò di lei con una velocità quasi impressionante. La stanza era fredda e una leggera nebbia era calata sul bosco. Sentiva che qualcosa stava accadendo in quel momento, qualcosa di strano. Si mise in piedi, uscì dalla struttura e imboccò la strada per il bosco.
<< Slender Man... ? >>
Avrebbe voluto alzare la voce, ma qualcosa la tratteneva e si limitava a sussurrare il nome della creatura. Si strinse nelle braccia per il freddo, continuando a camminare per il bosco in cerca di Slender Man.
<< Che cosa succede...? >>
Si chiese osservando gli alberi. Aveva un brutto presentimento. All'improvviso sentì qualcosa, sembrava una persona che gridava. D'istinto si mise a correre, cercando di individuare da dove venisse quella voce. In quel momento il bosco sembrava un labirinto, pareva avesse assunto vita propria, impedendole di arrivare alla fonte di quelle grida che si facevano sempre più insopportabili.
"Non è possibile! Fa che non sia così! Fa che non sia così!"
Aveva il cuore in gola per il pensiero che le stava lacerando la mente mentre correva. Quello che vide quando arrivò nel pieno centro del bosco la lasciò senza fiato. Un uomo, caduto per terra, le mani insaguinate e i vestiti stracciati a causa dei rami affilati che ricoprivano il terreno, tremava pallidissimo, mentre davanti a lui si stagliava imponente Slender Man, con i suoi tentacoli fluttuanti pronti ad uccidere. Gli occhi di quell'uomo, Katy era certa che non se li sarebbe mai più tolti dalla mente, erano pieni di terrore. Sapeva che tra poco sarebbe morto. Non avrebbe mai più fatto ritorno a casa.
Non appena guardò quegli occhi, la sua mente ritornò al primo momento in cui aveva messo piede in quel bosco.
Lei.
Quegli occhi erano esattamente come i suoi la prima volta che aveva visto Slender Man.
Ma... Quella volta... Slender Man l'aveva risparmiata.
Mentre quell'uomo...
Quell'uomo stava per morire!
"Non farlo. Ti prego, non farlo. Tu non sei così."
Un nuovo urlo squarciava quegli alberi. E Slender Man era impassibile, i suoi tentacoli, invece, si muovevano velocemente verso il pover'uomo. Katy non voleva pensare a cosa sarebbe accaduto. Perchè si stava comportando in quel modo?!
Quello non era lo Slender Man che conosceva lei!
Quello era... un mostro!
I tentacoli strisciavano come serpenti sul terreno e si strinsero intorno alle caviglie e le mani dell'uomo che, in preda alla paura, riusciva appena a divincolarsi.
"Non farlo..."
Nessuna emozione traspariva da quel volto bianco come la neve.
"Fermati..."
Il mostro di cui parlavano le leggende si era riappropriato di lui. I tentacoli sollevarono l'uomo da terra e avvinghiarono le sue braccia in un abbraccio doloroso.
<< Fermati!!! >>
Sussultò.
Si guardò intorno, realizzando improvvisamente dove fosse, e il suo sguardo andò a posarsi sull'uomo, posto come in croce davanti a lui.
I suoi tentacoli erano quella croce.
Che cosa gli era preso?
Lo lasciò andare, rimettendolo a terra, e seguendo il suo sguardo, si voltò, incontrando gli occhi verdi e velati di lacrime di Katy.
Rabbrividì per il modo in cui lo guadava in quel momento...
Era spaventata... E arrabbiata...
Furiosa.
Slender Man capì solo in quel momento quello che era stato sul punto di fare, si voltò nuovamente e gli bastò osservare gli occhi terrorizzati dell'uomo davanti a lui che passava lo sguardo da lui alla bambina.
Era stato sul punto di ucciderlo... Davanti a lei...
Se non l'avesse fermato avrebbe infranto ogni visione e pensiero che Katy si era fatta su di lui.
E la piccola non lo aveva più visto come un mostro... Fino a quel momento...
La guardò di nuovo.
Questa volta le lacrime rigavano il suo volto.
Che cosa stava pensando di lui, adesso?
Perchè non riusciva a capirlo? Lui sapeva sempre che cosa pensavano gli altri...
Perchè in quel momento no...?
<< K-Katy...?! Tu sei Katy...? >>
Sia la bambina che Slender Man si voltarono verso l'uomo appena questo parlò. Si alzò da terra, ancora tremante e mostrò il distintivo.
<< Sono un poliziotto... Sta tranquilla, ora ti... ti porto a casa... >>
Cosa?!
Entrambi sussultarono.
A casa?
Quell'uomo era venuto fin lì per portare via Katy?
Slender Man rabbrividì, attirando l'attenzione della bambina. Sentì l'impulso di stringere nuovamente i suoi tentacoli intorno al collo di quell'uomo. La testa cominciò a dondolare convulsamente.
No!
Non poteva mostrare il suo lato peggiore. Non davanti a Katy.
In fondo quell'uomo aveva ragione... Katy non gli apparteneva. Non poteva tenerla lì.
Sicuramente aveva dei genitori, una famiglia in pensiero per lei...
E lei, dopo aver visto quella reazione, non poteva che essere ben felice di andarsene da lì.
Da lui...
<< Va tutto bene, Katy... E' tutto finito ora... >>
L'uomo sembrava voler provare a muoversi, ma il suo sguardo era fisso sul volto vuoto di Slender Man, e ciò gli impediva di compiere un vero e proprio movimento.
<< Vieni con me... Io... Io sono tuo amico... >>
La bambina lo guardava come se non capisse cosa stesse dicendo. Stava ferma, immobile come una statua, fissandolo come fosse un extra terrestre.
In un attimo, James Roosvelt intravide il suo volto fare no, e Katy sparì tra gli alberi, correndo via velocemente.
<< No, aspetta! Katy! >>
James provò a inseguirla, ma un'improvvisa folata di vento lo fermò. Slender Man era scomparso e gli alberi dove poco prima era passata Katy ostruivano completamente il passaggio. Respirò affannosamente, senza sapere che cosa fare, ma dovette arrendersi all'evidenza che non poteva più fare niente per quella bambina.
"E' ancora viva... Come è possibile?"
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