CAPITOLO 4
Era notte fonda. Stavo sdraiato sul letto e guardavo il cellulare che raccolsi un'ora fa sulla scena del crimine. Non dovevo raccoglierlo. Forse è una prova importante. Ma se lo do a papà capirà che sono stato sulla scena del crimine e finirò di nuovo nei guai. Quindi per il momento pensavo di tenerlo. E magari non era neanche di una delle vittime. Forse qualche cliente sbadato l'ha fatto cadere.
Rimasi disteso per ancora una decina di minuti, finché non mi decisi a curiosare. Beh, ormai ci siamo già dentro fino al collo! Immergere anche la testa non sarà poi tanto grave.
Presi in mano il telefono. Per un momento ammirai la perla azzurra che era attaccata alla cordicella del ciondolo. Era davvero carina, ma mi domandavo cosa ci facesse un ragazzo con un ciondolo così. Lasciai perdere la biglia e aprii il telefono. Sullo sfondo c'era il numero 777 su uno sfondo nero. Fan di Dark Polo Gang, wow.
Feci scorrere il mio dito sullo schermo. "Avrà la password." bisbigliai convinto.
Ma ci provai comunque. Avevo intenzione di sparare dei numeri a caso, tipo 1111 o 1235, quando il telefono mi si aprì sulla schermata home. Senza password? Deve avere davvero un gran coraggio per girare in giro con un telefono senza password. Andai a curiosare nella galleria. Ehi, so che non dovrei, non c'è bisogno di dirlo! Vado a curiosare solo per scoprire chi è il proprietario, non capitemi male!
Scorrendo le fotografie mi prese un colpo, quando scoprii che il cellulare era di uno di quei ragazzi morti ieri notte.
"Ma come ci è finito lì, sotto il tavolo?" Iniziai a sudare freddo. Già, non avrei dovuto raccoglierlo. Poi scorsi uno strano video. Era tutto nero.
Ok, non sono un ficcanaso, ma la mia curiosità ebbe la meglio. E aprii il video.
"-chi riprende?"
"Usiamo il mio cellulare."
Guardai il video. C'erano cinque ragazzi. Li riconobbi, erano quei cinque poveri assassinati. All'inizio sembrava solo uno stupido raduno tra amici, quando all'improvvido si presero tutti per le mani e ripeterono la stessa parola tre volte.
Rabbrividii. Sembrava una specie di rito. Non sentii bene cosa stavano dicendo, forse si era rotto il microfono del cellulare cadendo a terra.
"Vedi? Ti ho detto che non succederà niente! Ahahah!"
I ragazzi tornarono a parlare come se nulla fosse.
"Eh, bravo tu ad aver scommesso. Abbiamo perso tempo per una cosa inutile."
"Ehi! Ho guadagnato cento euro con questa stupidaggine! Quel tipo doveva essere veramente un pazzo dalle mani bucate per aver scommesso se avevamo le palle per partecipare a questo stupido gioco. Ahahah!"
Scommessa?
"Ehi, aprite la luce."
"Sì sì, la apro... Ehi, ragazzi, e quello cos'è?"
Sentendo queste parole la mia attenzione al video aumentò.
"Ma che cazz-"
"Che cazzo è quello?"
Si sentì le grida dei ragazzi. E poi uno stridolio assordante. Trasalii. Per un attimo, anche se il video fu sfocato, lo vidi: era un essere mostruoso. Non saprei nemmeno descriverlo. Quello che mi rimase di più impresso nella mente furono le sue orbite degli occhi vuote dalle quali colava un liquido nero. Poi il telefono scivolò a terra e tutto divenne nero.
Il video finì.
Rimasi a guardare lo schermo del telefono. Ero fermo, non sapevo cosa fare.
Andai nel panico. "Che... Che cazzo era quello?... Quella... cosa non era umana, non lo era!" Mi presi la testa tra le mani. Ho sbagliato. Ho sbagliato a raccogliere quel telefono!
Poi me ne resi conto. Ho visto il killer. C'è un video che ha su riprese le sembianze del killer. E io l'ho visto. Io l'ho visto!
Lo sapevo già da prima, già da quando vidi per la prima volta le fotografie delle vittime, che quello non era opera di un umano. I corpi squartati e gli arti staccati non possono essere opera di un uomo.
Con un po' di esitazione feci ripartire il video. Il telefono, per l'impatto con il suolo, non funzionò molto bene, ma ho voluto riascoltare un certo pezzetto della conversazione. Volevo sentire cosa avevano bisbigliato i ragazzi davanti allo specchio.
Me lo riascoltai più volte e alla fine non ebbi più alcun dubbio. La parola che stavano ripetendo era BloodyMary.
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