burattinaio

Nelle ultime settimane ho cominciato a ricordare i dettagli della morte di mio fratello. Avevo solo sette anni quando è successo e non sono mai riuscito a ricordarlo, non fino ad ora. Credo che dovrei iniziare col raccontarvi i giorni precedenti all’omicidio, o almeno, le cose insolite che accaddero.

Mio fratello e io avevamo tredici anni di differenza, non chiedetemi il perché. I nostri genitori stavano divorziando in quel periodo, così sono andato ad abitare con lui per un po’, perché in quel caso non sarei stato costretto ad essere tirato da una parte o dall’altra.

Il giudice voleva che prendessi la decisione più imparziale possibile, per questo motivo decisi di andare a stare da mio fratello. A quel tempo, la sua ragazza era incinta e aveva pensato di far pratica su di me per esercitarsi a diventare una buona madre. Era un po’ appiccicosa, ma le attenzioni che mi dava non mi dispiacevano affatto.

Dormivo in quella che sarebbe diventata la stanza del bambino e poi… la faccenda mi era completamente passata di mente, ma ora che ripenso a quello che ho visto durante quelle notti, penso che si trattasse di… una sorta di premonizione su quello che sarebbe accaduto di lì a poco. Ogni notte, con la precisione di un orologio, vedevo un’ombra minacciosa passare davanti alla finestra. Non ho mai visto un volto, e non ricordo altri dettagli, ma ricordo dell’ombra, che posso solo descrivere come una figura alta, magra e che indossava un cappello a tuba, come quello di Abraham Lincoln.

A volte potevo udire una risata, di una voce grave e profonda, molto più profonda della risata di mio fratello. Altre volte, potevo sentire il rumore di urla soffocate, ma nascondevo la testa sotto al lenzuolo e mi tappavo le orecchie, alla fine mi addormentavo. Non ho mai parlato a mio fratello di questo, ma una volta lo raccontai alla sua ragazza e lei disse che erano solo incubi. Recentemente ho guardato alcuni dei miei vecchi disegni e ho notato che sono coerenti con quello che vi sto raccontando. La maggior parte delle volte l’ombra appariva sempre, non nella propria essenza, ma come l’ombra di qualche oggetto, ad eccezione di una sola volta. È successo nel periodo in cui stavo scrivendo questo, mi sono svegliato sul mio tavolo dei disegni sopra uno dei miei capolavori appena terminati. Era lui. Il sogno o, il ricordo, di quella notte che ho disegnato, è stata la prima volta che ho visto il volto di quell’ombra.

Posso chiamarlo solo con un nome, Burattinaio. Il ricordo che ho di quella notte è ancora sfocato, ma ricordo che la prima volta che vidi l’ombra, se ne stava ferma alla finestra. Credo che non dovrei fidarmi di questo ricordo perché in quel periodo avevo solo sette anni e da allora è passato molto tempo. Adesso, mi ricordo… l’ombra scomparve, per poi riapparire sopra di me. Il Burattinaio se ne stava ricurvo verso il basso perché era molto alto, la sua faccia sembrava una maschera, fino a quando non lo toccai e sentii la sua pelle. Sapevo che non era trucco, quella era proprio la sua pelle. Il suo viso sembrava composto da grandi squame, fatta eccezione per la bocca, che era come quella di uno schiaccianoci. Un occhio era fatto di squame blu scuro e roteava in modo bizzarro, ma sembrava farlo con sofferenza e dispiacere. Non mi fece del male, infatti ricordo di non aver avuto paura. Poi, lui mi parlò in una lingua che non ero in grado di comprendere, ma non appena lui intuì che non riuscivo a capirlo, è scomparso.

La seconda volta che l’ho visto, è stato quando ha ucciso mio fratello. Non ho più visto le ombre dopo quella notte. Ma ricordo molto bene quella notte, come fosse successo ieri. Finalmente ho rivisto l’ombra del Burattinaio e così, mi sono subito precipitato nella stanza di mio fratello. Il Burattinaio era in piedi sopra di lui, era incurvato in avanti e stava succhiando con la sua bocca da schiaccianoci un’essenza nera da mio fratello. Fu così che lui morì. Adesso che ho recuperato i miei ricordi, ho visto il Burattinaio altre volte, prima di ogni uccisione. So che ha fatto qualcosa per me, perché mio nipote, Jason, è vicino ai novantanni, e ancora, io sono il più giovane dei suoi pronipoti.

Ho smesso di invecchiare da quando ho raggiunto i vent’anni; non ho mai sofferto per questo, dato che volevo solo il sapere e la conoscenza, non mi interessavo l’amore o il denaro. Jason tramandò di figlio in figlio la storia del Burattinaio, il quale, è diventato l’emblema della nostra famiglia. Che si tratti di una cosa buona o cattiva, non lo so ancora, ma credo che sia un’entità benevola. Nessuno della mia famiglia, dopo la morte di mio fratello, ha fatto una morte violenta, ma tutti sono morti in pace.

Mia sorella, o la fidanzata del mio defunto fratello, sono morte in pace. Le sue ultime parole sono state: «Grazie, per aver portato sia lui che me in paradiso». Poi morì.

Posso solo immaginare che l’unica colpa di cui si è macchiato il Burattinaio, è stato quando ha preso l’anima di mio fratello. L’ho visto per l’ultima volta, cinquant’anni fa. Il Burattinaio era venuto nel cuore della notte e mi disse soltanto una frase, prima di sparire di nuovo.

«Ho bussato alla porta della morte...

spero che mi abbia risposto».


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