Capitolo 5

-Mi spieghi perché ti sei buttata in un televisore per riprendermi? Mica siamo in un libro dove ogni capitolo finisce con un colpo di scena: sarei riuscito ad uscire facilmente da lì-; -Peccato che non c'era nessuna porta con su scritto EXIT-; - Comunque... vabbè, litighiamo dopo. Voglio sapere anche il tuo punto di vista, sarà molto divertente-; -Fanculo Lucas-

Dopo essere caduta rovinosamente in un misterioso pavimento in legno vecchio, mi alzai faticosamente per guardarmi attorno. Mi trovavo nel salotto di una casa giapponese, di quelle con le porte scorrevoli e rivestita interamente in legno. L'unico oggetto decorativo era un basso tavolino con delle matrioska poggiate sopra e dipinte con colori vivaci. Però le espressioni delle bambole variano da alcune felici e sorridenti ad altre tristi e spaventate. Ottima scelta devo dire.

"Ok...." pensai allontanandomi il più possibile dal tavolino. Andai quasi a sbattere contro una delle porte scorrevoli, con la carta dipinta di un rosso ruggine, e riuscii a uscire dalla stanza senza romperla. Mi ritrovai in un lungo corridoio lugubre e grigio, con dei lunghi drappi attaccati al soffitto composti da ragnatele e delle candele ad illuminare il cammino. Modo ancora più rassicurante per accogliere gli ospiti.

Ricordandomi che ogni cosa che vedevo non era reale ma solo un mondo creato da una Tv, mi avviai in cerca di Lucas e magari anche di un'uscita, anche se presumibilmente non sarebbe per niente facile visto che chissà cosa sarebbe potuto succedere ad ogni angolo. E infatti appena mi trovai in un incrocio e presi il corridoio di destra, mi ritrovai davanti una donna molto alta, vestita con un vestito di bianco e con dei lunghi capelli color ebano che gli arrivavano fino alla schiena.


Mi pietrificai per lo spavento, fissando la donna che a mio parere sembrava molto la Llorona, lo spirito tormentato di una donna messicana che vagava sulla terra alla ricerca di bambini che assomigliavano ai propri figli. Mi sentii la pelle irrigidirsi per il freddo improvviso e mi guardai attorno, notando le pareti che fino a prima al momento prima non erano completamente congelate. Mi strinsi le braccia cercando di scaldarle e fissai la donna, osservando il suo viso deformato da un sorriso inquietante. "Sei tu che hai rapito il mio amico prima? Alto, fan delle Creepypasta, poco sveglio..." tentai di spiegare mentre mi usciva interrottamente delle nuvolette di fumo dalla bocca per via del freddo. "Watashi wa anata no tomodachi ga daredearu ka shitte imasu, chīsana hachisunohana. Kare wa tonari no heya ni ite watashi no tame ni shinu no o matteimasu (so chi è il tuo amico, piccolo fiore di loto. Al momento è nella stanza accanto, mentre aspetta di morire per causa mia)" disse la donna con un tono di voce simile ad una cantilena orientale.

Non capii assolutamente nulla di quello che disse e mi riproposi più tardi di farmi aiutare da Kagekao con le lezioni di giapponese, cosa che sarebbe successa se avrei trovato sia Lucas che l'uscita. La donna si voltò e si avviò verso una delle porte che dava sul corridoio a sinistra.

La segui titubante e per sicurezza presi una candela rossa appoggiata su un mobiletto in legno scuro, pensando che effettivamente avrei potuto bruciare il posto nel caso di emergenza. La piromane che è in me fu molto felice di questa scelta.

La donna mi fece entrare in una camera simile alla precedente, la cui unica differenza sul tavolino era un vassoio con un servizio da tè in ceramica. A sorseggiare da una delle tazze c'era Lucas, che appena mi vide fece un balzo dalla gioia rischiando di capovolgere il tavolo e il suo contenuto. "Shannon! Finalmente ti sei svegliata! Stai bene, vero? Le Creepypasta non ti hanno fatto nulla vero?" chiese il mio migliore amico cercando con lo sguardo e con diversa agitazione se avevo ferite o qualche braccio rotto. "Sto bene ma mi sono presa un colpo quando sta qui ti ha trascinato nella Tv. Ma esattamente dove siamo?" chiesi io. "Da quello che mi ha detto Hachikakusama su Google traduttore siamo a casa sua in Giappone" mi disse Lucas.

