Simmetria

Amo la simmetria. Non so il perchè, ma l'ho amata fin da quando ero ragazzino. La maggior parte dei bambini è disordinata e dimentica in giro le sue cose. Non io. Tutto era al proprio posto nella mia stanza, tutto era proprio dove apparteneva. I miei genitori non avevano "questo". I miei nonni non hanno avuto "questo". Nessuno dell mia famiglia aveva "questo". Ho iniziato a chiamare la mia mania "questo" perchè credo che sia realmente una cosa dentro di me. È una necessità, non un desiderio! Una necessita di essere perfetti! Perfetti su entrambi i lati!

Ora sono adulto e non penso di stare vivendo la mia vita normalmente. Non riesco a mantenermi un lavoro, le donne non mi si avvicinano perchè non so trattenere "questo", ma onestamente non m'importa di ciò che pensano. Sono disordinate e rendono le cose difficili: rotolano verso il mio lato del letto invece di stare per conto proprio, lasciano i piatti in un lavandino e non nell'altro. Non posso più lavorare perchè devo sistemare tutto il giorno, devo stare a casa a sistemare tutto ed è davvero rilassante la sensazione che si ha dopo! Peccato che non duri molto: bisogna per forza sistemare qualcos'altro. Se mi chiedono il perchè non voglio avere rapporti con delle donne, non le sopporto. Beh, è difficile per me dormire in mezzo al letto se c'è qualcun altro!

A parte il problema di rapporto, la mia vita è quasi, e dico quasi perfetta, perchè c'è un problema che deve ancora essere risolto: vedete, io ho quella che è chiamata Eterocromia Iridium, ovvero quando si hanno le iridi degli occhi di colore diverso, il mio occhio destro è azzurro fiordaliso, mentre quello sinistro è verde pallido. I miei genitori ce li hanno blu, e anche i miei fratelli e cugini! È il mio occhio verde che mi sbilancia! Ogni volta che mi specchio in bagno, c'è sempre questo occhio che mi osserva: è tutto in ordine ora, ma questo piccolo errore verde... è causa di un grande disordine!

Non mi faceva male, in un primo momento, quando scavai col cucchiaio sotto il mio occhio: non mi ha nemmeno fatto male quando è spuntato fuori e pendeva dalla mia guancia. Era lo shock che mi arrestava il dolore o era "questo"? Mi tagliai il nervo ottico, mentre un fluido di sangue rigava la mia guancia. Era strano: la mia visione ora era a metà e questa fece avere in me una strana sensazione. Ciò che restava della carne penzolante la misi nella mia cavità oculare ormai vuota, ho fasciato la ferita, sciacquato il cucchiaio e sono andato a dormire.

Mi sono svegliato... felice! Per tutti questi anni, non ho dormito così bene: è stato finalmente fatto! Avevo risolto il problema. Scesi dal letto e, mentre andavo in bagno, mi sentivo la testa in fiamme e il mio corpo era tutto dolente, ma non me ne importava. Accesi la luce del bagno e, togliendo la benda intrisa di sangue, ebbi una sensazione di vomito.

Solo allora capii ciò che avevo fatto: non potevo crederci, c'era un foro nel lato sinistro della mia faccia... era tutto sbilanciato. Ancora una volta scavai col cucchiaio, ma nell'altro occhio, e questo fu molto difficile. Le mie mani tremavano, mentre scavavo per trovare il modo di estrarlo. Una volta che l'occhio spuntò fuori, presi le mie forbici per finire il lavoro. Il sangue sulle lame della notte precedente si era coagulato e questo rendeva difficile il taglio.

Sapete, quando eravate è piccoli e andavate alla scuola elementare, l'insegnante vi avrà fatto tagliare con le forbici la carta per dei lavori artistici. Avete mai provato a tagliare molti pezzi in una volta sola ma le forbici non riuscivano a fare il proprio lavoro? Le lame si acavallavano una sopra l'altra? È successo lo stesso col nervo del mio occhio penzolante, bloccato tra le due lame, e ho cercato disperatamente e freneticamente di separarle, ma scivolai sul mio sangue e caddi a terra.

I miei riflessi fecero in modo che mi tenni aggrappato al lavandino mentre avevo nella stessa mano le forbici: il dolore era insopportabile e sapevo che non potevo stare abbastanza a lungo, così a tentoni mi avvicinai alla cucina a prendere un coltello. E così tirai e tirai e sentii la carne strapparsi da dentro al mio cranio. Mi sentivo vomitare e fuoriuscire liquidi da ogni parte.

Sapevo che stavo piangendo, ma non si poteva distinguere tra il sangue e le lacrime. Quando sentii che il mio occhio cadde sul pavimento di piastrelle, sapevo che era stato fatto, lo sapevo! Ho potuto vivere una vita senza disordine e irregolarità.

Sapevo che non mancava tempo per me, non mi ero mai sentito meglio di quel momento. Quanta speranza! E mentre stavo disteso nel freddo, umido bagno, con le piastrelle ormai appiccicose dal sangue, sorrisi per la prima volta dopo anni.

[Creepypasta tradotta da @Monthra ]

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