PROLOGO


"Sei sicuro che non succederà niente?" Il ragazzo aprì il rubinetto.
"Ma sei idiota? Certo che no!"
"Lascialo perdere, ha paura anche della propria ombra! Ahahah!" rise un altro, chiudendo la luce. Il buio li circondò.
"Zitti stronzi! Ahahah!"
"Quindi chi riprende?"
"Usiamo il mio cellulare." Uno dei ragazzi prese il telefono dalla tasca. Il suo ciondolo a forma di biglia azzurra scintillò nella fioca luce che c'era nella stanza.
Uno di loro toccò lo specchio, gli altri quattro si presero per mano. Poi iniziarono a cantilenare la stessa parola. La ripeterono tre volte. Un'aria strana si propago per la stanza, come se stesse cercando di soffocare i ragazzi. Il silenzio.

"Vedi? Ti ho detto che non succederà niente! Ahahah!" Uno dei ragazzi mollò la mano all'amico, seguito da tutti gli altri.
"Ho comunque una brutta sensazione... Sapete, è da un po' di tempo che faccio strani sogni e questa notte..."
"Ma sta' un po' zitto. Tieniti per te questi tuoi strani hobby. Uuuh, ho fatto un brutto sogno, mammina, ti prego, fammi dormire da te!" lo scimmiottò l'amico.

I ragazzi risero e uno di loro si voltò a parlare con il capo della banda.
"Eh, bravo tu ad aver scommesso, amico. Abbiamo perso tempo per una cosa inutile."
"Ehi! Ho guadagnato cento euro con questa stupidaggine! Quel tipo doveva essere veramente un pazzo dalle mani bucate per aver scommesso se avevamo le palle per partecipare a questo stupido gioco. Ahahah!"
"Ehi, aprite la luce."
"Sì sì, la apro." Il ragazzo stava per voltarsi, quando all'improvviso notò uno strano rifflesso nello specchio. "Ehi, ragazzi, e quello cos'è?" Guardarono tutti nello specchio. Nell'oscurità si vedevano riflesse sei persone.

Ce n'era una in più.

Una di loro aveva i capelli lunghi.
"Ma che cazz-"
L'essere sorrise fino alle orecchie. I capelli neri e lunghi erano attaccati alla sua faccia, come se fossero fradici. La pelle era pallidissima. Aprì gli occhi: le orbite erano vuote e da esse iniziò a scendere sangue nero, macchiando il pavimento.

"Che cazzo è quello?" gridò uno del gruppo.

Poi si sentì un assordante rumore di grida.

Infine il silenzio.

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