"In Giappone? Ma che dici?!" esclamai io per lo stupore. Veramente mi stavano dicendo che non ero in qualche mondo parallelo ma che mi ero teletrasportata da qualche parte dell'America in Giappone da una Tv?!

-Sorpresa eh?-; -Certo che ero sorpresa, di solito quando dici portale una Tv è l'ultimo dei tuoi pensieri-; - in Harry Potter usano anche delle scarpe per teletrasportarti-; - ora capisco come mai la settimana scorsa supplicavi un paio di scarpe da ginnastica sul fatto di portarti allo stadio-; -Avevo appena finito il quarto libro, capiscimi-; - Alla prossima pausa fammi un riassunto che almeno capisco di cosa stai parlando-; -Ok boss-

Lucas mi spiegò in breve che le Creepypasta avevano i loro metodi per scappare velocemente dalla polizia e come tornare alla Creepyhouse: in qualche modo erano riusciti a creare, attraverso comuni oggetti, portali che li trasportavano dalla Creepyhouse ai loro covi intorno al mondo e viceversa. "Un tram portatile" dissi scherzosamente . "Anata ga imi suru tensai (una genialata vorrai dire)" replicò Hachikakusama mentre guardava con noia un orologio dalla montatura rossa fissato alla parete destra, subito sopra la porta scorrevole.

"Che succede? Ha un appuntamento per caso signora Sempai?" chiese Lucas con tono rispettoso. Da dove avesse imparato il giapponese non lo seppi mai.

-Vedi che essere rapiti da delle Creepypasta da i suoi frutti? Stai scoprendo un sacco di cose su di me!-; - Allora saprai che da due anni faccio motocross insieme a Cho e Allison-; - A perché, Cho e Allison fanno motocross?- ; -Yep-; - Adesso capisco su cosa parlate durante l'intervallo mentre rubate il pranzo a Cho. Malvagie. Molto malvagie-

"Rēsu no tame ni itsu anata o bukimina ie ni tsureteiku ka o minakereba narimasen. Nāsuan ga wakareru made ni 5-bu Aru Kamo (devo vedere quando portavi alla Creepyhouse per la gara. Forse abbiamo cinque minuti prima che Nurse Ann arrivi a rompere)" scrisse la donna sul telefono di Lucas, che era aperta su Google traduttore in modo che potessimo capire che stesse dicendo. "E come mai non ci hai ancora ucciso? Di solito voi Creepypasta lo fate subito" replicai io senza riflettere. Hackikasama mi guardò malissimo, poi prese a scrivere un nuovo messaggio su Google Traduttore mentre lo diceva: "Watashi wa anata o motto yoku shiru tame dake ni anata o koroshita node wa arimasenga, rūkasu wa shitsumon shimasu ( non vi ho ucciso solo per conoscervi meglio, che domande)".

"A be giustamente prima di ucciderci ci fai il colloquio informativo" borbottò Lucas mentre si versava la terza tazza di tè nel giro di pochi minuti. La tipa sospirò rassegnata: a quanto pare io e Lucas non abbiamo perso la capacità di logorare lentamente la mente degli sconosciuti. Questa tecnica è stata affinata nel lungo periodo dei due anni precedenti per allungare con i prof il termine di consegna di progetti o per scroccare le merende dai compagni di classe nel caso avessimo dimenticato la nostra a casa, e da quanto stavo vedendo funzionava anche contro degli esseri soprannaturali.

"0 per le Creepypasta, 1 per i ragazzi normali" pensai soddisfatta. Mi allungai per prendere una tazza di tè dal vassoio, e dopo aver versato il liquido caldo che emetteva un odore di menta o qualcosa di simile, me lo portai alla bocca. Ma mentre sorseggiavo la bevanda cercando di non ustionarmi la gola a lungo termine, con la coda dell'occhio notai qualcuno entrare nella stanza: una figura alta e slanciata che si avvicinò a me e dicendo con serietà: "Allora sono questi quelli che devo uccidere. Da chi inizio per primo?"

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